Beniculturali

News

NEWS | MiBACT sostituito da Ministero della Cultura (MiC) e Ministero del Turismo

Il MiBACT non esiste più.  Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo si divide in due dicasteri diversi. Da questa divisione nasce il Ministero del Turismo, guidato da Massimo Garavaglia

MiBACT
Dario Franceschini, ministro alla Cultura

Il Ministero della Cultura, il cui acronimo adesso è MiC, è guidato da Dario Franceschini; è stato riconfermato lo scorso 12 febbraio, giorno in cui il Premier Mario Draghi ha formato la propria squadra di governo.

Le attività concernenti il Turismo continueranno a essere svolte dal MiBACT fino al prossimo 31 marzo. Dopo quella data: “le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di turismo, eccettuate quelle attribuite, anche dal presente decreto, ad altri ministeri o ad agenzie, e fatte salve in ogni caso le funzioni conferite dalla vigente legislazione alle regioni e agli enti locali” saranno materia del nuovo ministero. 

Sede del Ministero della Cultura, Roma

Notizie positive arrivano dal nuovo Ministero che annuncia una possibile riapertura di cinema e teatri in zona gialla e dei musei nel fine settimana (esclusivamente su prenotazione) a partire dal 27 marzo. Dice il Ministro: “L’impegno è ripartire il prima possibile perché la Cultura è il vero motore della ripresa”.

 

News

NEWS | Atene, il museo dell’Acropoli diventa digitale

Il Museo dell’Acropoli di Atene ha completato un importante programma di digitalizzazione: si rinnova il sito e tutti i reperti ora sono accessibili online.

Il museo dell’Acropoli di Atene ha appena annunciato il completamento di un vasto programma di digitalizzazione. Con un solo click, chiunque da ogni parte del mondo potrà esplorare i reperti archeologici della Sacra Roccia di Atene in modo incredibilmente dettagliato. Il nuovo Digital Acropolis Museum, inaugurato di recente, espone reperti in alta definizione, insieme a una sorprendente serie di applicazioni multimediali, tra cui giochi, video e immagini 3D. È il primo museo in Grecia a diventare completamente digitale, che possibilmente sarà seguito dalle altre istituzioni greche. 

Una istantanea dal sito, dove è possibile con un click entrare all’interno del Museo.

In un mondo colpito dal Coronavirus, Atene approda nel mondo della tecnologia digitale e apre nuovi canali di comunicazione con il pubblico. Le novità offerte ai fruitori sono sviluppate nell’ambito del programma “Creazione del Museo digitale dell’Acropoli“. Ben 23 applicazioni multimediali offrono esperienze uniche e creano un mondo nuovo ed entusiasmante per grandi e piccini. Allo stesso tempo il suo nuovo sito web rende tutte le sue collezioni aperte e accessibili al pubblico da casa.

 

Un progetto ambizioso: digitalizzazione e 3D

Il progetto di 1,3 milioni di euro comprende lo sviluppo di un sito web completo, disponibile sia in greco che in inglese, con contenuti aggiuntivi in francese, italiano, tedesco e spagnolo. È stato inoltre appositamente progettato per essere accessibile ai visitatori daltonici e ipovedenti.

La scansione di gran parte dei documenti d’archivio delle collezioni museali ha arricchito in modo significativo il deposito digitale.  Questo rende non solo fruibili online gran parte del materiale, ma ne garantisce anche la conservazione e lo studio. In particolare, è stata completata la digitalizzazione di 496 registri di scavo manoscritti, 110.000 fotografie, 18.410 schede e 7.500 rapporti di conservazione di reperti portatili.

Sono ora fruibili, inoltre, numerosissime fotografie digitali ad alta risoluzione di cinquecento reperti, arricchendo notevolmente l’archivio del Museo.  Sono stati scannerizzati sessanta significativi reperti del Museo con l’utilizzo della fotogrammetria digitale. I modelli tridimensionali delle opere antiche arricchiscono notevolmente la documentazione, rendono visibili dettagli e ne promuovono la ricerca.

Un museo a forma di bambino

Il Museo dell’Acropoli ha creato un sito web appositamente per i suoi piccoli amici. “Acropolis Museum Kids”  è il nome del sito stato creato appositamente per i bambini tra i sei e i dodici anni provenienti da tutto il mondo. Il sito invita a conoscere l’affascinante mondo del Museo attraverso il divertimento. Giochi stimolanti, video divertenti e una serie di attività inventive spingono i bambini a pensare, scoprire, giocare, sperimentare e realizzare le proprie creazioni. 

