Agrigento

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NEWS | Anche la Sicilia aderisce alla “Notte Europea dei Musei”: gli eventi in programma

𝗥𝗶𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗦𝗶𝗰𝗶𝗹𝗶𝗮. 𝗧𝗼𝗿𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶

Sabato 14 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, i luoghi della cultura siciliani rimarranno aperti con l’ingresso simbolico di 1€. Una nuova straordinaria opportunità di visitare i beni culturali siciliani! La Regione Siciliana, su indicazione dell’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ha aderito alla Notte Europea dei Musei, l’appuntamento annuale che si svolge contemporaneamente nei musei di tutt’Europa.

A partire dalle 19 e fino alle 23 (in alcuni siti alle 24) sarà possibile visitare, quindi, i principali musei regionali della Sicilia, molti dei quali, per l’occasione, proporranno visite guidate e allestimenti particolari.

La Notte dei Musei promuove la cultura e invita, soprattutto le famiglie, ad avvicinarsi all’arte e coltivare la bellezza. Occasioni come la notte europea e le prime domeniche del mese con ingresso gratuito, costituiscono un forte incentivo alla conoscenza del nostro ricchissimo patrimonio di opere d’arte. Avvicinarsi ai luoghi della Cultura, scoprendo la storia della nostra Isola e di coloro che la abitarono, portare anche i più piccoli al Museo, è il modo migliore per conoscere la Sicilia, la sua identità, la sua dimensione universale. È il modo migliore per tornare a essere consapevoli della nostra Sicilia, una Terra unica al mondo, nonostante le tante, troppe, ferite subite.

Per celebrare la serata, molti dei musei siciliani hanno programmato iniziative speciali. Per una maggiore certezza dell’orario di apertura e delle proposte di visita è sempre consigliabile consultare le pagine web o Fb delle singole strutture museali.

Gli eventi in programma nell’isola

In particolare si segnalano:

AGRIGENTO – Il Museo archeologico Griffo di Agrigento sarà aperto dalle 19 alle 22 con il seguente programma: alle 19 nel giardino del Museo concerto della U.S. Naval Forces Europe and Africa Band; alle 20 e alle 20.45 visita guidata all’itinerario tematico “L’etica della guerra nel mondo greco antico”, alle 20.30 e alle 21.45 nella Sala Zeus Gaetano Aronica legge “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco.

CATANIA – In provincia di Catania aperti dalle 20 alle 22: il Museo di Adrano e le Mura Dionigiane. Il Museo della Ceramica di Caltagirone sarà visitabile dalle 18.30 alle 21.00.

ENNA – Il Parco archeologico di Piazza Armerina e della Villa Romana del Casale propone la visita della Villa Romana, del Museo di Palazzo Trigona ad Aidone e del Museo Regionale di Aidone. Inoltre, alle Terme della Villa del Casale alle 21.00 si terrà una conversazione per illustrare il mosaico pavimentale del Tepidarium con resti di scena di ludi, tra cui la corsa con le fiaccole. La conversazione sarà tenuta dal Prof. Paolo Barresi dell’Università Kore di Enna e dal Dott. Rosario Patanè, responsabile delle attività di valorizzazione del Parco archeologico.

Alcuni mosaici della Villa Romana del Casale (immagine via RestaurArs)
 

MESSINA – Al MuMe – Museo Interdisciplinare di Messina (apertura dalle 20 alle 24) sarà allestita una piccola sezione espositiva e didascalica del culto mariano della Lettera, patrona di Messina, la cui festività ricorre il 3 giugno. Alle opere già esposte nel circuito museale del primo piano si aggiungerà una trascrizione in cinese del XVII secolo della lettera della Madonna ai messinesi (42 d.C.) e alcune opere artistiche tra cui due Cartagloria del XVII secolo in argento bulinato e sbalzato. Durante la serata le guide turistiche della provincia di Messina effettueranno visite guidate approfondite con gratuità per i giovani fino a 18 anni di età.

Una delle sale del MuMe (immagine via Discover Messina Sicily)
 

Sempre in provincia di Messina aperto (dalle 20 alle 24) il Parco archeologico di Tindari dove sarà possibile visitare: l’Antiquarium di Milazzo e la possibilità di visitare la cittadella fortificata, a Tusa l’area archeologica di Halaesa Arconidea limitatamente all’Antiquarium, al Lapidarium e alla Chiesa di Santa Maria delle Palate. A Patti negli stessi orari aperta l’area archeologica e l’Antiquarium di Tindari e la Villa romana. A Capo d’Orlando ingresso libero dalle 20 alle 24 per l’area archeologica di Bagnoli.

