NEWS | La pandemia al tempo dei faraoni raccontata dal Museo Egizio di Torino
Continua il ciclo di conferenze organizzate dal Museo Egizio di Torino per la stagione 2020/2021, con un programma di alto profilo incentrato sui temi di ricerca e di indagine egittologica, museale e archivistica.
Martedì 24 novembre alle ore 18 sarà trasmessa in streaming sui canali social del museo la conferenza dal titolo “Cause, conseguenze e memoria della pandemia che colpì l’Egitto e il regno ittita nel XIV secolo a.C.”.
Un tema dunque incredibilmente attuale, trattato dal professor Stefano de Martino (Università di Torino, Dipartimento di studi storici) e dal direttore del Museo Egizio Christian Greco.
Una pandemia lunga 20 anni
Durante gli ultimi anni di regno del Faraone Amenhotep IV, la regione corrispondente all’attuale Libano, sotto il dominio egiziano, subì due incursioni militari da parte del re ittita Šuppiluliuma I. Secondo le fonti ittite, i soldati dell’esercito di Šuppluliuma I furono contagiati dalle truppe egiziane e contrassero una grave malattia epidemica.
Anche le lettere di Tell el-Amarna testimoniano la diffusione di un’epidemia nell’area levantina durante il regno di Amenhotep IV. La pandemia, diffusasi in tutto il regno ittita, sembra essere durata circa un ventennio.
Analizzando le fonti ittite disponibili e in particolare le preghiere innalzate alle divinità dal re Muršili II per scongiurare la fine della pandemia, il relatore, in dialogo con il direttore del Museo Egizio, cercherà di comprendere che malattia fosse stata, quali fossero stati i provvedimenti presi dal re ittita e quali ricadute a livello politico ed economico questa grave pandemia avesse avuto (Museo Egizio).
Il Museo ha come obiettivo quello di porre la ricerca al primo posto. A questo proposito intende, dunque, diffondere e divulgare le varie attività di ricerca e di studio, anche tramite conferenze in streaming. L’evento è organizzato in collaborazione con ACME, associazione degli Amici Collaboratori del Museo Egizio.
Sarà possibile seguire la diretta sulla pagina Facebook del Museo e sul canale Youtube.