Tra questi, un corso di cucina antica, una visita guidata attraverso la linea del tempo dell’Acropoli e dei suoi monumenti e un gioco di fantascienza per “Save the Ancient Monuments’ Memory (SAMM)” e unire le sculture del Partenone.

News

NEWS | Dal restauro della Cattedrale di Ferrara emergono resti medievali

La Cattedrale di Ferrara ha subito nel non molto lontano 2012 gli effetti devastanti del sisma. Questo tragico evento ha seriamente danneggiato non solo le strutture e le decorazioni interne, ma anche i prospetti della Chiesa. L’edificio è chiuso al pubblico da marzo 2019. Sono ancora molti i lavori da fare  per il restauro completo e la messa in sesto dell’edificio in chiave antisismica. Il cantiere, che si era fermato quasi un anno a causa del Coronavirus, è ripartito l’8 giugno 2020. E proprio dal restauro della Cattedrale ritornano alla luce interessanti resti di epoca medievale. Il rinvenimento è avvenuto durante la svestizione dei pilastri settecenteschi: sono infatti venuti alla luce, dopo oltre tre secoli, importanti frammenti di colonne di età medievale e dei fregi decorativi del XII e XIII secolo.

Si discute quindi sulla possibile fruizione dei visitatori di queste scoperte e sulla possibilità di mantenere a vista le parti meglio conservate di queste tracce storiche e artistiche. Questa operazione, che amplierebbe il percorso di visita e l’offerta culturale della Cattedrale di Ferrara, non è così scontata. Sarebbe necessario infatti modificare l’intervento strutturale e di restauro in corso d’opera. Al momento i lavori sono entrati nella fase della posa delle catene per consolidare la struttura portante della Cattedrale, e delle forature armate dei pilastri interni.

Dal sito della Cattedrale è possibile sostenere i restauri, facendo piccole e grandi donazioni.

La storia della Cattedrale

Il 30 settembre 1132, papa Innocenzo II dà la concessione per la costruzione del nuovo Duomo, che sarebbe sorto sul terreno dato in donazione dalla comunità ferrarese alla Santa Sede e posto sotto la protezione apostolica. Il cantiere dell’edificio è stato aperto tra il 1133 e il 1136, mentre l’altare maggiore fu consacrato l’8 maggio 1177. L’attuale cattedrale è il risultato di aggiunte, modifiche e restauri che ne hanno variato l’aspetto esterno e completamente mutato l’assetto interno. Le modifiche più significative sono state quelle di epoca quattrocentesca e seicentesca, nonché la totale ristrutturazione condotte da Francesco Mazzarelli negli anni 1712 – 1728. Ammirando l’esterno dell’edificio è dunque possibile ammirare la serie di stratificazioni. La parte inferiore della facciata è romanica, mentre la parte superiore è stata ricostruita: quest’ultima, a tre timpani, era forse in origine monocuspidata e complica notevolmente la lettura dello stato architettonico originario. 

News

NEWS | Regione Siciliana, sul piatto 80 milioni per il risanamento della Zona Falcata e della Cittadella di Messina

Si è tenuta stamani la riunione operativa sulla riqualificazione della Zona Falcata di Messina. Musumeci: “Pronti 80 milioni di euro”.

E’ avvenuto questa mattina, nei locali della Soprintendenza di Messina, l’incontro organizzato dalla Presidenza della Regione Siciliana sul tema della riqualificazione della Zona Falcata. L’incontro è avvenuto alla presenza del Presidente On. Nello Musumeci, di una nutrita delegazione di Deputati regionali e di Autorità civili e militari. il Comune di Messina è stato rappresentato dall’Assessore ai LLPP Salvatore Mondello, su espressa delega del Sindaco Cateno De Luca. E’ stata l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte della corposa progettualità che riguarda l’area in questione, strategica per la città di Messina. 

Un rilancio graduale, step by step

Del rilancio della zona Falcata di Messina non se n’è parlato oggi per la prima volta. Questo, infatti, è atteso da decenni. Ad ostacolare il progetto è soprattutto la presenza di diverse aree militari e varie aziende. Molte sono le vicende aperte, finite nelle Procure e mai risolte. Il Presidente della Regione Nello Musumeci ha parlato di uno stanziamento pronto di ben 80 milioni di euro per la Zona Falcata. Questi finanziamenti dovrebbero servire alla bonifica dell’area. Già si incontrano, tuttavia, delle problematiche: sembra che serviranno non 80, ma almeno 100 milioni di euro per la bonifica. Inoltre, si calcola che saranno necessari, presumibilmente, ben 10 anni di lavori per completare l’intervento di riqualificazione.