A Taormina, dalle 20 alle 23 sarà aperto il Teatro Antico e a Giardini Naxos apertura, sempre dalle 20 alle 23, per il Museo Archeologico.

Locandina del Teatro Antico di Taormina (Adius Culture)
 

Nell’Isola di Lipari il Museo archeologico Eoliano Bernabò Brea resterà aperto alle visite dalle 20 alle 23.

PALERMO – Al Museo di Arte Moderna di Palazzo Riso (chiusura alle ore 24.00, ultimo ingresso ore 23.30) è l’ultimo giorno utile per visitare “Seductions”, la mostra del fotografo tedesco Uli Weber a cura di Daniela Brignone. Al Museo archeologico regionale A. Salinas apertura fino a mezzanotte. Con un sovrapprezzo è possibile prenotare la visita guidata alla collezione del Museo e alla statua di Athena, proveniente dal museo dell’Acropoli di Atene, e gustare un calice di vino. Al Museo Regionale di Palazzo Abatellis apertura dalle 20 alle 24: Notturno a Palazzo Abatellis “Umanità del MedioEvo nel Trionfo della Morte” e “Umanità del Rinascimento in Laurana e Gagini”.

RAGUSA – Aperto dalle19 alle 22 il Convento della Croce a Scicli.

SIRACUSA – Alla Galleria regionale di Palazzo Bellomo in mostra “Le figure del presepe” in collaborazione con il Liceo artistico Gagini di Siracusa. Aperti anche l’Ipogeo di Piazza Duomo (dalle 20 alle 24) e il Museo Archeologico Paolo Orsi (dalle 19 alle 23). Aperto anche il Castello Maniace (dalle 20 alle 24) dove, nella Sala Ipostila, si potrà ammirare la mostra “Passi” di Alfredo Pirri.

La mostra “Passi” di  Alfredo Pirri al Castello Maniace (immagine via Palermo – La Repubblica)
 

A Palazzolo Acreide dalle 19 alle 23 si può visitare Palazzo Cappellani. A Lentini, dalle 16 alle 22, visitabile con un euro l’area archeologica di Monte San Basilio – San Mauro e il Parco archeologico di Leontinoi che resterà aperto fino alle 22.00.

TRAPANI – L’area monumentale del Parco archeologico di Selinunte resta aperta dalle 19 alle 24. Stesso orario per il Museo del Satiro che si trova nella nella chiesa di S. Egidio a Mazara del Vallo. Al Parco archeologico di Segesta apertura straordinaria dalle 20.00 alle 24.00. A Marsala restano aperti 19.30 alle 22.30 il Parco archeologico Lilibeo e il Museo archeologico di Baglio Anselmi.

Fonte: Alberto Samonà.

Immagine di copertina ©Dario Giannobile

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NEWS | Destinazione Agrigento, i percorsi sotterranei della Valle dei Templi

Se parliamo di Agrigento è impossibile non pensare alla  Valle dei Templi che, con i suoi edifici imponenti e maestosi, ci racconta il passato dell’antica Akragas e del rapporto tra i suoi abitanti e le divinità a cui erano legati. Tuttavia, nella Valle dei Templi esistono alcuni percorsi che raccontano altri aspetti della comunità agrigentina: uno di questi, per esempio, è quello dedicato al culto dei morti. Il percorso di visita è dedicato all’osservazione di particolari strutture riconducibili all’attività di necropoli delle prime comunità di cristiani agrigentini.

 

Alla scoperta delle necropoli delle prime comunità cristiane di Agrigento

La realizzazione di queste strutture ha modificato radicalmente diversi settori della Valle dei Templi. Iniziando all’ombra dell’ulivo saraceno innanzi al Tempio della Concordia, il tour entra da subito nel vivo con una passeggiata lungo il percorso di un antico asse viario greco, divenuto a partire dal sec. III d.C. una vera e propria “via dei sepolcri”. Percorrendo questo sentiero si giunge alla necropoli sub-divo, la cui realizzazione ha trasformato in parte l’originario contesto tra i templi di Ercole e di Concordia. L’itinerario prosegue attraversando il corridoio che taglia la necropoli paleocristiana e conduce all’accesso settentrionale della Grotta Fragapane, la catacomba più grande della Valle dei Templi.

