archeologia sperimentale

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NEWS | Progetto “Montevergine”, a Catania riparte lo scavo di Palazzo Ingrassia

Riparte il progetto “Archeologia partecipata” presentato lo scorso 7 luglio, con protagonista il cantiere di scavo di Palazzo Ingrassia. Un progetto che consente agli studenti e agli abitanti del quartiere di toccare con mano l’archeologia in un’esperienza pubblica e partecipata.

Palazzo Ingrassia, ingresso all’area di scavo
Archeologia partecipata

Il Progetto Archeologico di Montervergine vede per protagonisti gli studenti del corso di laurea triennale in Beni culturali e laurea magistrale in Archeologia del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.

Nato nel 2019 da un’iniziativa dell’Università degli studi di Catania, è divenuto realtà il 7 luglio scorso: promosso dall’Ateneo catanese, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali e il Parco archeologico di Catania, con il supporto logistico dell’amministrazione comunale e con la collaborazione del comitato popolare Antico Corso, il progetto ha ripreso le sue attività di ricerca e di archeologia partecipata proprio l’11 maggio scorso.

Il piano ha una durata di tre anni e prevede interventi di valorizzazione dell’area, con specifiche azioni di archeologia pubblica e partecipata dirette agli abitanti del quartiere così come a visitatori e turisti della città di Catania.

Area di scavo
Lo scavo di Palazzo Ingrassia

Il progetto è finalizzato ad approfondire la conoscenza delle fasi di occupazione della collina di Montevergine e favorire la rinascita socioculturale dei quartieri Antico Corso e San Nicolò l’Arena che rappresentano delle vere e proprie periferie del centro storico.

In questa campagna di scavo, gli allievi dei corsi di studio del DISUM entreranno in azione insieme agli abitanti del quartiere, coadiuvati dagli studenti del Liceo Artistico Emilio Greco e del Liceo linguistico Lombardo Radice di Catania. A coordinarli è la docente Simona Todaro, insieme a Michela Ursino della Soprintendenza ai Beni archeologici e Ambientali di Catania, e Gioconda Lamagna, direttore del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle delle Aci.

“Le attività ruotano attorno ad una trincea di scavo aperta all’interno del giardino di via Biblioteca che, strategicamente collocato tra piazza Dante, punto di ritrovo della popolazione del quartiere, e gli edifici che ospitano i locali dell’università, rappresenta una sorta di cerniera ideale tra due mondi che non si sono mai integrati veramente“, spiega l’archeologa Simona Todaro, docente di Archeologia Sperimentale del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.

Alcuni reperti provenienti dal saggio di scavo
Scavare trincee per costruire ponti

Le operazioni di apertura e messa in sicurezza del cantiere di scavo sono state compiute in tempi brevissimi dai tecnici della ditta Di Maria Costruzioni di Santa Venerina. La ditta, operante nel centro storico etneo, oltre a mettere a disposizione un miniscavatore e un operaio per la rimozione del terreno estratto a seguito del primo scavo del dicembre scorso, ha provveduto con mezzi propri alla realizzazione di una recinzione in ferro e alla messa in sicurezza l’area di scavo.

La recinzione non rinnega lo spirito partecipato delle fasi precedenti, ma rappresenta una misura necessaria e imprescindibile per continuare in sicurezza l’impresa di scavare trincee per costruire ponti, per parafrasare una felice espressione di Salvo Castro, presidente del Comitato popolare Antico Corso“, spiega l’archeologa responsabile del progetto, Simona Todaro.

Attività di scavo presso il Giardino di Via Biblioteca, Palazzo Ingrassia
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NEWS | Re- opening del progetto DELTA MOOC

Il MOOC DELTA, il corso di “Digital Excavation” sviluppato dai partner del progetto DELTA, apre anche quest’anno per tutti gli studenti e i professionisti dell’archeologia e dei beni culturali.

Il corso

DELTA” (Digital Excavation through Learning and Training in Archaeology) è un progetto portato in Italia dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Basilicata, con sede a Matera.

