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NEWS | La tecnologia diagnostica incontra L’Antico Egitto

La tecnologia diagnostica incontra l’Antico Egitto al Museo Archeologico di Bologna, dove il restauro è aperto al pubblico.

Il manufatto

Il reperto preso in esame, è un rilievo templare con l’iconografia del dio Heh, datato molto probabilmente al regno del sovrano Tolemeo II Filadelfo (285-246 a.C.).

Rilievo raffigurante il dio Heh conservato al Museo Archeologico di Bologna

ll rilievo fu esposto al pubblico per la prima volta presso il Museo Civico di Bologna nel 1961, in occasione della mostra temporanea “L’Egitto antico“, nelle collezioni minori dell’Italia settentrionale curata da Silvio Curto, allora direttore del Museo Egizio di Torino.

In seguito, la famiglia Puppi, che possedeva il rilievo, decise di donarlo al Museo nel 2013.

Restituzioni. Tesori d’Arte restaurati

“Restituzioni. Tesori d’Arte restaurati” è il programma biennale di Intesa Sanpaolo che punta alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico del Paese.

 

Ogni due anni la Banca, in collaborazione con Soprintendenze, Poli museali e Musei autonomi, seleziona un numero consistente di opere bisognose di intervento; infine ne sostiene il restauro e organizza le mostre temporanee che permettono al pubblico di conoscerne i risultati.

Restauro

Il restauro è stato preceduto da una campagna diagnostica di imaging, a cura di DI.AR. Diagnostica per immagini per i Beni Culturali, e di indagini micro-invasive, a cura degli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, al fine di procedere nel migliore dei modi nell’opera di restauro e consolidamento del reperto.

Il restauro sarà eseguito da Cristina del Gallo, restauratrice esperta in materiali lapidei.

Le operazioni di restauro sono iniziate oggi e saranno aperte al pubblico anche il 15 ed il 22 settembre.

Sezione egizia del Museo Archeologico di Bologna

È possibile accedere con il biglietto del museo nei normali orari di apertura e nel rispetto delle misure anti Covid-19.

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NEWS | “Agorà Archeologia”, il Museo di Bologna diventa una piazza aperta alla Cultura

La piazza vicino alla piazza” è il sottotitolo dell’iniziativa Agorà Archeologia, promossa dal Museo Civico Archeologico di Bologna. Un modo per continuare a ospitare visitatori da tutto il mondo nonostante la chiusura temporanea di alcune sale del Museo.

 Agorà Archeologia, vivere la piazza come gli antichi greci

Dal primo luglio lo spazio del piano terra del Museo diverrà parte integrante del percorso espositivo temporaneo, pensato come le antiche piazze delle città greche: per l’incontro e il confronto dei cittadini e di tutti i visitatori. Una piazza “archeologica” per mantenere e rinsaldare il legame tra la città e il suo patrimonio attraverso mostre, incontri, visite guidate, laboratori e uno spazio dedicato all’accessibilità.

Collezione greca del Museo Civico Archeologico di Bologna – foto: Matteo Monti

Dante Alighieri, primo ospite della “Piazza”

Il Sommo Poeta sarà il primo ospite dell’iniziativa. Dal primo luglio al primo novembre, infatti, la “Piazza” sarà il teatro espositivo di una mostra su Dante Alighieri: … che mi fa sovvenir del mondo antico. L’esposizione analizza personaggi e tradizioni di miti e storia del mondo antico riprese da Dante, che le rielaborò in chiave cristiana nella costruzione dell’Aldilà nella Divina Commedia.

Tutti gli elementi che ritroviamo nel viaggio di Dante attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso sono, infatti, un insieme di influssi e apporti culturali, filosofici, teologici e letterari provenienti dal mondo classico; derivati anche dalle aree orientali del bacino del Mediterraneo, filtrati dalle tradizioni ebraica, greco-romana e cristiana e dalle successive dottrine medievali.

Sandro Botticelli, Dante Alighieri, tempera su tela, 1495

Agorà Archeologia: i reperti delle sale chiuse saranno esposti a rotazione

I lavori del Museo Civico Archeologico di Bologna, commissionati dal Settore Manutenzione del Comune di Bologna, avranno una durata di circa 10 mesi. Dal 28 giugno 2021 non sarà più possibile visitare le collezioni relative alla storia di Bologna, le collezioni Etrusco-Italica, Greca, Romana e la Gipsoteca. Il percorso Agorà Archeologia darà la possibilità ai visitatori di poter osservare alcuni reperti provenienti dalle sale chiuse. A rotazione, infatti, verrà esposta una selezione di reperti di maggiore pregio, conservati al primo piano, temporaneamente chiuso.

