NEWS | Incarichi di collaborazione, ANA chiede chiarimenti alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) a gennaio 2021 ha evidenziato criticità e sollevato dubbi in merito al bando della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, avente per oggetto “Conferimento di incarichi di collaborazione, ai sensi dell’art. 7, comma 6, D. Lgs. 165/2001” da svolgersi presso varie soprintendenze.
In questi giorni leggiamo tante critiche conseguenti alla pubblicazione delle graduatorie del bando stesso. A gennaio, rispetto ai requisiti del bando, evidenziavamo che:
- Non esiste alcun criterio legislativo o tecnico-scientifico che stabilisca l’obbligo di aver esercitato l’attività archeologica per una durata di anni 15 o 10 per svolgere alcuna mansione specifica. Requisito che appariva escludente verso un gran numero di professionisti, peraltro senza alcuna valida motivazione.
- Sembra del tutto incoerente il reclutamento di professionalità in affiancamento al lavoro dei funzionari dello Stato, per i quali i criteri di assunzione tramite concorso pubblico da parte dello Stato sono inferiori a quelli richiesti in questo bando.
- In una gara pubblica criteri di selezione particolarmente rigorosi e stringenti rispetto agli standard normativi per le figure ricercate (che per gli archeologi sono costituiti dall’Allegato 2 del DM 244/2019) devono trovare una valida ed esplicita motivazione in esigenze specifiche di specializzazione.
- Per il principio di adeguatezza e proporzionalità nell’azione amministrativa, le credenziali e le qualificazioni pregresse devono essere congrue rispetto all’oggetto del contratto.
- Paradossale l’assenza, tra i requisiti di selezione, di qualsiasi riferimento alle specificità delle figure ricercate come indicato dall’art. 9-bis del Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. 42/2004) e suo decreto attuativo DM 244/2019.
- Si ravvisava inoltre “la necessità di una maggiore trasparenza rispetto ai criteri di selezione per i soggetti che riceveranno l’incarico, affinché non vi siano margini di opacità che possano portare ad antipatiche contestazioni e dubbi su un eccessivo arbitrio nelle scelte effettuate”.
Come è evidente, né l’auspicio di revisione dei criteri di selezione, né quello di annullamento del procedimento sono stati accolti. E purtroppo oggi il l’allarme sulla mancanza di trasparenza, lanciato a monte della selezione, trova una triste eco nelle proteste che in questi giorni accompagnano la pubblicazione delle graduatorie del concorso, che presentano qualche evidente anomalia.
Riceviamo e pubblichiamo la richiesta dell’Associazione Nazionale Archeologi: l’ANA chiede alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di fornire chiarimenti in merito ai criteri utilizzati per la valutazione di titoli ed esperienza al fine della composizione della graduatoria finale della selezione.