«“The Phair”– un neologismo che è un manifesto, sintesi di Photography e Fair– è un appuntamento annuale dedicato alla fotografia, all’immagine come evento concettuale prima che tecnico e descrittivo del reale». Così l’organizzazione presenta un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati d’arte contemporanea e fotografia.
Inizialmente in programma per la fine di maggio, sembra, invece, che la fiera si terrà dal 18 al 20 giugno 2021. Un rinvio che prevede la fruizione di un evento per come è sempre stato, in presenza. «È un segnale importante per l’Italia, un punto di ripartenza per un settore che ha molto sofferto», commenta Roberto Casiraghi, ideatore della fiera insieme a Paola Rampini.
Un’italianità che incontra il mondo
La manifestazione avrà luogo all’interno del Padiglione 3 di Pier Luigi Nervi, a Torino Esposizioni, nel Parco del Valentino. Uno spazio di quattromila metri ospiterà, così, 50 importanti gallerie d’arte contemporanea italiane che lavorano in Italia o all’estero. Sarà, dunque, un inno all’italianità che incontra il mondo. Si tratta di un evento dedicato non solo ai fotografi in senso stretto, ma soprattutto agli artisti che usano la fotografia per esprimere la propria arte. Infatti, The Phair si rivolge ad alcune gallerie d’arte contemporanea che presentano dei progetti artistici legati al tema dell’immagine e opere create con materiale fotografico o video. Ci sarà la partecipazione anche di molti collezionisti piemontesi. Con il programma Collector on air, si racconteranno in brevi interviste, aneddoti e curiosità.
The Phair, inoltre, ha una sezione fotografica visitabile online, Torino Photo Tales, una raccolta virtuale di immagini presentate dalle gallerie che partecipano a questo progetto. Si tratta di una raccolta collettiva di immagini, un’inedita finestra sul panorama artistico nazionale e internazionale della fotografia. Su questa scia, in occasione della fiera è prevista una settimana dedicata alla fotografia, Torino PhTo Days.
Con la riapertura in zona gialla ritornano le iniziative artistiche e culturali della Campania. A Napoli, infatti, sono in programma due mostre d’arte di alto livello: Klimt e Frida Kahlo sotto i riflettori!
Un tuffo nell’oro di Klimt
Oggi, 3 maggio 2021, presso la Casina Pompeiana della Villa Comunale, riparte la mostra Gustav Klimt, arte visuale e immagini. Si tratta di un’esperienza virtuale, un nuovo modo di fruire l’arte che ha sempre più riscontri positivi da parte del pubblico. Non è una mostra con dipinti dal vivo, ma un’esperienza immersiva ad altissima definizione tra gli ori più famosi della storia dell’arte. Il bacio, Giuditta I, Adele Bloch-Bauer, L’Albero della Vita, Danae, Le Tre Età della Donna sono solo alcuni dei titoli in cui il visitatore può immergersi per godere appieno della luminosità e della sensualità delle opere dell’artista austriaco.
Una delle caratteristiche principali della mostra virtuale è l’impiego di uno strumento di ultima generazione: l’Oculus Quest, un visore VR. Il dispositivo permette di utilizzare le mani per dare comandi e garantisce, dunque, una full-immersion nella realtà virtuale dell’artista.
È possibile prenotare la visita a questo numero. Per l’acquisto dei biglietti invece si può procedere tramite questoo questo link.
Un’inedita Frida Kahlo
Sempre quest’oggi, 3 maggio 2021, oltre alla mostra di Klimt, viene inaugurata, sempre a Napoli, una mostra dedicata alla pittrice messicana. In programma fino al 29 agosto 2021, Ojos que no ven, corazón que no siente («occhio non vede, cuore non duole») è una mostra prodotta da Next Exhibition e curata da Alejandra Lopez. Si tratta di un’esposizione in parte inedita al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN) di una selezione di fotografie e lettere che rimandano a momenti, noti e inediti, della vita di Frida Kahlo. La mostra ha lo scopo di raccontare della forza e della capacità di reagire agli eventi negativi che Frida ha mostrato di fronte alla sofferenza fisica.
Il visitatore può addentrarsi nel mondo dell’artista attraverso lettere, fotografie e ricostruzioni degli ambienti domestici in cui ha vissuto. A completare l’esposizione c’è una sala immersiva multimediale, realizzata con il sistema Remix 4.0. brevettato da E-Zone per un viaggio emozionale nel mondo di un’artista che ha lasciato il segno, dipingendo «l’espressione onesta» di sé stessa.
