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PERSONAGGI | Palma Bucarelli, la Regina di Quadri

Palma Bucarelli è stata una delle figure più influenti nell’ambiente artistico italiano del XX secolo, nonché la prima donna a dirigere un museo pubblico, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, alla quale legherà il suo nome per oltre 30 anni.

Ghitta Carell. Ritratto di Palma Bucarelli, 1938

Una giovane donna intelligente
Nata nel 1910 a Roma da una famiglia della media borghesia, Palma ebbe modo di laurearsi in Storia dell’Arte alla Sapienza, dove fu allieva di Adolfo Venturi e Pietro Toesca. Tra i suoi compagni di corso vi fu anche Giulio Carlo Argan, cui Palma restò sempre legata da una profonda amicizia.
Nel 1933, a soli 23 anni, vinse il concorso al Ministero per l’Educazione Nazionale come funzionaria per le Belle Arti e venne assegnata alla Galleria Borghese di Roma. Nel 1936 fu trasferita per un breve periodo a Napoli, dove, a casa di Benedetto Croce, conobbe Paolo Monelli, giornalista e grande amore della vita di Palma, che sposerà nel 1963.

La Galleria d’Arte Moderna e la guerra
Tornata a Roma già nel 1937 e assegnata alla Soprintendenza del Lazio, dall’anno successivo iniziò a lavorare alla Galleria d’Arte Moderna, diventandone direttrice nel 1941, in piena guerra mondiale.
Primo compito fu pertanto quello di preservare l’integrità delle opere d’arte della Galleria dai rischi generati dal conflitto mondiale: nel suo “Cronaca di sei mesi” la Soprintendente Bucarelli racconta come, già nell’autunno del 1941, la maggior parte delle opere (672 pezzi della collezione) venne trasferita nei magazzini di Palazzo Farnese a Caprarola.
Con la salita del fronte verso nord e l’approssimarsi delle rappresaglie tedesche sul Lazio, Palma Bucarelli, coadiuvata da alcuni validi collaboratori e da Rodolfo Siviero, predispose un nuovo trasferimento delle opere nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, considerati inviolabili in quanto territorio vaticano.
Dopo i tragici mesi dell’inverno del 1944, la liberazione di Roma, avvenuta a giugno, venne celebrata da una serie di iniziative artistiche tra cui una nuova mostra alla GNAM, inaugurata il 10 Dicembre.

Palma Bucarelli nel suo studio

Gli anni ’50 e ’60: una direttrice rivoluzionaria
Sotto la direzione Bucarelli le esposizioni della GNAM iniziarono a privilegiare le correnti dell’avanguardia e dell’astrattismo, aprendosi al panorama artistico internazionale: negli anni ’50 e ’60 vennero allestite grandi mostre, dedicate ad artisti internazionali quali Picasso (1953), Mondrian (1956) e Pollock (1959).
Con l’apertura all’arte contemporanea internazionale iniziò, non senza polemiche, un processo di revisione nell’organizzazione del museo, avviato a diventare un’istituzione di ampio respiro, non più mero contenitore ma punto d’incontro tra le varie arti, nonché centro didattico aperto a tutti. In particolar modo la Bucarelli cambiò radicalmente il contenuto del museo e il modo di presentare le opere al grande pubblico: dotata di un grande intuito per le avanguardie, la direttrice della GNAM non esiterà a fare scelte controverse, acquistando quadri di Fontana, Burri, Vedova e Manzoni.
Proprio l’acquisizione dell’opera “Sacco Grande” di Burri fece esplodere la polemica astrattismo-realismo. Furono anni difficili, in cui Palma, difesa da una generazione di artisti e di critici a lei affini (soprattutto Argan e Venturi), era costantemente attaccata sia sul piano culturale che su quello gestionale, con accuse piuttosto pesanti riguardo alla gestione finanziaria del museo.

Alberto Savinio. Ritratto di Palma Bucarelli, 1945

La Regina di Quadri
La dedizione al lavoro era tale che nel 1952 Palma Bucarelli era arrivata a trasferirsi in un appartamento ricavato all’interno della stessa Galleria.
Donna di grande fascino e di grande carisma, immortalata da pittori celebri come Alberto Savinio e Carlo Levi, coltissima, intelligente e dotata di un’innata eleganza nel parlare e nel vestire, difese inflessibilmente le sue idee innovative – tanto che Marino Mazzacurati la chiamava “Palma e sangue freddo” – in un settore in cui le donne erano poche e, raramente, ricoprivano ruoli di primo piano. Rachele Ferrario, autrice della biografia di Palma Bucarelli, l’ha definita, per tutte queste sue doti, la “Regina di Quadri”.
A lei si deve, sicuramente, il merito di aver portato l’Italia del dopoguerra fuori da quel provincialismo artistico che era stato tipico del ventennio fascista.
Nel 1975 lascia la direzione della Galleria, probabilmente ormai stanca delle infinite polemiche sul suo operato e dei pettegolezzi sulla sua vita privata.
Dopo la sua morte, avvenuta il 25 luglio 1998, 58 opere della collezione personale di Palma Bucarelli sono state donate alla GNAM e sono tutt’ora contrassegnate da un cartellino con una palmetta disegnata.