Le parole dell’Assessore Mondello

L’Assessore Mondello ha dichiarato che “pur condividendo la necessità di intervenire rapidamente, anche per step, su un bene di immenso pregio storico-architettonico universalmente riconosciuto, reputo necessario fare una sintesi, affinché l’orientamento politico trovi concreta attuazione sul territorio, rispetto alle numerose progettualità espresse (PRP, PIAU, Protocollo d’Intesa con la Marina Militare), al fine di evitare sovrapposizioni e ridondanze”. L’Assessore auspica una verifica della pianificazione e la definizione di strategie univoche, per velocizzare i lavori. Inoltre aggiunge: “Ci si augura che venga mantenuta alta nel tempo l’attenzione verso questa meravigliosa porzione del nostro territorio, affinché possa essere resa fruibile per la comunità, riportando agli antichi fasti un’area che può essere annoverata tra le più singolari al mondo, per conformazione e strategicità. La città di Messina potrà ripartire dalla Falce, se riusciremo a mettere insieme tutte le energie, lo spirito di iniziativa e le migliori idee. Il Comune è pronto a mettersi in gioco”.

News

NEWS | Nuova scoperta durante i lavori sulla Catania – Palermo

Un insediamento rurale del I secolo d.C. , forse una villa rustica, riemerge dai lavori sulla linea ferrata Catania – Palermo, in località “Manca”.

Durante i lavori per il raddoppio della linea ferrata Catania – Palermo, in località “Manca”, presso Vallelunga Pratameno (CL), emergono degli antichi resti romani. Gli archeologi hanno riportato alla luce un antico insediamento rurale del I secolo d.C. durante l’attività di sorveglianza preventiva della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, diretta dalla Dott. essa Daniela Vullo. L’estensione dell’insediamento si stima comprendesse un’area di circa sei ettari e che dovesse essere una villa rustica. La struttura, posizionata in un luogo strategico per ambiente, esposizione e vicinanza al fiume Salicio, doveva essere focalizzata nella produzione cerealicola. Si inizia a ricostruire, quindi, la storia di un vasto appezzamento di terra, direttamente gestito da un ricco proprietario tra il I e il II secolo d.C. e dotato di un particolare tipo di villa, una “domus a peristilio”.

Foto dello scavo. Fonte: http://pti.regione.sicilia.it/ .
Lo scavo

Marina Congiu ha diretto lo scavo archeologico, iniziato a luglio, sotto la direzione scientifica della direttrice della sezione archeologica della Soprintendenza di Caltanissetta, Carla Guzzone. L’indagine archeologica attualmente è limitata a un saggio di 225 metri quadrati. Nonostante questo, già si attestano strutture murarie che non sembrano avere confronti nei rinvenimenti di Caltanissetta. Interessanti anche i ritrovamenti tra gli strati di crollo di alcune tegole col bollo. La presenza di alcuni elementi ceramici ipercotti e di scarti di lavorazione lascia pensare anche a una o più attività produttive all’interno della villa. La struttura doveva produrre in autonomia  alcuni beni necessari allo svolgimento della vita quotidiana.
Rimaneggiamenti e materiali di riutilizzo, così come l’abbondanza di ceramica, sembrano confermare inoltre che il complesso ebbe lunga vita e conobbe nel tempo diverse fasi d’uso. Tra i reperti ceramici trovati nello scavo si distinguono lucerne, anfore, vasellame da mensa in terra sigillata, un tipo di ceramica caratterizzata da una vernice rossa brillante e da ornamenti a stampo in rilievo, sia italica che africana, collocabili entro un arco cronologico compreso tra il I ed il IV secolo d.C.