Torino si trasforma in un museo a cielo aperto con la realizzazione di 18 opere di arte urbana ispirate all’Agenda 2030 dell’Onu.
“TOward 2030, what are you doing?” è un progetto che coniuga street art e sostenibilità. Torino diventa portavoce degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Città di Torino, Lavazza e ASviS (Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile). Sono stati coinvolti 18 artisti internazionali che hanno realizzato, a partire dal 2018, altrettante opere in diversi luoghi della città. Le opere corrispondono ai 17Sustainable Development Goals, più uno pensato da Lavazza (il Goal zero). Ogni opera ha lo scopo di rappresentare e divulgare i punti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Le opere e il loro messaggio
Difesa dell’ambiente, fonti energetiche sostenibili, lotta a fame e povertà, istruzione, consumo responsabile, salute e benessere per ogni persona. Sono questi alcuni dei goals dell’Agenda 2030 che hanno ispirato gli artisti provenienti da varie parti del mondo.
I muri di Torino sono diventate tele di una galleria urbana. Le opere sono rivolte soprattutto ai più giovani, ma non solo. Pensate per coinvolgere il pubblico e i cittadini a riflettere e agire in maniera concreta.
La domanda provocatoria del progetto “What are you doing?”(“Cosa stai facendo?”) vuole essere un invito, espresso attraverso l’arte, a ricordare che la cura e la salvaguardia del pianeta dipendono da ognuno di noi. Il progetto ha trasformato Torino in una delle città con più opere di arte urbana al mondo. Progetto documentato e raccontato nel volume “TOward 2030. L’arte urbana per lo sviluppo sostenibile”, edito da Feltrinelli e illustrato dagli scatti della fotografastatunitense Martha Cooper.
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione della studentessa Giorgia Castiglione che ci introduce nella travolgente storia dell’arte contemporanea.
Siamo appena entrati nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e come prima opera vediamo esposta una balla di fieno, “Ah, ma lo potevo fare anch’io!”, dovete sapere però che l’arte dei nostri giorni non può essere fatta da chiunque.
Il punto dell’argomentazione è far capire l’utilità dell’arte contemporanea e perché considerarla tale.
Ritorniamo un po’ indietro: siamo nel 1400-1500, in pieno Rinascimento, e stiamo ammirando Leonardo Da Vinci che dipinge la Gioconda o Raffaello che affresca una delle Stanze Vaticane con la Scuola di Atene o, ancora, Michelangelo che poco più che ventenne realizza la Pietà. Capolavori che hanno segnato la Storia dell’Arte realizzati da veri e propri maestri con una tecnica che ai loro tempi non si era mai vista. Ai loro tempi, sì perché prima di loro, prima del Rinascimento, prima della prospettiva di Brunelleschi, della quarta dimensione di Leonardo, dei colori vividi di Raffaello, della plasticità di Michelangelo non c’erano altro che figure bidimensionali, senza prospettiva, senza colori, senza plasticità. Loro hanno stravolto tutte le certezze, le hanno fatte cadere: hanno fatto la rivoluzione.
I loro insegnamenti sono stati presi d’esempio e nei secoli successivi sono nate scuole d’arte che insegnavano questo modo di dipingere e scolpire, alla maniera del Rinascimento, classica.
Spostiamoci ora al 15 aprile del 1874 a Parigi, saltiamo Barocco e Neoclassicismo per vedere, nello studio del fotografo Felix Nadar, la prima mostra impressionista; questo dopo che Napoleone III inaugurò il Salon des Refusésnel 1863 dove vi erano esposte tutte le opere escluse dal Salon ufficiale, quindi anche quelle impressioniste. Gli impressionisti erano dei reietti, disprezzati destavano scandalo con il loro nuovo modo di dipingere. Eppure, se si chiede ad una persona qualsiasi quale sia il suo movimento artistico preferito, risponderà con fierezza: “L’Impressionismo!”.
L’Impressionismo è una corrente artistica amata da tutti oggi, ma che quando nacque provocò scandalo e fu rifiutata da tutti. Talmente amato oggi, che è come se la mente della gente comune si fermasse a questo movimento o a Van Gogh, un post-impressionista. Ecco, Van Gogh, l’artista preferito di chiunque che è quasi diventato una moda amarlo e postare sui social i suoi dipinti con frase annessa cercata un minuto prima su www.frasicelebridiartisti.com. Ma non andiamo fuori tema, perché il punto è che anche un artista amatissimo come Van Gogh era un reietto che non riusciva a vendere i suoi quadri, tant’è vero che erano comprati solo da suo fratello Teo.
