Bibbia

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La Bibbia di Gutenberg, la prima stampa della storia occidentale

L’evento 

Il 23 febbraio 1455 Johannes Gutenberg, a Magonza (Germania), pubblicò il primo libro a stampa della storia occidentale, ossia la Bibbia. Sebbene non siano pervenute tutte, questo libro conta più di 180 copie. Nel 2001 l’Unesco l’ha dichiarato patrimonio culturale dell’umanità. 

Ritratto di Johannes Gutenberg (immagine dal web)

L‘invenzione e diffusione della stampa in Europa 

La stampa non è un’invenzione di Gutenberg né tantomeno nacque in Europa. La stampa si diffuse dapprima in Asia, tra la Cina e la Corea. Fu, infatti, il tipografo Bi Sheng ad inventare i caratteri mobili nel 1041. Questi, però, erano troppo fragili, essendo di porcellana, e permettevano una tiratura limitata di copie. Wang Zheng affinò la tecnica e creò dei caratteri mobili di legno. Il più antico libro ad essere stampato fu un libretto sul buddismo coreano nel 1377: il Jikji. Questo presentava i caratteri mobili in metallo che avrebbe usato Gutenberg nella sua Bibbia. Tale tecnica, in ogni caso, ebbe una maggiore diffusione in Europa che in Oriente e colui a cui si deve la diffusione della stampa fu proprio Johannes Gutenberg, a partire dalla metà del XV secolo d.C.  

Il Jikji coreano, il più antico libro a stampa con i caratteri mobili metallici

Come venivano stampati i libri 

Il procedimento con cui si stampava un libro era tutt’altro che semplice e rapido. Richiedeva, infatti, abilità e competenze manuali più che tipografiche. Inoltre, c’erano molte figure che lavoravano in una tipografia, tra cui il torcoliere, che azionava la macchina, il battitore e, ovviamente, colui che sovrintendeva il lavoro. Gli attrezzi fondamentali erano il torchio tipografico e i caratteri mobili metallici; sopra i caratteri erano impresse le lettere, che venivano riutilizzate. Il processo era parecchio tecnico e non esente da errori. Inoltre c’era la matrice, ossia il carrello mobile su cui si appoggiavano la forma della stampa e il foglio di carta. La pressa serviva per fissare l’inchiostro sulla carta e la platina era il piano di stampa metallico superiore. Il torchio, inizialmente, era uno strumento ligneo destinato all’utilizzo per la produzione del vino. Fu Johannes Gutenberg ad utilizzarlo per stampare un libro e creare, così, il mondo dell’editoria

Il torchio in legno (immagine da lombardiabeniculturali.it)

La prima attività di Johannes Gutenberg  

Johannes Gutenberg nacque a Magonza tra il 1393 e il 1400; tale oscillazione è data dal fatto che non si conosce quasi nulla del tipografo. Si sa che intorno al 1420 egli compare citato in un documento come maggiorenne. Inoltre, si sa che visse fino al 1440 ca., a Strasburgo, svolgendo la professione di orafo. Tornato a Magonza prese una decisione fondamentale: dedicarsi completamente alla stampa dei libri. Per fare ciò, Gutenberg entrò in società con l’incisore Peter Schöffer e con l’orafo Johannes Fust, che ben presto iniziò a finanziare la sua attività. Grazie ai soldi ricevuti in prestito, il tipografo comprò l’attrezzatura e i caratteri mobili metallici: gli elementi fondamentali di ogni tipografia. A partire dal 1453 iniziò a lavorare alla stampa della Bibbia o, meglio, della Vulgata di San Girolamo del V sec. d.C. Questo fu il primo libro in assoluto ad essere stampato in Europa. Johannes Gutenberg morì nel 1468, dopo aver perso l’attività a causa della povertà.  