Torso loricato di Nerone, uno dei reperti esposti a rotazione nell’Agorà del Museo Civico Archeologico di Bologna – foto: Siti Archeologici d’Italia
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NEWS | Musei a quattro zampe, Bologna diventa pet-friendly

In tempi di pandemia è già una libertà riconquistata poter andare al museo. Se poi si può portare con sé il proprio cane, allora diventa un’esperienza davvero unica. E a permetterlo sono i Musei Civici di Bologna, divenuti ufficialmente dog friendly grazie all’accordo siglato tra Istituzione Bologna Musei e Bauadvisor, nuovo portale dedicato al mondo dei cani e dei loro proprietari.

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Cos’è il dog-sitting e come funziona

Si tratta di un’iniziativa originale e molto utile, che punta a rendere maggiormente accessibile il patrimonio museale includendo più ampie fasce di pubblico. L’iniziativa ideata da Bauadvisor Dogs & Museum, infatti, mette a disposizione un servizio di dog-sitting. I proprietari di cani, andando in museo, non saranno più obbligati a separarsi dai propri compagni a quattro zampe. Un dog sitter professionista, infatti, se ne prenderà cura – portandoli a passeggio nelle aree verdi limitrofe – per l’intera durata della visita.

Sono ben nove i musei bolognesi coinvolti nell’iniziativa: Museo Civico Archeologico, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico Medievale, Museo Davia Bargellini, Museo internazionale e Biblioteca della Musica, Museo Civico del Risorgimento, Museo del Patrimonio Industriale, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi. Il servizio è disponibile su prenotazione attraverso il portale www.bauadvisor.it e l’app Bauadvisor.

Arte a quattro zampe: gli itinerari tematici

Ma l’iniziativa non si focalizza solo sulla possibilità di avere un dog-sitter durante le visite. I visitatori potranno scegliere tra diversi itinerari tematici pensati proprio per agli appassionati degli amici a quattro zampe. Così, dall’archeologia alla pittura, passando per la scultura, si potrà scoprire il patrimonio museale seguendo la figura del cane, tra gli animali maggiormente rappresentati nella storia dell’arte. Le opere selezionate saranno facilmente riconoscibili grazie alla presenza dell’icona di un cane ideata e disegnata da Maria Elena Canè, restauratrice del Museo Civico Archeologico.

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Il logo di Bauadvisor disegnato per il Museo Civico Archeologico

Non può mancare al Museo Civico Archeologico un itinerario in 20 punti dal titolo Un’antica amicizia. Si vedrà l’importanza del cane nelle società greca, etrusca e romana, dal suo impiego come animale da caccia, alla sua identificazione come amico, fino anche al carattere mitologico che lo vede come guardiano dell’oltretomba.

Al MamBo, Museo d’arte Modera di Bologna, sarà possibile ammirare Scudo con fontana (1987/1993) di Mimmo Paladino. L’opera presenta una figura maschile che aderisce a un grande disco con una testa animale, forse un lupo o un cane, dalla cui bocca sgorga uno zampillo dell’acqua sulla quale la scultura sembra galleggiare.

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Scudo con fontana di Mimmo Paladino al MamBo

Le Collezioni Comunali d’Arte, inoltre, presentano il monumento alla memoria del cane Tago. Il marchese Tommaso de’ Buoi fece realizzare un monumento dopo la morte accidentale del proprio fedele compagno, avvenuta alla vista del padrone di ritorno da un lungo viaggio, Tago gli si lanciò incontro da una finestra del secondo piano del palazzo di residenza, rimanendone ucciso. E proprio da quel davanzale sporgeva, prima del restauro, la statua dell’amatissimo cane.

Statua del cane Tago (immagine via Guida Bologna)

Così anche gli altri musei presentano dipinti, statue, opere che ritraggono l’amico più fedele dell’uomo nel corso della storia. Un’iniziativa imperdibile per conoscere meglio i musei bolognesi e trascorrere più tempo con il proprio compagno a quattro zampe!