Van Gogh esprimeva i suoi sentimenti nei dipinti, allora perché le tele tagliate e bucate di Lucio Fontana non vengono apprezzate? Lucio Fontana intendeva esprimere un concetto ben preciso e cito proprio le sue parole: “Il buco, il famigerato buco, non è il buco della tela, è la prima dimensione di vuoto. La libertà data agli artisti, agli uomini di creare l’arte con qualsiasi cosa. L’arte è pura filosofia”. Con i suoi tagli e buchi voleva portare lo sguardo dello spettatore oltre e dentro il quadro, restituendogli una certa vitalità.
Fino ad adesso, però, abbiamo parlato solo di tecniche pittoriche e si potrebbe andare avanti per ore parlando di tutte le innovazioni portate fino ad oggi, dal Cubismo all’Espressionismo astratto (quest’ultimo neanche apprezzato, per giunta). Ma se vi dicessi Marcel Duchamp? Con la sua arte intendeva provocare e il Dadaismo in generale è stato un movimento di rivoluzione, di ribellione; ci sentiamo presi in giro da un tizio che ad una mostra presenta con lo pseudonimo “R. Mutt” un orinatoio e probabilmente il pensiero che l’artista ha voluto esprimere, almeno secondo il filosofo Stephen Hicks, è quello secondo il quale “l’arte è qualcosa su cui puoi pisciare”. Una provocazione a tutte le scuole d’arte e agli artisti stessi. Jerry Saltz scrisse su The Village Voice nel 2006:
«Duchamp asserì duramente che voleva “de-deificare” la figura dell’artista. I ready-made fornirono una strada alternativa a quelli che erano inflessibili aut aut di proposizioni estetiche. Esse rappresentano un cambiamento copernicano nell’arte. Fontana è un così definibile “Acheropoietoi”,cioè un’immagine non modellata dall’artista. Fontana ci porta in contatto con un originale che rimane sì un originale, ma esiste in uno stato filosofico e metafisico alterato. È una manifestazione del sublime kantiano: un’opera d’arte che trascende una forma ma che è anche intellegibile, un oggetto che abbatte un’idea permettendole di nascere più forte».
Come vedete, ogni cosa ha un significato e non è da tutti pensare una cosa del genere e mostrarla facendola diventare un’opera d’arte. L’arte contemporanea si caratterizza per le idee che si hanno e non per la tecnica, sarebbe noioso vedere sempre gli stessi dipinti. Essere un vero artista oggi significa pensare a cose banali, su cui nessuno normalmente si focalizza e mostrarle agli altri facendo vedere il proprio punto di vista; essere un vero artista significa prendere i problemi della società del nostro tempo ed esplicarli in arte.
Sia una balla di fieno, sia un orinatoio, sia un quadro completamente bianco, sia un barattolo di feci con scritto “Merda d’artista” sono da considerarsi arte anche solo per il fatto che ci facciano riflettere sull’oggi, sul presente. Definire un’opera arte solamente per la sua complessità tecnica non ha senso oggigiorno, non basta.
Sì, anche noi avremmo potuto esporre una balla di fieno in un museo, così come avremmo potuto esporre un orinatoio, ma per qualche ragione non l’abbiamo fatto e gli artisti contemporanei ce lo ricordano mostrando la loro arte. A noi non resta altro che ammirare.
Con una disposizione circolare che richiama Stonehenge, dodici sculture monumentali sono state collocate nella piazza del Duomo di San Martino a Pietrasanta (LU). In piazza, a fianco delle loro opere, ci saranno gli artisti che le hanno realizzate. Al centro c’è una seduta per consentire allo spettatore di rispettare la distanza sociale tra se stesso e le opere.
Pietrasanta è una cittadina toscana in provincia di Lucca, nota per la lavorazione artistica del marmo e del bronzo. Parte, senza pubblico, venerdì 19 marzo l’iniziativa artistica che ha come titolo Piazza in Attesa e sarà disponibile fino al 23 maggio 2021. Si tratta di una collettiva promossa quindi dal Comune di Pietrasanta (LU) e dalla NAG Art Gallery. Il titolo vuole richiamare la condizione di desolazione e insicurezza che ha colpito i luoghi di raduno e anche l’animo umano al tempo del Covid.
