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NEWS | Due anfore pompeiane riemergono dalle acque di Nora (CA)

Durante dei controlli straordinari ai siti archeologici sommersi, sono avvenuti dei grandi ritrovamenti: due anfore in terracotta del I secolo d.C. di fabbricazione pompeiana, proprio nelle acque antistanti l’area archeologica di Nora (CA); ma anche un cannone-mitragliera utilizzato durante la seconda guerra mondiale sia come arma contraerea che come controcarro davanti al golfo di Cagliari. L’arma sembrerebbe essere l’armamento del mercantile armato “Romagna”, nave cisterna adibita al trasporto di carburanti e affondata da una mina il 2 agosto del 1943.

Insomma, il mondo archeologico sommerso non smette mai di stupirci!

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Il recupero dei reperti nelle acque di Nora – foto: ANSA

Foto di copertina da Sardinia Post

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NEWS | Un cannone e un’anfora dal mare di Sicilia

Il weekend della settimana appena scorsa ha regalato ben due reperti e grandi emozioni: un cannone del XVI secolo è riemerso a Maddalusa (AG) e una piccola anfora dal mare di Carini (PA). La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, che ultimamente è sempre in azione, si è occupata del recupero di entrambi in seguito alle segnalazioni.

Il cannone di Maddalusa (AG)

Il sub Gianluca Lopez ha segnalato il reperto alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle (AG); la Soprintendenza ha quindi avviato delle perlustrazioni nelle acque dal 24 al 26 novembre 2020. Il cannone giaceva a una profondità di ben 7 metri e a 300 metri dalla costa; la Soprintendenza e il R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Palermo lo hanno recuperato e portato a galla con dei palloni.

Il sito di Maddalusa (AG) era già noto per aver restituito un altro cannone del tardo XVI secolo nel 2007. I due cannoni sembrano simili: forse quello specchio di mare aveva visto il naufragio di una nave che traportava artiglieria. Il reperto verrà restaurato nel laboratorio del Parco archeologico della Valle dei Templi.

“Mentre il mondo della Cultura subisce le conseguenze delle restrizioni dovute all’emergenza Covid, il mare siciliano continua a ricordarci l’etica della ricerca e della memoria. Viviamo in un’Isola ricca di preziose testimonianze che a mare, come in terraferma, ci ricordano che la Sicilia sin dai tempi più lontani è stata crocevia di rotte culturali e commerciali, rendendo la nostra Isola un unicum a livello mondiale.” – commenta l’assessore Alberto Samonà su Facebook.

All’operazione di recupero ha partecipato anche Mauro Sinopoli, ricercatore biologo ed ecologo marino della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Palermo. Lo studioso sarà in grado di ricostruire il ritmo con cui i reperti sono stati coperti e riemersi, attraverso lo studio degli organismi e dai carotaggi fatti in situ.  

L’anfora di Carini (PA)

L’ultimo intervento della Soprintendenza è avvenuto a Carini (PA) in seguito alla segnalazione del sub Francesco Conigliaro che ha rinvenuto vari cocci fittili e una piccola anfora. Il responsabile del nucleo subacqueo della Soprintendenza, Stefano Vinciguerra, si è occupato del sopralluogo delle acque e ha recuperato un’anfora di 15 cm a 2 metri di profondità.

L’Archeologia subacquea sta dando un grande contributo in un momento difficile per la Ricerca. L’attività della Soprintendenza del Mare della Sicilia è in incremento: è un trampolino di rilancio prezioso per la storia e l’archeologia della Regione. Ci auguriamo di leggere altre notizie come questa!

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NEWS | A Salerno emerge dal mare un cannone della Seconda Guerra Mondiale

Venerdì 30 ottobre, nei pressi del Molo Manfredi di Salerno, un cannone è riemerso dal mare. Questo sembra risalente alla Seconda Guerra Mondiale.  La scoperta è avvenuta durante le operazioni di dragaggio del fondale. Da una veloce analisi del reperto, il cannone è stato identificato come obice, forse appartenuto alle truppe da sbarco britanniche. L’obice, la cui nascita è controversa, è caratterizzato da una canna di notevole lunghezza e una maggiore velocità di volata. Il ritrovamento ha lasciato esterrefatti gli scopritori e i cittadini di Salerno e ha avuto una grande risonanza.

Un primo piano del cannone. Fonte: Museo dello Sbarco e Salerno Capitale