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NEWS | Re- opening del progetto DELTA MOOC

Il MOOC DELTA, il corso di “Digital Excavation” sviluppato dai partner del progetto DELTA, apre anche quest’anno per tutti gli studenti e i professionisti dell’archeologia e dei beni culturali.

Il corso

DELTA” (Digital Excavation through Learning and Training in Archaeology) è un progetto portato in Italia dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Basilicata, con sede a Matera.

È dedicato alla progettazione e allo sviluppo di un corso che combini lo spazio fisico di uno scavo archeologico con lo spazio digitale dell’apprendimento online. Si rivolge alle esigenze di studenti e professionisti che vogliono implementare le loro competenze digitali e soft skills, ponendo l’attenzione sulle competenze necessarie allo scavo digitale come la documentazione digitale, la modellazione 3D e le tecniche VR nella conservazione dei siti archeologici.

Il corso si suddivide in quattro moduli:

1. Strumenti digitali per la pratica archeologica / Scavo;

2. Documentazione in situ e dopo lo scavo;

3. Conservazione e valorizzazione digitale di monumenti e manufatti del patrimonio archeologico;

4. Musei all’aperto e archeologia sperimentale.

Il corso verrà erogato attraverso la piattaforma DELTA, dal 1 marzo 2022 fino al 23 maggio 2022. È in inglese, gratuito e fornisce un attestato al suo completamento.

La piattaforma

La piattaforma online DELTA è pensata come un tramite per la formazione online e la collaborazione tra le Università nel settore archeologico, offrendo materiali per l’apprendimento e l’insegnamento open-access. Supporta lo scambio libero di opinioni, idee, esperienze, discussioni, apprendimento tra pari e contenuti tramite strumenti informatici sociali e condivisi.

Per iscriversi basta compilare questo form prima del 25 febbraio 2022 mentre per richiedere informazioni è possibile inviare una mail a questo indirizzo: http://www.project-delta.eu/contact/.

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NEWS | L’archeologia partecipata: al via lo scavo didattico a Palazzo Ingrassia (CT)

Protagonisti dell’attività di bonifica da sterpaglie e rifiuti dell’area dei giardini di Palazzo Ingrassia (via Biblioteca) sono stati gli studenti di Beni Culturali e Archeologia dell’Università di Catania. L’operazione di bonifica è stata necessaria in vista dell’avvio dello scavo archeologico previsto dal “Progetto  Archeologico di Montevergine“.

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Durante i lavori di bonifica dell’area da indagare
Il lavoro di bonifica

Le azioni di bonifica, alla quale seguirà lo scavo archeologico, sono state supportate anche dal Comitato popolare Antico Corso (che ha messo a disposizione la strumentazione per ripulire l’area e parte attiva del progetto) e dal Servizio Igiene urbana e ambientale del Comune di Catania. Un progetto che prevede attività di ricerca, didattica e divulgazione e che, soprattutto, consentirà per la prima volta di toccare con mano l’archeologia in un’esperienza pubblica e partecipata, aperta a studenti e ai cittadini.

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L’area di Palazzo Ingrassia (CT)
L’archeologia partecipata

Previsti anche interventi di valorizzazione dell’area con specifiche azioni di archeologia partecipata, dirette agli abitanti del quartiere e ai visitatori e turisti della città di Catania. Il progetto sarà realizzato dall’ateneo catanese in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, il Parco archeologico di Catania e con il supporto logistico del Comune.

catania bonifica scavo archeologico
Gli studenti dell’Università di Catania impegnati nel lavoro di bonifica
Uno scavo archeologico con funzione didattica

«Gli interventi di scavo stratigrafico saranno avviati nelle prossime settimane e consentiranno di far scoprire l’archeologia da un punto di vista scientifico e didattico in un processo continuo e costante di integrazione con i residenti del quartiere». Ha spiegato così la docente Simona Todaro dell’ateneo catanese, responsabile del progetto, coadiuvata da Gioconda Lamagna del Parco archeologico di Catania e da Michela Ursino della Soprintendenza.