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NEWS | “Fogli di pietra” raccontano la storia di Bologna nel Medioevo

È dedicato al lapidario del Museo Civico Medievale l’ultimo scenario tematico sul portale web “Storia e memoria di Bologna” curato dal Museo Civico del Risorgimento di Bologna.

UNA PASSEGGIATA VIRTUALE NELLA STORIA MEDIEVALE DI BOLOGNA

Realizzato con la collaborazione scientifica dei musei civici d’arte antica, lo scenario consente una passeggiata virtuale attraverso la raccolta di antichi “fogli di pietra”. Sono lapidi, in cui sono incise vicende pubbliche e private della vita quotidiana bolognese tra Alto Medioevo e XVII secolo.

La collezione comprende materiali di natura eterogenea. Provenienti principalmente dall’area urbana bolognese, acquisiti in seguito a ristrutturazioni di chiese e monumenti, scavi o demolizioni di edifici e cinta murarie, donazioni. Il nucleo più ragguardevole si compone di 41 manufatti lapidei tra epigrafi, cippi e stemmi, databili in un arco temporale compreso tra Alto Medioevo e XVII secolo. Questi emergono per la ricorrenza di iscrizioni relative alle professioni e alle attività di società e comunità organizzate, soprattutto laiche.

Memoria sepolcrale di Àbramo Jaghel da Fano; poi lapide commemorativa di Simone Tassi
1508 e 1660,
Iscrizioni incise in scrittura ebraica e capitale latina.
L’IMPORTANZA DELLE EPIGRAFI COME DOCUMENTI DEL PASSATO

Esposte nei luoghi più frequentati delle città (chiese, palazzi pubblici, piazze), nelle epigrafi si trova depositata la registrazione di eventi pubblici e privati memorabili. Questi fogli di pietra ancora oggi ci parlano. Sono fonti uniche e inusuali della vita quotidiana del tempo in cui furono incisi. Raccontano la storia minima di figure comuni come ostiari, studenti, fabbri, speziali, notai; oppure la grande storia di abati e potenti famiglie nobiliari come i Della Rovere di papa Giulio II, di cui si conserva qui lo scudo araldico.

IL PORTALE “STORIA E MEMORIA DI BOLOGNA”

“Storia e Memoria di Bologna” è un progetto a cura del Museo civico del Risorgimento di Bologna, con l’obiettivo di raccontare il passato della città emiliana attraverso il linguaggio dei monumenti.

Il portale www.storiaememoriadibologna.it è una sorta di grande libro della memoria bolognese, dove le informazioni sui personaggi, gli eventi, i luoghi, i monumenti, le opere artistiche, si intrecciano. Mettono in relazione il piano della storia di un singolo evento o individuo con quello della storia nazionale internazionale.

Nella sua scansione su base cronologica e tematica, ogni scenario del sito si configura, inoltre, come una valida risorsa anche per la ricerca storiografica e l’apprendimento della storia nella pratica didattica. Il tutto grazie a un metodo narrativo ipertestuale che fa dialogare immagini e parole, apparati iconografici e documentari.

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NEWS | Istituzione Bologna Musei, le novità in occasione della riapertura

Le sedi espositive dell’Istituzione Bologna Musei riaprono con nuovi orari da martedì 2 febbraio 2021. Sono diverse le novità a disposizione del pubblico e le attività svolte a porte chiuse negli ambiti di conservazione del patrimonio, riallestimenti delle collezioni, interventi di riqualificazione degli spazi espositivi, ricerca, pubblicazioni di studio, iniziative didattico-educative.

Istituzione Bologna Musei
La mostra Le Plaisir de Vivre al Museo Civico Collezione Davia Bargellini di Bologna (© Roberto Serra/Iguana)

A seguito della riclassificazione della Regione Emilia-Romagna in fascia gialla a partire dal 1 febbraio 2021, l’Istituzione Bologna Musei è pronta a ripristinare il servizio di apertura al pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti a partire da martedì 2 febbraio 2021.

In ottemperanza al Decreto del Presidente dei Ministri 14 gennaio 2021, l’apertura è assicurata dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni di sabato, domenica e festivi. Al fine di assicurare una maggiore fruibilità di mostre temporanee e collezioni nei giorni feriali, il Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Bologna Musei ha approvato un nuovo piano orario di apertura per un totale complessivo di 208 ore alla settimana.

