SPECIALE ROMA | Il “cinghiale” premonitore dell’imperatore Diocleziano
In occasione dell’anniversario della fondazione di Roma, vi raccontiamo un simpatico e affascinante retroscena della vita di uno degli imperatori più conosciuti dell’Urbe: Diocleziano. L’episodio vede protagonista un giovane Diocle – questo era il suo nome originale – ancora di basso rango, in una locanda della Gallia, nel paese dei Tungri. Durante una discussione riguardo il vitto da pagare con una druidessa, la Storia Augusta ci racconta che, a un certo punto, la sacerdotessa gli disse: «Diocle, tu sei troppo avido e spilorcio!». Affermazione alla quale il giovane rispose in modo scherzoso: «Quando sarò imperatore, allora darò con larghezza». Si dice che la donna rispose: «Non scherzare, perché tu sarai imperatore dopo che avrai ucciso il cinghiale».
Un presagio di omen imperii destinato ad avverarsi. L’autore afferma di aver appreso di questa vicenda da suo nonno, il quale l’avrebbe appresa dallo stesso Diocleziano, che da quel momento in poi cacciò cinghiali in ogni occasione.
La profezia che si avvera
Durante un’assemblea generale dell’esercito, radunata al fine di nominare il successore di Numeriano, Diocleziano uccise davanti a tutti colui che sospettava essere l’assassino dell’imperatore. Stiamo parlando del prefetto al pretorio Flavio Apro: aper in latino vuol dire “cinghiale”. Diocleziano, acclamato dalle legioni, divenne imperatore col nome latinizzato di Gaio Valerio Diocleziano ed esclamò: «Finalmente ho ucciso il cinghiale!».