colonna di Traiano

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APPROFONDIMENTO | Decebalo, il re dimenticato

Nei rilievi che animano la colonna traiana vi è un personaggio che troppo spesso resta in ombra agli occhi dei più. È Decebalo, re dei daci, il grande avversario di Traiano e pietra d’inciampo per la politica romana. Lo si vede, in particolare, nella scena 106 della colonna, nell’atto di suicidarsi ormai circondato dai romani. Una fine tragica che segna la fine della seconda campagna dacica, ed il trionfo di Traiano. Eppure, Decebalo fu più di una testa mozzata portata in dono all’imperatore romano. Fu un degno rivale, senza il quale non sarebbe ma stato realizzato uno dei monumenti più importanti della Roma imperiale. Conoscerne la storia, pertanto, è indispensabile: non esistono eroi senza i loro avversari.

Decebalo: l’uomo, il re, il nemico

I romani conoscevano l’importanza dell’attribuire dignità al nemico e per Decebalo non fanno eccezioni. Per quanto questo personaggio sia uno sconfitto, è evidente come nei rilievi lo si mostri fiero, possente, come un uomo in grado di trasmettere sensazioni contrastanti: fascino, in quanto ultimo re della Dacia, morto per essa; timore sapendolo a capo di un regno ostile che osò sfidare l’impero. Lo storico Cassio Dione ne fa una descrizione che ben rivela il carattere di questo illustre sconfitto: doppiamente scaltro; abile in attacco, sia nel ritirarsi; esperto nell’imboscate tanto quanto nello scontro campale. Ma soprattutto: non solo sapeva bene come sfruttare la vittoria, ma era abile a limitare i danni in caso di sconfitta. È chiaro, quindi, che l’allargamento di Roma in Dacia non fu semplice come il far passare lo sguardo sui rilievi della colonna traiana. Si trattò di un’impresa ardua, e dall’epilogo non scontato.  

Statua di Decebalo nella città di Deva, Romania
Il re che sfidò l’impero

La vicenda storica di Decebalo inizia con una sconfitta. Persa la guerra al tempo di Domiziano il re della Dacia dovette accettare la pace. Non si trattò, tuttavia, di un trattato umiliante. Infatti, in cambio della fine delle ostilità Roma, incalzata dalle tribù germaniche, avrebbe pagato un tributo. Ne consegue che Decebalo ottenne così i fondi per ricostruire le proprie forze, tanto da allarmare il nuovo imperatore, Traiano. La guerra fu inevitabile, e probabilmente voluta da entrambe le parti. Vi furono due campagne, e seppur la resistenza di Decebalo fu estenuante, una dopo l’altra le roccaforti daciche caddero. Decebalo continuò a combattere arroccandosi tra le montagne ma, circondato, preferì darsi la morte insieme ai suoi compagni. E con lui scomparve anche il regno di Dacia, ormai inglobato nell’Impero Romano.

Decebalo si taglia la gola, dettaglio della colonna traiana
Un’insolita rivalsa

Seppur Decebalo sia stato scolpito nella colonna traiana nei panni dello sconfitto, il suo spirito può forse tornare a sorridere sprezzante. A circa 2000 anni dalla sua morte, l’imprenditore Iosif Constantin Drăgan ha finanziato la costruzione di un’imponente scultura rupestre dedicata a Decebalo. Si tratta del rilievo roccioso più alto d’Europa, a ridosso della gola del Danubio detta Porte di Ferro, un passaggio strategico nella guerra tra romani e daci. La realizzazione dell’opera avvenne tra il 1992 e il 2004, con la collaborazione scultore italiano Mario Galeotti che diede forma al progetto nella sua fase iniziale. Così, il volto serio di Decebalo è tornato a scrutare quelli che furono i confini del proprio regno, e a guardare con sdegno la Tabula Traiana che svetta sul lato opposto del fiume. Si tratta di un’iscrizione lasciata da Traiano, prova del suo passaggio attraverso le Porte di Ferro. Pertanto, la guerra non è ancora finita: Tiberio e Decebalo, ognuno nella propria roccia, ancora una volta si oppongono.

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ACCADDE OGGI | La colonna di Traiano stupisce il mondo: l’inaugurazione nel 113 d.C.

