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NEWS | Resti di un monastero cristiano riemergono in Egitto, la scoperta franco-norvegese

Nella sua terza stagione, la missione archeologica franco-norvegese che lavorava nel sito di Tal a sud di Qasr Al-Ajouz nell’oasi di Bahariya, ha annunciato di aver riportato alla luce il più antico monastero cristiano d’Egitto.


Il monastero ha rivelato una serie di edifici costruiti con pietra di basalto scavata nella roccia e edifici costruiti con mattoni di argilla. Il dottor Usama Talaat, capo del settore delle antichità islamiche, copte ed ebraiche presso il Consiglio supremo delle Antichità, ha spiegato che gli edifici in mattoni di fango si datano tra il IV e il VII secolo d.C. Gli edifici sono suddivisi in sei settori, includendo i resti di tre chiese e le celle dei monaci. Le pareti recano graffiti e simboli con iscrizioni copte.

monastero
Veduta aerea degli ambienti indagati (Credit: Ministero delle Antichità Egiziano)

Il dottor Victor Ghica, capo della missione, ha indicato che durante la missione per l’anno 2020 sono state rivelate 19 stanze scavate nella roccia e una chiesa con annessa una struttura con due stanze scavate nella roccia. Le pareti recano iscrizioni in giallo che includono testi religiosi dalla Bibbia in lingua greca. Le iscrizioni danno informazioni riguardo la vita monastica in questa regione. I monaci si erano stabiliti in questa regione a partire dal V secolo d.C.

Iscrizioni sulle pareti degli ambienti monastici (Credit: Ministero delle Antichità Egiziano)
 

Victor Ghica spiega che l’edificio sembra risalire al IV sec. d.C., rendendolo, di fatto, il più antico complesso monastico in Egitto. Gli ambienti, dunque, comprendono una chiesa, il refettorio, le stanze per la residenza dei monaci e un certo numero di ambienti-magazzino. Tra i rinvenimenti anche molti frammenti di ostraca (frammenti ceramici), recanti iscrizioni greche databili tra il V e il VI secolo d.C. L’importanza della scoperta risiede non solo nella collocazione temporale di tale monastero (il più antico, appunto), ma è utile per la comprensione della formazione delle prime congregazioni monastiche in Egitto in questa regione.

Frammenti ceramici con iscrizioni greche (Credit: Ministero delle Antichità Egiziano)
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NEWS | Roma ai confini dell’Impero: un forte romano scoperto ad Assuan (Egitto)

La missione archeologica egiziana del Consiglio Supremo delle Antichità opera da tempo presso il sito del forte di Gebel Shisha nel Governatorato di Assuan.

Già negli anni ’20 del secolo scorso, il sito era stato parzialmente indagato sotto la direzione dell’egittologo tedesco Hermann Junker. Ad un secolo di distanza sono state riprese le indagini che hanno riportato alla luce nuove realtà. L’area aveva già restituito tracce di edifici romani. Kom Ombo, a circa quaranta chilometri da Assuan, aveva restituito i resti di un tempio romano che porta i nomi degli imperatori Domiziano (81-96 d.C.) e Adriano (117-138 d.C.).

La missione annuncia adesso la scoperta, nei pressi di Gebel Shisha, dei resti di una chiesa copta su un forte romano su un tempio tolemaico. Una matriosca di edifici che sottolinea una stratigrafia secolare e la continuità di utilizzo dell’area.

Il dottor Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha spiegato che la missione aveva scoperto all’interno del forte un gruppo di elementi architettonici del tempio tolemaico. Tra i rinvenimenti vi sono dei blocchi in arenaria incisi con fronde di palma, cartigli dei re tolemaici e un’iscrizione tardo-ieratica. L’edificio tolemaico, dunque, era stato riutilizzato ed ampliato per diventare il forte romano che, a sua volta, era stato riutilizzato per la costruzione di una chiesa con annesso monastero.

Sul lato nord della chiesa si trovano quattro stanze, un salone trasversale e una scala ascendente, mentre il lato meridionale presenta forni per la combustione della ceramica. Sono state rinvenute, inoltre, tegole in pietra su due livelli poste sul lato orientale, sotto la chiesa. Presenti anche vasi di ceramica e parte di una volta in mattoni rossi risalenti all’era copta.