apollo

News

NEWS | Svelata una sepoltura femminile a Kozani, in Macedonia

Gli scavi condotti a Kozani, nella Macedonia greca occidentale, nell’area di Mavropigi hanno riportato alla luce, a circa un metro e mezzo sotto il livello di calpestio, una sepoltura femminile datata al I secolo a.C. A rendere nota la notizia è stato il direttore dall’Ephorate of Antiquities di Kozani, Areti Chondrogianni-Metoki, durante una conferenza.

Decorazione bronzea di una testa di sirena (immagine ©GreekReporter)
La sepoltura

Gli scavi sono stati condotti nell’area di Mavropigi dall’Ephorate of Antiquities di Kozani tra il 2019 e il 2021, in una miniera di lignite. Tra i vari rinvenimenti, gli archeologi hanno scoperto una sepoltura femminile. Sebbene sia provato che nell’antichità alcune culture seppellivano i loro morti con i loro giacigli (generalmente sotto le pavimentazioni delle abitazionio o nelle immediate vicinanze), questa è stata la prima volta che gli archeologi hanno rinvenuto una persona sepolta secondo questa usanza in Grecia

La defunta doveva appartenere alla nobiltà locale, ipotesi sostenuta dalla ricchezza del corredo. Tuttavia, c’è anche la possibilità che fosse una personalità di rilievo in ambito cultuale, il che giustificherebbe la tipologia degli oggetti sepolti con l’inumata.

Finalmente, a seguito di studi e restauro, i resti della donna sono stati resi pubblici ed esposti nel Museo Archeologico di Aiani, assieme alla riproduzione a grandezza naturale del letto rinvenuto come parte della sepoltura.

Ricostruzione e riproduzione del letto in legno e bronzo (immagine ©GreekReporter)

 

Devota di Apollo

La donna è stata trovata distesa su un letto di legno e bronzo, impreziosito da montanti decorati da teste di sirene. Tra le decorazioni spicca un uccello che tiene in bocca un serpente, simbologia che rimanda al culto di Apollo. Nel sito di Xirolimni, nei pressi di Kozani, era presente un santuario extraurbano dedicato al dio, come attestato dal gran numero di iscrizioni e sculture rinvenuti.

Oltre al letto di bronzo, le cui parti lignee non si sono conservate, sono stati rinvenuti quattro vasi in ceramica e uno in vetro. Sulla testa della donna erano presenti delle foglie d’oro che rievocano le foglie di alloro (foglie dell’albero sacro ad Apollo), forse parte di una ghirlanda. Ad impreziosire le mani sono state rinvenute tracce di fili d’oro, probabile testimonianza di un ricamo. La tipologia di corredo permette di datare la tomba alla fine del I secolo a.C., ma si attendono ulteriori analisi sul corpo della donna per poter fornire dati più certi, tra cui l’età e la causa del decesso. 

Foglie d’alloro in lamina d’oro (immagine ©GreekReporter)
Il sito

“Non sappiamo molto della storia di questa zona durante il I secolo a.C.“, ha affermato Chondrogianni-Metoki. Sappiamo che in origine la città di Kozani era vicina ad un altro importante centro urbano chiamato Mavropigi, ad oggi un piccolo villaggio abitato, dove si trovava locato un santuario dedicato al dio Apollo. Il record archeologico mostra chiaramente che nel I secolo l’area era sotto l’influenza romana. Lo studio della stratigrafia dell’area ci riporta allo strato corrispondente all’espansione di Roma verso la Grecia dopo la presa di Corinto nel 146 a.C. 

Accadde oggi

ACCADDE OGGI | Apollo 11: alla conquista del nostro satellite

Il 21 luglio 1969 l’equipaggio dell’Apollo 11 mosse i primi passi sulla Luna, segnando, di fatto, la conquista umana del satellite.

Il lancio dell’Apollo 11 (16 luglio 1969)
Programma Apollo

Il programma Apollo fu un programma spaziale statunitense che portò allo sbarco dei primi uomini sulla Luna; concepito durante la presidenza di Dwight Eisenhower e condotto dalla NASA. Il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1975 e fu il terzo programma spaziale di voli umani (dopo Mercury e Gemini) sviluppato dagli Stati Uniti, lasciando un segno alla “corsa allo spazio”.

