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Un milione di visite nell’ultimo anno: ArcheoMe ringrazia il suo pubblico con la nascita della tessera SUPPORTER

Amici della community, colleghi e appassionati, vi ringraziamo calorosamente per tutto il tempo trascorso sulla nostra pagina. Il nostro lavoro è cominciato, lentamente e con i mezzi a nostra disposizione, nel lontano 2018. Da allora abbiamo realizzato un giornale, una rivista e decine di eventi con scuole, università, ma anche conferenze, convegni, mostre, laboratori, percorsi turistici, progettazione e supporto alle istituzioni. Nonostante la pandemia da COVID-19, che ha fortemente compromesso il regolare svolgimento della vita di tutti i giorni, non ci siamo persi d’animo e abbiamo realizzato la nostra ambiziosa rivista di divulgazione, prima in digitale e poi in cartaceo. Ma il nostro lavoro principale è stato svolto sui social e attraverso il nostro sito di riferimento, nel quale siamo più che lieti (quasi sbigottiti) di annunciarvi che è stato superato il milione di visite!

Questo traguardo è stato raggiunto grazie a tutti voi, gentilissimi lettori che con grande curiosità accogliete il nostro lavoro, donandoci un’energia e un entusiasmo incredibili. E per ringraziarvi della vostra fedeltà, la Redazione ha pensato un modo per far partecipare e coinvolgere più persone possibili nel progetto ArcheoMe. Perchè? Vi starete chiedendo.

Perché ArcheoMe è un progetto di Archeologia Pubblica, dunque  è pensato proprio per far sinergia con il pubblico, coinvolgere addetti e non addetti ai lavori, trasmettendo informazioni e facendo rete, anche con le istituzioni. ArcheoMe non potrebbe esistere senza Voi e, proprio per questi motivi, ha creato la Tessera SUPPORTER.

tessera supporter
Le statistiche aggiornate del sito archeome.it: in alto a sinistra le visite totali dell’ultimo anno
Nasce la Tessera SUPPORTER – Come funziona e che cosa offre

La Tessera offre una scontistica del 10% su tutte le iniziative del nostro gruppo, dalla rivista ai percorsi turistici, passando per i prodotti dello shop che proprio adesso è in allestimento. Sono state previste, inoltre, partnership con aziende, alcune delle quali già in trattativa (vi aggiorneremo quanto prima). A breve sarà dunque possibile avere, grazie alla tessera, ulteriori scontistiche sui prodotti oggetto dell’accordo.

La tessera da il diritto alla pubblicazione sulla nostra rivista e alla creazione di un profilo personale WordPress sul nostro sito www.archeome.it, in modo da poter pubblicare, previa revisione del comitato di redazione/scientifico, i contributi che volete sottoporre all’attenzione del nostro pubblico.

Come sottoscrivere la tessera – Canoni e durata

Sottoscrivere la tessera è molto semplice: basta contattarci sulle nostre pagine di riferimento o all’indirizzo redazione@archeome.it e compilare il modulo che vi invieremo.

È previsto un modestissimo contributo di €20. La tessera avrà validità annuale e scadrà il 31/12 di ogni anno. Sarà rinnovata tacitamente per l’anno successivo ma, per recedere, basterà inoltrare una PEC all’indirizzo archeome@pec.it 30 giorni prima del rinnovo automatico (entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno).

Il retro della tessera SUPPORTER

Un piccolo contributo per far parte del nostro progetto e consertirci di affrontare le tante spese che il nostro lavoro ci impone.
Grazie a tutti gli amici che ci sosterranno, approfittando delle nostre offerte 🙏🏻❤️

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ATTUALITÀ | Cavillier e Magro raccontano il “Progetto Iside” ad ArcheoMe

ArcheoMe ha avuto il piacere di presentare un incontro molto partecipato avente per oggetto il Progetto Iside”. L’incontro è stato presentato e introdotto dal dott. Francesco Tirrito, direttore di ArcheoMe, con gli interventi del prof. Giacomo Cavillier, egittologo, e della dott.ssa Maria Teresa Magro, archeologa presso la Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania. Per chi se lo fosse perso, sarà possibile visionare l’incontro sulla pagina Facebook di ArcheoMe a questo link.

Cos’è il “Progetto Iside”?

