archeologia dei nebrodi

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NEWS | A Santo Stefano di Camastra (ME) arriva “Archeologia dei Nebrodi”

Archeologia dei Nebrodi è la nuova mostra inaugurata a Santo Stefano di Camastra (ME) che, grazie al recupero di numerosi reperti, comprende un arco temporale che va dalla Preistoria al Medioevo. La mostra nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza di Messina, il Parco dei Nebrodi e il Comune di Santo Stefano di Camastra. Il complesso architettonico di Palazzo Trabia, già sede del Museo Civico della Ceramica, è la sede della nuova mostra.

L’inaugurazione della mostra

In una sezione sono ospitati i materiali provenienti da Santo Stefano di Camastra. I reperti, in parte donazioni di privati, offrono evidenza di scoperte avvenute sia in area urbana che nel territorio, confermando una frequentazione già a partire dall’età arcaica. Un’altra porzione dell’esposizione, invece, presenta i reperti più significativi provenienti da altre località nebroidee. Reperti provengono dunque da San Marco D’Alunzio (antica Alontion/Haluntium), Caronia (antica Kalè Aktè), San Fratello (antica Apollonia), Mistretta, Militello Rosmarino (Monte Scurzi), Sant’Agata di Militello e Alcara Li Fusi.

I reperti in mostra

«Abbiamo selezionato i migliori reperti rinvenuti», spiega la Soprintendente di Messina, Mirella Vinci. «Molti di essi sono assolutamente inediti, tra i quali una statua marmorea di togato del I sec. a.C. e 130 monete provenienti da scavi sistematici e da recuperi condotti a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso».

La mostra rimarrà visitabile dal 9 luglio al 31 dicembre 2021, da martedì a domenica, dalle ore 10-13 e dalle 16-20.

L’assessore Samonà e la soprintendente Vinci in un momento dell’inaugurazione
Un’inaugurazione d’eccezione

La mostra, inaugurata venerdì 9 luglio, si compone di 550 reperti recuperati nel corso di numerose campagne di scavo. All’inaugurazione erano presenti l’assessore Alberto Samonà, il sindaco di Santo Stefano di Camastra, Francesco Re, il presidente del Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza, e la soprintendente di Messina, Mirella Vinci. Insieme ad essi, inoltre, erano presenti anche i direttori del Parco Archeologico di Naxos Taormina e di Tindari, Gabriella Tigano e Domenico Targia.

Samonà, Re, Barbuzza e Vinci inaugurano la mostra

«I Nebrodi sono monti che custodiscono millenni di storia, identità, vicende di popoli che li hanno vissuti e antichi culti». Così afferma Samonà. «Questa esposizione è importante perché affronta un arco temporale molto ampio; nonché mette in luce per la prima volta importanti ritrovamenti archeologici avvenuti in una vasta porzione dei Nebrodi, con particolare riferimento alla loro parte settentrionale. Si tratta, dunque, di un’iniziativa che favorisce il processo di riconoscimento e identificazione delle comunità locali. Le fa sentire parte di un unico processo di recupero della memoria storico-identitaria».