Il pianeta Terra immortalato dal suolo lunare

Il corso del programma subì due lunghe sospensioni: la prima, nel 1967, poiché un incendio sulla rampa di lancio di Apollo 1, durante una simulazione, causò la morte degli astronauti Gus Grissom, Edward White e Roger Chaffee; la seconda dopo il viaggio verso la Luna di Apollo 13 nel 1970 durante il quale si verificò un’esplosione sul modulo di servizio che impedì agli astronauti la discesa sul satellite e li costrinse a un rischioso rientro sulla Terra.

Missione Apollo 11

La missione è partita il 16 luglio 1969 dal Kennedy Space Center, in Florida. La navicella era composta da tre parti: un modulo di comando con una cabina pressurizzata per i tre astronauti, un modulo di servizio e un modulo lunare. L’equipaggio era composto dal comandante Neil Armstrong, Michael Collins, pilota del modulo di comando, ed Edwin Aldrin, pilota del modulo lunare.

L’equipaggio dell’Apollo 11: Neil Armstrong, Michael Collins ed Edwin Aldrin

Il razzo raggiunse l’orbita terrestre dodici minuti dopo il lancio: a quel punto, grazie alla manovra “Trans Lunar Injection” (TLI), la navicella entrò in traiettoria verso la Luna. Il 19 luglio, dopo circa tre giorni di viaggio, Apollo 11 passò dietro la Luna e accese il motore in servizio per entrare in orbita lunare. A quel punto compì trenta orbite del satellite per permettere all’equipaggio di studiare al meglio il luogo previsto per il loro atterraggio.

L’allunaggio e i primi passi

Il 20 luglio, alle 12:52, Armstrong e Aldrin salirono a bordo nel modulo lunare e iniziarono i preparativi per la discesa lunare. Cinque ore più tardi si staccarono dal modulo di comando, dove rimase Collins per supervisionare le operazioni. In fase di discesa, gli astronauti si resero conto che il sito previsto per l’allunaggio, il “mare della tranquillità”, era molto più roccioso del previsto, ragione per la quale Armstrong prense il controllo del modulo lunare in modalità semi-automatica nel tentativo di indirizzare la discesa verso un luogo meno sconnesso. Il modulo lunare toccò il suolo del satellite la sera del 20 luglio; in seguito alla stabilizzazione della navicella, gli astronauti si prepararono per la discesa, la quale avvenne circa sei ore dopo l’allunaggio, il 21 luglio.

Il modulo lunare discende nell’orbita sotto i comandi di Armostrong

Il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell’allunaggio, fu Armstrong che, mentre si accinse a fare il primo passo, pronunciò la celebre frase:

«Un piccolo passo per un uomo, un salto da gigante per l’umanità».

La missione sul suolo lunare durò circa due ore, durante la quale piantarono una bandiera degli Stati Uniti e una targa con le firme dei tre astronauti e dell’allora presidente Richard Nixon:

«Qui nel luglio 1969 misero per la prima volta piede sulla Luna uomini venuti dal pianeta Terra, siamo venuti in pace per l’intera umanità».

L’astronauta Edwin Aldrin stante davanti la bandiera degli Stati Uniti

Dopo aver svolto la missione effettuarono l’aggancio tra il modulo lunare e quello di comando, rimasto in orbita, l’equipaggio cominciò le manovre di uscita dall’orbita lunare; il viaggio di ritorno durò 3 giorni e gli astronauti ammararono, il 24 luglio 1969, nell’Oceano Pacifico.

News

NEWS | Eccezionale scoperta a San Casciano dei Bagni (SI): rinvenuto un santuario romano

Lo scorso 31 marzo si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione dei nuovi rinvenimenti nel comune di San Casciano dei Bagni, Siena. Già ad agosto 2020 tracce dell’ingresso monumentale di un santuario romano erano riemerse nel comune senese. Inoltre, abbandonato sulla soglia si trovava un altare in travertino. L’iscrizione “sacro ad Apollo” non lasciava dubbi sulla divinità tutelare del santuario.

