NEWS | Conclusa la campagna di scavi a Segesta (TP), Samonà: «Oltre all’ingresso dell’Agorà, trovata anche una base di statua»
Al Parco Archeologico di Segesta (TP) si conclude la sessione di scavi condotta con la Scuola Normale Superiore di Pisa, con la quale si consolida una più che decennale e fruttuosa collaborazione. La ricerca ha visto in campo l’équipe della Scuola Normale di Pisa, con studenti specializzandi e dottorandi provenienti da varie università. In particolare sono riprese le indagini nell’Agorà dove sono stati fatti importanti ritrovamenti. Fra questi, l’ingresso del monumentale accesso all’Agorà con l’iscrizione, rinvenuta qualche settimana fa, e la base di una statua in perfetto stato di conservazione.
Le indagini sono state quindi dirette dalle professoresse Anna Magnetto (Direttrice Laboratorio SAET, Scuola Normale Superiore) e Maria Cecilia Parra (docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica, Università di Pisa) e il dott. Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca) ha coordinato il lavoro sul campo; Carmine Ampolo, professore emerito della Scuola Normale, è stato presente, come già in passato, per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici. Presente in situ anche l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.
In luce l’ingresso dell’Agorà, la base di statua e l’iscrizione
La piazza – Agorà – fu costruita, dal II secolo a.C., su tre terrazze digrandanti rifacendosi a modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo, dall’Asia Minore all’area egea e italica.
Lo scavo è stato condotto sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico (stoà) monumentale chiudeva l’agorà. Il portico è stato realizzato facendo grandi tagli nella roccia con possenti opere di sostruzione lungo il pendio; un complesso imponente quindi quanto quello sul lato nord, riportato alla luce negli anni passati. Un portico superiore si affacciava sulla piazza e un corpo monumentale aveva una facciata a livello inferiore su un percorso viario. Qui si apriva un’ampia porta d’accesso con vani che dovevano avere funzione pubblica.
Un’iscrizione greca, riemersa durante gli scavi in prossimità della porta, arricchisce il quadro delle testimonianze di munificenza per la comunità (evergetismo) della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua nel teatro di Segesta, forse era il nome del suo finanziatore. Tutte queste testimonianze mostrano dunque il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica.