Calabria

News

NEWS | A Crotone il recupero di molti reperti: i nuovi arrivati al Museo Archeologico crotonese

Alcuni reperti archeologici confiscati negli ultimi 30 anni trovano casa al Museo Archeologico di Crotone.

L’iniziativa e i reperti

La consegna è stata effettuata su iniziativa del presidente del Tribunale di Crotone Maria Vittoria Marchianò e del procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia. I reperti sono così stati recuperati, catalogati e consegnati al direttore del Museo Archeologico Gregorio Aversa. L’arco temporale dei beni consegnati va dal mondo greco alla Roma imperiale. Questi provengono da lotti di reperti confiscati nel corso degli anni (dal 1989 al 2000) durante operazioni di polizia e che erano custoditi nei magazzini del palazzo di giustizia crotonese.

Alcuni reperti consegnati al museo

 

Le parole dei protagonisti

«Sono dei beni pubblici che erano stati sottratti da mani criminali, perché è un crimine sottrarre beni di interesse artistico, storico e archeologico alla fruibilità comune per scopo di lucro. Si tratta infatti di beni che erano destinati ad essere venduti sul mercato illecito dei reperti delle opere d’arte», ha spiegato il presidente del Tribunale di Crotone, Maria Vittoria Marchianò.

I protagonisti: Giuseppe Capoccia, Maria Vittoria Marchianò e Gregorio Aversa

Il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, ha aggiunto: «… sequestri operati in tanti anni, oggetti trovati in casa di persone o sottratti al tombarolo di turno e purtroppo è un fenomeno (quello dei tombaroli, ndr) estesissimo nel nostro territorio. Quindi si tratta di cose in cui si imbatte con una certa frequenza».

Una nuova casa

Il direttore Gregorio Aversa ha così commentato questa iniziativa: <<Ringrazio il Tribunale di Crotone per aver scelto il museo quale destinatario di questi reperti. Purtroppo, l’attività criminale legata all’archeologia crea danni oltre che sotto l’aspetto economico, anche dal punto di vista culturale e scientifico. Non possiamo infatti attribuire un valore storico visto che non conosciamo i luoghi di provenienza di questi reperti. Conoscere la provenienza ci avrebbe permesso di approfondire le nostre conoscenze sul passato di questo territorio>>. 

Cerimonia della consegna
News

NEWS | Apre la “Catasta”, il primo hub turistico per scoprire il Parco del Pollino

In un periodo in cui il termine “hub” è associato ai centri vaccinali, la Calabria si scosta dal senso conosciuto e vira sul patrimonio culturale. La “Catasta”, così chiamata per la particolare forma architettonica, sarà il primo hub turistico e di culture nel Parco Nazionale del Pollino. Si inserisce nel territorio di Morano sul pianoro di Campotenese (CS), vantando un’invidiabile posizione tra 69 geositi UNESCO. Sarà inaugurata a metà luglio.

La grande opera architettonica dalla forma iconica evoca una catasta di legno, da cui il nome del progetto. Realizzata dall’Ente Parco Nazionale del Pollino, è concepita per integrarsi nel vasto scenario naturalistico e agricolo.

Cosa offre

Il centro è dotato di uno spazio didattico-espositivo e della libreria del Pollino, in cui si svolgeranno eventi culturali e formativi. Immancabile, poi, il ristoro dedicato alle cucine del Pollino con la bottega dei prodotti del Parco. È, quindi, un progetto multidisciplinare di promozione del vasto territorio condiviso dalla Basilicata e dalla Calabria. Un hub turistico in cui sono chiamate a partecipare le comunità locali e chi opera nel territorio, nell’ottica della ben nota Convenzione di Faro.