 

 

EMINENT FIGURES | Palma Bucarelli, the Queen of Paintings

Palma Bucarelli was one of the most influential figures in the Italian artistic environment of the twentieth century, as well as the first woman to direct a public museum, the National Gallery of Modern Art, to which she will link her name for over 30 years.

An intelligent young woman
Born in 1910 in Rome into a middle-class family, Palma was able to graduate in History of Art at La Sapienza, where she was a pupil of Adolfo Venturi and Pietro Toesca. Among his classmates there was also Giulio Carlo Argan, to whom Palma always remained tied by a deep friendship.
In 1933, at the age of 23, she won the competition at the Ministry for National Education as an official for the Fine Arts and was assigned to the Galleria Borghese in Rome. In 1936 she was transferred for a short time to Naples, where, at the home of Benedetto Croce, she met Paolo Monelli, a journalist and great love of Palma’s life, whom she married in 1963.

The National Gallery of Modern Art and the war
Returned to Rome in 1937 and assigned to the Superintendency of Lazio, the following year she began working at the National Gallery of Modern Art, becoming its director in 1941, in the middle of the World War.
The first task was therefore to preserve the integrity of the works of art in the Gallery from the risks generated by the world war: in her “Cronaca di sei mesi” the Superintendent Bucarelli tells how, in the autumn of 1941, most of the works (672 pieces from the collection) were transferred to the warehouses of Palazzo Farnese in Caprarola.
With the rise of the front to the north and the approach of German reprisals on Lazio, Palma Bucarelli, assisted by some valid collaborators and Rodolfo Siviero, arranged a new transfer of the works in the basement of Castel Sant’Angelo, considered inviolable as Vatican territory. After the tragic months of the winter of 1944, the liberation of Rome, which took place in June, was celebrated by a series of artistic initiatives including a new exhibition at the GNAM, inaugurated on December 10th.

The 1950s and 1960s: a revolutionary director
Under the Bucarelli direction, the GNAM exhibitions began to favor avant-garde and abstract art currents, opening up to the international art scene: in the 1950s and 1960s large exhibitions were set up, dedicated to international artists such as Picasso (1953), Mondrian (1956) and Pollock (1959).
With the opening to international contemporary art, a process of revision in the organization of the museum began, not without controversy,  to become a wide-ranging institution, no longer a mere container but a meeting point between the various arts, as well as educational centre open to all. In particular, Bucarelli radically changed the content of the museum and the way of presenting the works to the large public: endowed with a great intuition for the avant-garde, the director of GNAM will not hesitate to make controversial choices, buying paintings by Fontana, Burri, Vedova and Manzoni.
The acquisition of Burri’s work “Sacco Grande” caused the abstraction-realism controversy to explode. These were difficult years, in which Palma, defended by a generation of artists and critics similar to her (especially Argan and Venturi), was constantly attacked both on a cultural and managerial level, with rather heavy accusations regarding the financial management of the museum.

The Queen of Paintings
The dedication to work was such that in 1952 Palma Bucarelli had moved into an apartment in the same Gallery, a woman of great charm and charisma, immortalized by famous painters such as Alberto Savinio and Carlo Levi , intelligent and gifted with an innate elegance in speaking and dressing, inflexibly defended her innovative ideas – so much so that Marino Mazzacurati called her “Palm with cool head” – in a field in which women were few and, rarely, they held prominent roles. Rachele Ferrario, author of the biography of Palma Bucarelli, defined her, for all these qualities, the “Queen of Paintings”.
Certainly we owe the credit to her for having brought post-war Italy out of that artistic provincialism that had been typical of the Fascist period.
In 1975 she left the direction of the Gallery, probably by now tired of the endless controversies about her work and the gossip about her private life. After her death on 25 July 1998, 58 works from Palma Bucarelli’s personal collection were donated to GNAM and they are still marked by a tag with a drawn palmette.

Translated and curated by Veronica Muscitto

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