I musei coinvolti

Per favorire l’accesso diverse sedi come MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi, Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini hanno infatti previsto una o più giornate di apertura pomeridiana prolungata fino alle ore 19, in modo da poter accogliere i visitatori al termine della giornata lavorativa.

Museo Civico Morandi (© Roberto Serra/Iguana)

Rimangono confermate tutte le misure di sicurezza già adottate dall’Istituzione tra maggio e ottobre 2020: acquisto on line dei biglietti, ingresso per slot numerici in base alla capienza degli spazi, misurazione della temperatura con termo-scanner, distanziamento interpersonale, obbligo di mascherina, disponibilità di gel igienizzanti.
Nel servizio di apertura al pubblico si esplica una delle condizioni fondamentali e intrinseche al concetto stesso di museo, come riconosciuto nella definizione approvata da ICOM – Internation Council of Museums.

Tuttavia l’inedita esperienza di chiusura, cui i musei sono stati costretti a più riprese nel corso dell’ultimo anno a causa della pandemia, non li ha resi luoghi fermi e inerti. Oltre a mantenere attivo il dialogo con il pubblico attraverso le numerose attività proposte nella sfera digitale, le istituzioni museali sono rimaste sempre attive e dinamiche, ripartendo innanzitutto da quella che è loro principale vocazione: prendersi cura delle collezioni.

Restauro Corali liturgici, Museo della Musica, Bologna (© Istituzione Bologna Musei)
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NEWS | Un progetto tutto italiano sull’invenzione della scrittura

Martedì 12 Gennaio parte il workshop sul tema dell’invenzione della scrittura, il primo seminario legato al progetto INSCRIBE dell’Alma Mater Studiorum, l’Università di Bologna.

INSCRIBE è un progetto ERC – finanziato dallo European Research Council, il Consiglio Europeo della Ricerca – della durata di 5 anni (2018 – 2023), incentrato sullo studio dei fattori che hanno reso possibile l’invenzione della scrittura, intesa come creazione originale, in diverse parti del mondo. Per la prima volta, la questione viene affrontata usando un approccio comparativo, che include sistemi di scrittura che sappiamo leggere, ma di cui non conosciamo ancora la lingua. Il progetto è coordinato dalla Prof.ssa Silvia Ferrara, docente di Filologia egea presso l’ateneo bolognese, ed è portato avanti da giovani ricercatori italiani. 

I sistemi indecifrati

Il punto di partenza sono le originali invenzioni prodotte in Mesopotamia, Egitto, Mesoamerica e Cina e altri casi dibattuti, come la scrittura Rongorongo dell’Isola di Pasqua e quella della Valle dell’Indo. I ricercatori coinvolti nel progetto tentano di spiegare queste creazioni secondo diverse prospettive: in termini di cognizione visuale (perché i segni hanno questa forma?), contesto archeologico (quali sono le precondizioni che hanno fatto emergere la scrittura, perché accade in quel determinato momento storico e perché solo quattro volte nella storia?), applicazione e uso (quali furono i suoi scopi iniziali?) e, infine, notazione linguistica (quali sono i percorsi per la registrazione del suono?).

Mappa con i tipi di scrittura presi in esame nel progetto INSCRIBE

Il secondo focus di questa ricerca sono le prime scritture europee, a partire da quella egea del II millennio a.C. Le tre scritture egee indecifrate (Geroglifico cretese, Lineare A e Cipro-minoico) sono sottoposte ad analisi attraverso diversi approcci e prospettive. Vengono studiati i rapporti tra le tre e applicata una strategia di decifrazione innovativa. Naturalmente, la tecnologia dà una mano ai ricercatori; l’obiettivo è, infatti, quello di produrre il primo corpus digitale completo delle tre lingue egee ancora non decifrate, corredato da modelli tridimensionali interattivi arricchiti da informazioni relative a: iscrizioni, tipi di oggetti, provenienza, contesti archeologici e funzione.

Un workshop di respiro internazionale ed interdisciplinare

Il workshop sul progetto INSCRIBE, che si terrà online attraverso la piattaforma Zoom dal 12 al 15 Gennaio, riunisce esperti internazionali di diversi ambiti: paleoantropologia, psicologia, linguistica, archeologia, evoluzione cognitiva, semiotica e storia dell’arte. Lo scopo del seminario è, quindi, quello di tentare di rispondere alle domande: Come si è arrivati all’invenzione della scrittura? Quando l’immagine diventa un segno?