Ingresso all’hub – foto: Catasta Pollino

Al suo interno, l’area espositiva è corredata di pannelli didattico informativi e ausili tecnologici che raccontano il grande patrimonio naturalistico, geologico e culturale del Pollino. Inoltre, l’attività divulgativa dei tesori del Parco è fortemente sostenuta dal punto ristoro con caffetteria che valorizza la cultura gastronomica del territorio: le specialità e i piatti della tradizione, le storie dei piccoli produttori. La “Catasta” ha anche allestito la bottega con i prodotti locali, con tanto di enoteca e olioteca. Il mondo del Pollino è anche il tema portante della libreria allestita nello spazio living, che propone al visitatore una vasta produzione editoriale.

La “Catasta” si rivolge, infine, al mondo dei cicloturisti: ricade proprio sul tratto Morano-Mormanno della Ciclovia dei Parchi della Calabria.

In copertina e ove non specificato: foto di Catasta Pollino.

News

NEWS | “Archeo-trekking Urbano”, l’itinerario alla scoperta dei siti archeologici di Reggio Calabria

 Archeo-trekking Urbano è un percorso attraverso i 21 siti archeologici della città di Reggio Calabria

Una delle tappe dell’itinerario “Archeo-Trekking Urbano”

Proposto quindi dall’associazione regionale Amici del Museo di Reggio Calabria, l’itinerario si sviluppa dal lungomare per le vie della città, attraversando i numerosi tesori dell’archeologia a cielo aperto. Il presidente dell’associazione Amici del Museo, Franco Arillotta, dichiara dunque:

«La realtà archeologica di Reggio Calabria è variegata: ci sono 21 posti nei quali si ritrovano interessanti presenze archeologiche. Dall’area archeologica del Trabocchetto, alla fattoria di via 25 Luglio, alle mura magnogreche e alle terme romane del lungomare, fino al parco archeologico di Occhio di Pellaro e palazzo Laface in pieno centro cittadino, luogo in cui ci sono due pozzi tubolari magnogreci».

Questi luoghi, in tal modo, potrebbero quindi essere maggiormente visitati, valorizzati e promossi. Luoghi Inclusi in una passeggiata culturale alla scoperta della storia e della quotidianità di una perla del Sud Italia.

Le tappe:
  • Ipogeo Piazza Italia – Mura Greche;
  • Mura Greche – Terme Romane;
  • Terme Romane – Odeon;
  • Odeon – Museo Archeologico.
Archeo-trekking
Il percorso e le tappe
News

NEWS | “Kalabria coast to coast”, un sentiero di 55 chilometri dallo Ionio al Tirreno

“Kalabria coast to coast” è un sentiero naturalistico di 55 chilometri che va dal Mar Ionio al Tirreno. Attraversa dieci comuni e due province, da Soverato a Pizzo, passando tra borghi calabresi, campi e boschi. Un progetto concretizzato dopo oltre due anni di lavori, tavoli tecnici e protocolli d’intesa con gli enti locali, sopralluoghi per la pulizia, tracciatura verticale e mappatura con GPS e consolidamento della rete che coinvolge strutture ricettive e associazioni del territorio. 

Kalabria
Percorso “Kalabria coast to coast” da Google Maps

Il cammino calabrese è un percorso naturalistico da assaporare con lentezza, tra campi, boschi, scorci e oasi. In una Calabria lontana dalle usuali mete turistiche, unica e antica. Dal 25 luglio è online il sito ufficiale, tramite il quale gli escursionisti potranno trovare tutte le informazioni necessarie. Dal sito è anche possibile scaricare le mappe GPS e trovare numeri utili a cui rivolgersi.

Le tappe

Tre le tappe previste: la prima da Soverato a Petrizzi, in provincia di Catanzaro. Si tratta di 12,700 km con un dislivello in salita di 716 metri e in discesa di 327. La seconda con partenza a Petrizzi e arrivo a Monterosso Calabro (Vibo Valentia); la lunghezza è di 23,500 km con un dislivello in salita di 979 metri e un dislivello in discesa di 1.085. La terza da Monterosso a Pizzo Calabro per complessivi 19,1 km con un dislivello in salita di 585 metri e in discesa di 864.

