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NEWS | La recensione della rivista ArcheoMe a cura di una nostra lettrice

Recensione a cura di Chiara Torrisi – @storiatralepagine.

Com’è fatta una rivista culturale? Diamo un’occhiata alla rivista di archeologia ArcheoMe.
Prima però, due parole su di loro: chi lavora dietro @archeo_me? Sono giovani professionisti dei beni culturali che si occupano di divulgazione attraverso il sito, la rivista e i social. Chi sceglie un percorso di studi come quello dei beni culturali affronta grosse difficoltà nel mondo del lavoro e sa di non poter aspettare che un’occupazione gli piova addosso dal cielo.
I ragazzi di ArcheoMe si sono dati da fare per costruirsi uno spazio in questo settore. Hanno portato le loro conoscenze nella comunicazione e sono approdati nel digitale con sito e rivista, a cui oggi si affianca quella cartacea.

La rivista

La prima cosa che salta all’occhio è la grafica. Semplice, pulita, non ci sono lunghi blocchi di testo che creano affanno a chi legge e il carattere grande unito ai margini ampi rende scorrevole la lettura degli articoli.
Le immagini sono tante e di grande dimensione, da apprezzare particolarmente pensando a quanto le immagini a colori facciano lievitare i costi della stampa. Sono però fondamentali in una rivista di archeologia.
ArcheoMe ha scelto di non risparmiare su questo aspetto. La divulgazione deve essere accattivante e fruibile da più persone possibile, ma deve anche garantire una certa scientificità. Mi ha colpito trovare negli articoli i riferimenti bibliografici da cui hanno tratto le informazioni: è una pratica ottima che si vede di rado nelle opere di divulgazione. Le citazioni non appesantiscono la lettura perché è presente solo nome dell’autore e data dalla pubblicazione, tutto tra parentesi. La bibliografia completa di trova alla fine della rivista.

Il linguaggio

Semplice e efficace. Sembra scontato, ma non lo è affatto. A volte la divulgazione usa termini tecnici incomprensibili ai non addetti ai lavori e lo stesso giornalismo troppo spesso si serve di frasi fatte. Per esempio riguardo alla scoperta del thermopolium di Pompei non c’è stato giornale che non abbia tirato in ballo lo street food e il fast food, per sbrigare in due parole la spiegazione. Qui invece si evitano parole trite e similitudini incongruenti nate per pigrizia.

I contenuti 

C’è una buona varietà di contenuti: articoli di approfondimento, storie, anche la recensione del romanzo di un archeologo. Una delle sezioni più belle è quella sulle notizie di scoperte e novità dal mondo dell’archeologia, il punto di forza di ArcheoMe che sul suo sito pubblica quotidianamente rassegne di notizie. In conclusione: approvato! Auguro ai ragazzi di ArcheoMe di continuare così e di avere sempre più soddisfazioni. Agli appassionati di archeologia consiglio invece di comprare un numero della rivista per dare un’occhiata di persona e sostenere il lavoro di giovani che non si sono rassegnati di fronte al quadro a volte desolante del settore dei beni culturali e si impegnano per migliorarlo, a partire da una comunicazione di qualità.

Grazie da parte di tutta la Redazione per le splendide parole, linfa vitale per il prosieguo della nostra avventura!

Francesco Tirrito

Archeologo di I fascia (matricola 1432) e Direttore Editoriale della testata giornalistica ArcheoMe. Dopo aver conseguito la Laurea Triennale in “Operatore dei beni culturali con curriculum archeologico” e la Laurea Magistrale in “Archeologia del Mediterraneo e Tradizione classica” presso l'Università degli studi di Messina, si specializza in “Beni archeologici” con il massimo dei voti e con lode presso l’Università degli studi di Basilicata, sede di Matera. Esperienza giornalistica maturata presso televisioni, radio e quotidiani online.

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