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NEWS | Dalla Sicilia alla Grecia, un frammento del Partenone torna a casa

Si tratta del “Reperto Fagan”, un frammento del fregio del Partenone custodito nel museo archeologico  “A. Salinas” di Palermo dal 1820. Il prezioso frammento è costituito dal piede di una Dea (Peitho o Artemide), avvolto dalla parte finale della veste che scende in un morbido e meraviglioso drappeggio. Questo tassello di storia volerà presto dalla Sicilia alla Grecia, per ricongiungersi al suo contesto d’origine.

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Il frammento del fregio del Partenone, conservato al “Salinas” di Palermo
Uno scambio culturale tra Sicilia e Grecia

“Il Reperto Fagan in cambio di una statua acefala di Atena, della fine del V secolo a.C., e un’anfora geometrica della prima metà dell’VIII secolo a.C.”. Questo è quanto prevede l’accordo siglato dal Museo Archeologico RegionaleA. Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene. L’accordo prevede che per un periodo di 4 anni, rinnovabile una sola volta, il Salinas trasferisca al Museo dell’Acropoli di Atene il frammento appartenente al Partenone. Il frammento è attualmente conservato a Palermo, poiché parte della collezione archeologica del console inglese Robert Fagan. Fagan aveva acquistato il reperto ad Atene agli inizi del XIX secolo. Alla morte di quest’ultimo, il piccolo piede della Dea era passato in eredità alla moglie. Acquistato dalla Regia Università di Palermo nel 1820, il Reperto Fagan sembrava aver trovato la sua destinazione finale, ma era troppo lontano da casa.

La Sicilia come apripista in una questione aperta da tempo

L’accordo, fortemente voluto dall’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, condiviso con la Ministra greca della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni, ha un forte valore simbolico. Il piccolo piede della Dea che muove verso casa, infatti, rappresenta un grande passo in avanti nella questione del ritorno in Grecia dei reperti del Partenone. Il frammento Fagan non è l’unico reperto ateniese “fuori posto”. Custoditi nei musei di tutto il mondo, si trovano molti reperti, tasselli di ciò che un tempo costituiva la grandiosa Acropoli di Atene, in particolare di ciò che costituiva il Partenone. Da più di quarant’anni, ormai, la Grecia chiede che le vengano restituiti tutti i componenti di marmo trafugati dal Partenone a partire dal 1800. Basti pensare al British Museum di Londra, che tra i numerosi reperti sottratti dall’Acropoli, conserva gelosamente una delle sei cariatidi del tempietto dell’Eretteo. Al museo archeologico di Atene, dove sono conservate le altre cinque figure femminili, c’è uno spazio vuoto là dove dovrebbe esserci la sesta cariatide: un messaggio non troppo velato rivolto al museo britannico, in attesa che anche l’ultima statua torni al suo posto.

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Le cinque cariatidi esposte al Museo dell’Acropoli di Atene. Lo spazio vuoto, in attesa del ritorno in patria della sesta figura femminile, ancora in possesso del British Museum di Londra
Un legame di fratellanza che lega la Sicilia e la Grecia da tempi antichissimi

Il ritorno a casa del Reperto Fagan suscita grande gioia e fiducia dell’istituzione greca nei confronti della Sicilia: “L’approdo del Fregio palermitano presso il Museo dell’Acropoli – sottolinea il direttore del Museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaos Stampolidis – risulta estremamente importante soprattutto per il modo in cui il Governo della Regione Siciliana, oggi guidato da Presidente Nello Musumeci, ha voluto rendere possibile il ricongiungimento del Fregio Fagan con quelli conservati presso il Museo dell’Acropoli. Questo gesto già di per sé tanto significativo, viene ulteriormente intensificato dalla volontà da parte del Governo Regionale Siciliano, qui rappresentato dall’Assessore alla Cultura ed ai Beni dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, che ha voluto, all’interno di un rapporto di fratellanza e di comuni radici culturali che uniscono la Sicilia con l’Ellade, intraprendere presso il Ministero della Cultura italiano la procedura intergovernativa di sdemanializzazione del Fregio palermitano, affinché esso possa rimanere definitivamente sine die ad Atene, presso il Museo dell’Acropoli suo luogo naturale”.