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Un milione di visite nell’ultimo anno: ArcheoMe ringrazia il suo pubblico con la nascita della tessera SUPPORTER

Amici della community, colleghi e appassionati, vi ringraziamo calorosamente per tutto il tempo trascorso sulla nostra pagina. Il nostro lavoro è cominciato, lentamente e con i mezzi a nostra disposizione, nel lontano 2018. Da allora abbiamo realizzato un giornale, una rivista e decine di eventi con scuole, università, ma anche conferenze, convegni, mostre, laboratori, percorsi turistici, progettazione e supporto alle istituzioni. Nonostante la pandemia da COVID-19, che ha fortemente compromesso il regolare svolgimento della vita di tutti i giorni, non ci siamo persi d’animo e abbiamo realizzato la nostra ambiziosa rivista di divulgazione, prima in digitale e poi in cartaceo. Ma il nostro lavoro principale è stato svolto sui social e attraverso il nostro sito di riferimento, nel quale siamo più che lieti (quasi sbigottiti) di annunciarvi che è stato superato il milione di visite!

Questo traguardo è stato raggiunto grazie a tutti voi, gentilissimi lettori che con grande curiosità accogliete il nostro lavoro, donandoci un’energia e un entusiasmo incredibili. E per ringraziarvi della vostra fedeltà, la Redazione ha pensato un modo per far partecipare e coinvolgere più persone possibili nel progetto ArcheoMe. Perchè? Vi starete chiedendo.

Perché ArcheoMe è un progetto di Archeologia Pubblica, dunque  è pensato proprio per far sinergia con il pubblico, coinvolgere addetti e non addetti ai lavori, trasmettendo informazioni e facendo rete, anche con le istituzioni. ArcheoMe non potrebbe esistere senza Voi e, proprio per questi motivi, ha creato la Tessera SUPPORTER.

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Le statistiche aggiornate del sito archeome.it: in alto a sinistra le visite totali dell’ultimo anno
Nasce la Tessera SUPPORTER – Come funziona e che cosa offre

La Tessera offre una scontistica del 10% su tutte le iniziative del nostro gruppo, dalla rivista ai percorsi turistici, passando per i prodotti dello shop che proprio adesso è in allestimento. Sono state previste, inoltre, partnership con aziende, alcune delle quali già in trattativa (vi aggiorneremo quanto prima). A breve sarà dunque possibile avere, grazie alla tessera, ulteriori scontistiche sui prodotti oggetto dell’accordo.

La tessera da il diritto alla pubblicazione sulla nostra rivista e alla creazione di un profilo personale WordPress sul nostro sito www.archeome.it, in modo da poter pubblicare, previa revisione del comitato di redazione/scientifico, i contributi che volete sottoporre all’attenzione del nostro pubblico.

Come sottoscrivere la tessera – Canoni e durata

Sottoscrivere la tessera è molto semplice: basta contattarci sulle nostre pagine di riferimento o all’indirizzo redazione@archeome.it e compilare il modulo che vi invieremo.

È previsto un modestissimo contributo di €20. La tessera avrà validità annuale e scadrà il 31/12 di ogni anno. Sarà rinnovata tacitamente per l’anno successivo ma, per recedere, basterà inoltrare una PEC all’indirizzo archeome@pec.it 30 giorni prima del rinnovo automatico (entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno).

Il retro della tessera SUPPORTER

Un piccolo contributo per far parte del nostro progetto e consertirci di affrontare le tante spese che il nostro lavoro ci impone.
Grazie a tutti gli amici che ci sosterranno, approfittando delle nostre offerte 🙏🏻❤️

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NEWS | Grandi eventi al Museo di Chiavari (GE) per celebrare le Giornate Europee dell’Archeologia

Il 19 giugno Chiavari (GE) celebrerà l’archeologia tramite visite guidate al Museo Archeologico Nazionale, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia.