San Casciano dei Bagni
Il santuario

Non solo Apollo, altri due altari dedicati a Iside e Fortuna Primigenia 

Ma le sorprese non sono finite. A Settembre e Ottobre 2020 continuano gli scavi, nonostante le difficoltà di uno scavo immersi nell’acqua calda termale e con le ristrettezze dovute alla situazione pandemica. Il team del Roman Baths Project ha visto riapparire, nello scavo stratigrafico in un orto abbandonato a pochi metri dalle polle pubbliche ancora oggi in uso, le vestigia di un santuario romano. Il carattere sacro dell’area spicca da subito grazie alla presenza di altari dedicati alle divinità Fortuna Primigenia e Iside, oltre che ad Apollo. Tra i rinvenimenti anche una statua marmorea raffigurante la dea Igea.

Il santuario

In soli due mesi di scavo è emersa con chiarezza parte della sequenza di vita del luogo di culto. L’impianto monumentale del santuario è riconducibile ad età augustea, al di sopra di un luogo sacro in epoca etrusca (almeno durante l’Ellenismo). In età augustea il santuario assume la forma di un edificio con copertura a compluvio su un bacino centrale circolare, poggiante su quattro colonne tuscaniche, e con propileo di ingresso a sud delimitato da due colonne a base attica. A seguito di un drammatico incendio, avvenuto probabilmente alla metà del I secolo d.C., tra età flavia ed età traianea l’edificio fu ricostruito e ampliato.

San Casciano dei Bagni
Come doveva apparire il santuario

Verso la fine del II secolo d.C. tre altari in travertino, con dediche anche a Fortuna Primigenia e ad Iside, sono deposti nel cuore del santuario, sul bordo della vasca della sorgente calda, che supera i 40°. Un universo di divinità che, se associate ad Apollo, Esculapio e ad Igea, già conosciuti dal Bagno Grande, forma un variopinto quadro del sacro di questo santuario. Un Bagno effettivamente Grande poiché in un solo luogo accoglieva assieme così tante e diverse divinità.

Lo scavo

Allo scavo hanno preso parte  diverse università italiane e internazionali, tra cui Siena, Pisa, Firenze, Roma “Sapienza”, Sassari, Dublino e Cipro.

Lo scavo archeologico è in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni da parte della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Fin da subito è stato concepito come una collaborazione di ricerca e tutela tra il Comune e la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo. La Direzione dello Scavo è affidata a Emanuele Mariotti, archeologo professionista esperto di topografia e geofisica applicata all’archeologia e il Coordinamento del Comitato Scientifico è di Jacopo Tabolli, funzionario della Soprintendenza e docente a contratto dell’Università per Stranieri di Siena. Il Comitato Scientifico coinvolge anche Stefano Camporeale (Università di Siena), Paraskevi Christodoulou (University of Cyprus), Hazel Dodge (Trinity College Dublin) e Lisa Rosselli (Università di Pisa).

Il direttore di scavo Emanuele Mariotti ha dichiarato: “L’idea che guarda alla riscoperta delle antiche terme sancascianesi viene da lontano e ha visto, nel corso degli ultimi 10 anni, l’alternarsi di varie iniziative. Dal 2018 il progetto si è strutturato e ha definito i propri obiettivi archeologici, storici, paesaggistici e topografici. L’area del Bagno Grande è diventata il centro di attività multidisciplinari volte all’indagine non invasiva del terreno e all’individuazione di possibili aree di scavo che potessero dare concretezza alla tradizione di grandi ritrovamenti di cui sono piene le pagine degli storici locali fin dal XVI secolo. In questo senso si è fatto largo uso delle più moderne ed efficaci tecnologie di remote sensing, come la geofisica di ultima generazione e sensori speciali montati su drone. Nel 2020 è stata individuata una promettente area di scavo, attigua alle vasche moderne”.

Le polle di ieri e di oggi

Grandi pubblicazioni per grandi scoperte

Le scoperte a San Casciano dei Bagni sono ora presentate nel volume Il Santuario Ritrovato. Nuovi Scavi e Ricerche al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, pubblicato da Sillabe (272 pp.), a cura di Emanuele Mariotti e di Jacopo Tabolli. Il volume, in italiano e con capitoli in inglese, raccoglie gli studi di più di trenta autori sui risultati dello scavo al Bagno Grande.