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NEWS | Archeologia negli Iblei, il territorio ragusano ha ancora tanto da raccontare

La Sicilia è da sempre il crocevia del Mediterraneo; le sue coste e il suo entroterra hanno ospitato nei millenni popoli e culture così differenti tra loro da creare quell’intricato mosaico di unicità e bellezza che è il patrimonio culturale siciliano. L’Isola non smette mai di rivelare piccoli nuovi tasselli di questo mosaico: il territorio ragusano ne è un esempio. L’archeologia negli Iblei sta facendo grandi passi avanti grazie alle numerose campagne di scavo che continuano senza sosta e con risultati sorprendenti.

Lo scavo di una sepoltura della necropoli di San Nicola-Gigli (RG)
Samonà: «L’area del Ragusano ha ancora tanto da raccontarci»
L’assessore Alberto Samonà

«L’area del Ragusano – evidenzia l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – ha ancora tanto da raccontarci sotto il profilo della ricerca archeologica. Le numerose campagne di scavi attivate grazie ai rapporti intrattenuti dalla Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Ragusa, diretta da Antonino De Marco, con prestigiose università italiane ed europee e regolati da apposite convenzioni, stanno fornendo importanti elementi per una riscrittura della storia del territorio. Un impegno che gratifica il governo regionale per aver fortemente puntato sulla ripresa dell’archeologia in tutta l’Isola, nella consapevolezza che il potenziamento della ricerca e la valorizzazione dei Parchi archeologici siano elementi strategici per l’affermazione di una visione di lungo periodo che abbia al centro la cultura e l’identità della Sicilia».

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Antonino De Marco, Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali della provincia di Ragusa

 

Gulfi, la parte antica di Chiaramonte, torna in luce grazie all’Università di Bologna

A Chiaramonte Gulfi (RG), sono appena terminati gli scavi effettuati dal Dipartimento di Storia e Civiltà dell’Università di Bologna, diretti dalla professoressa Isabella Baldini. Nelle scorse campagne, in contrada San Nicola–Giglia, i ricercatori avevano portato in luce un centinaio di tombe con ricchi corredi e iscrizioni funerarie, appartenenti ad un insediamento grecofono insediato in quest’area. Nell’ultima campagna di scavo, invece, gli studiosi hanno indagato una necropoli ed un lembo di abitato di epoca imperiale. Una continuità insediativa, questa, che dal II secolo d.C al IX secolo d.C avrebbe contribuito alla nascita di Gulfi.

Contrada Cifali (RG), Genova e Pisa ci parlano di età tardo antica e medievale

Se Gulfi racconta la storia della sua fondazione, gli scavi in contrada Cifali (RG) raccontano dell’abbandono di una villa romana, del suo riutilizzo in età tardo antica e di un insediamento islamico. Gli scavi in quest’area proseguono da alcuni anni, sotto la direzione del professor Antonino Facella, con la collaborazione delle Università di Pisa e di Genova. Quest’ultima ha proseguito la campagna di scavo nei mesi di luglio e agosto. Le indagini hanno portato in luce un impianto termale, probabilmente parte di un edificio privato di III secolo d.C. Nella fase successiva all’abbandono della villa, va collocata invece la fornace per fittili, impiantata sul castellum aquarum ormai inutilizzato. La fase insediativa più recente, situata nella parte settentrionale del sito, è costituita da abitazioni e sepolture con rito islamico.

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Sepoltura islamica rinvenuta in contrada Cifali (RG)
Riprenderanno gli scavi a Modica (RG)

Alla fine dell’estate riprenderanno gli scavi in contrada Scorrione a Modica (RG), con il contributo dell’università Ceca di Hradec Králove. Il team di ricercatori, diretti da Joan Pinar Gil indagherà alcuni ipogei tardoantichi.

«Un impegno – ha aggiunto Samonà – che gratifica il governo regionale per aver fortemente puntato sulla ripresa dell’archeologia in tutta l’Isola, nella consapevolezza che il potenziamento della ricerca e la valorizzazione dei Parchi archeologici siano elementi strategici per l’affermazione di una visione di lungo periodo che abbia al centro la cultura e l’identità della Sicilia».

La villa romana di III secolo d.C., Cifali (RG)
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Il team di ricercatori dell’ Università di Bologna impegnati nello scavo di San Nicola-Giglia (RG)
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NEWS | Nuova vita per la Tonnara di Favignana (TP): il progetto “Ideha”

In un clima ormai stabilizzato di risveglio nell’ambito della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, tira una nuova aria anche per gli ambienti polverosi e bui di un gioiellino, simbolo d’identità e storia, nel cuore azzurro della Sicilia. Stiamo parlando della Tonnara di Favignana (TP), nota anche come ex Stabilimento Florio; la Tonnara potrebbe riaprire le porte ai turisti, dopo una serie di verifiche e migliorie per garantirne la corretta fruizione, in modo completamente ecosostenibile. Nei giorni scorsi, nell’ex Stabilimento Florio, si è svolta la campagna di rilevamento di eventuali criticità all’interno dello stabilimento. Campagna che opera all’interno di un ampio progetto: il progetto Ideha.