Il dott. Tirrito introduce immediatamente l’argomento chiedendo al prof. Cavillier di presentare il Progetto. «Ringrazio ArcheoMe per questa diretta su un argomento che è nato lo scorso anno», dice il professore. E continua: «Il Progetto mira allo studio di quelli che sono i culti egizi in Sicilia. Lo stesso Progetto è stato avviato anche in Sardegna per avere un quadro di insieme di quello che poteva essere il concetto di approdo dei culti e di trasformazione locale. Sappiamo che il culto di Iside, soprattutto in epoca romana a partire dall’età Tolemaica, è uno dei pochi che avvia il suo percorso cultuale e culturale sulle principali sponde dell’Impero, spostandosi poi anche verso l’interno».

E conclude: «Il “Progetto Iside” nasce proprio così, per dare una profondità a quelli che sono i contatti tra Egitto e la Sicilia, soprattutto orientale. Abbiamo cominciato proprio da Catania, uno dei capisaldi della Regione, in collaborazione con la Soprintendenza, avviando uno studio dei reperti egizi che legano l’isola al mondo egiziano».

I vari volti di Iside

Il prof. Cavillier continua con un excursus sulla figura di Iside e sul concetto di immortalità e aldilà ad essa legato. Iside, st in egiziano, col il simbolo del trono (poiché legata alla regalità), è la dea madre, la dea moglie, maga e protettrice. È colei che guida e protegge Ra nel suo viaggio notturno, prima della rinascita. Iside è la divina sposa di Osiride, dio sovrano dell’oltretomba, e madre di Horus.

«Iside è una delle divinità più significative del pantheon egizio. È protettrice del focolare familiare, dea della fertilità e della navigazione, regina del cielo, della terra e dell’aldilà», aggiunge il professore.

Spesso rappresentata in qualità di Iside lactans, che allatta il piccolo Horus in un’iconografia che si ritroverà, secoli dopo, in quella cristiana della Madonna con bambino, sottolineando il suo carattere di “colei che porta vita” e il concetto di continuità dinastica. Iside, infatti, allatta Horus che rappresenta il nuovo re, seduta a fianco del marito Osiride, rappresentazione del re defunto.

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Uno screenshot dalla conferenza. Il geroglifico per Iside, st, e Iside lactans

Iside è la grande maga, colei per mezzo della quale avviene il miracolo della vita per due volte nella stessa vicenda. Osiride, smembrato dal fratello antagonista Seth, viene ricomposto da Iside e dalla sorella Nephtys. Osiride non torna però in vita nel mondo terreno, diviene sovrano del mondo dei defunti, un mondo altro in cui continua a vivere una vita dopo la vita. Il suo, più che una resurrezione, è un passaggio di stato. E Iside, con il corpo ricomposto del marito, concepisce nuova vita: Horus, che vendicherà il padre e riceverà la regalità sulla terra.

Iside è una divinità che avrà una grande rinomanza anche in epoche successive perché rappresenta il concetto di stabilità contro il caos e la rinascita. Difficilmente, parlando di Iside, si può scindere la sua figura dalla vicenda del suo divino paredro, Osiride, dio dell’oltretomba. Tutto nella vicenda di Iside e Osiride è teso alla continuità della vita, alla fertilità, alla fecondità della terra (come ricorda, ad esempio, il colore verde dell’incarnato del dio nelle raffigurazioni, un colore che richiama il germogliare di nuova vita). Tutto è teso all’immortalità: l’idea principale è che l’uomo non muoia, ma che, semplicemente, cambi condizione, continuando a vivere in un mondo altro.

Iside è la protettrice della navigazione, intesa come continuo viaggio dell’esistenza, non solo mero spostamento materiale.

Reperti egizi nel mondo greco-romano

E così come il suo culto, anche altri aspetti della ritualità egizia hanno continuato a vivere nel mondo greco-romano. Il “Progetto Iside” ha, tra gli altri anche questo fine, quello di capire la funzione dei reperti egizi rinvenuti sul suolo italico. Infatti Cavillier dice: «Legato a Iside c’è tutto il mondo funerario. Il Progetto si propone non tanto di studiare le antichità egizie presenti, ma di darne una funzione. Ad esempio, perché trovo uno scarabeo in un contesto funerario che può essere fenicio, che può essere punico o che può essere romano?»

