Consagra

News

NEWS | Riapre al pubblico il Teatro Antico di Taormina (ME) con un’esposizione unica (PHOTOGALLERY)

Come annunciato dall’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà, il Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) riapre oggi, 17 maggio 2021. Oggi ricorre anche il centenario della nascita dell’artista siciliano Pietro Consagra e, per l’occasione, è stata allestita un’esposizione all’interno del Teatro. Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale.

esposizione
Pietro Consagra, Ferro e Fuoco (1997) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Oracolo di Tebe (1988) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

«Oggi la poetica di Consagra – sottolinea Gabriella Tigano, direttrice Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) – approda qui, nel Teatro Antico di Taormina, spazio scenico che da millenni accoglie e consacra – in un unicum fra natura, architettura e paesaggio – il verbo dell’arte, declinato in infinite pluralità di linguaggio. Lo accogliamo con gioia certi che il dialogo ravvicinato fra archeologia e arte contemporanea sarà per i visitatori una nuova e vibrante esperienza di viaggio e di conoscenza in Sicilia».

esposizione
Pietro Consagra, Ferro trasparente rosso (1965) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Controluce n. 2 (1976) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il percorso espositivo

La scultura da cui muove il percorso espositivo è Piano sospeso bianco del 1964, una rottura semantica netta realizzata dall’artista siciliano nella sua carriera, dirompente rispetto alle opere precedenti; l’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. Attraverso la poetica della frontalità, Consagra ha infatti instaurato le condizioni di un dialogo immediato, con un osservatore libero e a sua volta reattivo, creando le premesse dell’arte “partecipata”. Quest’opera appartiene allo stesso momento di svolta dei Giardini e dei Ferri trasparenti del 1964-66, opere tutte monocrome, bianche, rosa, violette, blu, carminio, lilla, nere, che si incurvano, si frammentano e si gonfiano come sul punto di levitare, ponendosi agli occhi dello spettatore come oggetti sensitivi mobili dalla doppia frontalità, in un allentamento liberatorio della tensione morale.

esposizione
Pietro Consagra, Piano sospeso bianco (1964), opera sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

Come sarà possibile vedere in mostra anche con il Giardino bianco del 1966, il colore assume una tale intensità e uniformità da cancellare il materiale da cui è invisibilmente supportato, esprimendo la nuova apertura di Consagra a una felicità individuale. Nuove dinamiche dello sguardo e del corpo saranno attivate anche dal Matacubo esposto, scultura dalle forme tondeggianti e sensuali che attirerà il visitatore a sedersi sopra. La voce, in dialetto siciliano, definisce oggetti molto compatti e spesso ingombranti, ma viene utilizzata dall’artista come termine “paradossale” per indicare opere ludiche, realizzate in marmo e in ferro dipinto, proposte in alternativa alle panchine, costituite comunemente da rigide sbarre di ferro e legno, considerate dall’artista “repressive”.

esposizione
Pietro Consagra, Giardino bianco (1966) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Metacubo (1985) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il messaggio dell’esposizione

Il confronto diretto, faccia a faccia, con le opere di Consagra, strategicamente disposte negli spazi del Teatro sarà un’esperienza emozionante: l’artista stesso non escludeva che si potesse alleviare la sofferenza umana con il piacere della bellezza, con la forza di un artificio intelligente, nella consapevolezza che ci può essere una essenzialità, un rigore, un pensiero anche nell’aspetto leggiadro di una scultura. E l’opera di Consagra continua a essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente «la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi».
La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.

Pietro Consagra, Ferro rosso (2003) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Nero del Belgio e diaspro rosso (1990) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

In copertina: le opere viste dalla cavea del Teatro Antico di Taormina (ME) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021.