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Le sepolture paleocristiane nella Valle dei Templi
Un tuffo nel passato tra i colori del tramonto

Giunti al bivio con la cosiddetta necropoli romana “Giambertoni”, l’itinerario prosegue lungo un sentiero paesaggistico che costeggia esternamente le mura di difesa e conduce nuovamente al Tempio della Concordia: qui si godrà appieno di una breve ma intensa esperienza sensoriale immergendosi tra colori, odori e suoni del sentiero nei momenti della giornata che precedono il tramonto. 

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La valle dei Templi al tramonto

 

Altre tappe da non perdere nel territorio di Agrigento

La Casa di Luigi Pirandello ad Agrigento è un vero e proprio luogo del cuore. Riallestita di recente, la Casa Museo Luigi Pirandello custodisce parte del patrimonio materiale appartenuto al grande drammaturgo ed alla sua famiglia: la struttura è provvista di un potente apparato comunicativo, funzionale a valorizzarne il patrimonio immateriale espresso dal suo genio.

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Casa Museo di Luigi Pirandello

 

L’area archeologica di Eraclea Minoa

L’Area archeologica di Eraclea Minoa sorge su un bianco promontorio proteso verso uno splendido paesaggio marino, all’interno della Riserva Naturale Foce del Fiume Platani. La città, fondata dai selinuntini, venne chiamata Eraclea in onore dell’eroe  Eracle, mentre Minoa si collega ad un altro mito: quello del re Minosse. Secondo la leggenda, infatti, il mitico re cretese avrebbe inseguito fin qui Dedalo, per punirlo dopo che questi aveva aiutato Arianna e Teseo alle prese con il labirinto. Il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane, con il loro impianto “ad insulae”  è un esempio  utile a comprendere l’urbanistica delle città in epoca ellenistico-romana. Di grande interesse è senza dubbio il teatro greco, costruito alla fine del V secolo a. C, la cui cavea è rivolta verso il mar Mediterraneo, creando così uno sfondo paesaggistico che, nei secoli, ha lasciato senza fiato i suoi spettatori.

Il teatro greco di Cattolica Eraclea
Accadde oggi

I moti del 1848, quando la Sicilia stupì l’Europa

Il 12 Gennaio del 1848 Palermo si sveglia diversa, con la voglia, caratteristica del popolo siciliano, di sottrarsi al dominio straniero e tirannico. Così la città di Palermo, quella mattina, vede una folla di gente in rivolta contro la dominazione napoletana, contro le truppe regie di Ferdinando II. L’obiettivo era quello di  proclamare il Nuovo Regno di Sicilia, indipendente e autonomo dal potere borbonico.

Stampa allegorica dell’epoca. La Sicilia scaccia il potere borbonico

 

Il 12 Gennaio 1848, l’epoca gloriosa della universale rigenerazione

Nei giorni che precedevano i moti, diversi  manifesti circolavano sui muri di Palermo, chiamando a gran voce i cittadini all’insurrezione. In uno dei manifesti, riportato interamente in un’opera del 1863 di Felice Venosta, si poteva leggere:

Siciliani! Il tempo delle preghiere inutilmente passò, inutili le proteste, le suppliche, le pacifiche dimostrazioni. Ferdinando tutto ha spezzato. E noi popolo nato libero, ridotto fra catene e nella miseria, ardiremo ancora a riconquistare i legittimi diritti. All’armi figli della Sicilia! La forza dei popoli è onnipossente: l’unirsi dei popoli è la caduta dei re. Il giorno 12 gennaio, all’alba, segnerà l’epoca gloriosa della universale rigenerazione. […] Chi sarà mancante di mezzi ne sarà provveduto. Con questi principi il cielo seconderà la giustissima impresa. Sicilia, all’armi!

Con queste parole, i palermitani, organizzavano la rivolta proprio nel giorno del compleanno di Ferdinando II di Borbone, nato a Palermo proprio il 12 Gennaio 1910. L’insurrezione era capeggiata dal mazziniano Rosolino Pilo e promossa insieme a Giuseppe La Masa.