Kalabria
Oasi Naturalistica di Angitola (VV)

Un percorso sicuramente non semplice, ma che stupirà con le sue meraviglie!
 

News

ARCHAEOLOGY | Cassiodorus’ Scolacium

Scolacium, the city of Cassiodorus, also known as Scylletium, is an ancient coastal city of Brutium, whose foundation dates back to the mid-sixth century BC by Greek settlers, perhaps from Athens or Kroton. We find ourselves in a scenic place, overlooking the sea on the Gulf of Squillace, where among centenary olive trees the monumental remains of a Byzantine basilica stand out. However, Scolacium has a history much more distant in time, that of Magna Graecia and ancient Rome.

History of ancient Skylletion

Because of its strategic position on the sea, it had great importance within the balance of Magna Graecia, being located between Kroton and Locri Epizephyrii, who contended for the primacy of maritime trade. At first linked to Kroton, then passed under the domination of Locri in the fourth century BC. The town was also involved in the Peloponnesian War, at the end of the 5th century, and therefore, had a role not only in the Magna Graecia events, but also in a wider context that concerned the whole Greek world.

The Romans recovered the city precisely because of its strategic position and transformed it: the emperor Nerva renamed it colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium and reformed its urban planning and the surrounding agricultural territory. The city thrived in wealth in Roman times and also saw the birth of Cassiodorus, one of the most important authors of the late Roman period, an important figure for the recovery of ancient culture in these years of decadence.

What remains of the Roman colony

The Roman Theatre of Scolacium was built using the natural slope and the cavity offered by a clayish hill close to the Roman forum; it was built around the first century AD, once deduced the Roman colony of Scolacium, which replaced the ancient polis of Skylletion.

During the second century A.D. the emperor Nerva had the Roman colony restructured, within which the theatre was enlarged and equipped with a new stage, with renovations that continued until the fourth century AD.

From this area comes much of the marble and clay decoration of the same structure, including capitals, antefixes and columns, which are elements of the scene, as well as an epigraph of Fors Fortuna, all exhibited in the Antiquarium housed in Villa Mazza, in Roccelletta di Borgia.

The Amphitheatre and the Forum
anfiteatro
The Roman amphitheatre of Scolacium

The Amphitheatre, from the era of Nerva, a few meters from the Theatre, is followed by at least three thermal baths, necropolis and aqueducts. These are the remains of the only Roman amphitheatre in Calabria: the building stands in a marginal sector of the colony, where refined sculptures have been found, such as the statue of Fortune, the Genius of Augustus and a rare statue of Germanicus, the adopted son of the Emperor Tiberius.

In the eastern sector, a “hollow structure” sector was added, with elements on at least two levels, with arches and vaults in brick and stone concretion. The lower one, which develops along the major axis of the amphitheatre, also served as the entrance to the arena (Vomitorium). On its sides there were two other smaller vomitoria, which allowed the spectators to reach the upper sectors of the cavea.

ricostruzione foro
Digital reconstruction of the Roman Forum

The Forum, with its particular brick paving, which has no comparison in the whole Roman world, together with the remains of some buildings, including the Curia, the Cesareum and the Capitolium, consists of a rectangular area paved with bricks, surrounded by arcades, a small temple, a fountain and finally the court. Here were found statues and portraits that today are preserved in the Antiquarium.

Tradotto da: https://archeome.it/archeologia-la-scolacium-di-cassiodoro/

News

ARCHEOLOGIA | La Scolacium di Cassiodoro

Scolacium, città di Cassiodoro, detta anche Scylletium, è un’antica città costiera del Bruzio, la cui fondazione risale alla metà del VI secolo a.C. ad opera di coloni greci provenienti forse da Atene o da Crotone. Ci si ritrova in un luogo scenografico, con vista mare sul golfo di Squillace, dove tra ulivi centenari spiccano i monumentali resti di una basilica bizantina. Ma Scolacium ha una storia molto più lontana nel tempo, quella della Magna Grecia e dell’antica Roma.