Le Giornate Europee dell’Archeologia

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Le Giornate dell’Archeologia sono nate in Francia (JNA) e sono arrivate in Europa nel 2019, quando 17 Paesi vi parteciparono. Così, nel 2020, si trasformarono ufficialmente in Giornate Europee dell’Archeologia (JEA).

In occasione delle Giornate i professionisti del mondo archeologico lavorano per mostrare il patrimonio culturale nazionale. I vari organismi di ricerca e gli operatori culturali sono invitati a organizzare attività innovative e interattive destinate al grande pubblico.

Le celebrazioni a Chiavari (GE)
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Alcune esposizioni del Museo di Chiavari (GE) – foto: La Mia Liguria

Chiavari (GE) celebra le Giornate aprendo quindi il suo Museo a visite guidate che mostreranno il nuovo allestimento, inaugurato il 14 maggio 2021; le visite riporteranno in luce parte dalla storia del territorio per arrivare alle esplorazioni archeologiche e ai preziosi reperti ritrovati nei corredi funerari dell’antica necropoli. In tutti i poli museali della Liguria sono previsti grandi eventi, è un’occasione da non perdere assolutamente!

L’organizzazione delle visite

Il Museo prevede visite guidate al nuovo allestimento in diverse fasce orarie; la guida sarà la dott.ssa Fabiola Sivori della Direzione regionale Musei Liguria. Le visite guidate sono gratuite, con biglietto di ingresso al museo per i maggiori di 18 anni. 

  • Sabato 19 giugno: ore 9.00, 10.00, 11.00, 12.00.

I posti sono limitati e, dunque, è necessaria la prenotazione al numero 0185 320829 (dalle 9 alle 14) o all’indirizzo mail: drm-lig.museochiavari@beniculturali.it. Questo link raccoglie tutte le informazioni necessarie.

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SPECIALE COVID | Il difficile momento del “pubblico”: l’intervista al funzionario archeologo dott.ssa Maria Teresa Magro

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La dott.ssa Maria Teresa Magro

Lo SPECIALE COVID realizzato in questi giorni volge al termine. Diversi i contributi raccolti dalla nostra redazione: a partire dal redazionale sul mondo dell’archeologia, abbiamo registrato il parere di professori universitari, di studenti, di società cooperative. Non poteva dunque mancare, in conclusione, un parere di chi svolge attività pubbliche. Per questo motivo abbiamo raggiunto la dott.ssa Maria Teresa Magro, funzionario archeologo per la Soprintendenza di Catania, curatrice e direttrice scientifica di mostre e musei, nonché direttrice del Comitato scientifico di ArcheoMe. Significativo il suo intervento, di seguito riportato, che pone l’accento sul difficile momento vissuto dal mondo pubblico, costretto a “rimandare la ricerca a quando sarà possibile”.

Una breve presentazione: chi è, nello specifico, la dott.ssa Magro e di cosa si occupa?

Sono un funzionario archeologo presso la Soprintendenza ai Beni Culturali di Catania. Ho diretto numerosi scavi nel territorio della provincia di Catania: Mascalucia, Caltagirone, Aci Catena, Calatabiano, Monte San Paolillo. Nel 2000 sono stata nominata direttrice scientifica del Museo archeologico “Paolo Vagliasindi” di Randazzo e mi occupo della Collezione Vagliasindi. Nell’ambito della collaborazione con la cattedra di Topografia Antica dell’Università di Catania ho condotto lo scavo in contrada Reitana di Aci Catena e in contrada Pianotta di Calatabiano.

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Locandina di un progetto curato dalla dott.ssa Magro nei Musei civici di Randazzo (CT)
Quest’ultimo anno è stato difficile per qualsiasi attività, nel pubblico o privato che sia. Tra restrizioni e chiusure, parziali e totali, di dipartimenti, ministeri, musei, soprintendenze, qual è il quadro che si evince nella pubblica amministrazione?

