NEWS | Una domus romana emerge dagli scavi archeologici di Akrai (PA)
Gli scavi sono stati condotti dall’Università di Varsavia in collaborazione con il Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, diretto da Carlo Staffile. Gli scavi hanno interessato la zona sud di una delle due strade principali della città antica (decumano) e hanno portato grandi risultati. La professoressa Roksana Chowaniec dell’Università di Varsavia ha presentato ieri i risultati della campagna di scavi, presentazione a cui hanno partecipato anche il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo, e l’Assessore dei Beni culturali, Alberto Samonà.
La colonia di Akrai
Akrai è la prima colonia corinzia di Siracusa, fondata nel 664-663 a.C. Sorge su un’altura, il cosiddetto Palazzolo Acreide, in una posizione strategica per il controllo e la difesa del territorio. La città si è sviluppata nel tempo e ha toccato il massimo splendore sotto la tirannide di Gerone di Siracusa. A livello archeologico sono particolarmente interessanti le due grandi necropoli della Pinita e Colle Orbo. Akrai subì molte dominazioni diverse, dalla romana alla bizantina, per poi essere distrutta dagli Arabi nell’827 d.C. Nell’Ottocento sono iniziati gli scavi e gli studi sulla città.
La domus romana
L’obiettivo dello scavo era quello di indagare la rete urbana e lo sviluppo urbanistico di Akrai. Gli archeologi si sono quindi focalizzati sulla ricerca di strade, edifici privati e botteghe. Prima di questo scavo gli studiosi conoscevano di Akrai solo la parte pubblica e monumentale: l’archeologia domestica, che si interessa della sfera privata e dei contesti abitativi, per troppo tempo è stata poco considerata.
La collaborazione tra la Sicilia e la Polonia ha, sotto questo aspetto, portato buoni frutti. In particolare, gli archeologi dell’Università di Varsavia hanno riportato alla luce una domus romana. Ancora più interessante è il fatto che, sotto la domus, gli archeologi abbiano trovato una più antica abitazione di età ellenistica (III secolo a.C.). Si aspettano quindi studi e pubblicazioni a riguardo, che risulteranno utili da confrontare con altri contesti abitativi romani.