APPROFONDIMENTO | La leggenda di San Giorgio, il cavaliere santo
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione della studentessa Camilla Vallone sulla figura di San Giorgio, nel giorno a lui dedicato, patrono di Reggio Calabria. Ogni 23 aprile viene celebrato Giorgio (280-303 circa).
Tracce nei secoli
La vita del giovane è avvolta da un alone di mistero. Poche sono le notizie in nostro possesso e molte di queste non sono ritenute attendibili. La figura di Giorgio è stata inizialmente ricostruita grazie all’opera Passio Georgii, datata attorno al V secolo, ma ben presto considerata apocrifa con il decretum Gelasianum del 496. Il giovane romano venne venerato già a pochi decenni dalla sua morte: lo testimonia una basilica costruita in suo onore a Lydda (attuale Lod, città in Israele). Un’epigrafe greca del 368 ca., rinvenuta ad Eraclea di Betania, cita questo edificio religioso sorto sulla tomba del martire: “casa o chiesa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni”, così come fa Teodoro Perigeta nel suo De situa Terrae Sanctae (530 circa).
Attualmente il corpo del santo non è presente poiché trafugato, ma anche la basilica non è più quella originaria: più volte è stata distrutta (una di queste, durante il dominio di Saladino) per poi essere ricostruita.
Tra storia e leggenda
La leggenda attorno al giovane prese forma durante il XIII secolo. Ne parla l’opera “Legenda Aurea” di Jacopo da Varazze (1293), il quale associò San Giorgio militare alla figura di Perseo che sconfisse il mostro marino salvando Andromeda.
Attenendosi alla versione romanzata, a Silene (città della Libia) vi era un drago (raffigurazione del male) che veniva tenuto a bada quotidianamente prima tramite il sacrificio di due pecore e poi tramite quello di un abitante scelto attraverso sorteggio. Il giorno in cui il caso scelse la figlia del re di Silene, Giorgio la salvò dal drago e ordinò al popolo di convertirsi per rendere docile il mostruoso animale. Nelle icone, quindi, il martire viene rappresentato a cavallo durante l’atto di uccisione del male.
Il protettore di Reggio Calabria
La figura di santo cavaliere si diffuse nell’XI secolo, a seguito della battaglia navale di Siracusa del 1086, tra il saraceno Bonavert (che aveva condotto razzie in territorio reggino) e il Duca Ruggero Borsa (nipote di Ruggero I di Sicilia). Il normanno vinse il saraceno e la leggenda narra che in cielo apparvero un cavaliere bianco ed un cavaliere nero, rispettivamente San Giorgio e San Michele Arcangelo.
Da questo momento in poi il giovane martire, non solo fu rappresentato come cavaliere, ma divenne protettore di Reggio Calabria. Ben sette chiese vennero costruite in suo onore e attualmente sono presenti sul territorio sia la chiesa di San Giorgio extra moenia sia quella di San Giorgio intra moenia (definita anche “S.Giorgio al corso”).
Il cavaliere oltre ad essere patrono di molte altre località (per citarne alcune: Barcellona, Genova, Venezia, Ferrara, Inghilterra, Lituania e Georgia) è anche il protettore degli scout e dei combattenti. La figura di Giorgio viene invocata contro le malattie della pelle e, addirittura, le donne musulmane visitano la sua tomba a Lydda per ricevere la grazia della fertilità. Nonostante nel 1969, la Chiesa di Roma indicò la festa del martire come facoltativa (date le scarse notizie possedute e il racconto surreale e leggendario), moltissimi sono ancora i fedeli profondamente devoti a San Giorgio.
di Camilla Vallone