Il sindaco di Pietrasanta (LU), Alberto Stefano Giovannetti, annunciando l’iniziativa dice: “riporteremo la scultura in Piazza Duomo anche se nessuno potrà visitarla. Pietrasanta continuerà ad essere un faro di speranza, vivacità creativa e bellezza in questi tempi difficili. Promuoveremo la mostra attraverso i media, le televisioni ed i social esattamente come stiamo facendo per le altre mostre attualmente chiuse per DPCM, ma aperte al pubblico in remoto”. A distanza di sei mesi dall’ultima mostra di Piazza Duomo, Truly di Fabio Viale, il progetto del curatore Vincenzo Nobile riporta l’arte tra le restrizioni della pandemia.
L’arte arriva dunque con i suoi messaggi potenti nel ventre della capitale internazionale della scultura attraverso le dodici figurazioni scultoree in marmo, bronzo ed altre tecniche miste. Altrettanti artisti gravitano intorno alla realtà produttiva di Pietrasanta (LU) da moltissimi anni, come Daphnè Du Barry, Tony Nicotra, Enrico Savelli, R. Bonetti, Boutros Romhein, Katarina Victor-Thomas, Misja K. Rasmussen, Alba Gonzales, Algarco, Alessandra Politi Pagnoni, Tano Pisano, Lorenzo D’Andrea.
“La Piazza, luogo da sempre al servizio dello scambio di merci, di relazioni, di attività produttive e creative, – spiega il curatore – appare oggi, dunque, in attesa di un evento che possa rasserenare gli animi e che faccia sperare in un nuovo equilibrio sociale. Speriamo che il sostegno del Comune di Pietrasanta per questa nostra iniziativa possa essere di buon auspicio per il ripristino delle attività individuali e collettive del mondo intero”.
Le sculture quindi resteranno esposte in Piazza Duomo fino al 23 maggio per lasciare poi il posto, a partire dal 19 giugno, alla mostra di Giuseppe Veneziano The Blue Banana che coinvolgerà, oltre al centro storico, il Pontile di Tonfano fino alla metà di settembre. La mostra Italian Newbrown sarà visitabile invece nella Chiesa, nella Sala dei Putti e nella Sala Capitolo: saranno esposti oltre sessanta lavori. Si tratta di opere su tela, carta e tavola e video installazioni, numerosi dei quali inediti. Gli artisti coinvolti saranno: Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Paolo De Biasi, Fulvia Mendini, Laurina Paperina, Giuliano Sale e Giuseppe Veneziano.
Lo street artist francese JR stupisce con una nuova installazione sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze. L’artista porta all’attenzione del pubblico la situazione dei luoghi di cultura durante la pandemia. L’opera, intitolata “La Ferita”, rappresenta un enorme squarcio sulla facciata del Palazzo.
Costruita come un gioco illusionistico, l’installazione permette di vedere all’interno del palazzo, permette di accedere con lo sguardo alle sue stanze e ai suoi tesori temporaneamente inaccessibili. Si possono scorgere il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva con i quadri della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli, e una biblioteca. JR ha realizzato questa enorme installazione servendosi di una tecnica da egli stesso ampiamente utilizzata: un collage fotografico in bianco e nero, alto 28 metri e largo 33.
Significato dell’opera di JR
La colossale opera dell’artista francese, famoso per i suoi progetti dall’impatto invasivo e di protesta, vuole portare l’attenzione su un tema estremamente attuale e spesso complesso: la cultura ai tempi del Covid-19.
L’inaccessibilità ai luoghi di cultura, la chiusura di musei, ma anche di teatri e cinema lascia spazio alla nostalgia, al ricordo dei luoghi, e all’immaginazione degli stessi. È per questo motivo che “La Ferita”, apre la visione su un interno in parte reale, in parte solo immaginato. Immaginato proprio perché oramai inaccessibile.
Dice l’artista: “E’ un piacere essere qui. Questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente. Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro”.
Come numerosi luoghi di Cultura italiani in zona gialla, finalmente anche il Museo Archeologico Herdonia-“HerMa” di Ordona (FG) ha riaperto il primo marzo. Una riapertura presentata come simbolo di contrasto alla lunga chiusura dei musei causa pandemia.
Gli eventi per la nuova stagione sono molti. All’interno del Museo, infatti, sarà presente la mostra di Salvatore Lovaglio, pittore e scultore. In occasione di questa verranno esposte sette incisioni inedite dell’artista, da anni impegnato nell’organizzazione di attività laboratoriali. Inoltre, un’intera area dell’HerMa sarà dedicata alla comunicazione tra Archeologia ed Arte contemporanea, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia.