Continua: «L’oggetto stesso, per quanto possa essere divenuto in determinate epoche un oggetto che può sembrare quasi a livello industriale (soprattutto a partire dal periodo fenicio in poi), sostanzialmente a cosa serve? Questa è la domanda che ci facciamo. Perché mai una società che è diversa da quella egizia deve adottare questi strumenti e questi oggetti di protezione? Del mondo egiziano, quello che si diffonde poi all’esterno, viene, di fatto, tesaurizzato. E il tesaurizzare tutto questo implica proprio la volontà di una società, come può essere quella romana, di incamerare dei culti che sono ritenuti effettivamente efficaci».

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Amuleti egizi (screenshot dalla diretta)
Il culto di Iside in epoca ellenistica e romana

Il culto di Iside, prima di approdare lungo le coste dell’Italia, si fermò in Grecia dove fu accolto e, com’è ovvio, anche riadattato. La figura di Iside nel mondo greco-romano viene concepita nei più disparati modi. Nel corso dei secoli si vede ampliata la sua sfera di competenza. Passa dall’essere, in Egitto, la dea protettrice del sovrano divinizzato (immagine terrestre del figlio Horus) e del sovrano defunto (identificato con Osiride) all’essere una dea universale che, oltrepassati i confini della terra del Nilo, acquisisce una nuova indipendenza.

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Uno screenshot dalla conferenza

«Ma cos’è che porta il culto?» – si chiede Cavillier – «È la navigazione, è l’approdo», è lo scambio di merci e culture.

Iside, come detto, assume caratteristiche dei luoghi in cui il suo culto viene accolto. Insieme a una particolare acconciatura greca, elementi peculiari della divinità in epoca ellenistica e romana sono il sistro, la situla aurea, l’ureo e il loto.

Simbologia isiaca nel mondo ellenistico e romano (screenshot dalla diretta)

«Il culto della dea in Egitto» – ci dice Cavillier – «prevedeva una serie di rituali giornalieri alcuni dei quali, probabilmente rielaborati, erano presenti nella penisola Italica e nelle Isole (Sardegna e Sicilia). Uno di questi è il Navigium Isidis (5 marzo), di cui Apuleio ne descrive i canti accompagnati con sistro e flauti e le preghiere recitate dal grammateus. Anubi e Osiride figurano quali figure mitiche e divine nel cerimoniale di rigenerazione». Il culto veniva celebrato in luoghi appositi quali serapeum iseum.

Il prof. Cavillier conclude il suo intervento con un focus sull’obelisco della Fontana dell’Elefante di Catania. Secondo Cavillier sarebbe, piuttosto, la colonna di un tempio isiaco in cui, sebbene appaiano stilizzati, sembrerebbero essere presenti divinità e simboli specifici connessi alla ritualità egizia.

A Catania Iside così come Demetra

A questo punto prende la parola la dott.ssa Maria Teresa Magro con un excursus sulla figura della dea madre, passando, nel corso dei millenni per un certo numero di divinità femminili. Vedendo una stretta connessione tra le divinità femminili e le dee madri di tutte le epoche, la dott.ssa parte dalle epoche più antiche, dalle prime epoche. «Una stretta connessione è stata ritrovata nelle figure di divinità: le prime “Veneri”, raffigurazioni delle donne come rappresentazione di fecondità, già dal Paleolitico. Si tratta di figure presenti in tutto il mondo Mediterraneo, di cui si può procedere ad un’identificazione a tappe. La cosa principale è che la figura della donna è associata alla fecondità ed alla fertilità».

Un momento della conferenza

Nel mondo ellenistico e romano si assiste ad un’unione stretta tra Iside e le divinità locali. Iside è assimilata a molte divinità femminili che abbiano caratteristiche simili, legate al mondo della fecondità e della rinascita, principalmente. Sarà il caso di Demetra-Proserpina in Sicilia e Sardegna, con particolare attenzione alla vicenda di Demetra e Kore di cui ci sono tracce anche nella stessa Catania, in cui esisteva un tempio dedicato proprio a Demetra, oggi non ancora individuato, ma descritto da Cicerone.