Storia dell’antica Skylletion

Per la sua posizione strategica sul mare ha avuto grande importanza all’interno degli equilibri della Magna Grecia, trovandosi tra Crotone e Locri Epizefiri, che si contendevano il primato dei commerci marittimi. In un primo momento legata a Crotone, passò poi sotto la dominazione di Locri nel IV secolo a.C. La città fu coinvolta anche nella Guerra del Peloponneso, alla fine del V secolo, e dunque, ebbe un ruolo non solo nelle vicende magno-greche, ma anche in un contesto più ampio che riguardava tutto il mondo greco.

I Romani recuperarono la città proprio per la sua posizione strategica e la trasformarono: l’imperatore Nerva la ribattezzò colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium, e ne riformò l’assetto urbanistico ed il territorio agricolo circostante. La città prosperò in ricchezza in epoca romana e vide anche la nascita di Cassiodoro, uno dei più importanti autori della tarda romanità, personaggio importante per il recupero della cultura antica in questi anni di decadenza.

Ciò che resta della colonia romana

Il Teatro romano di Scolacium venne costruito sfruttando il pendio naturale e la cavità offerta da una collina argillosa posta a ridosso del foro romano; fu costruito intorno al I secolo d.C., una volta dedotta la colonia romana di Scolacium, che sostituì l’antica polis di Skylletion.

Nel corso del II secolo d.C. l’imperatore Nerva fece ristrutturare la colonia romana, nell’ambito della quale il teatro venne ampliato e dotato di una nuova scena, con rifacimenti protratti sino al IV secolo d.C.

Da quest’area proviene gran parte della decorazione marmorea e fittile della stessa struttura, tra cui capitelli, antefisse e colonne, che costituiscono elementi della scena, nonchè un’epigrafe della Fors Fortuna, tutto esposto nell’Antiquarium ospitato all’interno di Villa Mazza, in località Roccelletta di Borgia.

L’anfiteatro e il Foro
anfiteatro
L’anfiteatro romano di Scolacium

L’Anfiteatro, dell’epoca di Nerva, a pochi metri dal Teatro, è seguito da almeno tre impianti termali, necropoli e acquedotti. Si tratta dei resti dell’unico anfiteatro romano in Calabria: l’edificio sorge in un settore marginale della colonia, dove sono state reperite raffinate sculture, come la statua della Fortuna, il Genio di Augusto e un raro esemplare statuario di Germanico, il figlio adottivo dell’imperatore Tiberio.

Nel settore orientale si aggiunse un settore «a struttura cava», con elementi relativi ad almeno due livelli, con arcate e volte in concrezione di laterizi e pietrame. Quella più bassa, che si sviluppa lungo l’asse maggiore dell’anfiteatro, fungeva anche da entrata all’arena (Vomitorium). Ai suoi lati vi erano altri due vomitoria minori, che permettevano agli spettatori di raggiungere i settori superiori della cavea.

ricostruzione foro
Ricostruzione digitale del Foro romano

Il Foro, con la sua particolare pavimentazione in laterizio, che non ha confronti in tutto il mondo romano, insieme ai resti di alcuni edifici, tra cui la Curia, il Cesareum e il Capitolium, è costituito da un’area rettangolare pavimentata con mattoni, circondata da portici, un tempietto, una fontana ed infine il tribunale. Qui vennero rinvenute statue e ritratti che oggi sono conservati nell’Antiquarium.

News

NEWS | Tortora (CS), finanziati due milioni di euro per “Blanda Julia”

Il sindaco di Tortora (CS), Pasquale Lamboglia, annuncia con grande gioia il finanziamento di ben due milioni di euro per il progetto di valorizzazione culturale del comune dell’entroterra calabrese.