“Nei prossimi mesi, salvo restrizioni Covid, il Museo sarà teatro di numerosi eventi ispirati alla Storia e all’Archeologia. Molto spesso ci si sofferma su quello che non si ha, invece di pensare alle tante cose che si hanno. Ordona può vantare un sacco di aspetti positivi su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione. Abbiamo un Museo meraviglioso, con tanti reperti importanti, che ospiterà degli allestimenti temporanei per arricchire la sua offerta. Sarà un museo in movimento, nella speranza che anche le persone possano tornare a spostarsi liberamente”. Commenta così il sindaco La Torre di Ordona.
I “Tranquilli Venerdì di Cultura” del Mira
L’HerMa sarà uno dei protagonisti del programma dell’APS “Mira”, per la valorizzazione delle zone e dei musei di interesse culturale ed archeologico del territorio. L’evento prevede di instaurare un rapporto tra i comuni di Ordona, Castelluccio Valmaggiore e Pietramontecorvino (FG). Il nome del programma non è casuale, infatti quel “Tranquilli” mira a rappresentare la sicurezza dei luoghi di Cultura, chiusi per fin troppo tempo. Musei come l’HerMa saranno le sedi principali dei Venerdì culturali (5, 12, 19, 26 marzo 2021).
La Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del MiBACT ha aperto un bando da 10mila euro. Terreno di contesa è la creazione di un logo per il progetto Luoghi del Contemporaneo.
Luoghi del Contemporaneo
Si tratta di un progetto iniziato nel 2018, mirato alla mappatura e alla promozione dei luoghi dell’arte contemporanea in Italia. Il sito, sempre in evoluzione, permette la ricerca dei luoghi d’interesse attraverso filtri personalizzabili. Infatti, oltre alla ricerca su base geografica, è anche disponibile la ricerca tipologica; così è possibile organizzare la ricerca per categorie quali Arte negli spazi pubblici, Associazioni, Collezioni, Fondazioni, Musei, Parchi e Giardini e tante altre.
Il bando
Il bando si rivolge a chiunque, fra i 18 e i 40 anni (per sostenere la creatività delle giovani generazioni), voglia cimentarsi nella creazione di un logo per il progetto. Il premio di 10.000 euro sarà infine assegnato al progetto migliore, che dovrà esprimere i valori della creatività contemporanea. Inoltre, come si legge nel comunicato, “il logo costituirà un elemento identificativo della rete dei Luoghi del contemporaneo utilizzabile in tutte le forme e di comunicazione e di valorizzazione. […] dovrà essere inedito, distintivo e originale; dovrà essere versatile e applicabile, mantenendo la sua riconoscibilità su formati e materiali informativi diversi, su qualsiasi soluzione editoriale e promozionale sia cartacea sia digitale”.
La domanda di partecipazione al concorso dovrà essere inoltrata via mail (premio.logo-luoghicontemporaneo@beniculturali.it) entro le ore 12:00 del 9 febbraio 2021.
A Morciano di Romagna, terra natale dei genitori di Boccioni, viene realizzato il primo museo temporaneo dedicato a Umberto Boccioni. Il T MUB (Temporary Museum Umberto Boccioni) era nato lo scorso 19 ottobre, in occasione del 138° anniversario della nascita dell’artista, ma è stato presentato ufficialmente sulla pagina Facebook della FondazioneBoccioni sabato 19 dicembre 2020 alle ore 11. Sulla pagina Facebook è possibile vedere i video delle dirette dell’inaugurazione.
Il progetto è stato ideato e realizzato da Giuliano Cardellini, che da tempo propone la realizzazione di un museo dedicato a Boccioni nel luogo di nascita dei genitori. Il T MUB si trova al momento in una sede temporanea in attesa della sede definitiva nella casa natale dei genitori dell’artista, per ora inagibile. Membri fondatori sono Giuliano Cardellini (Presidente e Direttore del T MUB), Alberto Dambruso (Vice Presidente) e Zuzanna Adamus.
Il museo ha la direzione artistica di Beatrice Buscaroli e si finanzia con contributi pubblici e privati, adesioni alla Fondazione e donazioni.
Il proposito è quello di riunire la documentazione relativa agli anni morcianesi e alla famiglia di Boccioni. Inoltre, si spera di acquistare opere originali o riceverle in comodato d’uso, promuovendo iniziative culturali che coinvolgano studiosi e artisti contemporanei.