È dedicato alla progettazione e allo sviluppo di un corso che combini lo spazio fisico di uno scavo archeologico con lo spazio digitale dell’apprendimento online. Si rivolge alle esigenze di studenti e professionisti che vogliono implementare le loro competenze digitali e soft skills, ponendo l’attenzione sulle competenze necessarie allo scavo digitale come la documentazione digitale, la modellazione 3D e le tecniche VR nella conservazione dei siti archeologici.

Il corso si suddivide in quattro moduli:

1. Strumenti digitali per la pratica archeologica / Scavo;

2. Documentazione in situ e dopo lo scavo;

3. Conservazione e valorizzazione digitale di monumenti e manufatti del patrimonio archeologico;

4. Musei all’aperto e archeologia sperimentale.

Il corso verrà erogato attraverso la piattaforma DELTA, dal 1 marzo 2022 fino al 23 maggio 2022. È in inglese, gratuito e fornisce un attestato al suo completamento.

La piattaforma

La piattaforma online DELTA è pensata come un tramite per la formazione online e la collaborazione tra le Università nel settore archeologico, offrendo materiali per l’apprendimento e l’insegnamento open-access. Supporta lo scambio libero di opinioni, idee, esperienze, discussioni, apprendimento tra pari e contenuti tramite strumenti informatici sociali e condivisi.

Per iscriversi basta compilare questo form prima del 25 febbraio 2022 mentre per richiedere informazioni è possibile inviare una mail a questo indirizzo: http://www.project-delta.eu/contact/.

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NEWS | Campo Pianelli (RE) torna all’Età del Bronzo, nasce il parco archeologico

A Castelnovo ne’ Monti (RE), nell’Appennino Reggiano, nascerà un nuovo parco archeologico sull’Età del Bronzo, che interesserà il territorio di Campo Pianelli, sito che ha restituito importantissimi tesori.

Campo Pianelli tra i secoli

La primissima fase di vita di Campo Pianelli (RE) fu effimera e nella tarda età del Rame. Dopo secoli, per tutta l’età del Bronzo, spopolarono le terramare, gruppi di abitazioni su palafitte che le evidenze archeologiche hanno ben mostrato.

I primi ritrovamenti a Campo Pianelli risalgono alla metà del 1800 ad opera dei proprietari terrieri di allora; solo nel 1865 don Gaetano Chierici si recò personalmente sul luogo e, grazie ad un piccolo saggio, rinvenne due tombe. Dopo altri ritrovamenti fortuiti, gli scavi stratigrafici iniziarono negli anni ’70 del ‘900 e proseguirono fino al 2012, portando alla luce quasi 50 tombe ad incinerazione in ossuario interrato e circondato da schegge di pietre. Pavimenti in terra battuta, cotta dal calore del focolare, e lastre di arenaria, forse parte di ingressi, sono solo alcuni dei resti di abitazione rinvenuti.

Il progetto del Parco: Archeologia sperimentale al lavoro!

Il progetto prevede la ricostruzione di alcune tombe appositamente realizzate con gli strumenti disponibili a quel tempo. Sarà, quindi, un lavoro impegnativo per l’Archeologia sperimentale, in collaborazione con artisti e artigiani dell’Appennino, che replicheranno gli oggetti del corredo in osso, ambra e bronzo.

“L’obiettivo è dare valore a un luogo che è un unicum sull’Appennino e uno dei più importanti su tutto il territorio emiliano. Vorremmo emergesse in modo chiaro la storia della sua frequentazione umana, che rappresenta la nostra identità. Crediamo che questo parco potrà avere un richiamo forte anche oltre i confini provinciali” – commenta Chiara Borghi, Assessore al Turismo di Castelnovo ne’ Monti (RE).

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NEWS | Archeologia sperimentale e pubblica per la valorizzazione del territorio di Serri (SU)

Archeologia sperimentale e pubblica per la promozione del territorio. A Serri si terrà la presentazione del documentario “Bias de Trigu”,  per la valorizzazione del patrimonio culturale locale.

Il 31 gennaio a Serri (Sud Sardegna) si conclude la prima edizione del progetto Archeosperimentando, festival dedicato all’archeologia sperimentale e alla divulgazione della scienza archeologica.  Il progetto, svoltosi nel mese di settembre, è stato teatro di numerose iniziative di tipo culturale, racchiuse nella manifestazione chiamata “Archeosperimentando”.