La pesca del tonno a Favignana (TP) – foto: Corriere.it

Il progetto Ideha, cos’è e cosa comporterà per la Tonnara di Favignana

Il progetto Ideha – Innovazioni per l’elaborazione dei dati nel settore del Patrimonio Culturale, vede il Consiglio Nazionale delle Ricerche come ente capofila, coordinato dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale della sede di Catania (ISPC-CNR). Si pone come obiettivo l’individuazione di metodi innovativi e sostenibili di conoscenza, conservazione, fruizione e governance partecipata dei beni museali. La prima parte del progetto consiste nel rilevare e risolvere le criticità strutturali della Tonnara, luogo fortemente identitario per il territorio. La seconda parte del progetto riguarda la valorizzazione e fruizione della Tonnara, che potrà tornare a ospitare turisti e curiosi da ogni dove.

La Tonnara di Favignana (TP) – foto: Wikimedia

Un progetto a lungo termine

«L’eccezionale valore culturale dell’ex Stabilimento Florio – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – impegna da due decenni l’Amministrazione Regionale in un programma di interventi di restauro, ancora non concluso. Le operazioni riguarderanno a breve i macchinari e le aree retrostanti e quelle prossime all’imbarcadero. Nello stesso tempo, le campagne di indagini subacquee condotte dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, continuano ad arricchire la splendida collezione di rostri ed elmi della Battaglia delle Egadi; impreziosiscono i percorsi espositivi, popolati da testimonianze archeologiche del mare, collezioni fotografiche d’autore e installazioni di arte contemporanea. Il progetto condotto dal CNR ci offre preziosi strumenti e interessanti dati informativi su un luogo molto importante per la storia economica e culturale della Sicilia. Bisogna attuare un programma di gestione efficace che ci consenta di effettuare una corretta manutenzione e gestione sia della struttura che del patrimonio immateriale custodito».

L’assessore Alberto Samonà e altri esperti durante il sopralluogo alla Tonnara di Favignana (TP)

La Tonnara deve la sua grandezza alla famiglia Florio, che la acquistò nel 1841 da una famiglia genovese. Successivamente, la Tonnara, che serviva solo per la mattanza dei tonni, venne ampliata e vi fu aggiunto lo stabilimento per la lavorazione del tonno. Fu proprio lo stabilimento Florio il primo a conservare il tonno sott’olio. Se vi siete mai chiesti chi ha inventato il tonno in scatola, saprete adesso che a farlo furono i proprietari di questo piccolo gioiellino, che arricchirà presto l’elenco delle bellezze da visitare sull’isola di Favignana.

Le caratteristiche scatolette di tonno Florio

In copertina: l’interno dell’ex Stabilimento Florio, Tonnara di Favignana (TP) – foto: Archeologia Industriale.

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NEWS | Itinerari archeologici subacquei, Samonà: «Progetto S.UND.A.I. indispensabile per conoscenza e tutela del mare»

Domenica 20 giugno 2021, tra le acque ricche di storia che circondano l’Isola delle Femmine (PA), si è svolta la giornata conclusiva del progetto S.UND.A.I. (Sustainable Underwater Archaeological Itineraries project). Il progetto, la cui finalità è rendere fruibile il patrimonio culturale sottomarino tramite una serie di itinerari archeologici subacquei con impatto zero sull’ambiente, ha ottenuto riconoscimenti come EU Green Week e European Maritime Day in My Country, entrambe iniziative annuali della Commissione Europea per gli Affari Marittimi e la Pesca. La realizzazione di un itinerario subacqueo, che rispetti i canoni di sostenibilità ambientale, è opera della collaborazione tra LAS – Laboratorio di archeologia subacquea del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova e la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.

Itinerari archeologici subacquei

Come si crea un itinerario archeologico subacqueo?

Il mar Mediterraneo è uno scrigno prezioso di reperti archeologici di ogni epoca, testimonianze del passaggio di civiltà diverse che lo hanno solcato, arrivando nelle nostre coste. Anche le acque basse sono dei potenziali punti d’interesse. Ed è proprio dai fondali bassi che parte il progetto. Dopo aver individuato i punti d’interesse archeologico e culturale, si procederà con l’installazione di pannelli descrittivi che ne raccontano la storia. Questi pannelli, insieme alle corde e alle boe di segnalazione, saranno costruiti in materiali ecosostenibili. La lotta per la cultura si unisce alla lotta contro l’inquinamento del mare, una realtà troppo tristemente diffusa che sta martoriando acque e fondali di tutto il mondo.

