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NEWS | La mummia sbendata… digitalmente! Quando la tecnologia aiuta a scrivere la storia

La fragile mummia datata alla XVIII Dinastia (Nuovo Regno) è stata sbendata digitalmente tramite un esame di tomografia assiale computerizzata.

La mummia

Il faraone Amenhotep I governò l’Egitto per una ventina d’anni (1525 – 1504 a. C.) durante la XVIII Dinastia; la sua tomba venne scoperta nel 1881 a Deir el-Bahari, dove venne trasportata, per salvarla, durante la XXI Dinastia dai sacerdoti di Amon insieme ad altre mummie reali. La sua elevata fragilità l’hanno resa l’unica mummia reale egiziana, scoperta nel XIX secolo, non sbendata.

La mummia di Amenhotep I

Il corpo di Amenhotep I fece parte delle 22 mummie trasportate durante una sontuosa parata notturna ad aprile scorso, la Pharaohs Golden Parade, dal Museo Egizio di piazza Tahrir, nel cuore della capitale, al nuovo Museo Nazionale della Civiltà egizia (Nmec) a Fustat, inaugurato in quella occasione.

La “Pharaohs Golden Parade”
Le analisi e i risultati

Quest’oggi, grazie alle nuove tecnologie, è stata possibile un’accurata osservazione dell’interno delle bende senza danneggiare la mummia. Sahar Saleem (professore di radiologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università del Cairo e radiologo dell’Egyptian Mummy Project) e Zahi Hawass (università del Cairo), hanno eseguito una TAC ad alta risoluzione; la scansione di centinaia di sezioni con raggi X ha permesso di mappare scheletro e tessuti molli.

La dottoressa Sahar Saleem durante lo studio radiologico di una mummia

Saleem e i suoi colleghi hanno scoperto che Amenhotep I aveva circa 35 anni ed era alto 169 centimetri quando morì. Era anche circonciso e aveva denti sani. All’interno degli involucri sono stati trovati circa 30 amuleti e una cintura d’oro. Le analisi dimostrano anche che la mummia aveva sofferto di lesioni multiple post-mortem, probabilmente inflitte da antichi ladri di tombe.

La scansione digitale in tre dimensioni ha permesso anche di scoprire che la mummia di Amenhotep I era stata sbendata, restaurata e tumulata una seconda volta nell’XI secolo a.C. da sacerdoti della XXI dinastia. 

 

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