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NEWS | La scoperta dei rilievi rupestri di Faida insignita del premio intitolato a Khaled Al-Asaad

La data di oggi, 9 ottobre, è stata designata, dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, come Giornata Europea dedicata all’Arte Rupestre (European Day of Rock Art), come tributo all’anniversario del riconoscimento da parte della comunità scientifica internazionale dell’autenticità dell’arte magdaleniana raffigurata nella grotta di Altamira. Per celebrare quest’occasione, oggi vi parliamo di quella che è stata considerata e premiata come la scoperta archeologica più importante del 2019: la scoperta di dieci imponenti bassorilievi rupestri raffiguranti un sovrano e i grandi dei d’Assiria nel sito archeologico di Faida (20 km a sud della città di Duhok e 50 km da Mosul, nel Kurdistan iracheno settentrionale), nell’ambito del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project condotto dall’Università di Udine e dalla Direzione delle Antichità di Duhok, che ha vinto il premio mondiale per l’archeologia intitolato a Khaled al-Asaad.

L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”

Il premio, intitolato all’archeologo siriano che nel 2015 ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale del sito di Palmira, è l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi che affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti al servizio della protezione del patrimonio culturale a rischio. Il premio è assegnato in collaborazione con le testate giornalistiche internazionali media partner della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: Archeo (Italia), Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia), British Archaeology (Regno Unito).

Daniele Morandi Bonacossi, professore del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, ritirerà l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020 il 20 novembre prossimo a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

Con i rilievi di Faida, le altre quattro scoperte archeologiche del 2019 candidate per la vittoria nella sesta edizione del premio sono state: la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen, a nord-est di Angkor (Cambogia); Motza (Israele), 5 km a nord-ovest di Gerusalemme, una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; a Roma la Domus Aurea ha svelato un nuovo tesoro: la Sala della Sfinge; ancora in Italia, nell’antica città di Vulci, è stata portata alla luce una statua etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C.

Il Kurdish-Italian Faida Archaeological Project (KIFAP)

Il progetto, co-diretto da Daniele Morandi Bonacossi (Università di Udine) e da Hasan Ahmed Qasim (Direzione delle Antichità di Duhok – Regione del Kurdistan iracheno) è un progetto archeologico congiunto che lavora dal 2019 nella regione di Duhok nel nord del Kurdistan iracheno. Nei mesi di settembre e ottobre 2019, il team di archeologi ha individuato dieci imponenti rilievi rupestri di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia, lungo un antico canale d’irrigazione di quasi 8,4 km di lunghezza. Il canale di Faida fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon (721-705 a.C.) alla base di una collina. Lungo il canale, il sovrano assiro fece scolpire grandi pannelli, di quasi 5 m di larghezza e 2 m di altezza, rappresentanti il sovrano assiro ai due lati di una serie di divinità stanti sui loro animali simbolo.

Questo complesso di opere d’arte rupestri è però oggi fortemente minacciato dal vandalismo, da scavi clandestini e dall’espansione del vicino villaggio e delle sue attività produttive, che lo hanno già gravemente danneggiato. Negli anni fra la nascita dello Stato Islamico come auto-proclamata entità statale nel 2014 e la sua sconfitta nel 2017, inoltre, i rilievi di Faida si sono trovati ad essere ubicati a soli 25 km dalla linea del fronte. Il progetto congiunto italo-curdo è dunque un intervento di salvataggio, che mira non solo a portare alla luce questi importantissimi rilievi assiri (dieci sono già stati scavati, ma molti altri attendono ancora di essere individuati ed esposti), ma anche a documentarli con tecnologie innovative e restaurarli.

Il contributo della ALIPH Foundation

Lo scorso luglio, la ALIPH Foundation, una prestigiosa fondazione internazionale per la protezione del patrimonio culturale in aree di conflitto, ha stabilito una collaborazione con l’Ateneo udinese per finanziare la documentazione dei rilievi assiri di Faida e l’elaborazione di un progetto di restauro e protezione di questo monumentale complesso di arte rupestre gravemente minacciato da vandalismo e dall’espansione delle attività produttive del vicino villaggio. L’Università di Udine e ALIPH hanno firmato un accordo di durata annuale che ha permesso l’erogazione di un Emergency Relief Grant da parte della fondazione al “Faida Salvage Project” condotto dall’ateneo.

Il progetto è inoltre sostenuto da:

Governo Regionale del Kurdistan – Iraq;

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;

Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca;

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia;

Fondazione Friuli;

ArcheoCrowd;

Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.