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NEWS | Passeggiate archeologiche di ARCHEOCLUB Area Ionica (ME), oggi il “Solstizio all’Abbazia”

L’ARCHEOCLUB Area Ionica di Messina, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia,ha concentrato l’attenzione sulle due principali attrazioni di epoca romana:  l’acquedotto del Chiodaro a Mongiuffi Melia e il sito di Scifì a Forza D’Agrò (ME). Un evento unico che ha previsto delle entusiasmanti passeggiate archeologiche.

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Un momento della passeggiata archeologica a Scifì (Forza D’Agrò, ME) – foto: Ketty Tamà
Le passeggiate archeologiche

L’evento si è snodato in due passeggiate archeologiche

La prima, sabato mattina, è partita dal Santuario della Madonna della Catena di Mongiuffi Melia (ME) e ha raggiunto il “cuore” dell’antico acquedotto romano, illustrato dalla vice presidente di ARCHEOCLUB Area Ionica, Ketty Tamà, e da Antonella Siligato, facendo riferimento soprattutto agli studi del giovane archeologo letojannese, Dino Alberto Rapisarda.

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Un momento della passeggiata archeologica all’antico acquedotto romano di Mongiuffi Melia (ME)

Subito dopo il gruppo si è spostato a Scifì, la cui area archeologica è stata illustrata dal presidente Filippo Brianni. Egli ha evidenziato come il sito nasce proprio dall’ipotesi di Lombardo, secondo cui a Scifì si trovava l’originaria Abbazia dei SS. Pietro e Paolo, distrutta da un’alluvione e poi realizzata dall’altra parte del torrente in epoca normanna. Gli scavi finora eseguiti hanno fatto emergere una frammenti di una struttura certamente imponente, che dovrebbe aver “vissuto” tra la fine del periodo greco e la fase tardo romana, subendo un terremoto e un’alluvione. Segue il video dell’intervento del presidente.

Come partecipare al “Solstizio all’Abbazia”

Come ormai accade da sette anni, per l’ARCHEOCLUB Area Ionica di Messina, il 21 giugno coincide col Solstizio dedicato a “Miti, Sogni, Poeti, Pittori e Santi nella Valle d’Agrò, alla scoperta del Genius loci, coordinato da Ketty Tamà presso l’Abbazia dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo (ME). Il tema scelto per l’edizione 2021 riguarda la rinascita dell’anima greca della Valle; si comincerà alle 18. 

In copertina: il gruppo dell’ARCHEOCLUB Area Ionica di Messina a Scifò (Forza D’Agrò, ME) – foto: Ketty Tamà.

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NEWS | Museo multimediale per l’acquedotto romano ritrovato sotto il MIRE (RE)

L’acquedotto romano ritrovato sotto il nuovo Ospedale Materno Infantile di Reggio Emilia (MIRE), sarà il fulcro di un museo multimediale. L’obiettivo è congiungere passato e presente per valorizzare l’area archeologica dell’antica Regium Lepidi

All’interno dell’ospedale sarà presente dunque uno spazio museale 2.0 con filmati e ricostruzioni visive dell’acquedotto. Infatti si cercherà di raccontare l’importanza dell’acqua nella zona e dell’esperienza architettonica e ingegneristica romana, oltre ai mutamenti della città nel tempo. Inoltre, nel giardino esterno alla struttura nascerà un parco archeologico, dove la restante sezione dell’acquedotto potrà essere visitabile. Il progetto nasce dall’accordo stipulato tra  il Comune di Reggio Emilia, la Soprintendenza locale dei Beni Archeologici e l’AUSL IRRCS. Le operazioni per rendere fruibili i manufatti rinvenuti dureranno circa 2-3 anni.

“Il progetto di valorizzazione prevede quindi la realizzazione di uno spazio conoscitivo all’interno del MIRE, dotato di foto e di strumenti multimediali, dove sarà collocata anche una sezione dell’acquedotto posta all’interno di una gabbia protettiva. La restante parte dell’acquedotto portato in superficie resterà nel giardino del MIRE e potrà essere visibile da tutti i cittadini, come il reperto collocato all’interno del MIRE.” Spiega il restauratore della Soprintendenza Mauro Ricci.

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Progetto di Valorizzazione per l’acquedotto romano all’interno e all’esterno del Mire.

 

Il Ritrovamento dell’acquedotto romano

La scoperta della presenza dell’opera romana non ha sorpreso gli archeologi. Difatti, numerosi reperti romani furono portati alla luce a partire dalla costruzione del CORE (Centro Oncologico ed Ematologico RE) nel 2011 e 2012, fino agli attuali studi che hanno scoperto  la presenza di tre  condotte idriche. Probabilmente le condotte erano funzionali al trasporto delle acque dalla sorgente di Acque Chiare alla città di Regium Lepidi.

“La novità è stata la scoperta del principale acquedotto della città romana. Nell’area sorgono tre opere idriche diverse. La prima è un doppio canale di tubuli di terracotta, la seconda è un canale unico in laterizi con voltino e la terza è l’acquedotto principale, che è invece un’opera di tipo monumentale, individuato per ora per una lunghezza di oltre 140 metri. Si tratta di una struttura a volta alta 1.8 metri, composta da varie gettate contro terra di conglomerato di scaglie di pietra, frammenti di laterizi, malta, con canale interno per lo scorrimento delle acque ed è in buone condizioni di conservazione. Le tre condotte idriche saranno ora oggetto di studio per datarne la costruzione.” Afferma l’archeologa della Soprintendenza Annalisa Capruso.

Spazio interno dell’acquedotto romano (RE).
Vista da Nord dell’acquedotto romano (RE).