La Vulgata di San Girolamo, usata come modello della stampa (immagine dal web)
La Bibbia di Gutenberg: il primo libro a stampa 

Il 23 febbraio 1455, come detto, vide la luce a Magonza il primo libro a stampa: la Bibbia. Gutenberg aveva iniziato a stampare prendendo come esemplare la Vulgata latina di San Girolamo. Questa, dopo essere stata stampata si diffuse rapidamente grazie alle numerose copie stampate in seguito; si contano 180 copie, di cui 140 su carta di canapa e altre 40 su pergamena; la scrittura scelta fu quella gotica che, a quel tempo, era quella più usata in Germania. Fino al 2009, risulta che nei monasteri europei fossero conservate una quarantina di copie. La Bibbia era costituita da due volumi in folio di 641 fogli e 1282 pagine e si distinse per la sua eccellente qualità grafica. All’inizio venne acquistata solo da istituzioni religiose. La data della sua pubblicazione fu di fondamentale importanza, dato che da quel momento in poi i libri circolarono in maggiore quantità e più velocemente, a differenza del singolo manoscritto copiato dall’amanuense. Colonia, Roma e Venezia furono tra le città europee più influenti nell’editoria.  

La Bibbia di Gutenberg (immagine da festivaldelmedioevo.it)
L’impatto di quest’incredibile invenzione 

Il 23 febbraio 1455 iniziò una nuova era non solo per la cultura europea, ma anche per la storia del libro e dell’editoria. Questa nacque proprio con la Bibbia di Gutenberg, dato che prima circolavano solo manoscritti di libri scelti copiati dagli amanuensi. Da quel momento in poi nacque un vero e proprio mercato del libro. I libri a stampa, infatti, erano molto meno pregiati dei manoscritti, più facilmente acquistabili e soprattutto esistevano più copie uguali di uno stesso libro. Dunque, il libro avrebbe avuto una maggiore possibilità di essere letto. Ovviamente non tutti i libri a stampa erano economici; basti pensare a quelli estremamente costosi di Aldo Manuzio. Infine, il libro a stampa diede la possibilità a chiunque sapesse leggere di avere la propria copia di un libro e a chiunque avesse un’opera di stamparla, rendendo così più accessibile la cultura. 

News

Israele, scoperti frammenti biblici di 2mila anni fa

Frammenti di rotoli biblici, scritti in greco e risalenti a 2mila anni fa, sono emersi durante nuove ricerche nel Deserto della Giudea. Affiorati negli scavi di una grotta grazie ad un progetto nazionale israeliano della durata di quattro anni, atto a prevenire saccheggi di antichità dalle caverne del deserto a est e sud-est di Gerusalemme e, in particolare, al confine tra Israele e Cisgiordania.

Le operazioni hanno avuto a capo l’Autorità israeliana delle Antichità (IAA), in collaborazione con il personale del Dipartimento di Archeologia di Giudea e Samaria. I frammenti trovati contengono versetti di Zaccaria 8:16-17, inclusa parte del nome di Dio scritto in ebraico antico, e versetti di Naum 1:5-6, entrambi dal Libro dei Dodici Profeti Minori. I frammenti potrebbero appartenere ad una pergamena rinvenuta in un sito noto come “la grotta dell’orrore”, a sud di Ein Gedi; è chiamato così per i 40 scheletri umani trovati durante gli scavi degli anni ’60.

Frammenti di rotoli biblici e non solo

Il progetto ha portato alla luce altri reperti rari, tra cui un cesto intrecciato con coperchio, risalente a circa 10.500 anni fa, forse il più antico cesto intatto al mondo. La squadra di archeologi ha anche scoperto uno scheletro di un bambino di 6.000 anni, in parte mummificato, in posizione fetale e avvolto in un panno. I frammenti emersi sono in discrete condizioni e ricostruibili grazie all’ambiente arido del deserto della Giudea, che ha permesso la buona conservazione dei manufatti e del materiale organico rinvenuto.

Cesto intrecciato con coperchio (via The New York Times)

Il ritrovamento di questi frammenti si aggiunge all’insieme di scritti identificati come “I rotoli del Mar Morto”. Si tratta di una collezione di testi ebraici trovati negli anni ’40 e ’50 del 1900 in grotte nel deserto in Cisgiordania, vicino Qumran, e datati tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C. I rotoli contengono le prime copie conosciute di quasi tutti i libri della Bibbia ebraica, tranne il Libro di Ester, e sono scritti su pergamena e papiro. Si è ipotizzato che questi frammenti siano stati nascosti nella grotta durante la terza guerra giudaica, per la tragica rivolta ebraica di Bar Kokhba (intorno al 132 d.C.) contro i Romani di Adriano.

frammenti
Il luogo del ritrovamento nel deserto della Giudea (via Rai News)