Il progetto della Fondazione
La Fondazione(il cui sito sarà presto disponibile) non realizza solo un sogno di Cardellini, ma anche di Filippo Tommaso Marinetti e del gruppo futurista di cui Boccioni è stato importantissimo esponente. Dagli anni ’30, i futuristi avevano espresso il desiderio, mai realizzato, di creare una raccolta museale dedicata a Boccioni.
È per me un’immensa felicità aver contribuito a dare una casa e far meglio conoscere questo incredibile artista, al quale mi sento profondamente legato, non solo perché è morcianese, ma anche e soprattutto perché è grande fonte d’ispirazione artistica, ha commentato Cardellini.
Le sue ricerche sul rapporto tra oggetti e spazialità e, soprattutto, sull’idea della rappresentazione visiva e pittorica del movimento, l’hanno reso uno dei maggiori artisti dell’arte contemporanea, con opere esposte in tutto il mondo.
La nascita di un luogo dedicato al più vicino degli artisti che seguirono Marinetti all’inizio del movimento ci sembra un omaggio dovuto, che il tempo passato può soltanto innalzare a modello per altre iniziative. – ha aggiunto Beatrice Buscaroli – Lo scopo sarà raccogliere tutti i possibili documenti relativi a Boccioni, costituire una biblioteca e una fototeca e radunare intorno a noi altri appassionati di questo artista, la cui vita e opera sono un summa del Futurismo e del suo slancio verso un futuro che riserverà molte sorprese.
L’evento viene celebrato con la produzione di 10 opere in edizione limitata commissionate ad altrettanti artisti, italiani e internazionali, i cui lavori hanno segnato la storia del Museo. Le prime tre opere sono di Alfredo Jaar, Remo Salvadori e Nico Vascellari, gli artisti scelti per avviare questa iniziativa. Le opere sono concepite in connessione con i lavori dei rispettivi artisti già esposti o acquisiti nelle collezioni del MAXXI negli anni passati.
L’iniziativa nasce da un’idea di Treccani Arte, progetto interamente dedicato al movimento contemporaneo dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani ed è curata dal MAXXI Arte.
Le opere
Alfredo Jaar si ricollega all’opera Infinite Cell del 2004, in cui affrontava il tema della reclusione. La nuova opera, dal titolo Antonio Gramsci è vivo, parte dalla pagina storica di Giustizia e Libertà del 30 aprile 1937, in cui veniva annunciata la tragica scomparsa di Antonio Gramsci. Alfredo Jaar ripropone così la sua ricerca sull’isolamento dell’individuo contemporaneo costretto a escogitare vie di fuga mentali, attraverso l’esercizio del pensiero. L’opera è prodotta in 35 esemplari + 6 PDA (Prova d’Artista).
Dall’opera Alfabeto(2019), esposta in occasione della mostra Della materia spirituale dell’arte, Remo Salvadori sceglie una forma e un materiale: il quadrato, simbolo della terra e metafora della geometria celeste, e il rame, metallo fondamentale per la trasformazione del piombo in oro nel percorso alchemico. L’opera, dal titolo Nel momento, è prodotta in 25 esemplari + 6 PDA.
Nico Vascellari si rilega poi all’opera Revenge (2007), vincitrice del Premio giovane arte in occasione della 52° Biennale di Venezia, poi riallestita al museo MAXXI nel 2018. L’artista, a seguito del riadattamento spaziale nei nuovi ambienti, che lo aveva costretto a modificare la scultura, recupera le lastre di legno di abete avanzate per creare una nuova opera, Revenge (Under The Sign Of). Il legno è la parte integrante della grande installazione scultorea, intagliato a mano e in seguito bruciato dall’artista. È un’opera prodotta in soli 12 esemplari + 3 PDA.
La collaborazione tra MAXXI e TreccaniArte
In occasione del decennale, il museo ha sviluppato diversi progetti per celebrare questo importante momento della sua storia, dedicati al racconto delle mostre e delle attività già realizzate ma anche alla riflessione condivisa sul futuro, spiega Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte. Abbiamo anche avviato con l’Istituto Treccani, – continua il Direttore – che per vocazione storica ha molti obiettivi in comune con il MAXXI, un progetto di collaborazione e valorizzazione della pratica di artisti che fanno parte delle nostre collezioni e che abbiamo coinvolto nella realizzazione di multipli d’artista a tiratura limitata.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.