Terremoto 1908, “Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia”
Il terremoto del 1908, noto anche come Terremoto di Messina o come Terremoto calabro-siculo, fu uno degli eventi sismici più catastrofici che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici.
I fatti
Tre giorni dopo il Natale, alle ore 5:20:27 di lunedì 28 dicembre 1908, un sisma del decimo grado della scala Mercalli distrusse la città di Messina e gran parte di Reggio Calabria.
I pochi superstiti si ritrovarono a vagare semivestiti e inebetiti dal dramma, con la pioggia scrosciante che disegnava tremule lacrime sullo spesso strato di polvere che si era depositato sulla loro pelle. Allo sgomento del sisma, si unì il frastuono degli incendi e delle esplosioni causate dalle tubazioni interrotte del gas. Questi contribuirono a mietere altre vittime fra chi tentò di portare soccorso ad amici e familiari. Come se non fosse già abbastanza, coloro che si diressero verso il mare a trovare riparo sulle spiagge furono investiti dalle devastanti ondate di maremoto.
Gli aiuti dopo il terremoto
Per la prima volta, l’eco di questa emergenza mobilitò una macchina dei soccorsi proveniente non solo dall’Europa ma da tutto il mondo. Numerosi Stati, infatti, inviarono aiuti per contribuire al salvataggio dei superstiti e all’opera di ricostruzione. I siciliani e i calabresi vennero immediatamente soccorsi dalle navi russe, di istanza nello Stretto, e britanniche, alla fonda a Siracusa e Augusta. Purtroppo, gli aiuti italiani furono molto meno tempestivi degli altri: le notizie nel resto della penisola arrivarono molto tempo dopo e le navi del Regno partirono con estremo ritardo, circa un mese dopo l’avvenimento.
I danni
I danni che l’area dello Stretto subì dal Terremoto del 1908 sono inquantificabili. Molte sono le pregiate architetture che furono distrutte e mai più ricostruite e numerosi anche gli edifici che furono pesantemente danneggiati. Tra questi, vi è il Teatro Vittorio Emanuele che proprio la sera prima del terremoto aveva messo in scena la prima dell’Aida e che fu quasi interamente restaurato. Molte dell’opere d’arte di Messina salvatesi dalla tragedia furono trafugate da sciacalli; soltanto alcune riuscirono a salvarsi e si trovano oggi conservate all’interno del Museo Regionale di Messina (MuMe).