La rivoluzione di Palermo in una stampa d’epoca

La sera stessa del 12 gennaio veniva istituito un “Comitato provvisorio” che chiedeva il recupero della Costituzione del 1812, incentrata sui principi della democrazia rappresentativa e sulla centralità del Parlamento. Nel frattempo, il 15 Gennaio, sbarcavano a Palermo i rinforzi borbonici che bombardarono le strade piene di rivoltosi. Il 22 gennaio Ferdinando II negava le richieste siciliane. Il 23 gennaio, il Comitato provvisorio si trasformava nel nuovo “Comitato Generale”, avente come presidente Ruggero Settimo e come segretario il patriota Mariano Stabile. Lo stesso 23 gennaio il “Comitato generale” dichiarava decaduta la monarchia borbonica. Il 25 gennaio 1848 le truppe borboniche evacuavano il Palazzo Reale.

Il vessillo del Nuovo Regno di Sicilia

 

La Sicilia insorge

Palermo era stata la prima di molte città a ribellarsi. Di lì a poco, nel giro di qualche mese, molte altre città del Regno borbonico ne seguirono l’esempio. Il 22 gennaio anche Girgenti (Agrigento) intraprende la via della rivolta seguito, il 29 gennaio, da Catania, Messina e Caltanissetta nella stessa giornata. Il 30 gennaio è il turno di Trapani e il 4 febbraio quello di Noto.

Il primo Governo del Nuovo Regno venne presentato il 27 marzo, con la nomina dei ministri: figure liberali come Mariano Stabile, il barone Pietro Riso, lo storico Michele Amari, il principe di Butera Pietro Lanza e il futuro primo ministro del neonato regno italiano Francesco Crispi.

Già nel settembre dello stesso anno, però, l’esercito borbonico riconquista Messina. Da qui, l’Esercito delle Due Sicilie si mosse per la riconquista del resto dell’isola.

L’assedio di Messina

Il 1° Settembre del 1487 già la città di Messina aveva manifestato comportamenti rivoltosi nei confronti dei Borbone. Quell’insurrezione improvvisata era stata sedata nel giro di poche ore. Ma era bastata a scatenare una scintilla rivoluzionaria tra i messinesi, e non solo, al punto di ricordarla in una lapide commemorativa, posta oggi proprio in via I Settembre.

Nel 1848 erano riprese le rivolte, stavolta più dure e, soprattutto, durevoli. Tuttavia, lo sforzo messinese, perpetrato per mesi non fu sufficiente. Il dominio borbonico, scacciato con le rivolte da tutta la Sicilia, manteneva infatti un suo presidio nella Cittadella di Messina, ben difesa e ben equipaggiata per la riconquista dei territori (contava infatti circa 300 cannoni).

Messina con la Real Cittadella in una stampa d’epoca

L’esercito borbonico sbarcò a Messina il 3 settembre 1848, guidato dal tenente Carlo Filangieri, principe di Satriano. Un esercito composto da circa 24.500 uomini si scagliò sulla città adoperando un totale di 450 cannoni. I bombardamenti colpirono tanto i rivoltosi (che potevano contare su un corpo armato di soli 6.000 uomini) quanto i civili, distruggendo e radendo al suolo interi quartieri. Nel frattempo, sul fronte sud di Messina, Filangieri guidava un ulteriore bombardamento navale. Il bombardamento di Messina, durato per cinque giorni ininterrotti, fece storcere il naso all’Europa intera che guardò ancora con più astio Ferdinando II che, con quell’attacco, ottenne il soprannome di “re bomba”.

Messina, in quei giorni di settembre 1848, cadeva sotto il peso e la crudeltà dell’esercito borbonico. Le forze siciliane chiedevano così la tregua, concessa il 18 settembre.

Nei primi mesi del 1849 anche Catania capitolava sotto la pressione dell’esercito borbonico. Palermo, invece, cadde il 14 maggio 1849 e con essa caddero, per il momento, anche le speranze di uno stato siciliano indipendente.

