Karuso, nessuno e centomila: l’assessore giusto nel momento sbagliato
Messina ultima in classifica per investimenti a favore del turismo e delle attività culturali. La classifica, che fa riferimento ai dati del 2019, non lascia spazio ai dubbi e alle interpretazioni: la città dello Stretto, ricca di storia, monumenti e possibilità, ma anche spiagge, lidi e zone balneari, non riesce a sfruttare il suo enorme potenziale. Ma non è una sorpresa, così come annunciato dall’Assessore alla Cultura di Messina Enzo Caruso, il quale sottolinea, a più riprese sui suoi canali social, la mancanza di attenzione, negli ultimi trent’anni, da parte delle istituzioni. Direttamente sul suo profilo Facebook istituzionale, l’assessore commenta l’esito della statistica e si sfoga contro i vari detrattori, sedicenti scienziati e professori apparsi dal nulla e pronti a criticare e attribuire responsabilità a destra e a manca. Emblematiche le sue parole:
“PER MANGIARE LE FAVE il 1° MAGGIO, cari miei, BISOGNA SEMINARLE A NOVEMBRE!
Questa notizia rappresenta per qualcuno una sorpresa? Il dato è impietoso, è vero, ma c’è qualcuno che può ricordarci quanto è stato fatto negli ultimi 30 anni per il Turismo a Messina?
Siamo ultimi. E a chi lo dobbiamo? Per comprendere il perché di questa posizione di fanalino di coda, chiediamoci che cosa hanno lasciato gli Assessori al Turismo degli ultimi 30 anni. Chi si ricorda il loro nome? Cosa ci hanno lasciato? E gli scienziati, i professionisti del settore, i professori, i super esperti, che oggi si stracciano le vesti, dove sono stati fino ad oggi?”
La storia di Karuso
Ha iniziato il suo percorso da assessore circa un anno dopo l’insediamento di De Luca, sindaco di Messina in carica da giugno 2018, a sostituzione dell’ex assessore Trimarchi. Annunciato ad Agosto 2019, viene ufficialmente nominato a ottobre dello stesso anno, momento in cui chiama a raccolta tutte le associazioni culturali del terzo settore attive in città. Memorabile resta l’evento di presentazione di novembre in cui, a seguito della “chiamata alle armi”, le associazioni e i loro rappresentanti hanno riempito il teatro del Palacultura. Una presentazione in pompa magna per l’assessore, tanti buoni propositi e un feedback più che positivo da parte di tutti i rappresentanti della cultura presenti quel giorno.
Da quell’incontro se ne svilupparono degli altri, privati, in cui Caruso ebbe modo di ascoltare le proposte, le idee e le future iniziative, raccogliere dati e iniziare una programmazione per il 2020. A scanso di equivoci, quello che state leggendo è testimoniato personalmente da chi scrive: in qualità di rappresentante di ArcheoMe, anche il sottoscritto ha avuto modo di prendere parte a diversi colloqui, pubblici e privati, in cui l’assessore chiedeva il nostro parere e la nostra idea di valorizzazione dei beni e del turismo messinese.
Con la nostra cronistoria giungiamo a febbraio 2020, momento in cui Caruso, ancora una volta, chiama a raccolta nei locali del Palacultura le associazioni. Questa volta si passa all’azione e l’assessore, dopo aver esaminato tutte le proposte ricevute, distribuisce compiti e incarichi, nel tentativo di creare una “macchina da guerra” competitiva e, per la prima volta a queste latitudini, in estrema sinergia.
Da messinese so bene quanto sia difficile, nella nostra realtà, trovare personalità disposte a collaborare; ancora più difficile è trovare qualcuno che sia in grado di mettere tutti d’accordo, in questa selva selvaggia tutta siciliana. Ma lui ci è riuscito.
Come avrà fatto? Ancora oggi me lo chiedo. La risposta credo sia da inquadrare nei suoi modi estremamente cordiali e rispettosi, nella sua gentilezza e pacatezza, ma soprattutto nella sua risolutezza e decisa caparbietà.
Da Caruso a Karuso
Caruso, anzi Karuso, come scherzosamente si fa chiamare, è un professore di Fisica, uomo del popolo e pioniere della gestione di beni culturali. Forte Cavalli è il suo fiore all’occhiello: avuto in gestione negli anni ‘80, momento in cui ancora versava in stato di degrado e abbandono, oggi la struttura è uno dei maggiori centri messinesi, pronta a essere inserita all’interno del “circuito dei forti” di cui lo stesso assessore si fa promotore.
Tra le diverse iniziative proposte, l’assessore si fa carico dell’apertura di un Info Point nel rivalutato Palazzo Weigert di Messina, a cui recentemente si è aggiunta la riapertura della Mostra permanente della Vara e dei Giganti (ndr era collocata in altra sede – Antiquarium di Palazzo Zanca).
La segnaletica turistica, facente parte del più complesso progetto Visit Me, portato avanti insieme al fido assistente Andrea Parisi, ha scatenato polemiche dai centomila sedicenti esperti dei social, pronti a criticare la corretta scelta promozionale e turistica. Si, magari un pochino imprecisa in alcuni punti, migliorabile ma immancabile in una città metropolitana che dovrebbe vivere di turismo. Fino a questo momento, nessuno lo aveva proposto, tantomeno realizzato in così poco tempo. E si continua con il progetto “La scalinata dell’arte”, l’apposizione di targhe narranti la storia della città, in compagnia dell’architetto Nino Principato, tantissime iniziative social durante i lockdown per la pandemia da Covid-19 (ndr Kulturavirus), finendo con l’accendere i riflettori sulle potenzialità dell’evento, ormai annuale, su cui ha investito maggior parte della sua vita: la Battaglia di Lepanto e l’arrivo a Messina del Don Giovanni d’Austria.
In una città in cui nessuno ha fatto nulla, nonostante i centomila esperti di cui siamo a disposizione (che poi non abbiano titolo per parlare è un’altra storia, quasi horror, spesso rappresentata alle nostre latitudini), ci teniamo ben stretto l’uno che ci sta mettendo l’anima: Karuso.
Con buona pace di Pirandello, che sicuramente perdonerà l’aver preso in prestito la sua novella, e di chi parla, parla e straparla.