Il Funzionario Archeologo Jacopo Tabolli ha commentato: “Pubblicare integralmente uno scavo a meno di sei mesi dalla sua conclusione è un’impresa piuttosto rara. Ha animato questo progetto la voglia di condividere con la comunità scientifica, con i colleghi preposti alla tutela e alla valorizzazione e con il pubblico interessato all’archeologia i primi risultati di uno scavo che siamo certi anche nei prossimi anni restituirà tracce importanti del paesaggio religioso romano del territorio. Il volume prende le mosse dallo scavo del Bagno Grande ma spazia nel racconto dalla preistoria del Monte Cetona, allo sviluppo della città etrusca di Chiusi alla romanizzazione del territorio. Quello di San Casciano dei Bagni è un territorio più sconosciuto agli archeologi rispetto a tanti luoghi noti della val di Chiana, della val di Paglia e della Val d’Orcia, eppure nelle pagine del volume si snoda un racconto ricco di testimonianze archeologiche, ancora tutto da scrivere.

Eventi culturali a San Casciano dei Bagni

Inoltre, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati delle indagini della campagna di scavi archeologici, sono stati presentati anche due eventi di rilievo, che si terranno a San Casciano dei Bagni nelle settimane successive. Il primo è la Lectio magistralis “Nell’acqua sacra del Bagno Grande”, che si terrà il giorno 11 aprile 2021 alle ore 12.00 direttamente dal “Bagno Grande” (le modalità di svolgimento saranno rese note in prossimità dell’evento). Il secondo evento riguarda l’inaugurazione del Nuovo percorso espositivo alle Stanze Cassianensi, in Piazza della Repubblica 4, che si svolgerà il giorno 24 aprile 2021 alle ore 17.00 (data suscettibile di cambiamento per norme anti-contagio).

News

ARCHAEOLOGY | Metaponto – Basilicata – the pearl of Magna Graecia

Metaponto, an ancient city of Magna Graecia, was probably founded in the eighth century BC by groups of Achaeans from the Peloponnese. According to the tradition handed down by Strabo, it seems that the centre was initially constituted by the veterans of the Trojan war.

The new veterans, however, lived together and clashed with the local populations of the Oenotrians. In the oldest phase of the area there was also an important inhabited area, now designated as the archaeological area of the “Incoronata of San Teodoro.

 

History of the city

The place, during the early age, was called Metabos with regard to a legend, and from this comes the subsequent evolution in the name. The ceramic productions were important in the area of ancient Metaponto.

Among the ancient artists the “Painter of Pisticci” should be remembered . The craftsmanship of bronze, sometimes illustrated, found in the Incoronata site was also important.

The city, in the period of maximum splendour, was able to host Pythagoras, who fled from Crotone. Following the events of the times, the city of the Achaeans often allied with nearby Taranto, following its fate for a long time. After being involved in the wars between the Romans and the Carthaginians, Metaponto entered the Roman orbit, first as a Federal City, then as a City Hall  in the 1st century BC.

 

The archaeological area

The sacred area is bordered on the west and east side by a perimeter wall ,Témenos, as well as by wide orthogonal streets. The east side, on the other hand, is marked only by a symbolic theory of pillars, which physically separates the area from the other public space, the agora.

The two major temples, Heraion and Apollonion, were built in the Doric style around the mid-sixth century BC. They are the result of a process of monumentalization of the sanctuary, which seems to end with the construction of the Ionic temple and with the reconstruction of building, in the first decades of the fifth century BC. The most impressive remains belong to the temple of Hera, the series of the 8 columns of the eastern front with a partial reconstruction of the elevation is proposed. The entire floor plan, on the other hand, is suggested by the orderly arrangement of the other remaining architectural elements.

On the side there is the temple dedicated to Apollo Lykaios, named as the Virtuous or the “Wolf”, of which some monolithic non-fluted columns relating to a previous building, never built, can be appreciated. The grandeur of the structure, the large base, is due to the need to support a great weight, determined by the marble roof. The building is characterized by the central division of the cell and by the double colonnade on the eastern front.

This building and the Ionic temple dedicated to Artemis maintain an old orientation, different from that of the two major temples, which instead align perfectly with the geometries of the urban grid. In front of the temples are situated the altars, accompanied by numerous bases, inscriptions and votive objects.

 

PUBLIC SPACES

In the agora, however, the architectural grandeur of the theatre is clearly distinguished, which during the second half of the fourth century BC replaces the previous archaic circular building, conventionally referred to as Ekklesiasterion. The building certainly hosted the highest town hall meeting, Ekklesia, but also competitions and shows with great popular participation. The absence of a hilly slope in the area has forced the invention of an artificial embankment. This is held on the outside by a retaining wall made of large limestone blocks.