L’assedio di Messina in Piazza Duomo

 

La “Primavera dei Popoli”

Palermo era stata, inoltre, la città a ispirare moti rivoluzionari in tutta Europa, dando il via alla cosiddetta “Primavera dei Popoli”, periodo in cui la borghesia europea decideva di ribellarsi. Napoli seguì l’esempio palermitano già il 27 gennaio 1848; a Parigi tra il 22 e il 24 marzo dello stesso anno Luigi Filippo fu costretto ad abdicare, favorendo così la nascita della “Quarta Repubblica francese”; anche Berlino ebbe i suoi moti rivoluzionari proprio a Marzo. E, ancora, tra il 18 e il 24 marzo anche Milano si ribellò agli austriaci. Una stagione rivoluzionaria che si conclude con l’insorgere della stessa Roma, con la nascita della “Repubblica Romana”.

Il popolo palermitano aveva, nel suo piccolo, dato il via ai moti rivoluzionari del ’48, necessari per la futura spinta rivoluzionaria europea. Fu l’inizio del Risorgimento.

 

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NEWS | Nella Valle dei Templi di Agrigento riaffiora una casa “restaurata”

Agrigento torna al centro delle scoperte archeologiche; infatti, nella Valle dei Templi riaffiora una casa “restaurata” già tra il III e il II secolo avanti Cristo. È l’eccezionale scoperta di queste ultime settimane nel Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, dove è stata riportata alla luce una serie di straordinarie pitture parietali e una pavimentazione in cocciopesto e a mosaico, perfettamente integra, parte di un’abitazione nel cosiddetto quartiere ellenistico-romano. La casa era crollata, o era stata demolita per qualche motivo, e le macerie accumulate hanno “salvato” mosaici e pavimenti in stile pompeiano.

I pavimenti decorati
La scoperta

La casa è stata ritrovata nel quartiere ellenistico-romano (dove è stato ritrovato anche l’anfiteatro) durante la sesta campagna di scavo dell’Università di Bologna; il progetto è stato avviato in collaborazione con il Parco Archeologico, sotto la direzione di Giuseppe Lepore del Dipartimento di Beni culturali del Campus di Ravenna.

Dal 2016 e con cadenza annuale il team dell’Università di Bologna si è dedicato all’indagine di un intero isolato (il terzo del Quartiere), con particolare attenzione alla Casa III M. È stata proprio quest’ultima a restituire un contesto che gli archeologi giudicano di altissimo valore scientifico, con pavimenti e pitture in perfetto stato di conservazione.

Quartiere ellenistico-romano visto dall’alto

La casa è stata ristrutturata, insieme al resto del quartiere, tra la fine del III e gli inizi del II secolo avanti Cristo ed è stata dotata di un complesso sistema di pitture parietali e di pavimenti in cocciopesto e in mosaico.

Gli ambienti rinvenuti

 

La casa

Probabilmente già nella prima età imperiale la casa ha subìto un crollo, forse una demolizione intenzionale, che ha permesso, come detto, la conservazione delle pitture parietali e dei pavimenti in cocciopesto e in mosaico.

Pavimenti e pitture si possono datare, ad una prima analisi, ad un rifacimento degli inizi del I secolo a.C.. Si tratta di ambienti che appartenevano ad un ceto gentilizio con stanze ricche di statue, tappezzeria, arazzi, argenti, con pareti affrescate e pavimenti a mosaico.

Il crollo della casa

L’abitazione si estendeva per circa 400 mq ed era formata da un monumentale spazio porticato dal quale si aprivano i tre vani principali. Il focus della campagna di scavo è stato il settore centrale; Il piano terra ha restituito il pavimento in cocciopesto con inserti di pietre colorate che formano una decorazione a meandro. Il crollo, invece, ha restituito parti del mosaico policromo, con motivi a meandro, del piano superiore e le relative pitture parietali in stile pompeiano.

Elementi decorativi riaffiorati durante gli scavi

 

Riportare alla luce le testimonianze del passato ci dà la possibilità di costruire il futuro della Sicilia – Alberto Samonà

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NEWS | Al via le visite per ammirare lo spettacolo dell’alba sulla Valle dei Templi

“Risveglio sul Mediterraneo” è il programma di visite teatralizzate all’alba, dal 25 luglio al 29 agosto 2021 nella Valle dei Templi (AG). In collaborazione con CoopCulture, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle propone questo nuovo progetto di valorizzazione e narrazione.