Rilievo con Demetra e Kore rinvenuto in via Crociferi a Catania

Alla fine dell’800, proprio a Catania fu scavato nuovamente (già noto da almeno due secoli) un edificio templare. Una rilettura successiva, ci fa sapere la dott.ssa Magro, ha individuato nel tempio un luogo sacro a Iside. E proprio su questo edificio, tra le altre cose, si pensa di concentrare lo studio futuro in relazione alla presenza isiaca a Catania. «Noi pensiamo che questo lavoro» – dice la Magro – «non sia solo un confronto, che può essere sicuramente interessante, ma utile per un riscontro anche in relazione ad alcune festività che potrebbero avere radici più antiche di quanto si pensi, come per la festa di Sant’Agata». 

L’incontro si conclude con una serie di domande da parte dei partecipanti e con l’augurio che gli studiosi si fanno di poter portare avanti questo Progetto straordinario, che oltrepassa i confini spaziali e temporali, incentrato sulla connessione tra l’Egitto e la Sicilia.

Un momento della diretta
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NEWS | Cavillier e Magro con ArcheoMe per il progetto “Iside”: domani la conferenza

Domani ci sarà un’altra conferenza sugli Aegyptiaca, i culti egizi e il progetto Iside afferente alla Sicilia orientale, con particolare riferimento a Catania e al suo territorio. Il professor Giacomo Cavillier, direttore del Centro di Egittologia e Civiltà Copta “J. F. Champollion”, annuncia un nuovo incontro online con focus su uno degli argomenti che, negli ultimi tempi, ha attirato l’attenzione di molti studiosi: la presenza dei culti isiaci e, soprattutto, della figura di Iside in Italia meridionale.

Già da tempo è in attivo un progetto di ricerca dedicato al culto di Iside in Sicilia orientale proprio in collaborazione con l’egittologo Cavillier, tra l’altro anche docente all’Università del Cairo.

Si tratta di un’iniziativa condivisa da importanti istituzioni culturali del territorio delle province di Catania e Messina, che si propone ricostruire e valorizzare i rapporti tra la Sicilia orientale e l’Egitto faraonico. Il progetto pone l’accento sulle testimonianze dei culti, sui commerci e sulle tradizioni locali, mediante l’analisi delle antichità egizie ed egittizzanti presenti; il tutto arricchito dall’apporto dei resoconti di viaggio in Egitto e in Nubia da parte di letterati, scienziati e collezionisti siciliani nell’800 e ’900.

cavillier

Il progetto ha come scopo quello di tentare di risalire all’origine e alla permanenza dei culti egizi in Sicilia e, al contempo, l’eventuale presenza in Egitto di tradizioni e costumi siciliani.

Protagonisti dell’incontro saranno, dunque, l’egittologo Cavillier e la dott.ssa Maria Teresa Magro, funzionaria archeologa della Soprintendenza di Catania. Il dott. Francesco Tirrito, archeologo e direttore di ArcheoMe, introdurrà la conferenza. ArcheoMe ha voluto infatti intervistare il professor Cavillier e la dott.ssa Magro in merito al progetto Iside: l’incontro dell’8 giugno alle 18 sarà in diretta sulla pagina Facebook della testata

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TROWEL CONTEST | Tutti i premi in palio e le categorie in gara

Il “Trowel Contest 2021“, organizzato e annunciato da Sterro Today e Let’s Dig Again è arrivato alla sua seconda edizione e prevede numerosi premi in palio per i primi tre classificati e per alcune categorie di video in gara.

Tra i vari premi non poteva mancare la rivista offerta da ArcheoMe (clicca qui per acquistarla), tra gli sponsor del Contest. I numerosi premi sono stati offerti da: ArcheoMe; Aevus; ArcheoStyle; JMX Comics; Archeomelart

I premi in palio per i primi tre classificati

Premi primo classificato:

  • Un set di trowel e un Trowel Margin offerti da AEVUS;
  • Una T-shirt dell’evento disegnata e offerta da ARCHEOSTYLE;
  • La rivista archeologica offerta da ARCHEOME;
  • Il fumetto archeologico “Jack&Matrix: archeologi” offerto da JMX COMICS.

Premi secondo classificato:

  • Un raschietto giapponese offerto da AEVUS;
  • La rivista archeologica offerta da ARCHEOME;
  • Il fumetto archeologico “Jack&Matrix: archeologi” offerto da JMX COMICS.

