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NEWS | Operazione Taras, il lato oscuro dei Beni Culturali

Il 10 dicembre, la sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando per la tutela del patrimonio culturale ha fermato un traffico internazionale di reperti archeologici.

L’operazione

È stata chiamata Taras, come il nome del personaggio della mitologia greca, considerato leggendario fondatore della città di Taranto.

Il reparto Operativo del Comando per la tutela del patrimonio culturale dei carabinieri

Il procuratore aggiunto Maurizio Carbone, presente insieme al sostituto procuratore Marco Colascilla Narducci, ha così spiegato come sono state portate avanti le indagini:

“è stato necessario un coordinamento tra l’autorità giudiziaria, le forze specialistiche dei carabinieri, le autorità giudiziarie straniere e l’Interpol, in collaborazione con gli esperti della Soprintendenza.”

Il procuratore aggiunto, Maurizio Carbone

A insospettire i carabinieri e a dare il via agli accertamenti, sono stati i ripetuti soggiorni di un indiziato di reati contro il patrimonio che alloggiava periodicamente in un hotel di Monaco di Baviera;  soprattutto perché portava con sé diversi pacchi contenenti oggetti di natura archeologica, trasportati in treno. I militari hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 13 persone; queste sono accusate a vario titolo di associazione per delinquere, ricettazione, scavo clandestino e impossessamento di reperti archeologici, risalenti al periodo compreso tra il VI e il II secolo a. C.

Il traffico internazionale e le opere

I reperti venivano trafugati nel tarantino, soprattutto nell’area del parco archeologico di Saturo, e in Basilicata; successivamente i beni erano venduti al mercato nero con destinazione Germania, Belgio, Olanda e Svizzera.

Il deposito con i beni recuperati

 

Tra i reperti sequestrati sono stati recuperati ad esempio: ceramiche a figure rosse, ceramiche miniaturistiche, ceramiche votive, corredi funerari, utensili in bronzo, due elmi corinzi in bronzo, lastre di coperture sepolcrali in terracotta, pregevoli monili in oro e monete antiche, come quella raffigurante Taras. 

Un elmo corinzio

Le indagini hanno portato al recupero e al sequestro di circa duemila reperti archeologici in due anni di attività investigativa all’estero; il procedimento è stato inizialmente avviato dalla procura di Roma per poi esser condotto dalla procura di Taranto.

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