NEWS | Scoperta una necropoli romana a San Severino Marche
Gli scavi preventivi per la realizzazione di un supermercato, a San Severino Marche (MC), effettuati tra ottobre dello scorso anno e gennaio 2022, hanno riportato alla luce 14 sepolture romane databili ai primi due secoli dell’impero.
La scoperta
Lo scavo è stato condotto dall’ArcheoLAB di Macerata sotto la direzione scientifica del Dottor Tommaso Casci Ceccacci della Soprintendenza per le province di Ancona e Pesaro e Urbino.
L’area sepolcrale scoperta a San Severino Marche, in provincia di Macerata, è parte dell’estesa necropoli della città romana di Septempeda. È stata individuata nei pressi della S.P. 361 e ha uno sviluppo est-ovest, parallelo all’asse viario. A rimarcare il carattere periurbano della necropoli è la presenza di un basamento di forma rettangolare realizzato con una gettata contro terra di calcestruzzo e ciottoli di fiume. Purtroppo il pessimo stato di conservazione non permette di inquadrare la tipologia della struttura con precisione ma doveva trattarsi di un impianto funerario monumentale.
Le sepolture a cremazione diretta e indiretta
Sono 14 le sepolture riportate alla luce, 3 caratterizzate dal rito dell’inumazione in terra, le altre secondo il rito dell’incinerazione. Quest’ultimo lo troviamo officiato sia in maniera diretta che in maniera indiretta. Nel primo caso, nell’incinerazione diretta, il corpo del defunto veniva deposto all’interno della fossa predisposta per la combustione del corpo prima e nella stessa avveniva il seppellimento delle ceneri. Nell’incinerazione indiretta, invece, i resti combusti del defunto venivano raccolti dal luogo della pira e deposti solo in un secondo momento all’interno della sepoltura definitiva.
Cosa hanno restituito le sepolture di San Severino
I busta sepulcra, o tombe a cremazione diretta, hanno restituito grosse pire lignee. Qui i defunti furono deposti e cremati, accompagnati da alcuni manufatti di corredo, alcuni bruciati con il corpo, altri deposti successivamente. Alcune di queste tombe presentano il sepulcrum, una struttura sepolcrale composta da tegole, ancora intatta. Le sepolture a cremazione indiretta mostrano una struttura più semplice, costituita da una cassetta, triangolare o rettangolare, formata da tegole spezzate che al suo interno conservava i resti combusti ed il corredo. Degno di nota è lo stato di conservazione dei resti combusti della pira, della lettiga funebre e dei feretri lignei, di cui si è conservata la posizione originale dei chiodi rendendo possibile la ricostruzione del contesto.
Il corredo funerario
I reperti recuperati dai sepolcri hanno permesso una prima (e parziale) documentazione del vasto corpus di gesti compiuti durante i riti funebri. La maggior parte delle deposizioni presenta manufatti deposti e bruciati durante l’incinerazione, altri sono stati aggiunti in un secondo momento durante la risistemazione dei resti combusti. Sono stati ritrovati un numero considerevole di unguentari in vetro deformati dal calore, monete, lucerne ed oggetti in bronzo, tra cui uno splendido specchio di forma circolare e l’impugnatura sagomata.
Nei corredi sono state rinvenute anche tipologie di oggetti strettamente legate alla quotidianità come aghi crinali e da cucito, steli da fuso e fuseruole in osso per le sepolture femminili o comuni utensili da lavoro come coltelli, rasoi e raschiatoi per quelle maschili.
English translation: ENGLISH VERSION | Roman Necropolis unearthed in San Severino Marche
Complimenti per l’ottimo e dettagliato articolo, ma soprattutto complimenti per la scoperta.