Sono previste 4 sessioni, una per ogni tematica affrontata.

Sessione 1, 12 Gennaio: Is Iconography a Springboard for Writing?

Sessione 2, 13 Gennaio: The Dawn of Writing

Sessione 3, 14 Gennaio: More Recent Inventions

Sessione 4, 15 Gennaio: Iconic vs non-Iconic Signs

Per partecipare e iscriversi al Workshop, basta compilare un modulo accessibile a questo link.

Per gli studenti: il workshop è propedeutico al Laboratorio di Linguistica (cod. 27928, 6 CFU) sull’invenzione della scrittura, tenuto dalla Prof.ssa Silvia Ferrara, Principal Investigator del progetto e dai ricercatori di INSCRIBE, la Dott.ssa Barbara Montecchi e il Dott. Miguel Valério, a partire da marzo 2021.

Articolo a cura di Giorgia Greco

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NEWS | Nuovo Dpcm, la ricca offerta online di Bologna Musei

A seguito del nuovo Dpcm, Bologna Musei sospende il servizio di apertura al pubblico dal 5 novembre al 3 dicembre 2020. Purtroppo sono sospese anche le mostre: da poco l’Istituzione aveva ricevuto una donazione unica che aspettava solo di esser esposta!

Bologna Musei ritorna online

La comunicazione proseguirà online con alcune iniziative già collaudate, ad esempio il racconto delle collezioni permanenti del Museo d’Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi (MAMbo); ci saranno nuovi contributi affidati ogni volta ad un ospite diverso, pubblicati poi sul canale YouTube e rilanciate sulle piattaforme social del Museo. Ricomincia il ciclo La Storia #aportechiuse, pillole di cultura in diretta Facebook sotto diverse voci per conoscere da casa eventi, persone e opere d’arte.

Nasce da poco il format ideato per Facebook La finestra sul cortile con l’intento di stabilire un dialogo tra le collezioni permanenti dei quattordici musei dell’Istituzione, attraverso le tante storie che legano tra di loro migliaia di oggetti.

Cosa c’è di nuovo in cantiere?

Si pensa alla creazione di un palinsesto digitale: un ricco calendario di appuntamenti, viaggi tematici nelle collezioni e approfondimenti specifici; il tutto a cadenza quotidiana, per creare una comunità che abiti i musei e non solo che li visiti. E ancora, si pensa allo sviluppo di una collana a fumetti autoprodotta, storie di fantasia per un pubblico senza età che avranno come protagonista il cane Tago. Tutto si origina dalla statua in terracotta conservata tra le Collezioni Comunali d’Arte, che fu commissionata dal Marchese de’ Buoi per celebrare la fedeltà del proprio cane; il cucciolo, per la gioia di rivedere il padrone dopo una lunga assenza, cadde giù dal davanzale della finestra.

La proposta culturale che le ricchissime collezioni dell’Istituzione Bologna Musei offrono continuerà, dunque, a proiettarsi nell’ambiente digitale come in una piazza nella quale incontrarsi, scambiarsi informazioni ed esperienze per vivere e giocare nonostante tutto.

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NEWS | Donazione unica ai Musei Civici di Bologna

I Musei Civici d’Arte Antica – Istituzione Bologna Musei – sono i destinatari di una donazione di 16 antichi manufatti in ceramica di provenienza colombiana da parte dell’Agenzia Dogane e Monopoli di Bologna.

Già oggetto di un sequestro penale per violazione dei divieti all’importazione di beni culturali e di un lungo e complesso iter giudiziario, i reperti individuati e censiti sono stati consegnati dall’Amministrazione dei servizi doganali del capoluogo emiliano.

Donare per proteggere

L’atto di donazione vuole sensibilizzare le istituzioni ed il pubblico sull’importanza di una sistematica attività di protezione e difesa dei beni di interesse artistico, storico e culturale, per sperare di contrastare, anche in minima parte, il loro sfruttamento economico. Restituiti alla fruizione pubblica, i manufatti troveranno a breve una collocazione all’interno del percorso espositivo del Museo e rimarranno a disposizione per scopi di studio e ricerca.

Studiare per divulgare

Accurati accertamenti iconografici e stilistici hanno consentito di ricostruire il contesto di provenienza da una specifica area geografica, di stabilirne l’autenticità e la datazione, attraverso la ricostruzione del processo storico che li ha prodotti.