 

Una prima ricostruzione della villa

Dalle prime analisi della villa è stato possibile identificare almeno 5 o 6 ambienti che si articolano a Est, a Nord e a Sud di un lungo e ampio portico a forma di L. Il portico era delimitato a Sud e a Ovest da muri esterni che inglobavano colonne fittili, create sovrapponendo dischi in terracotta legati tra loro da uno strato di malta. La copertura del portico era probabilmente una stretta tettoia a spiovente.
A Nord e a Est del portico si disponevano degli ambienti coperti e a pianta quadrangolare divisi da muri. I vani dovevano avere più e diversi utilizzi. Il ritrovamento di un dolio, un grande contenitore per la conservazione del cibo, in uno di questi ha fatto ipotizzare alla funzione di magazzino. 
A Sud il portico cingeva invece un atrio o un’ampia corte scoperta, anch’essa di forma quadrangolare. Si ricostruisce quindi una ricca e articolata villa dotata di un cortile a peristilio, vale a dire circondato da porticati.

 

Verso nuovi orizzonti di ricerca

È molto probabile che l’insediamento rurale si articolasse in due aree: una pars dominica, la zona residenziale del padrone e della sua famiglia, e una pars rustica, lo spazio in cui si lavorava e produceva. La prosecuzione dello scavo avrà come prima finalità la precisa identificazione di tali spazi funzionali . Non solo: sarà estremamente importante mettere in luce gli ambienti posti a Nord e a Ovest del portico, zone che al momento sono occultate sotto le pareti corrispondenti del saggio.

News

NEWS | Una nuova veste per il museo di Cartagine

L’Unione europea ha stanziato 5,6 milioni di euro per il restyling del museo di Cartagine.

L’Unione europea ha stanziato 5,6 milioni di euro (18,312 milioni di dinari) per il progetto di ammodernamento del Museo di Cartagine. L’ambasciatore dell’Unione Europea in Tunisia, Marcus Cornaro, lo ha annunciato pubblicamente. L’obiettivo è quello di rendere il museo e il sito una destinazione culturale e turistica di primo piano. Attirando famiglie e stranieri, si creerà una più solida consapevolezza della ricchezza culturale della città. Il Museo di Cartagine, a seguito del piano quinquennale iniziato lo scorso novembre 2020, subirà molte modifiche nelle infrastrutture e non solo. Saranno progettati anche messaggi promozionali e un nuovo lancio di progetti commerciali per il museo. 

Il Museo di Cartagine. Fonte: Wikipedia

La dichiarazione di Marcus Cornaro ha avuto luogo durante una visita al museo di Cartagine in compagnia di molte persone rilevanti: l’ambasciatore di Francia in Tunisia André Parant, il ministro del Turismo Habib Ammar, responsabile ad interim del portafoglio degli affari culturali, il sindaco di Cartagine, Hayet Bayoudh, il direttore generale dell’Istituto nazionale del patrimonio, Faouzi Mahfouz, e da Amel Hashana, direttore dell’agenzia per la valorizzazione del patrimonio e la promozione culturale.

Il sito di Cartagine  si trova di fatto alla periferia di Tunisi, sul golfo omonimo dell’attuale capitale. Il progetto si chiama “Patrimoine 3000“, a cura di Expertise France, in partnership con il Ministero della Cultura francese e in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari culturali tunisino. L’obiettivo è quello di rendere il museo e il sito di Cartagine una destinazione culturale e turistica di primo piano. Attirando famiglie e stranieri, si valorizzerà il patrimonio e si creerà una più solida consapevolezza della ricchezza culturale della città. 

News

NEWS | Sicilia, la rivoluzionaria Carta di Catania “libera” i beni culturali dai depositi

Una svolta importante per tutti gli oggetti rimasti chiusi nei depositi polverosi dei musei, degli uffici della soprintendenza o dei laboratori di ricerca.

La Carta di Catania, Il nuovo decreto firmato da Alberto Samonà

Quante volte abbiamo pensato “che spreco!”, guardando scaffali pieni di reperti antichi, con un valore storico o artistico così evidente da pensare che fosse un peccato vederli lasciati dietro le quinte, lontani dagli occhi affascinati dei visitatori di musei e parchi archeologici? Probabilmente lo avrà pensato almeno una volta anche Alberto Samonà, l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che ha fortemente voluto questo nuovo decreto che riguarda proprio i Beni Culturali che giacciono nei depositi. La Carta di Catania, autorizza Soprintendenze, Parchi archeologici, Musei, Gallerie e Biblioteche a concedere in uso per la valorizzazione e la pubblica fruizione il cospicuo patrimonio in giacenza nei depositi.

Il decreto, voluto dall’assessore Samonà, va ascritto all’impegno della Soprintendente dei Beni Culturali di Catania, Rosalba Panvini che, in linea con i contenuti del decreto, ha già aperto i caveau della Regione per esporre nella Sala Pinacoteca del Museo Diocesano di Catania le importanti raccolte Urzì e Nicolosi.