In the current arrangement we can point out the development of the first layout, following that one of the metal section bars. In the centre the orchestra is recognizable, rectangular in shape, with two large opposite entrances. To represent the elevation of the theatre, instead, the masonry reconstruction of a sector of the external retaining wall, decorated with columns and Doric frieze, was preferred. Along this wall there are also the entrances, which should have allowed the spectators to access the upper part of the steps, the cavea.

 

Remains of the theatre
Remains of columns and doric frieze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


On the opposite side of the modern access road to the park, before the railway line, the area of the so-called Castro Romano develops, built between the agora and the line of the eastern walls. This is happened probably to house the Roman military garrison during the wars of the third century BC, before the definitive defeat of the Carthaginian army led by Hannibal. It is important the large portico or stoà, probably on two floors, with columns and Doric frieze, which closes the east side of the agora.

During the imperial period, Metaponto was further reduced to a small town within the Castro area. It exists in the basis of the port and the coastal road system. It is significant that the public space of the Greek city , agora and sanctuary, hosts a sector of the necropolis as if to underline the loss of any cultural and topographical relationship with the previous stages of life.

https://archeome.it/wp-admin/post.php?post=7988&action=edit

News

MITI | Giacinto, l’amore di Apollo ucciso dal vento

Giacinto era un principe spartano che, con la sua immensa bellezza, aveva incatenato il cuore di molteplici amanti: tra gli altri, di lui si invaghì perfino l’impalpabile Zefiro, ma chi lo amò senza riserve fu Apollo, al punto di seguirlo in ogni suo passo e di sfidare lo stesso Zefiro, trionfando ogni volta.

Un giorno, Apollo e Giacinto si stavano dedicando al lancio del disco, perché il giovane si allenasse, in vista delle Olimpiadi. A scagliare per primo il disco fu il dio, ma l’oggetto venne deviato da una brezza del geloso Zefiro, colpendo mortalmente la tempia di Giacinto. Apollo, disperato, fece ogni tentativo per strappare l’amato al crudele destino, ma tutto fu vano: il ragazzo spirò. Il dio, allora, col cuore spezzato, volle compiere un ultimo atto di delicatezza verso il giovane, trasformandolo in un bellissimo fiore, dal colore tanto intenso quanto quello del sangue sgorgato dalla terribile ferita.

Prima di ascendere al cielo, infine, Apollo segnò i petali del nuovo fiore con le sillabe “αι αι” (=ai ai), per incidervi la voce del dolore del suo amore perduto, che ancora solca la superficie della pianta.

News

MITI | Apollo e Dafne, il primo amore di un dio

Apollo ebbe il cuore spezzato dal suo primo amore, la naiade Dafne, figlia di Gea e del fiume Peneo, in Tessaglia o, secondo altre versioni, del fiume arcadico Ladone. Tale sofferenza fu, tuttavia, il castigo di un altro dio: egli, infatti, aveva schernito Eros, osservando che l’arco e le frecce non sembravano armi adatte a lui. Fu così che, allora, il figlio di Afrodite decise di vendicarsi e, per dimostrare l’efficacia della sua mira, centrò Apollo con un dardo d’oro, capace di generare un amore folle per la prima persona vista dopo esserne stati colpiti, e trafisse, invece, Dafne con una freccia di piombo che, al contrario, faceva rifiutare ogni moto del cuore.

Ben presto, il bel dio, posando i suoi occhi sulla naiade, arse di passione; Dafne, invece, provò repulsione: non appena vide Apollo che le si avvicinava, cominciò a scappare disperatamente, ma, giunta sulla sponda di un fiume, capì di essere spacciata. Pregò, così, i genitori di aiutarla e, immediatamente, un’energia nuova invase il suo corpo: divenne tronco, rami, foglie, radici. Ogni suo tratto, ogni sua forma era svanita: la sua bellezza era mutata in albero di alloro.

Apollo, pur avendo perso, così, il suo amore, non volle mai separarsene: le foglie sempreverdi di Dafne divennero a lui sacre, se ne cinse il capo e dispose che ogni uomo notevole per le imprese più ardite facesse altrettanto.