Una prima occasione di divulgazione dei risultati riguardo i materiali americani sarà il ciclo di conferenze on line dal titolo Cose dell’altro mondo: oggetti americani nelle collezioni del Museo Civico Medievale, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna.

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NEWS | La Festa internazionale della Storia diventa digitale

La storia siamo noi. Cambiamo il mondo ma il mondo cambia noi” è il tema della nuova edizione dell’iniziativa, arrivata al XVII anno e che, a causa dell’emergenza CoViD, si svolgerà quasi tutta interamente online, dal 17 al 25 ottobre.

Convegni, tavole rotonde, conferenze, interviste, visite guidate virtuali saranno trasmesse in streaming, sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul sito web dedicato. Non si svolgerà, invece, il tradizionale “Passamano per San Luca”, che sarà rinviato, insieme ai premi “Il portico d’oro – Jacques Le Goff” e “Novi cives: costruttori di cittadinanza” al 2021.

Passamano per San Luca, Bologna.

Il Passamano per San Luca è l’evento col quale si rievoca, lungo il Portico di San Luca a Bologna, la catena umana che il 17 ottobre 1677 permise di trasportare sul Colle della Guardia i materiali da costruzione del grande Portico. Come allora, bambini e adulti si passano di mano in mano oggetti reali e simbolici prodotti nelle attività di studio, di ricerca e di divulgazione svolte a scuola e presso le sedi museali, archivistiche e universitarie.

Premio internazionale Il Portico d’Oro intitolato a Jacques Le Goff

Il Portico d’oro è un premio internazionale, intitolato allo storico Jacques Le Goff, che intende valorizzare figure e opere impegnate nella diffusione e nella didattica della Storia.

Premio Novi cives

Il Novi cives è, invece, volto a valorizzare iniziative e personaggi che si sono distinti nell’impegno per la promozione dei diritti e per il dialogo interculturale.

Uno sguardo sulla Storia

Da diciassette anni la Festa propone la storia attraverso i diversi settori delle attività e delle espressioni umane – l’arte, la musica, la letteratura, il teatro, l’alimentazione, il lavoro, la moda, lo sport – coinvolgendo studiosi, insegnanti, studenti e cultori, e mobilitando innumerevoli risorse e istituzioni culturali (biblioteche, musei, associazioni, scuole, università). Nelle aule, nei teatri, nei musei, nelle chiese, nelle sale pubbliche, nelle strade e nelle piazze, si affrontano i temi che legano i vissuti personali e collettivi alle vicende presenti e future, con lezioni, conferenze, dibattiti, concerti, spettacoli e mostre,.

La Festa nasce dalla collaborazione attiva di una rete di centinaia di soggetti, con l’obiettivo di conoscere, tutelare e valorizzare il passato, affrontando gli argomenti più dibattuti e attuali della storiografia, ma anche temi legati all’ambiente, all’economia, alle relazioni e alle comunicazioni. La manifestazione è organizzata dal Centro Internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt) del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna e dal Laboratorio Multidisciplinare di Ricerca Storica (LMRS), in collaborazione con associazioni, scuole e il patrocinio delle istituzioni tra cui la Regione Emilia-Romagna, la Città metropolitana e il Comune di Bologna.

Maggiori informazioni e programma completo sul sito della Festa internazionale della Storia.

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NEWS | BoforAll e Cultura, il sogno dell’inclusione è realtà

BoforAll è una nuova app che ha lo scopo di fornire informazioni e curiosità riguardo il patrimonio storico-artistico e archeologico della città di Bologna, in particolare della zona universitaria e del Quadrilatero della Cultura intorno piazza Maggiore; il tutto grazie a quanto reso noto dal Sistema Museale di Ateneo, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e dall’Istituzione Bologna Musei. 

L’app è stata realizzata con particolare attenzione ai disabili: indica percorsi adatti per disabilità visive, uditive e motorie, grazie a scorciatoie e servizi di ogni genere lungo la via. Il progetto è stato infatti portato avanti anche da: Accaparlante CDH, Fondazione Gualandi a Favore dei Sordi, Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, ITCares, La Girobussola Onlus, MUVet,  giovani mediatori culturali selezionati nell’ambito di MIA – Musei Inclusivi e Aperti.

BoforAll per ciechi nel centro della città