Itinerari archeologici subacquei
Installazione dei pannelli descrittivi vicino a resti di colonne nei fondali di Marzamemi (SR) – foto: MeteoWeb

L’itinerario archeologico subacqueo dell’Isola delle Femmine (PA)

L’isola delle femmine sarà il prototipo dal quale il Progetto prenderà il via. Le sue acque, infatti, custodiscono testimonianze del passaggio della civiltà romana e di quella bizantina. Alla giornata conclusiva del S.UND.A.I. era presente l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà che ha espresso parole ricche di fiducia nel progetto:

«La possibilità di far conoscere i nostri tesori sommersi, proteggendoli da attività predatorie dei cosiddetti tombaroli del mare e dall’inquinamento ambientale nel rispetto del paesaggio marino, è l’obiettivo che il Governo regionale realizza attraverso la Soprintendenza del Mare. Il progetto S.UND.A.I. ha il merito di riconoscere e valorizzare a livello internazionale un impegno portato avanti nel compimento di un’attività sostenibile di conoscenza e tutela del mare, trasmettendo all’Europa e a tutti una buona pratica».

L’assessore Alberto Samonà

La fruizione degli itinerari archeologici subacquei

Nell’ambito del Progetto, seguendo il tema dell’inquinamento Zero, saranno migliorate anche l’archeo-snorkeling e l’archeo-apnea in acque basse (fino a 10 metri di profondità); si tratta di buone pratiche per un migliore approccio al mare e al suo mondo. Il Progetto mira a portare, inoltre, benefici riguardo all’implementazione di pratiche di sostenibilità nelle strutture subacquee presentando nuovi strumenti applicabili ovunque.

Un grande passo in avanti per l’archeologia e per la fruizione del patrimonio culturale che potrà essere esplorato nella cornice meravigliosa che è il nostro mare. Alla bellezza si aggiunge altra bellezza. Alla cultura si aggiunge il senso di responsabilità nei confronti di un mondo che abbiamo condiviso con civiltà oramai scomparse, da cui abbiamo ereditato tanto e la cui memoria abbiamo l’obbligo di preservare. Così come abbiamo l’obbligo di preservare lo stesso mare che ne ha custodito i segreti per secoli.

Itinerario archeologico subacqueo a San Vito Lo Capo (TP) – foto: MeteoWeb

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NEWS | “VACCINArte” allestisce un hub vaccinale nei musei, Samonà: «Con l’unione tra Cultura e Salute la vita vince»

Oggi, giovedì 10 giugno, si dà il via a “VACCINArte”: un’iniziativa congiunta tra l’Assessorato regionale della Salute e quello dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. Un’idea per incentivare la campagna vaccinale anti-Covid e promuovere il patrimonio museale siciliano: con l’unione tra cultura e vaccini la vita vince!

Le parole dell’assessore Samonà
L’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà

«Cultura e salute sono il manifesto di una Sicilia che riparte in sicurezza e lo fa dai suoi musei: l’iniziativa di allestire un hub vaccinale in un luogo della cultura, coniugando la somministrazione del vaccino con la visita gratuita del museo. È una scelta del governo regionale che esprime compiutamente il binomio Cultura e Salute. Un’esperienza che unisce tre grandi città della Sicilia in un unico obiettivo: prevenire dal Covid e nutrire l’anima», commenta Samonà.

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L’assessore alla Salute Ruggero Razza

«Siamo rincuorati dalla crescente consapevolezza che, soltanto con un ulteriore incremento delle vaccinazioni, si potrà raggiungere al più presto il traguardo della immunità di gregge che potrà finalmente portarci fuori dal tunnel del Covid. E ben venga se l’accostarsi al vaccino è anche una occasione per immergersi in un contesto di arte e bellezza». Queste sono state le parole dell’assessore Razza, sulla stessa linea di pensiero di Samonà.

Una puntuale organizzazione

“VACCINArte” è realizzata grazie all’impegno dei commissari per l’emergenza Covid: a Messina Alberto Firenze, a Catania Pino Liberti e a Palermo Renato Costa. Indispensabili anche i direttori museali: al MuMe Orazio Micali, al Salinas Caterina Greco e al Museo di Castello Ursino Valentina Noto.

