La dott.ssa Mondello ha scoperto che i linfociti T CD4+ localizzati all’interno dei follicoli linfonodali hanno un importante ruolo prognostico. Tali cellule sono coinvolte nella sorveglianza immunologica contro i tumori e la loro assenza si associa ad un elevato rischio di progressione o recidiva di malattia, e conseguente ridotta sopravvivenza. Con la collaborazione della Mayo Clinic, la Dr.ssa Mondello ha ideato uno modello prognostico chiamato “BioFLIPI” (che integra fattori biologici e clinici) che meglio identifica i pazienti con malattia aggressiva e aiuta pertanto le scelte terapeutiche. Questo modello permette infatti di selezionare i pazienti che richiedono chemoterapia rispetto a quelli che invece possono semplicemente essere osservati. Inoltre, la Dr.ssa Mondello ha studiato l’impatto del profilo genomico tumorale sul microambiente immunologico e ha scoperto che i linfociti T CD4+ e l’espressione genetica tumorale sono fattori prognostici indipendenti nel linfoma follicolare di nuova diagnosi, suggerendo pertanto che entrambi debbano essere considerati per una valutazione prognostica ottimale.

Attualmente il BioFLIPI risk model è studiato nel contesto di trials clinici e se validato permetterà una migliore identificazione delle categorie di rischio dei pazienti con linfoma follicolare, risparmiando la tossicità della chemoterapia a chi non ne necessita.

Gli studi della ricercatrice UniMe si focalizzano sullo studio della biologia e targeting molecolare dei linfomi B. La sua ricerca si divide in tre filoni principali: signaling intracellulare, epigenetica e immuno-oncologia.

La Dott.ssa Mondello ha ampiamente investigato la cooperazione oncogenica tra signaling pathways, inclusi MYC, PI3K, BCL2 e NF-kB, e sviluppato nuove strategie terapeutiche per bloccare la proliferazione incontrollata tumorale. I suoi lavori hanno prodotto il razionale preclinico per 4 nuove terapie target per i linfomi diffusi a grandi cellule B. Di queste, fimepinostat, un doppio inibitore di HDAC/PI3K, è stato approvato dall’FDA, mentre gli altri 3 trials clinici sono ongoing all’ MSKCC. La dott.ssa ha, inoltre, studiato estesamente i programmi epigenetici aberranti dei linfomi B e sviluppato terapie mirate di riattivazione genomica. In particolare, ha studiato la caratterizzazione molecolare associata alla mutazione di CREBBP, uno dei geni più frequentemente mutati nei linfomi B, e dimostrato come l’inibizione selettiva di HDAC3 possa riattivare i segnali transcrizionali aberranti, portando alla soppressione della crescita tumorale e riattivazione dell’ immunosorveglianza