I beni a cui si fa riferimento nella “Carta di Catania” sono quelli acquisiti per confisca, quelli donati o consegnati spontaneamente, quelli di più vecchia acquisizione per i quali sia stata smarrita la documentazione e, in generale, quelli deprivati di ogni riferimento al loro contesto di appartenenza.

Un intervento rivoluzionario, grazie al quale migliaia di beni culturali, spesso non inventariati e conservati nei depositi dei musei e degli altri luoghi della cultura regionali, potranno essere finalmente esposti e fruiti da tutti.”  

Una grande opportunità per studenti e giovani professionisti nei Beni Culturali

Gli istituti periferici della Regione dovranno ora impegnarsi a stilare degli elenchi di beni, suddivisi in relazione alle loro caratteristiche storico-culturali o tipologiche.

In questa operazione potranno inserirsi studenti universitari in discipline connesse alla conservazione dei beni culturali, che opereranno in regime di tirocinio formativo.

Infine, “La Carta di Catania – evidenzia l’assessore Samonà – offrirà nuove opportunità ai giovani professionisti che saranno chiamati a lavorare da esterni a fianco dell’amministrazione e dei privati per rendere possibile l’attuazione dei progetti di concessione in uso dei beni richiesti”.

 

News

NEWS | Intesa San Paolo, Corso di alta formazione in gestione dei patrimoni artistico-culturali

Si tratta della prima iniziativa di Gallerie d’Italia Academy di Intesa San Paolo nell’ambito della formazione executive  “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate”.

L’obiettivo del corso è quello di dotare i professionisti del settore di competenze necessarie a promuovere e sviluppare forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, per contribuire allo sviluppo di politiche innovative e pratiche efficaci di tutela, gestione e valorizzazione.

I destinatari

Il corso di Alta Formazione è destinato a 30 professionisti con almeno due anni di esperienza lavorativa e in possesso di laurea magistrale o vecchio ordinamento. Gallerie d’Italia Fellowship consente la partecipazione a 4 ulteriori candidati con meno di 32 anni e che abbiano conseguito un dottorato di ricerca o un diploma di specializzazione da non più di 18 mesi in discipline economiche, giuridiche e storico-artistiche attinenti al patrimonio culturale, e che non siano ancora inseriti nel mercato del lavoro.

Sede e durata delle lezioni

Fino al perdurare dell’emergenza sanitaria il corso sarà erogato in digitale tramite la piattaforma di e-learning della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Gli eventuali incontri in presenza si terranno a Milano, presso le Gallerie d’Italia – Piazza Scala e a Torino, nella sede della Fondazione 1563. La didattica potrà essere integrata da visite studio di luoghi d’arte, istituzioni culturali, patrimoni aziendali e musei. Le lezioni si terranno dal 5 febbraio 2021 all’11 settembre 2021 (agosto escluso), nel fine settimana.

LEZIONI – venerdì dalle 14 alle 18, sabato dalle 9 alle 18 (a partire da venerdì 5 febbraio e a weekend alternati)

WEBINAR – venerdì dalle 17 alle 19, nei venerdì in cui non siano già previste lezioni.

Borse di studio

Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e Fondazione Cariplo sostengono il progetto consentendo a 8 candidati meritevoli, con meno di 35 anni, di partecipare gratuitamente al Corso, coerentemente con l’obiettivo di rendere accessibile l’offerta formativa e culturale. Le richieste potranno essere inoltrate contestualmente alla domanda di ammissione.

Il corso di Alta formazione in “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate” è realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione e Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, con il contributo scientifico di Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Si avvale della collaborazione di docenti universitari, professionisti, manager della cultura e d’impresa, direttori, funzionari museali e di istituzioni culturali, esperti di chiara fama e consolidata esperienza negli ambiti oggetto di studio.