Premi terzo classificato:

  • Un minikit da archeologo e una trowel economica offerti da AEVUS;
  • La rivista archeologica offerta da ARCHEOME;
  • Il fumetto archeologico “Jack&Matrix: archeologi” offerto da JMX COMICS.
I premi in palio per le categorie in gara votate dalla giuria

Premi per la categoria “miglior video”:

  • Un archeo-gioiello artigianale realizzato e offerto da ARCHEOMELART;
  • La rivista archeologica offerta da ARCHEOME;
  • Il fumetto archeologico “Jack&Matrix: archeologi” offerto da JMX COMICS.

Premi per la categoria “estro creativo”:

  • Un gadget offerto da LET’S DIG AGAIN;
  • La rivista archeologica offerta da ARCHEOME;
  • Il fumetto archeologico “Jack&Matrix: archeologi” offerto da JMX COMICS
Gli sponsor dell’evento 
Trowel Contest
ArcheoMe

 

ArcheoStyle

 

Trowel Contest
Aevus

 

Trowel Contest
Archeomelart

 

JMC Comics

Per altri dettagli consigliamo la lettura del regolamento. Vi invitiamo a partecipare in tantissimi. Tenetevi pronti e scaldate le cazzuole!

 

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TROWEL CONTEST | Regolamento: tutte le informazioni per partecipare

Il “Trowel Contest” è un’occasione per divertirsi, da soli o in gruppo, e vincere bellissimi premi che anche la nostra redazione metterà in palio. Di seguito troverete tutte le informazioni necessarie per parteciparvi, non c’è tempo da perdere!

Come iscriversi

Per iscriversi basta cercare su Telegram il gruppo “Trowel Contest 2021“, unirsi al gruppo, presentarsi scrivendo l’account Instagram da associare e inviare attraverso messaggio privato all’amministratore il video della performance di lancio, che servirà a partecipare alla prima fase della gara. I video dovranno avere una durata massima di 30 sec.
Il gruppo Telegram verrà utilizzato esclusivamente per  le informazioni di servizio.
In aggiunta, la finestra per le iscrizioni, che precisiamo esser gratuita, resterà aperta per tutto il mese di maggio.

Come partecipare

La competizione avrà inizio nel mese di giugno e si svolgerà in modalità torneo.
Il 2 Giugno verrà pubblicato su Instagram il tabellone con le date e gli accoppiamenti degli scontri diretti tra i partecipanti con i video del lancio della trowel. Gli scontri si svolgeranno tra due sfidanti attraverso i video pubblicati nelle storie della pagina Instagram di Sterro Today. Passerà il turno chi otterrà più voti nel sondaggio. Ogni concorrente che passerà il turno, per competere nello scontro successivo, dovrà inviare attraverso Telegram un nuovo video del lancio del trowel. Questa procedura sarà valida fino allo scontro finale.
I concorrenti saranno taggati nelle storie.

Chi può partecipare

La partecipazione è aperta a tutti senza nessuna limitazione, basta aver più di 18 anni di età. Con un unico account Instagram è possibile mandare un video del lancio della trowel con più persone, partecipando in gruppo. Se non si è provvisti di trowel è possibile usare altri utensili, pur rimanendo in tema.

Chi vince

Vincerà il premio del “Trowel Contest 2021” chi avrà inviato un video lancio della trowel per ogni scontro diretto disputato e averli vinti tutti fino al duello finale.
La giuria, composta da tutti i partner dell’evento, assegnerà i Premi Speciali: Miglior Video, Creatività, Voti Ricevuti.

Trowel contest

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TROWEL CONTEST | Anche ArcheoMe tra gli organizzatori: tutti i dettagli

Al via il “Trowel Contest 2021” che consiste in una prova di lancio della cazzuola. Organizzato e annunciato da Sterro Today e Let’s Dig Again sui canali social, il Contest giunge ora alla sua seconda edizione. La redazione di ArcheoMe è molto felice di essere tra gli organizzatori dell’evento, nella categoria sponsor

Abbiamo in serbo tante novità e sorprese che verranno svelate nei prossimi giorni. Quindi, tenetevi pronti e scaldate le cazzuole!

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NEWS | La recensione della rivista ArcheoMe a cura di una nostra lettrice

Recensione a cura di Chiara Torrisi – @storiatralepagine.