Blanda tra Enotri, Lucani, Romani e Longobardi“, è questo il titolo del progetto che era stato proposto in campagna elettorale. Ora è anche stata firmata la convenzione e sono iniziate le procedure per la progettazione. Una grande e straordinaria promessa portata avanti egregiamente da Fabrizio Mollo, professore di Archeologia Classica dell’Università di Messina e membro del Comitato Scientifico della nostra Redazione (qui un altro suo progetto in Calabria).

“Finalmente ci siamo riusciti! Grazie all’Amministrazione Comunale, al sindaco Pasquale Lamboglia, all’architetto Pina Vitetta, che mi ha supportato nelle diverse fasi progettuali. Un grazie speciale alla senatrice Margherita Corrado, per la vicinanza e il fondamentale sostegno. Sono sicuro che sarà un’altra grande occasione di crescita per Tortora” – commenta su Facebook il professor Fabrizio Mollo.

ArcheoMe, felicissima del traguardo raggiunto, augura un buon inizio a tutti i professionisti che lavoreranno per far risplendere Tortora, terra che ha ancora tanta storia da raccontare.
Ci auguriamo di poter riportare presto i primissimi aggiornamenti.

News

MITI | Scilla, la ninfa delle acque zanclee

Scilla era una bellissima ninfa che viveva sulle coste calabresi.
La fanciulla adorava il mare siciliano ed era solita recarsi sulle sponde di Zancle per bagnare le sue membra in quelle acque.

Jacopo Chimenti – Glauco e Scilla (1620 ca.)

La vide, un giorno, Glauco, figlio di Poseidone che, con passato di mortale, era, adesso, un mostro marino, metà uomo e metà pesce: se ne innamorò perdutamente.
Scilla, tuttavia, provando repulsione per il nuovo pretendente, scappò in cima a una montagna.

 John William Waterhouse, Circe offre la coppa a Odisseo (1891)

Disperato, Glauco chiese aiuto a Circe affinché, con un suo filtro, lei lo aiutasse a conquistare il cuore dell’amata.
Circe, tuttavia, essendo lei stessa innamorata di Glauco, si offrì a lui; il mostro, prontamente, la rifiutò.

Circe Invidiosa – John William Waterhouse (1892)

La strega, accecata dalla gelosia, preparò una pozione malefica e la gettò nelle acque zanclee.

Subito dopo, Scilla si recò presso le coste siciliane a fare il suo consueto bagno, ma, appena il suo corpo toccò l’acqua, subì una tremenda trasformazione: accanto alle sue gambe, ne crebbero molte altre, dalla forma di serpenti; dal suo collo spuntarono sei teste di cane, con tre file di denti ognuna.

Fountain of Scylla – Castle of Champs sur Marne


Specchiandosi sulla superficie del mare, Scilla si vide: disgustata e impaurita dalla sua nuova foggia, andò a nascondersi per sempre nella cavità di uno scoglio, nella costa calabra.

News

News | Ritrovata in Calabria iscrizione lapidea risalente al VII secolo a.C.

Ritrovata in Calabria, precisamente nella città di Cortale, nel catanzarese, un’iscrizione lapidea risalente al VII secolo a.C.
L’iscrizione, che gli archeologi stanno al momento decifrando, secondo una prima analisi sembrerebbe la più antica delle iscrizioni trovate tra Sicilia e Magna Grecia

“Si tratta di una scoperta che darà nuova luce alla storia della Magna Grecia”, ha affermato il Dottor Mario Pagano, Soprintendente della sezione Archeologica per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
«Siamo dinanzi all’iscrizione più antica della Magna Grecia e della Sicilia finora rinvenuta: l’iscrizione, che stiamo tuttora decifrando, è in alfabeto acheo e si può dunque datare intorno agli inizi del VII secolo a. C. e sembrerebbe, da una prima lettura, una dedica a Ercole Boario, paredro di Astarte.”