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Il musical sul mito greco all’alba nella Valle dei Templi (AG) – 25 luglio 2021

Teatro e musica si fondono e, proprio attraverso i valori dello spettacolo, creano una narrazione unica e coinvolgente all’alba in uno dei centri più rappresentativi della Magna Grecia. Il percorso di visita si snoda dal Tempio di Giunone al Tempio della Concordia, passando per mura megalitiche, memorie della civiltà romana e dei primi cristiani, con uno story telling alternativo e di ampio respiro: la musica – si sa – sin dai tempi più antichi è il linguaggio universale che unisce; il teatro trasforma la quotidianità in arte e la narrazione lega tutto in un percorso senza precedenti.

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Un momento della rappresentazione al Tempio della Concordia – Valle dei Templi (AG), 25 luglio 2021
Al passo coi Templi

Nelle diverse giornate, le visite straordinarie proporranno nel percorso Dei ed Eroi della mitologia greca, al passo coi Templi. Si risveglieranno nella loro candida fierezza proprio alle prime luci, tra colonne e templi in edizione rinnovata, ma sempre rispettosa delle emozioni che negli anni hanno animato i visitatori della Valle. Ma non solo: ci saranno attori, musicisti e cantanti, danze e sortilegi, personaggi grotteschi, capitani fanfaroni, servi furbi, donne diaboliche e candide fanciulle. E non mancherà il teatro greco che, direttamente al Tempio della Concordia, racconterà la storia dell’uomo omerico: l’Iliade.

Si aprono le danze alla Valle dei Templi (AG) – 25 luglio 2021
Come prenotare

Sono già aperte le prenotazioni per le visite all’alba sulla Valle. Per acquistare i biglietti online, avere ulteriori informazioni e conoscere i termini di gratuità si prega di visitare questo sito.

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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | Caos alla Valle dei Templi: spettanze non pagate e minaccia di sciopero, interviene Samonà

La scorsa settimana il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento è stato teatro di alcune agitazioni da parte dei dipendenti. I 160 dipendenti del Parco hanno minacciato di chiudere la  Valle dei Templi: Cgil, Cisl, Uil, Cobas Codir, Sadir, Ugl e Siad lamentano di non aver avuto risposte dopo l’incontro del 9 giugno 2021 con il direttore del Parco sulle spettanze extra, ancora non pagate, dovute al personale per il 2019 e il 2020.

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Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

I sindacati hanno così ribadito: «Una situazione non più sostenibile dopo l’accorpamento al Parco della Valle dei Templi del Museo Regionale “Pietro Griffo”, della Biblioteca – Casa natale di Luigi Pirandello e altri trenta siti minori; la gestione della vigilanza e la fruizione degli stessi, con sole 160 unità di personale, è diventata insostenibile».

Alla nota sindacale congiunta, dove si minaccia lo sciopero, ha subito dato risposta l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.

L’assessore Alberto Samonà alla Valle dei Templi di Agrigento

L’Assessore ha infatti prontamente richiesto al dirigente generale del Dipartimento, Sergio Alessandro, la convocazione del direttore del Parco, Roberto Sciarratta. Il personale infatti lamenta problemi soprattutto di ordine economico, causati da lunghi ritardi nei pagamenti dei salari. L’obbiettivo, spiega Samonà, è quello di riequilibrare e rasserenare al più presto la situazione. Ciò è da fare soprattutto in vista dell’apertura della stagione estiva, che vedrà i Beni Culturali in prima linea per il rilancio dell’intero territorio. Bisognerà dunque mantenere la continuità dei servizi e il rispetto degli accordi sindacali.

Roberto Sciarratta, direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento
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NEWS | Più di un milione di euro per la riqualifica della Foce dell’Akragas (AG)

Il grande emporio della città di Agrigento, di cui parlano le fonti antiche, alla Foce del fiume Akragas, sarà oggetto di una riqualifica. Il sito sarà fruibile, grazie a un progetto che varerà oltre un un milione di euro con fondi POC. Il totale proviene dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; l’iniziativa è partita dal Libero Consorzio di Agrigento

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Il fiume Akragas – fonte: AgrigentoOggi

Gli spazi intorno alla Foce, dove si trovano edifici abbandonati e in degrado, saranno sistemati e ospiteranno attività didattiche e culturali. Verranno creati anche dei percorsi naturalistici per riscoprire tutta quest’area di grande interesse ambientale. Inoltre, la zona ha restituito importanti testimonianze archeologiche di età greca, romana, bizantina e islamica. Un corso d’acqua che da sempre, quindi, ha fatto la fortuna della città di Agrigento fino ad oggi.