Com’è fatta una rivista culturale? Diamo un’occhiata alla rivista di archeologia ArcheoMe.
Prima però, due parole su di loro: chi lavora dietro @archeo_me? Sono giovani professionisti dei beni culturali che si occupano di divulgazione attraverso il sito, la rivista e i social. Chi sceglie un percorso di studi come quello dei beni culturali affronta grosse difficoltà nel mondo del lavoro e sa di non poter aspettare che un’occupazione gli piova addosso dal cielo.
I ragazzi di ArcheoMe si sono dati da fare per costruirsi uno spazio in questo settore. Hanno portato le loro conoscenze nella comunicazione e sono approdati nel digitale con sito e rivista, a cui oggi si affianca quella cartacea.

La rivista

La prima cosa che salta all’occhio è la grafica. Semplice, pulita, non ci sono lunghi blocchi di testo che creano affanno a chi legge e il carattere grande unito ai margini ampi rende scorrevole la lettura degli articoli.
Le immagini sono tante e di grande dimensione, da apprezzare particolarmente pensando a quanto le immagini a colori facciano lievitare i costi della stampa. Sono però fondamentali in una rivista di archeologia.
ArcheoMe ha scelto di non risparmiare su questo aspetto. La divulgazione deve essere accattivante e fruibile da più persone possibile, ma deve anche garantire una certa scientificità. Mi ha colpito trovare negli articoli i riferimenti bibliografici da cui hanno tratto le informazioni: è una pratica ottima che si vede di rado nelle opere di divulgazione. Le citazioni non appesantiscono la lettura perché è presente solo nome dell’autore e data dalla pubblicazione, tutto tra parentesi. La bibliografia completa di trova alla fine della rivista.

Il linguaggio

Semplice e efficace. Sembra scontato, ma non lo è affatto. A volte la divulgazione usa termini tecnici incomprensibili ai non addetti ai lavori e lo stesso giornalismo troppo spesso si serve di frasi fatte. Per esempio riguardo alla scoperta del thermopolium di Pompei non c’è stato giornale che non abbia tirato in ballo lo street food e il fast food, per sbrigare in due parole la spiegazione. Qui invece si evitano parole trite e similitudini incongruenti nate per pigrizia.

I contenuti 

C’è una buona varietà di contenuti: articoli di approfondimento, storie, anche la recensione del romanzo di un archeologo. Una delle sezioni più belle è quella sulle notizie di scoperte e novità dal mondo dell’archeologia, il punto di forza di ArcheoMe che sul suo sito pubblica quotidianamente rassegne di notizie. In conclusione: approvato! Auguro ai ragazzi di ArcheoMe di continuare così e di avere sempre più soddisfazioni. Agli appassionati di archeologia consiglio invece di comprare un numero della rivista per dare un’occhiata di persona e sostenere il lavoro di giovani che non si sono rassegnati di fronte al quadro a volte desolante del settore dei beni culturali e si impegnano per migliorarlo, a partire da una comunicazione di qualità.

Grazie da parte di tutta la Redazione per le splendide parole, linfa vitale per il prosieguo della nostra avventura!

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NEWS | ArcheoMe e Associazione S.U.D. nuovamente in “La Sicilia protagonista”

L’Università di Messina, con Associazione S.U.D. (Studenti Universitari Democratici), e ArcheoMe daranno il via al secondo appuntamento de “La Sicilia protagonista”. La prima conferenza ha trattato l’età greca dell’Isola e questo secondo incontro si concentrerà invece sull’età romana. Seguiranno gli incontri del 25 marzo 2021 sul periodo medievaleil 20 aprile 2021 l’appuntamento verterà sull’età moderna dell’isola e il ciclo si concluderà il 15 maggio 2021 con l’età contemporanea.

Tutti gli incontri verranno trasmessi in diretta dalla pagine Facebook di ArcheoMe e dell’Associazione S.U.D. Il modulo Google per iscriversi è online al seguente link.

Il programma

Al secondo appuntamento del ciclo di incontri interverranno: la professoressa Elena Caliri, docente di Storia romana preso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina; il professor Giuseppe Giordano, docente ordinario di Storia della Filosofia, nonché direttore del DiCAM. Concluderà Francesco Tirrito, dottore in Archeologia e direttore editoriale di ArcheoMe, con un intervento sulla Messina romana con particolare attenzione al caso di Palazzo ZancaModererà Kevin Vadalà, studente di Lettere dell’Ateneo, nonché membro dell’Associazione S.U.D.