Periodo complesso, superato dalle pubbliche amministrazioni con senso del dovere, con utilizzo delle tecniche informatiche per superare l’impasse di difficoltà nell’approccio con il pubblico. Ad eccezione delle fasi di stretta chiusura, ho comunque seguito le attività esterne dove le normative lo permettessero.

Per quel che concerne il rapporto con le università e/o con i progetti di ricerca, cosa è stato possibile realizzare in questo ultimo anno? E quali e quante cose sono state rimandate al prossimo futuro?

Per le attività di ricerca si è lavorato nelle modalità consentite, dedicandoci alla programmazione di ricerche scientifiche che potranno essere svolte quando la situazione lo renderà possibile.

Musei e Cultura hanno subito un duro contraccolpo dalla pandemia, qual è la sua opinione a riguardo?

Certamente la chiusura dei musei e delle biblioteche costituisce una notevole difficoltà. Molti convegni scientifici sono stati condotti in webinar, altri rimandati a data da destinarsi.

L’archeologia è sempre stato un settore molto complesso. La carriera universitaria è molto lunga, gli sbocchi lavorativi sono spesso insufficienti. Cosa si sente di consigliare ai giovani che si approcciano al mondo dei beni culturali e dell’archeologia?

La professione dell’archeologo è certamente una delle più gratificanti ma con notevoli difficoltà, necessita sicuramente motivazione e senso del dovere. Sicuramente una possibilità lavorativa è presente nel codice degli appalti che prevede la presenza dell’archeologo nei lavori pubblici, permettendo la tutela del territorio.

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La dott.ssa Magro in cantiere ad Aci Catena (CT)

In copertina: la dott.ssa Magro spiega un cantiere di scavo al governatore siciliano Nello Musumeci.

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NEWS | Una lucerna erotica del I secolo d.C. riaffiora in Sicilia

Una preziosa lucerna con scena erotica, risalente al I secolo d.C., è stata scoperta a Vallelunga Pratameno, in Sicilia, in provincia di Caltanissetta; il reperto è riemerso durante gli scavi archeologici condotti in contrada Manca. La lucerna raffigura una scena erotica e risale probabilmente al I secolo d.C., come testimonia il confronto con una lucerna molto simile ritrovata a Pompei. La scoperta è avvenuta durante i lavori di sorveglianza archeologica predisposti dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta, in occasione del raddoppio della linea ferroviaria Catania-Palermo.

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Vallelunga Pratameno (CL), lo scavo della Domus romana
 

Lo scavo della Domus e il parere degli esperti

Gli scavi archeologici, avviati nel luglio 2020 e attualmente ancora in corso, hanno portato alla luce i resti di un vasto complesso di età romano-imperiale. Si tratta probabilmente di una Domus appartenuta ad un facoltoso proprietario vissuto tra il I e il II secolo d.C. La lucerna con scena erotica, dunque, si aggiunge ai già numerosi reperti di età imperiali ritrovati nella medesima area, databili tra I e II secolo d.C. 

La Soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, ha dichiarato: «La lucerna è una nuova e preziosa testimonianza che arriva dal sito, la cui scoperta rappresenta un evento eccezionale. Nella zona, infatti, non ci sono altri insediamenti di questo tipo. Al momento si sta lavorando per calcolare le esatte dimensioni della Domus; è stata accertata un’estensione di 600 metri quadrati, ma quella complessiva è di gran lunga superiore» 

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NEWS | Catania, riemergono resti archeologici in via Androne

Sono emersi a Catania, in via Androne, durante dei lavori di interramento di cavi, dei resti di natura archeologica. Sulla loro identificazione non si ha ancora sicurezza, ma molti hanno ipotizzato la presenza di una tomba. La Via è infatti in una delle più importanti della Catania greca: all’angolo tra via Dottor Consoli e via Androne fu ritrovata, nel 1730, la famosa epigrafe Iulia Florentina, di tipo funerario e in marmo, conservata oggi al Museo del Louvre; si tratta di un documento che attesta la presenza della prima comunità cristiana a Catania.

