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NEWS | Archeoastronomia, il Convegno sul cielo dei primi uomini

Oggi, 18 dicembre 2020, si svolge il Convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna, arrivato ormai alla nona edizione; il Convegno dal titolo “La misura del tempo” si tiene ogni anno nel mese di dicembre a Sassari. Astronomia e Archeologia si incontrano nello studio dei monumenti più famosi dell’Isola, per risalire alla conoscenza e all’osservazione del mondo così come lo vedevano gli antichi.

Il Convegno di Archeoastronomia è in streaming a partire dalle ore 9 su Facebook; ed è accompagnato dal corollario “Divulgare la scienza”, un focus sulle corrette modalità di comunicazione in ambito scientifico, quest’anno indirizzato alle tematiche archeologiche.

Cos’è l’Archeoastronomia? 

Pietre ben allineate o disposte secondo forme geometriche ben definite hanno da sempre suscitato interesse nel mondo dell’Archeologia. Dagli anni ’50 del secolo scorso diverse strutture sono state lette in virtù del rapporto tra la loro costruzione e gli astri. Ma l’osservazione del cielo non poteva riguardare soltanto il campo dell’edilizia: tutte le teorie astronomiche degli antichi dovevano riflettersi inevitabilmente sulla società. Lo sguardo al cielo curioso dei primi uomini era sicuramente anche timoroso: approfondendo le ricerche ci si accorge che la sopravvivenza stessa di una comunità protostorica poteva essere strettamente legata alla conoscenza che gli antichi sacerdoti avevano del cielo e dei suoi elementi. In proseguo di tempo persino le più interessanti mitologie del mondo greco e romano sono state incastonate per sempre nel firmamento.

Oggi, numerosi siti, avendo chiara la loro posizione nel pensiero astronomico degli antichi, puntano dunque su questi aspetti. Le visite di alcune aree archeologiche sono aumentate negli ultimi anni facendo leva proprio sulla curiosità e sulla voglia di saperne di più del pubblico.

Cosa prevede il Convegno

In mattinata

Ad aprire il Convegno di Archeoastronomia sarà Elio Antonello dell’Osservatorio Astronomico di Brera – Inaf, con un intervento sul “Legame tra Astronomia e Geologia”. Tra gli interventi della mattinata seguiranno Paolo Colona dell’Accademia delle stelle di Roma, che esporrà la relazione dal titolo “The astronomical content of the Myth of Phaethon”. Dall’INAF di Roma, Giangiacomo Gandolfi presenterà “Thema Mundi: Breve Storia dell’Oroscopo del Mondo”; Alberto Cora dell’Inaf Torino argomenterà sui “Calendari paleolitici e la venere di Laussel: in memoria di Alexander Marshack”. Nicoletta Lanciano della Sapienza di Roma esporrà “L’orologio solare catottrico del Convento di Trinità dei Monti a Roma”. Isabella Leone e Nicolás Balbi della Siac – Sociedad Interamericana de Astronomía en la Cultura, daranno un contributo sul “Cromlech di Mezora: un aggiornamento archeoastronomico nel tentativo di identificare un culto solare”.

Dei “Menhir di Cerami (Enna)” parleranno Ferdinando Maurici, Alfio Bonanno dell’INAF di Catania, Nicola Bruno, Andrea Polcaro dell’Università di Perugia e Alberto Scuderi dei Gruppi Archeologici d’Italia. Polcaro esporrà “Il giorno più lungo e il dio morente: Baal e il Solstizio d’Estate nel pantheon levantino dell’Età del Bronzo”. Dunque l’archeologa Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano dell’Osservatorio astronomico di Genova illustreranno “La Grotta di Tiberio a Sperlonga ed il suo orientamento astronomico”. Flavio Carnevale e Marzia Monaco della Sapienza concluderanno quindi la sessione con “Misurare dal cielo: una proposta metodologica per il calcolo degli errori associati ai rilevamenti da immagini satellitari”. Si prosegue con il dibattito.

Nel pomeriggio

ArcheoastronomiaSi riprende alle 15:30 con l’intervento di Gianfranca Salis della SABAP di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, che presenta “Comunicare il sacro. Riflessioni sul culto in età nuragica”. Subito dopo Simonetta Castia e Michele Forteleoni di Aristeo e SAT presentano “Orientamenti archeoastronomici nel complesso archeologico di età nuragica di Serra Orrios (Dorgali)”. L. Doro, M. Forteleoni, G. Gasperetti, P.L. Tomassetti per la SABAP di Sassari e Nuoro, Aristeo e SAT, proporranno alcune “Riflessioni preliminari sugli orientamenti astronomici presenti nel nuraghe Palmavera di Alghero alla luce delle nuove scoperte architettoniche”. Quindi Michele Forteleoni e l’archeologa Paola Basoli esporranno gli “Allineamenti astronomici nell’area cultuale di Sos Nurattolos (Alà dei Sardi)”.

Alle 17 prende quindi il via il focus “Divulgare la scienza”, con il soprintendente Bruno Billeci della SAPAB di Sassari e Nuoro e Maria Dessì del Dadu che interverranno con una trattazione sulla “Diagnostica strumentale per la conoscenza e la conservazione dell’architettura medievale nel mediterraneo”. Nadia Canu e Giuseppe Melosu della SABAP di Sassari e Nuoro esporranno la relazione “Comunicare i Beni Culturali in tempo di Covid: le iniziative della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro”. L’ultimo intervento di Stefania Bagella del Muniss presenterà “Modi e mode nella comunicazione della Sardegna nuragica”.

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ARCHEOLOGIA | Il meccanismo di Antikhytera: il più antico calcolatore meccanico.

Agli inizi del ‘900, vicino all’isola di Cerigotto (Anticitera, una piccola isola greca situata a sud del Peloponneso, a nord-ovest dell’isola di Creta) fu localizzato il relitto di un’antica nave romana. All’interno di essa, negli anni vennero alla luce diversi reperti; tra questi, il più noto è un congegno meccanico, conosciuto come il “Meccanismo di Antikythera”.
Il meccanismo è composto da 82 parti in rame corrose e danneggiate, tant’è che all’inizio non fu facile ricostruirne la struttura.
È così complesso che si ipotizzò che fosse stato costruito in tempi molto vicini a noi e che fosse casualmente finito sui fondali vicino a Creta; tutte le analisi, però, confermarono che l’oggetto era stato costruito intorno al primo secolo avanti Cristo.
Grazie a un’attenta analisi, con l’applicazione delle più moderne tecnologie, oggi, sappiamo bene come funzionava la macchina e com’era azionata.
Essa calcolava le eclissi, le fasi lunari e il moto dei pianeti (i cinque noti a quel tempo).

Dall’interpretazione di alcune incisioni sulla macchina stessa, inoltre, si è capito che indicava esattamente le date delle Olimpiadi e dei giochi panellenici associati.
Ancora più recentemente, si è riusciti a leggere i circa 3.500 caratteri presenti sulla macchina; essi somigliano a una guida filosofica del cielo.
Si è riusciti a capire il modo col quale venivano predette le eclissi nel I secolo a.C. e quali conoscenze si avevano dei movimenti planetari.

Un passo in avanti importante nella comprensione di ciò che era l’astronomia greca di quel periodo.