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NEWS | La Notte degli Archivi dell’UNICT sarà in diretta streaming

Questa sera, venerdì 4 giugno, alle 20 il dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania presenterà alla città gli Archivi del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini, con una diretta streaming sul canale YouTube di Zammù Tv. L’iniziativa, promossa in collaborazione con Officine culturali, in occasione della sesta edizione della Notte degli Archivi, s’intitola “Un progetto per Catania – L’archivio, l’Università e Giancarlo De Carlo” e sarà condotta da Claudia Cantale, ricercatrice al DISUM e responsabile della comunicazione dell’Archivio del Museo della Fabbrica.

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Giancarlo De Carlo
L’iniziativa

L’Ateneo e il Museo della Fabbrica, di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Federica Santagati, offriranno a tutta la cittadinanza e alla comunità accademica l’opportunità di conoscere, attraverso le carte d’archivio, il progetto di Giancarlo De Carlo, l’ultimo architetto dei Benedettini che ha curato il recupero dell’ex complesso monastico e la sua ridestinazione a sede universitaria.

L’accesso agli scaffali dell’Archivio del Museo della Fabbrica permetterà di osservare da vicino disegni, gli schizzi, le lettere e i verbali di cantiere che raccontano la storia di una Università in evoluzione e di una sede che venne progettata per gli studenti e le studentesse. La visita si sposterà poi dalla carta fino allo spazio materiale: agli spettatori verranno mostrati i luoghi di incontro e relazione del Monastero, dove generazioni di allievi e studiosi, ricercatori e personale, hanno contribuito a un’attività che ancora oggi rimane intensa. Qui il virtual tour del Monastero dei Benedettini (CT).

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NEWS | Archeologi Cafici, inizia la catalogazione dell’archivio dei baroni siciliani

Archeologi, paleontologi e malacologi, i baroni di Vizzini (CT) Corrado e Ippolito Cafici lasciarono un archivio documentale molto vasto. Nei loro carteggi, rilegati con lacci in cuoio, si può leggere delle famiglie nobili della città e, documenti ancora da catalogare, attestano i legami della famiglia Cafici e dei due fratelli con la massoneria.

Corrado e Ippolito Cafici, figli di Vincenzo Cafici, deputato parlamentare del Regno d’Italia, furono proprietari terrieri e abili amministratori. Ai due fratelli si devono numerose scoperte e relative pubblicazioni scientifiche, in lingua italiana e tedesca. Si tratta di scoperte di un certo rilievo, che hanno permesso di delineare un quadro più completo della situazione etnica e culturale della Sicilia preistorica.

L’archivio

Sono cominciati così i lavori per la rinascita dell’archivio, concretizzati nel CESCA – Centro Studi Corrado e Ippolito Cafici, che si propone di censire, catalogare e digitalizzare l’archivio. A farne parte archeologi, studiosi, professionisti ed eredi della famiglia.

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L’obiettivo è la catalogazione del materiale dell’archivio, non ancora censito, che raccoglie documenti risalenti ad un arco cronologico compreso tra il XVIII e gli inizi del XX secolo. Ma l’archivio conta anche una corrispondenza di lettere e cartoline postali di Corrado ed Ippolito Cafici con i vari enti ed Accademie sia nazionali che europee su argomenti scientifici. Inoltre, sono presenti missive firmate da Paolo Orsi, che riguardano gli scavi ed i ritrovamenti archeologici effettuati nelle proprietà Cafici. E, ancora, un taccuino di Ippolito contiene una serie di appunti e disegni di reperti archeologici, forse da lui stesso rinvenuti e un’agenda con l’elencazione di molte conchiglie con annotazioni ancora da decifrare.

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NEWS | È in corso la digitalizzazione e la catalogazione dei reperti del Museo Archeologico di Taranto

Il Museo Archeologico di Taranto ha dato avvio alla creazione di un archivio digitale, nonché alla catalogazione e digitalizzazione di 40.000 reperti presenti nelle sale e nei depositi.

Tutto il patrimonio culturale in un click

L’archivio sarà completamente accessibile e fruibile in otto lingue diverse. I lavori sono diretti da Anna Maria Marras, responsabile del progetto. Il team è vario e composto da specialisti provenienti da vari settori: archeologi specializzati in ambito magno-greco, fotografi e informatici professionisti. 

La creazione di un archivio accessibile a tutti dal proprio portatile o da mobile avvicina il MArTA ai grandi musei internazionali e incentiva sempre di più la ricerca nel campo archeologico. Ogni reperto sarà visibile nell’archivio e sarà corredato di foto e di accurate descrizioni, al fine di dare più informazioni a chiunque voglia approfondire.

Costruire un museo digitale: il progetto MArTA 3.0

La Direttrice del Museo Archeologico di Taranto Eva Degl’Innocenti conferma la sua ambizione e il suo desiderio di eccellenza. Questa operazione di digitalizzazione e catalogazione si inserisce, infatti, nel più ampio e articolato progetto MArTA 3.0: è stato fatto un vero e proprio restyling del museo, basato su un’attenta strategia che punta tutto sul digitale. Nuovo logo, nuovo sito web, nuova area shop e nuova piattaforma digitale. Tratto distintivo del nuovo lettering è la M, che rievoca il tridente impugnato da Taras, simbolo di Taranto. Insomma, il MArTA pensa sempre in grande e solca nuove strade, cercando di rivoluzionare e migliorare la comunicazione e la fruizione. Si punta, quindi, non solo sulla partecipazione attiva e al pieno coinvolgimento del visitatore attraverso piattaforme digitali, ma anche all’inclusione. Alcuni esempi: contenuti accessibili in 8 lingue diverse, attività esperienziali, anche per disabili; il Fablab, laboratorio di artigianato digitale 3D, percorsi personalizzati in base al target (bambini, adulti, specialisti) e focus didattici su attività legate alla cultura, oreficeria e archeologia.