In merito all’importanza dell’area, l’archeologo Paolo Orsi aveva ben indagato questa zona. Nel 1915, grazie ai lavori di costruzione dell’Istituto di Fisiologia, fu rinvenuta un’imponente struttura a grandi blocchi squadrati e i resti di una cassa di piombo. Orsi identificò la cassa come un’edicola funebre, attribuibile al III sec. a.C., o un heroon, appartenente ad un personaggio o famiglia in vista. Dunque, la Via del centro catanese, come altre d’altronde, rappresenta un’importante miniera per ciò che riguarda la scoperta archeologica.

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Lo scavo di via Androne (via Legambiente Catania)

In copertina: foto dallo scavo di via Androne a Catania (via Legambiente Catania).

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NEWS | Milano, in via Zecca Vecchia riemerge una zona archeologica di 3800mq

A due passi dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano è venuta alla luce una grande area di interesse archeologico. Si trova in via Zecca Vecchia, una zona circondata da palazzine in cui erano stati avviati dei lavori di edificazione di un albergo. In questo spazio, infatti, sede dell’ex garage/rimessa Sanremo e da poco demolito, la ditta ha interrotto le attività per indagare meglio il sito rinvenuto.

Quest’area è molto vicina alla zona di piazza San Sepolcro, dove si trovava il Foro romano di Mediolanum. Alla luce di ciò, gli archeologi prevedono uno scavo difficile e importante al medesimo tempo, atto a comprendere qualcosa in più riguardo la stratigrafia dell’area e ad identificare, quindi, le fasi di transizione. La Soprintendenza di Milano è già sul campo per coordinare le operazioni: Annamaria Fedeli ha ottenuto la direzione scientifica dello scavo; l’obiettivo è indagare non solo le preesistenze romane, ma anche le probabili tracce del periodo precedente. Purtroppo, le operazioni richiederanno tempo e l’impresa sarà abbastanza delicata: questa parte del centro milanese, soprattutto nel periodo fascista, ha subito opere di abbattimento e riedificazione.

via Zecca Vecchia
Via Zecca Vecchia (MI) vista dall’alto

(Immagine di copertina dal Corriere della Sera)

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NEWS | La Maison Bulgari per il progetto di Largo Argentina

Partiranno entro i primi di marzo i lavori di rivalutazione,  presso quella che era l’Area Sacra per i Romani vissuti tra il IV e il II sec. a.C., Largo Argentina. Finanziatrice dei lavori, per un importo di poco più di un milione, sarà la Maison Bulgari. La Maison si è già occupata in passato dei programmi di ristrutturazione della Scalinata di Trinità dei Monti, in occasione dei 130 anni capitolini della Fashion House.

Progetto e fruizione del Largo

Con un progetto che è stato affidato all’impresa Biagioli, si prospetta la fine dei lavori entro 360 giorni dall’inizio. Obbiettivo di questo cantiere è rendere maggiormente fruibile lo spazio di Largo Argentina, accomodando le quote archeologiche della città vecchia con quelle della città nuova. Delle passerelle, ha dichiarato l’architetto Patrizio di Nezio, renderanno maggiormente fruibile l’area in sicurezza. Un’accessibilità massima anche per i disabili, grazie all’installazione di una cabina con pedana elevatrice. Inoltre, si procederà anche con lavori di restauro di alcune parti dell’area archeologica.

Infatti, proprio tra il 1926 e il 1929, i lavori di demolizione del vecchio quartiere compreso tra via del Teatro Argentina, via Florida, via S. Nicola de’ Cesarini e corso Vittorio Emanuele riportarono alla luce uno dei più importanti complessi archeologici della città. Venne fuori una vasta piazza lastricata su cui sorgono quattro templi di origine ancora abbastanza incerta. Un luogo famoso per la storia dei Romani e che ha subito fasi di riedificazione, anche sotto Domiziano e fino al Medioevo.