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La vaccinazione avverrà dalle 18 alle 24 negli hub allestiti nelle tre aree museali, a cui sarà possibile accedere gratuitamente per ammirare le collezioni esposte (vedi locandina). 

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NEWS | Alberto Samonà inaugura la riapertura al pubblico dell’isola di Mozia

Dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, l’Isola di Mozia si appresta a riaprire ai visitatori. Lo fa sapere Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana. «Oggi mi sono recato sull’isola» – dice Samonà – «per verificare l’andamento dei lavori relativi al restauro archeologico, alla riqualificazione ambientale e ai nuovi percorsi di visita, finanziati dall’Assessorato dei Beni Culturali con risorse del PO FESR 2014-2020 e avviati nel maggio dello scorso anno».

Gli interventi di restauro alla “Casa dei Mosaici”, inoltre, hanno riportato alla luce il mosaico pavimentale bicromo, realizzato con ciottoli di fiume, già scoperto da Whitaker nel 1912. I mosaici restituiscono rappresentazioni zoomorfe del mondo marino e del repertorio iconografico ellenistico.

«Una scoperta eccezionale, che rende i mosaici di Mozia ancora più suggestivi e che restituisce una ricostruzione più completa di questi splendidi manufatti», commenta ancora Samonà.

Parole d’ordine: protezione e valorizzazione

Già dai primi del ‘900, quando Joseph Whitaker iniziò le attività di ricerca e scavo, l’antica Mothia ha restituito preziose testimonianze, fondamentali per la ricostruzione della cultura fenicio-punica in Sicilia. «A distanza di un anno dalla mia prima visita da assessore» – dice Samonà – «sono venuto a verificare lo stato di avanzamento dei lavori per la protezione e valorizzare del sito. Un grande impegno economico, grazie al quale il Governo regionale ha messo in sicurezza Mozia e l’ha dotata di importanti strutture e servizi che consentono oggi di garantire maggiore sicurezza migliori condizioni di visita».

L’assessore fa sapere, inoltre, che a breve ripartiranno anche i lavori di ristrutturazione dell’imbarcadero storico, il cui recupero è stato fortemente voluto dal presidente Musumeci. Tali lavori saranno coordinati dal Genio Civile con la Soprintendenza di Trapani e prevedono la ristrutturazione di un edificio in muratura che diventerà un luogo a servizio dei turisti con locali di stazionamento, servizi igienici e spazi per il personale.

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Alberto Samonà in visita a Mozia

Ad accogliere l’assessore Samonà, sull’isola, erano presenti, tra gli altri, Maria Enza Carollo, direttrice della Fondazione Whitaker, Maria Pamela Toti, direttrice del Museo, e Lidia Tusa, componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione. La cerimonia di riapertura ha visto anche, come partecipanti, il sindaco di Marsala Massimo Grillo e la soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Trapani Mimma Fontana. Insieme a Samonà era presente anche il capo della segreteria tecnica Carmelo Bennardo, che segue la direzione tecnica dei lavori.

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NEWS | Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile: nuovi interventi di riqualifica in Sicilia

Nell’ambito dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile, si prospettano in Sicilia, per un valore pari a oltre 5.000.000 euro, nuovi interventi di riqualifica e valorizzazione. L’assessore Samonà si è detto entusiasta e così si è espresso: «Si tratta di interventi di riqualifica strategici alla realizzazione di una rete regionale dei Beni Culturali. I progetti, finanziati dall’Agenda Urbana, rientrano nella filosofia di un processo di complessivo miglioramento dell’offerta culturale».

Sarà il Dipartimento dei Beni Culturali a notificare ai sindaci dei comuni interessati la graduatoria definitiva per le opere che verranno finanziate con fondi comunitari PO FESR Sicilia 2014/2020, Azione 6.7.1 e 6.7.2. Ricordiamo come infatti l’Agenda Urbana sia un valido strumento di programmazione comunitaria, che interessa i poli metropolitani dell’Isola e le aggregazioni di comuni che superano i 100mila abitanti. L’Agenda è destinata infatti a favorire lo sviluppo urbano per l’ammodernamento delle strutture, l’informatizzazione e la sostenibilità ambientale attraverso il finanziamento di progetti.