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Parco Archeologico della Valle dei Templi (AG)
Le parole dell’assessore Alberto Samonà

«L’intervento è frutto di un’azione congiunta tra istituzioni e costituisce un primo significativo passo per recuperare e custodire un ambiente naturale, oggi totalmente degradato, che presenta molte particolarità sotto il profilo storico e paesaggistico. Si tratta anche di dar corso a un’operazione di recupero della memoria storica che mira a restituire ad Agrigento il proprio passato, creando una continuità tra la costa e la Valle dei Templi, rapporto che nel tempo ha subito una frattura. Molti dei progetti finanziati dal governo regionale attraverso l’Assessorato dei Beni Culturali tendono a ricostruire un tessuto che valorizzi la città di Agrigento nella sua complessità e continuità: Parco Archeologico, centro storico, area costiera; questi ultimi sono, infatti, tutti elementi che vanno connessi per offrire una visione globale della città».

L’assessore Alberto Samonà
Un progetto sostenibile

Si cercherà di recuperare in maniera rispettosa tutti gli spazi esistenti, tra cui l’edificio noto come “la focetta” che sarà adibito a spazio per l’accoglienza turistica e per progetti di educazione ambientale. Il tutto sarà reso accessibile e non ci saranno barriere architettoniche. Si è pensato di realizzare proprio in questo spazio delle iniziative culturali e di costruire al suo interno una sala immersiva che racconterà la storia di Agrigento. In quest’area, inoltre, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza del Mare, saranno esposti reperti archeologici subacquei. Sarà adibita anche una sezione naturalistica che illustrerà flora e fauna locale; sarà possibile partecipare anche ad attività come il birdwatching

La Foce del fiume Akragas – foto: Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana

Immagine di copertina da agrigentonotizie.it.

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NEWS | Valle dei Templi (AG), al via la riqualificazione del santuario rupestre

Il Santuario rupestre di S. Biagio, complesso monumentale della Valle dei Templi, subirà una importante riqualifica

Il complesso monumentale del Santuario rupestre della Valle dei Templi di Agrigento, sarà finalmente riqualificato. Il complesso sorge sulle pendici nord – orientali della Rupe Atenea, a ridosso di una parete rocciosa, in cui vi sono molte grotte antropiche. Esso si compone essenzialmente di due parti: l’edificio delle vasche a Ovest e il piazzale recintato antistante a Est. Il Santuario rupestre è fortemente legato al culto delle acque che sgorgano da due cavità naturali. Da molto si parlava di un necessario e urgente intervento per questa area archeologica, da tempo chiusa al pubblico. Il Santuario rupestre sarà libero dalle impalcature e dai vecchi sostegni e potrà essere restituito alla comunità. L’urgenza dei lavori è presto detta: sette anni fa, successivamente ad alcuni lavori, si scoprì che il complesso aveva subito gravi danni a causa dello smottamento del terreno. La metà del Santuario era ruotata così tanto, da essersi posta in diagonale rispetto al suo assetto originario. Questo rendeva il complesso molto instabile e pericoloso, perciò fu deciso di smontarla e di conservarla. L’obiettivo ora è quello di  lavorare per riassemblare il Santuario nella sua interezza e ricollocarlo in situ, affinché i visitatori possano vederlo.

A sinistra: Agrigento, dettaglio della collocazione del monumento segnalato dal riquadro celeste (elaborazione grafica da Fiorentini 2010, tav. 3). A destra: Agrigento, fontana di S. Biagio: planimetria generale (da Cultrera 1942-1943, tav. III). Fonte: FINO 2014.
Un complesso pieno di interrogativi da sciogliere

Il progetto prevede non solo di consolidare un sito, ma anche di classificarlo con i più innovativi sistemi tecnologici, studiarlo e quindi ricostruirlo. Infatti, gli studiosi dibattono da tempo sulla funzione e sulla datazione del complesso, identificato dagli studiosi come la “fontana arcaica” di Agrigento, ma nota ai più come Santuario Rupestre di S. Biagio. Dopo le prime esplorazioni di Pirro Marconi nel 1926, fu Giuseppe Cultrera a scavare, nel 1932, l’intero complesso monumentale. Fin dalla sua scoperta, il monumento ha subito ripetuti interventi di restauro, alcuni dei quali piuttosto invasivi. Questo ha determinato una difficoltà nella lettura del complesso architettonico nel suo contesto naturale. 