Per maggiori informazioni e domanda di ammissione visitare il sito https://www.intesasanpaoloformazione.it/progetti/corso-di-alta-formazione-in-gestione-dei-patrimoni/ o mandare una mail a: academy @intesasanpaoloformazione.it

 

News

NEWS | “Canti di pietra” al Foro Romano

Sabato 5 dicembre andrà online la performance di Michele Placido, che si esibirà nel Parco del Colosseo

Domenica 29 novembre si è tenuto il secondo appuntamento del progetto “Canti di pietra“, promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo con il poeta e scrittore Gabriele Tinti. Dopo Alessandro Haber al Museo Palatino, è stata la volta di Michele Placido, che ha letto alcune poesie di Tinti ispirate alla statuaria un tempo presente nel Portico degli Dèi Consenti nel Foro Romano, alle pendici del Campidoglio. La performance sarà disponibile online sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Parco archeologico del Colosseo alle ore 21.00 di sabato 5 dicembre. L’evento è parte di una serie di “camminate poetiche” che avranno luogo nel 2021 con il coinvolgimento di importanti attori nel Foro Romano, nella Domus Aurea e nel Colosseo. Il progetto è realizzato con l’organizzazione e promozione del Parco archeologico del Colosseo in collaborazione con Anantara Palazzo Naiadi.

“Rovine” di Gabriele Tinti

“Canti di pietra” rientra nel più complesso “Rovine”, progetto di Gabriele Tinti che raccoglie una serie di letture dal vivo recitate di fronte alla statuaria classica. Negli ultimi anni il progetto ha visto coinvolti alcuni importanti attori e alcuni dei maggiori Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum e il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, la Gliptoteca di Monaco, il Museo Nazionale Romano di Roma, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora. “Rovine” è stato insignito del Premio Montale fuori di casa 2018 per la poesia ed è stato recentemente scelto per celebrare il riallestimento delle collezioni del Getty Villa.

Altri prossimi eventi

Nel frattempo, già nel corso del mese di dicembre, il progetto si arricchirà delle letture di Robert Davi (‘The Goonies’ – ‘Die Hard’- ‘Licence to kill’) e Stephen Fry (‘Wilde’, ‘Gosford Park’), che leggeranno i testi di Tinti composti per la statuaria e i simulacri degli dei presenti nel Foro Romano.
In particolar modo, l’11 dicembre – in occasione delle Agonalia (o Agonie), Robert Davi leggerà “Apollo” in onore di Sol Indiges – Apollo e il 17 dicembre Stephen Fry – in occasione dei Saturnalia – leggerà “Saturno”.
Tutte queste letture saranno ugualmente disponibili online sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Parco archeologico del Colosseo.
 

 

 

 

News

NEWS | Agivir Culture, una tecnologia per musei in sicurezza

La membrana antivirale è un’ottima soluzione per garantire l’accesso in sicurezza ai musei.

Agivir Culture potrebbe essere la soluzione alla chiusura forzata di musei e altri luoghi della cultura ai tempi del Covid19.  Ciò che garantirebbe un sicuro accesso nei luoghi chiusi è una membrana adesiva riposizionabile, di lunga durata, produzione del gruppo Serge Ferrari, che l’ha sviluppata e brevettata. La pellicola è stata inoltre certificata come prodotto antivirale e antibatterico da un laboratorio indipendente. L’efficacia di Agivir Culture contro il Covid-19 e per la sanificazione degli spazi è garantita da un’innovativa tecnologia basata su particelle d’argento.  Questo infatti è noto nel campo scientifico per le sue proprietà antivirali.  La pellicola è prodotta in Francia e commercializzata dall’azienda italiana di Reggio Emilia GLAB.

L’impiego di Agivir Culture sarà uno dei punti all’ordine del giorno della conferenza stampa di domani lunedì 30 novembre alle ore 16.00, che si terrà presso la Sala Stampa della Camera dei deputati. Presente sarà anche l’Onorevole Vittorio Sgarbi e un team di esperti che illustreranno le caratteristiche tecniche della pellicola.  Ora non bisogna che attendere l’esito della conferenza, che verrà trasmessa in streaming anche sulla webtv e sulla pagina Facebook della Camera dei deputati. 

Le varie potenziali applicazioni di Agivir Culture

Con la membrana sarà possibile igienizzare ogni angolo dei musei in completa sicurezza: non sarà più necessario l’intervento umano nella sanificazione, cosa che diminuirà ancora di più il rischio di contagio. Anche se il numero di visitatori sarà sicuramente contingentato e controllato, i musei potranno riaprire senza alcun problema. Inoltre, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (Mart) ha già applicato la nuova tecnologia. Ma Agivir Culture potrebbe anche essere applicato nelle scuole, biblioteche, in tutti i luoghi della cultura molto colpiti dal Covid-19. Non solo: questa sarebbe un’ottima soluzione anche per le palestre, per i trasporti, nonché nel campo della ristorazione.