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NEWS | Artemisia Gentileschi e la forza di essere donna, il docufilm

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorrenza mondiale istituita dall’Assemblea Generale dell’ONU. Ed è proprio questa la data scelta per l’uscita del docufilm Artemisia Gentileschi, pittrice guerriera, prodotto da Delta Star e diretto da Jordan River. A vestire i panni di Artemisia è l’attrice Angela Curri, già nota per le sue interpretazioni in Braccialetti rossi 3, La mafia uccide solo d’estate 2 e Raffaello, il principe delle arti. Il film si avvale della collaborazione di tre storici dell’arte: Adriana Capriotti (Storica dell’Arte e direttrice della Galleria Spada, MiBACT), Alessandra Masu (Storica dell’Arte e collezionista) e Simon Gillespie (Conservatore e restauratore britannico).

Artemisia Gentileschi, pittrice guerriera – Locandina (Distribuita da Delta Star Pictures)
Artemisia Gentileschi

Artista di stampo caravaggesco, Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, 1653 circa) è stata la prima donna a essere ammessa a un’Accademia di Disegno, quella di Firenze. Il film parte proprio dall’ammissione in Accademia e ripercorre la vita dell’artista, considerata oggi un simbolo del femminismo mondiale e della lotta alla violenza sulle donne. La sua tenacia nella difesa della propria dignità professionale emerge con chiarezza dagli scambi epistolari con collezionisti e personalità di spicco dell’epoca, tra cui quella con Galileo Galilei, presente all’interno del film.

Tuttavia, Artemisia deve in parte la sua fama alla violenza subita dal collega pittore e amico del padre, Antonio Tassi. A seguito di un processo, terminato con la condanna di Tassi, Artemisia riuscì a riscattarsi dalla violenza e dallo scandalo come donna, in primis, e come artista grazie alla sua pittura che ancora oggi, a quattro secoli di distanza, è capace di colpire dritta al cuore e all’anima di chi la contempla.

Autoritratto come allegoria della Pittura (1638-1639)
L’intento del regista Jordan River

Ho voluto realizzare quest’opera per raccontare anche la dimensione interiore di un’artista, finanche, in questo caso, una donna, – spiega il regista. Nei documentari d’arte la dimensione spirituale è quasi assente. Penso che un pittore ‘maturo’, quando realizza dei capolavori, non si limiti a come dare colore e abbellire i salotti dei regnanti, ma esprima anche, e soprattutto, una visione interiore dell’esistenza umana. Nel realizzare questo documentario volutamente un po’ didascalico (proprio per fornire agli spettatori gli strumenti utili per ogni livello di conoscenza, rendendolo accessibile a tutti), volevo ripercorrere tutta la vita dell’artista, senza però ridurlo a un mero racconto biografico. Penso che la vita di Artemisia e le sue opere – conclude Jordan River – possano oggi farci immergere nella potenza dell’arte sul piano emozionale e comprendere ciò che vive nell’animo di un artista a tratti oppresso da quelle circostanze quotidiane che a volte la vita può riservare a un essere umano.

Medea (1620 ca.)
Distribuzione

La pellicola è stata già presentata ad alcuni festival internazionali, ricevendo diversi riconoscimenti (Migliore Documentario al XXIV Terra di Siena International Film Festival 2020; Premio Best Docudrama al Global Nonviolent Film Festival 2020, USA; Festival Internazionale Visioni dal Mondo – Panorama Italiano 2020; finalista al Los Angeles Cinematography Awards 2020, USA). È adesso in concorso per il David di Donatello 2021.

Sono i capolavori di Artemisia il filo conduttore del film, attraverso i quali viene ripercorsa la sua vita. Per la prima volta in un documentario Ultra HD in 4K, sarà possibile ammirare diversi dipinti conservati in importanti musei internazionali (dal Detroit Institute of Arts al Columbus Museum of Art negli USA, dal Palazzo Reale di Madrid al Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg di Berlino fino alla Galleria Spada di Roma) e collezioni private. Esempi sono l’Aurora (ca. 1627) e il Davide e Golia (1639): quest’ultimo è stato recentemente scoperto a Londra grazie allo studio di Simon Gillespie che, in un’esclusiva intervista per il documentario, spiega come sia stata la spada di David, dopo il restauro, a rivelare l’identità dell’autrice del dipinto.

L’uscita del film era prevista anche nelle sale ma la chiusura dei cinema, a causa della pandemia, ha costretto a rivisitare la sua distribuzione che avverrà sulle piattaforme Chili e Amazon Prime Video.

Annunciazione (Dettaglio, 1630)