Si tratta di un sito che non ha ricevuto negli anni le giuste attenzioni e che si spera venga maggiormente valorizzata. Inoltre, proprio in via San Nicola de’ Cesarini, sarà aperta un’area di esposizione museale per i reperti dell’area del Largo. Un progetto interessante che vede la collaborazione tra la Soprintendenza Capitolina, nelle persone di Vittoria Marini Clarelli e Antonello Fatello, e la Maison Bulgari.

Largo
Pianta dell’Area (Soprintendenza Capitolina)
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NEWS | Proposta Lega per sospendere l’Archeologia preventiva, gli archeologi promettono battaglia

Le tante associazioni di Archeologia aderenti al Tavolo sono in allarme per la proposta di emendamento n. 13.183 della I Commissione Permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni). Il documento raccoglie gli emendamenti proposti dal cosiddetto “Decreto Milleproroghe” (D.l. 31 dicembre 2020, n. 183 ); si tratta dunque di una modifica al comma 1 dell’art. 25 del D.Lgs. 50 del 18 aprile 2016 riguardo la verifica preventiva dell’interesse archeologico. Nonché firmato dagli On. Silvana Andreina Comaroli, Massimo Garavaglia, Giuseppe Ercole Bellachioma, Claudio Borghi, Vanessa Cattoi, Emanuele Cestari, Rebecca Frassini, Vannia Gava, Paolo Paternoster e tutti del Gruppo della Lega.

L’emendamento in oggetto chiede dunque che “per l’attuazione dei contratti disciplinati dal decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, i cui lavori non siano stati avviati alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla data del 31 dicembre 2025, la verifica preventiva dell’interesse archeologico, di cui all’articolo 25 comma 1 del, decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, è necessaria solo per le aree soggette a specifica tutela negli interventi urbanistici. Per i casi non ricompresi nel precedente periodo è sufficiente l’autocertificazione a firma di un progettista abilitato”.

L’articolo 25 del DL 50/2016 deriva dall’Articolo 28 del DL 42/2004 che al comma 4 recita: “In caso di realizzazione di lavori pubblici ricadenti in aree di interesse archeologico, anche quando per esse non siano intervenute la verifica di cui all’articolo 12, comma 2, o la dichiarazione di cui all’articolo 13, il soprintendente può richiedere l’esecuzione di saggi archeologici preventivi sulle aree medesime a spese del committente”.

Patrimonio culturale, un interesse prioritario?

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA) fa notare che l’emendamento e l’articolo del DL su riportati ignorano l’articolo 9 della Costituzione Italiana, che indica come interesse prioritario della Nazione la tutela del patrimonio archeologico, e la Convenzione Internazionale per la Protezione del Patrimonio Archeologico firmata a La Valletta nel 1992 e ratificata dall’Italia nel 2015.

Questa proposta inquadra l’Archeologia preventiva come un ostacolo ai lavori pubblici. Ciò significa che non ne è mai stata compresa la ratio: l’intervento dell’Archeologia pubblica deve esser messo in campo prima dell’inizio dei lavori, non in corso d’opera; è cruciale la sua applicazione per comprendere la fattibilità del progetto, appunto per non gravare su costi a carico dei privati durante la realizzazione. Necessario risulta più che altro rendere gli interventi dell’Archeologia preventiva concordi con le esigenze dello sviluppo; visione corretta è, per l’appunto, quella anglosassone per cui l’Archeologia preventiva è: development-led Archaeology, ovvero “Archeologia guidata dallo sviluppo”. La proposta in questione porta alla sospensione dell’Archeologia preventiva: ciò procurerebbe dei danni non solo al Patrimonio, ma anche all’economia del Settore. La realizzazione dei lavori pubblici conoscerebbe un’esponenziale crescita dei costi, nonché di tempi di consegna.

La nostra Redazione si unisce all’allarme delle Associazioni già in campo chiedendo il respingimento di tale emendamento, attraverso il quale non è possibile attuare le garanzie previste dalla Costituzione e dalla Legge a tutela del patrimonio archeologico nazionale.

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