L’amministrazione comunale, con il contributo della Fondazione di Sardegna, ha portato avanti le sue politiche di valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale locale, in particolare l’archeologia, insieme alla promozione del santuario Nuragico di Santa Vittoria di Serri, gestita dalla cooperativa Acropoli Nuragica.

Da anni, infatti, l’amministrazione comunale serrese ha puntato sull’ archeologia quale catalizzatore e diffusore non solo culturale, ma anche e soprattutto economico. La convinzione è quella, infatti, di un paese che possa vivere grazie al turismo, contribuendo così alla crescita di tutto il territorio.

Il 31 gennaio, in occasione della chiusura del progetto, sarà presentato al pubblico il cortometraggio Bias de trigu – Un viaggio tra storia e tradizione, con la regia di Fabio Ortu – Terra del Punt e con la collaborazione scientifica di Federico Porcedda, Samuele Antonio Gaviano, Giovanna Fundoni, Luca Doro, Claudio Bulla, Valeria Congiatu, Riccardo Cicilloni, Juan Antonio Camara Serrano, Liliana Spanedda, Massimo Casagrande, Gianfranca Salis e Chiara Pilo.

Alla realizzazione del cortometraggio hanno partecipato anche i volontari del Servizio Civile del Comune di Serri, un gruppo di massaie locali del CAS (Centro di Aggregazione Sociale) e gli archeologi del laboratorio RIPAM dell’Università di Sassari.

Il corto racconta il pane nella storia di Serri e della Sardegna. Un lavoro di valorizzazione, ricerca e riscoperta di tradizioni che hanno basi millenarie. La coltivazione del grano e la lavorazione del pane, dal periodo nuragico alle tradizioni di un passato recente. Un piccolo centro dell’isola che si racconta, si raccoglie e unisce attorno alla propria terra ed alla propria storia contadina. Un progetto di ricerca scientifica ed archeologica che scopre e dimostra come la lavorazione del grano e la panificazione fosse sapere comune per la civiltà nuragica.

Il cortometraggio, inoltre, verrà presentato durante il Firenze Archeofilm, Festival internazionale del cinema di archeologia, arte e ambiente. Il festival è organizzato dalla rivista, edita da Giunti, Archeologia viva e si svolgerà dall’11 al 15 Marzo.

Archeosperimentando è stato ideato e promosso dal Comune di Serri, grazie anche alle collaborazioni con il laboratorio RIPAM (Ricerche Integrate di Protostoria e Archeometallurgia della Sardegna) e l’associazione Sicut Erat; non mancano i preziosi contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’Università degli Studi di Cagliari e Sassari, nonché dell’Universidad de Granada, dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale (in corso a Serri per il secondo anno), della Comunità Montana Barbagia di Seulo, del Laboratorio di Archeologia del Paesaggio (LArP) dell’Università degli Studi di Cagliari, del Consorzio Turistico dei Laghi e della cooperativa L’acropoli nuragica, che gestisce l’area archeologica di Santa Vittoria a Serri.

Il programma dell’evento, oltre alla conferenza di chiusura del progetto Archeosperimentando, prevede la presentazione ufficiale delle attività culturali che avranno luogo in occasione del 250° anniversario della costruzione della chiesa di Sant’Antonio.

Al termine verrà inaugurato il nuovo diorama del pozzo sacro di Santa Vittoria, che sarà esposto nelle strutture comunali.

Dichiarazione del sindaco di Serri, Samuele Gaviano: “La valorizzazione del patrimonio culturale passa anche attraverso un’attenta attività di divulgazione scientifica. Il progetto Archeosperimentando sviluppato a Serri in questi mesi ha coinvolto attivamente studiosi e appassionati di archeologia, ragazzi e adulti in differenti attività, e si conclude con il cortometraggio, un lavoro accurato sulla storia del grano che coniuga attività di studio e promozione. Un modo anche questo per trasmettere alle future generazioni i valori identitari e culturali del nostro paese”.