 
 
BIBLIOGRAFIA:

A. FINO 2014, Il restauro dei monumenti antichi. Problemi strutturali: esperienze e prospettive, Atti delle V Giornate Gregoriane, Agrigento, 23-24 novembre 2012.

C. ZOPPI 2004, Le fasi costruttive del cosiddetto santuario rupestre di Agrigento: alcune osservazioni, in Sicilia Antiqua. 1
2004, pp. 41-79.

A. SIRACUSANO 1983, Il Santuario Rupestre di Agrigento in località S. Biagio, Roma 1983.

G. ZUGZT 1963, Osservazioni sul “Santuario rupestre” presso S. Biagio, Agrigento, Klearchos, , 1963, pp. 114-124.

G. CULTRERA 1942, Il santuario rupestre presso S. Biagio in Agrigento, Atti Acc. Palermo, s. IV, III, 1942, pp. 609-627.

 

News

ARCHAEOLOGY | The expression of the power of Akràgas, the Temple of Concordia

The expression of power of Akràgas, the Temple of Concordia, is the most famous Greek temple in Sicily. The inhabitants of ancient Agrigento built as many as 10 temples during the fifth century BC, in a fierce challenge to the last capital against Syracuse. The so-called Temple of Concordia, in particular, was built in 430 BC and today is located inside the famous Valley of the Temples of Agrigento. The monument owes the name Concordia to the interpretation that the historian Tommaso Fazello made of a Latin epigraph found nearby, but which, in fact, has nothing to do with the temple.

Map of the Temple of Concordia

It is a hexastyle peripterus in Doric style: a quadrilateral with six columns on the front and thirteen on the long sides (it follows the classical canon, therefore, which has the columns on the long sides being double plus one compared to those on the front). The perfectly preserved peristasis rests directly on a crepidoma composed of four steps and consists only of Doric columns: the shaft is not particularly slender and ends in a capital with a simple shape. Each column has twenty grooves and, towards two thirds of the height, presents a harmonious entasis. The peristasis supports an entablature composed of a lintel, a frieze decorated with metopes and triglyphs and an unsculpted tympanum.

Map, elevation and photo of the Temple of Concordia

The inner naos (the cell), accessible through a step, is preceded by a pronaos in antis (framed between two columns) and is followed by another vestibule. This second space, called opisthodomos, was usually used for the custody of the treasure, the donations and the archives of the temple. Of great interest is the presence, on the sides of the pronaos, of pylons with stairs leading to the roof. Likewise, on the top of the walls of the cell and in the blocks of the trabeation of the peristasis, the recesses for the wooden roof truss are clearly visible. Studies have shown that the exterior and interior of the temple were covered with polychrome stucco. The chromatic hypothesis made by the experts suggested a white stucco covering for the whole structure, with the exception of the frieze and the tympanum which, instead, had to be colored red and blue.

From Temple to Church

At the end of the sixth century AD, the Temple of Concordia was transformed into a Christian basilica by Bishop Gregory II and dedicated to Saint Peter and Paul. This metamorphosis brought about a series of changes, which contributed to the survival of the structure to the present day: the overthrow of the ancient orientation, the demolition of the wall of the opisthodomos, the closure of the intercolumni and the construction of twelve arched openings in the walls of the cell; all this allowed the three canonical naves to be built. The pits, instead, which are located inside and outside the church, refer to high-medieval burials. In 1748 the temple returned to its ancient forms, with the reopening of the colonnade, and stopped being used for worship.

With one of the symbols of the classical art of Sicily we close the first phase of life of this column with a Sicilian flavor. From 2021, in fact, the column Archaeology in Sicily will change “location” and will be published in ArcheoMe’s magazine. We certainly could not limit the history of our land to a few lines: Sicilian archaeology still has so much to tell and I will continue to be its humble spokesperson. 

See you soon!

Tradotto da: https://archeome.it/archeologia-lespressione-della-potenza-di-akragas-il-tempio-della-concordia/