Stando alla fonte dei Fasti ostienses, il 12 maggio dell’anno 113 d.C. viene inaugurata la Colonna di Traiano. Questo monumento costituisce il primo esempio di colonna coclide mai realizzato. La storia che i suoi rilievi raccontano sono un vero e proprio documentario su fatti avvenuti in Dacia al tempo della conquista di Traiano. Inoltre, costituisce  l’unico elemento del foro ad esser giunto sino a noi in buono stato. Per tutti questi motivi, la Colonna di Traiano è stata e sarà il vero alfiere della gloria di Roma attraverso il tempo.

Un dettaglio della Colonna Traiana (immagine via Canale Dieci)
A prova di tempo

La Colonna Traiana fu inaugurata il 12 maggio 113 d.C. e da quel momento rimase in piedi, sopravvivendo alle tragedie che sconvolsero la città. Le ceneri dell’imperatore Traiano e di sua moglie Plotina, custodite in urne d’oro nel basamento del monumento, furono depredate dagli avidi lanzichenecchi nel 1527, durante il sacco di Roma. La superfice della colonna, decorata da un lungo rilevo a spirale, catturò l’interesse di Napoleone che la volle traferire in Francia. Per fortuna gli ingenti costi di trasporto bloccarono sul nascere l’ambizioso progetto. Così, ad oggi, la Colonna Traiana è l’unico monumento del foro ad aver superato quasi indenne le brutalità barbariche e gli spogli di epoche più recenti.

Colonna Traiana vista da est
Marmo di Carrara e dimensioni eccezionali!

La Colona di Traiano è un monumento singolare, non solo per magnificenza che suscita all’occhio. Alta circa 40 metri, realizzata in marmo di Carrara, la colonna è composta da 18 blocchi sovrapposti l’uno sull’altro. Un dettaglio non da poco. Infatti, si tenga conto della presenza di scala a chiocciola interna al fusto, e della lunga striscia narrativa che decora la colonna esternamente. Pertanto, al momento della posa dei blocchi, da 40 tonnellate ciascuno, non potevano sussistere discrepanze che alterassero la fluidità del rilievo o la regolarità della scala interna. Per quanto riguarda il fregio, lungo 200 metri, vale la pena notare come cresca in altezza nell’allontanarsi dalla base. Questa soluzione garantiva la giusta resa prospettica per tutta la lunghezza del rilievo, evitando distorsioni alla vista. 

Plastico che riproduce l’ipotesi di costruzione della Colonna; dalla mostra Costruire un capolavoro del MUseo Galileo, a Firenze (fonte Museo Galileo)
Il rilievo

Quanto narrato dal fregio della Colonna Traiana è divisibile in 114 riquadri equivalenti tra loro. Questi possono essere raggruppati, a loro volta, in due atti distinti: quello della prima e quello della seconda campagna dacica. Il ritmo narrativo non conosce interruzioni, se non per la raffigurazione della vittoria alata che divide i due episodi. Visivamente si assiste ad una progressione temporale, dall’attraversamento del Danubio all’accumulo dei trofei di guerra a termine della prima campagna; poi, dalla partenza della flotta romana fino alla deportazione in massa dei nemici sconfitti a termine del secondo atto. Per quanto riguarda lo stile, i rilevi che decorano la Colonna di Traiano fanno del realismo e del dinamismo la propria anima. Inoltre, l’attenzione ai dettagli e il coinvolgimento emotivo che si prova nell’osservare le scene raffigurate attribuiscono all’opera un chiaro e deciso valore documentario.

Un dettaglio del rilievo in cui i soldati romani costruiscono mura difensive
Oltre il rilievo: il fatto storico

Quanto narrato dal marmo della Colonna di Traiano è relativo alle campagne militari in Dacia condotte dall’imperatore stesso. Secondo lo storico Cassio Dione, fu la crescente arroganza dei Daci a motivare l’inizio della guerra, necessaria per limitarne la crescente forza militare. Nell’anno 101 d.C. ebbe inizio la prima campagna dacica: le forze domane si addentrarono nel territorio nemico sino a Tibiscum (Timișoara); poi, l’anno seguente, ebbero inizio gli scontri che portarono alla resa di Decebalo, re dei daci. La seconda campagna dacica avvenne nel 105 d.C., quando Decebalo infranse la pace riarmandosi e stringendo alleanze in chiave antiromana. Tuttavia, quando le forze romane si mossero, il re dei daci fu abbandonato dai propri alleati, e seppur opponendo una disperata ed eroica resistenza,  la sua testa fu infine consegnata a Traiano.

Decebalo si taglia la gola, dettaglio della colonna traiana

In copertina: dettaglio della Colonna Traiana (immagine via Noidiroma.com)