ARCHEOLOGIA | Metaponto (MT), la perla della Magna Grecia
Metaponto, antica città della Magna Grecia, fu probabilmente fondata nell’VIII secolo a.C. da gruppi di Achei provenienti dal Peloponneso. Secondo la tradizione tramandata da Strabone, pare che il centro sia stato inizialmente costituito dai reduci della guerra di Troia. I nuovi reduci, comunque, convissero e si scontrarono con le popolazioni locali degli Enotri. Nella fase più antica della zona c’era anche un abitato importante, ora designato come area archeologica dell'”Incoronata di San Teodoro”.
Storia della città
Il luogo, in un periodo remoto della sua storia, veniva chiamato Metabos, in riferimento a una leggenda, e da questo deriva la successiva evoluzione nella denominazione. Importanti furono, nella zona dell’antica Metaponto, le produzioni ceramiche. Fra gli antichi artisti vanno ricordati il “Pittore di Pisticci”. Ebbe, pure, rilievo la lavorazione di bronzi, talora figurati, rinvenuti in località “Incoronata”.
La città, nel periodo di massimo splendore, ebbe modo di ospitare Pitagora, fuggito da Crotone. In seguito alle vicende dei tempi, la città degli Achei si alleò spesso con la vicina Taranto, seguendone le sorti per molto tempo. Dopo essere stata coinvolta nelle guerre fra Romani e Cartaginesi, Metaponto entrò nell’orbita romana, prima come città federata, poi come municipio (I sec. a.C.).
Il parco archeologico
L’area sacra è marginata su due lati (ovest e sud) da un muro perimetrale (témenos), oltre che da ampie strade ortogonali. Il lato est, invece, è segnato solo da una simbolica teoria di pilastrini, che separa fisicamente l’area dall’altro spazio pubblico, l’agorà.
I due maggiori templi (Heraion e Apollonion) furono realizzati in stile dorico intorno alla metà del VI sec. a.C. Essi sono il risultato di un processo di monumentalizzazione del santuario, che sembra concludersi con la costruzione del tempio ionico (D) e con il rifacimento dell’edificio C, nei primi decenni del V sec. a.C. I resti più imponenti appartengono al tempio di Hera (A), di cui si propone la sequenza delle 8 colonne della fronte orientale con una parziale ricostruzione dell’elevato. L’intero ingombro planimetrico, invece, è suggerito dalla ordinata disposizione degli altri elementi architettonici residui.
A lato si sviluppa il tempio dedicato ad Apollo Lykaios (“Luminoso” o “Lupo”), di cui si apprezzano in fondazione alcune colonne monolitiche non scanalate relative ad un edificio precedente, mai realizzato. L’imponenza della struttura, la grande base, si deve alla necessità di reggere un grande peso, determinato dal tetto in marmo. L’edificio si caratterizza per la ripartizione centrale della cella e per il doppio colonnato sulla fronte orientale.
Questo edificio ed il tempio ionico dedicato ad Artemide mantengono un orientamento “arcaico”, differente da quello dei due templi maggiori, che si allineano, invece, perfettamente alle geometrie del reticolo urbano. Davanti ai templi si trovano gli altari, accompagnati da numerose basi, iscrizioni ed oggetti votivi.
Gli spazi pubblici
Nell’agorà, invece, si distingue nettamente l’imponenza architettonica del teatro, che nel corso della seconda metà del IV sec. a.C. sostituisce il precedente edificio circolare arcaico, indicato in modo convenzionale come ekklesiasterion. L’edificio ha ospitato di sicuro la massima assemblea cittadina (ekklesia), ma anche gare e spettacoli con grande partecipazione popolare. L’assenza, nell’area, di un pendio collinare ha imposto l’invenzione di un rilevato artificiale. Questo è trattenuto all’esterno da un muro di contenimento a grossi blocchi di calcare.
Nella sistemazione attuale è possibile notare lo sviluppo della prima struttura, seguendo il tracciato dei profilati metallici. Al centro è riconoscibile l’orchestra, di forma rettangolare, con due grandi ingressi contrapposti. Per rappresentare l’elevato del teatro, invece, è stata preferita la ricostruzione in muratura di un settore del muro di contenimento esterno, decorato con colonne e fregio dorico. Lungo questo muro si aprono anche gli ingressi, che dovevano consentire l’accesso degli spettatori alla parte alta della gradinata (cavea).
Sul lato opposto della moderna strada di accesso al parco, prima della linea ferroviaria, si sviluppa l’area del cosiddetto Castro Romano, realizzato tra l’agorà e la linea delle mura orientali, probabilmente per ospitare la guarnigione militare romana durante le vicende belliche del III sec. a.C., prima della sconfitta definitiva dell’esercito cartaginese guidato da Annibale. Di particolare rilievo risulta il grande porticato (stoà), probabilmente a due piani, con colonne e fregio dorico, che chiude il lato est dell’agorà.
Durante il periodo imperiale, Metaponto si contrae ulteriormente e si riduce ad un piccolo abitato all’interno dell’area del Castro. Esso vive in funzione del porto e della viabilità costiera. È significativo che lo spazio pubblico della città greca (agorà e santuario) ospiti un settore della necropoli, quasi a voler sottolineare la perdita di ogni rapporto culturale e topografico con le fasi di vita precedenti.