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Repost | Il Sacrario di Cristo Re, antico simbolo della città

La rubrica #Repost è gestita in collaborazione con gli utenti Instagram e Facebook che utilizzano l’hashtag #ArcheoMe o il tag diretto delle nostre pagine social. Durante la settimana verranno selezionati, secondo i nostri criteri, gli scatti più belli, che saranno affiancati da una breve descrizione da noi realizzata. 

 

Da qualsiasi punto ci si trovi nella città di Messina o meglio ancora, attraversando lo Stretto, osservando con lo sguardo rivolto verso l’alto, non si può fare a meno di notare la grande cupola che si erge dal centro della città in maniera maestosa e potente.

Stiamo parlando del Sacrario di Cristo Re, dominatore assoluto della città peloritana, grazie appunto alla particolare posizione geografica nella quale è collocato. Sorge sul viale Principe Umberto, meta turistica importante, la cui storia però è poco conosciuta. I messinesi stessi disconoscono quale sia stata la sua funzione negli anni e il ruolo che il famoso Sacrario ha avuto per la città.

Immagine di @bonzil86


Le origini, infatti, risalgono, secondo le fonti più antiche, ai primi secoli dopo Cristo. Ma soltanto nel XII secolo il Castello assume connotati più definiti: con il nome di Rocca Guelfonia (Matagriffone per gli spagnoli) nel 1191 ospitò Riccardo Cuor di Leone con i suoi uomini diretti in Terrasanta durante la III Crociata. Lo stesso Re Riccardo ordinò la costruzione della Torre Ottogonale che si conserva tutt’oggi. Il tempio moderno sorge proprio sul luogo in cui si trovava  il castello ed è stato realizzato nel 1937, a seguito del terremoto che distrusse la città e la fortezza, dall’Ingegnere Francesco Barbaro come sepolcro monumentale dei Caduti.

Il Sacrario, a pianta centrica, è costituito da una cupola segnata da 8 costoloni alla base dei quali, sulla cornice, sono collocate delle statue bronzee modellate dallo scultore romano Teofilo Raggio e fuse dalla Fonderia Artistica fiorentina, raffiguranti le virtù cardinali e teologali. La Statua di Cristo Re, sulla scalinata d’ingresso, è stata realizzata dallo scultore Tore Edmondo Calabrò (colui che realizzò la madonnina posta sulla punta della falce che protegge e domina la città).

Immagine aerea di @catenaemariadaidone

All’interno il Tempio si divide in Chiesa Inferiore e Superiore. Nella prima  sono custoditi i resti di 110 caduti della prima guerra mondiale e di 1.288 caduti della seconda guerra mondiale, di cui 161 rimasti ignoti. In una lapide, inoltre, sono ricordati i 21 marinai caduti nella battaglia navale di Punta Stilo il 9 luglio 1940.

Con il terremoto del 1908, come già detto, della fortezza rimarranno soltanto la Torre, restaurata dopo il disastro, e resti imponenti delle mura, insieme all’ingresso cinquecentesco della fortezza, ad oggi situato nella cosiddetta Via delle Carceri. 
Nel 1935, sulla Torre fu collocata una campana di 130 quintali, fusa con il bronzo dei cannoni sottratti ai nemici durante la I Guerra Mondiale. Questa campana è, ancora oggi, seconda per grandezza soltanto alla campana del Duomo di Milano.

Il Sacrario di Cristo Re è rimasto negli anni un luogo particolarmente denso di emozione e grande significato, conservando in esso la storia di una città, passata attraverso periodi storici importanti ma anche bui dai quali si è sempre risollevata, tornando a dominare sullo Stretto esattamente come il Sacrario. 

 

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