Le aree siciliane coinvolte nell’Agenda

I comuni interessati sono i seguenti: Siracusa, con opere pari a trecentomila euro per il recupero e la riconfigurazione della Latomia dei Cappuccini e di seicentomila euro per le opere riservate al Teatro Grande e al Teatro Piccolo

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Latomie dei Cappuccini, Siracusa (via Nuovo Sud)

Segue l’hinterland Catania-Acireale a cui andranno circa 990mila euro per un progetto denominato “#aroundCatania“, che riguarda l’informatizzazione degli itinerari di valorizzazione della zona non solo urbana. Particolare riguardo infatti sarà dato alla Riserva Naturale della Timpa, per favorire una maggiore conoscenza e fruizione dell’ambiente circostante la città di Catania.

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Riserva naturale orientata della Timpa, Catania (via Guida Sicilia)

All’Autorità di Ragusa-Modica arriverà un milione e centomila euro per opere che prevedono la ristrutturazione del Castello di Donnafugata e di 650mila euro per la riqualificazione dell’ accesso al Palazzo dei Mercedari e al Sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie. Questo edificio non a caso ospita attualmente la Biblioteca Comunale, il Museo Civico e il Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari

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Il Castello di Donnafugata a Ragusa (via ragusaoggi.it)

Per l’Autorità Urbana di Agrigento, gli interventi ammontano ad un totale di un milione e 400mila euro e si concentreranno su due progetti: il restauro dell’edificio ex Collegio dei Padri Filippini e l’allestimento del Museo della Città, che avrà lo scopo di ripercorrere non solo le memorie antiche di Agrigento, ma anche quelle più vicine nel tempo. Il nuovo Museo sarà dotato di tecnologie all’avanguardia: realtà aumentata, sale immersive, oltre alla creazione di un archivio digitale del patrimonio materiale e immateriale della città di Agrigento e della Valle dei Templi.

Il collegio dei Padri Filippini (via BlogSicilia)

Immagine di copertina (via Weekend Premium).

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NEWS | Il rostro delle Egadi, progetto di restauro in onore di Tusa

Avviato il restauro del “Rostro Egadi 17“, l’ultimo rostro recuperato dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana sui fondali delle Egadi. Si tratta di un’importante testimonianza della battaglia navale che avvenne alla fine della prima guerra punica.

Il reperto è in superficie dal 2 agosto 2020, nella giornata del sessantottesimo compleanno del compianto Assessore ai Beni culturali, Sebastiano Tusa. Il recupero aveva visto la collaborazione della Guardia di Finanza, dei subacquei altofondisti della Global Underwater Explorers e del personale dell’area marina protetta. Proprio Tusa infatti lo individuò nel 2018, nei fondali a nord-ovest dell’isola di Levanzo.

Le operazioni di analisi sono iniziate proprio il 10 marzo 2021 al Palazzetto Mirto di Palermo, in occasione del secondo anniversario della scomparsa del Soprintendente del Mare, avvenuta nel 2018 in un incidente aereo. Si tratta di un progetto di cooperazione culturale che procederà con un’analisi diagnostica e solo dopo con il restauro e la successiva musealizzazione nelle Egadi, come ha confermato l’assessore Samonà. Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, è molto entusiasta di questo progetto; infatti, iniziative come queste vedono sempre più la sinergia e la cooperazione in ambito culturale e non solo tra pubblico e privato.

Non a caso anche la soprintendente del mare, Valeria Li Vigni, ha confermato che si continuerà a coordinare e a operare secondo le linee che già lo stesso Tusa aveva tracciato. Alla società Siqilliya sono state affidate le operazioni di restauro e diagnostica, sotto la coordinazione dell’architetto Francesco Mannuccia.

Immagine di copertina: via “Via dei Tesori” – Magazine.

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Alcuni protagonisti della vicenda (via Regione Siciliana)
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NEWS | Il meraviglioso tributo della Sicilia a Sebastiano Tusa

Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha deciso che il 10 marzo di ogni anno sarà la Giornata dei Beni Culturali siciliani, con ingresso gratuito ai luoghi della Cultura della Sicilia. Musumeci ricorda così Sebastiano Tusa, scomparso il 10 marzo di due anni fa in un incidente aereo durante un viaggio in Etiopia.

Sebastiano Tusa

La giornata in questione, quindi, consisterà nell’organizzazione di iniziative culturali negli istituti regionali. La Regione ha deciso di celebrare così l’anniversario della scomparsa dell’archeologo di fama internazionale ed esponente autorevole della pubblica amministrazione regionale. Sebastiano Tusa è stato un eminente studioso dell’Antichità siciliana. L’intento è quello di promuovere ogni iniziativa utile alla diffusione della sua eredità scientifica e intellettuale.