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NEWS | A Genova nascerà MEI, il Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana

Con un’apertura auspicata per il 2022, sono iniziati i lavori di adeguamento della sede scelta per accogliere la nuova realtà museale. MEI, il Museo nazionale dell’Emigrazione Italiana avrà la sua sede in un edificio antico, Commenda di Pré, nel centro storico di Genova, a due passi dal mare. La scelta della sede non è casuale; si tratta di un edificio che aveva la funzione di stazione marittima sulle rotte della Terrasanta, crocevia di pellegrini ed ospedale per questi, prima, e per gli indigenti, poi.

Francesco Buonfantino, capo progettista del MEI, sottolinea dunque l’importanza della sede prescelta. “Per un museo del genere – dice – è più stimolante lavorare in uno spazio dove ogni pietra parla di memoria, che in un edificio ex novo. In questo monumento è stratificata la nostra memoria. Il nostro obiettivo è costruire una casa della memoria collettiva e di Genova. Studiando l’antico edificio da cui partivano i pellegrini per la Terra Santa, ci siamo soffermati sul periodo dal 1870 al 1970; ebbene, in questo lasso di tempo qui transitarono quasi 27 milioni di persone, 27 milioni di storie”.

Il progetto del MEI

Si vuol disporre il Museo su tre piani, a seguito di un adeguamento funzionale e tecnologico. Il progetto sarà realizzato grazie ad un importo di circa 5,3 milioni di euro. Di questi 300mila arrivano dalla Fondazione San Paolo per la progettazione, 3 milioni dal MiBACT e altri 2 milioni dal Patto per Genova, siglato tra Comune e Governo.

Ci sarà un allestimento dinamico proprio perché l’emigrazione è un processo in continua evoluzione – spiega Buonfantino. Non violenteremo queste mura con le nostre tecnologie, ma faremo sì che il viaggio prosegua anche in futuro”. Le diverse “stazioni” che comporranno il percorso potranno “parlare” in modo diverso a seconda dell’interlocutore che si avvicinerà. Il tutto è possibile grazie ad un meccanismo di registrazione all’ingresso che permetterà di calibrare lingue, storie e documenti in base alla specifica persona che sta compiendo il percorso. Marco Bucci, sindaco di Genova, anche lui “emigrato” per 22 anni negli Stati uniti, dice che il MEI sarà “il museo che parlerà più lingue in assoluto e permetterà di essere molto vicini all’esperienza del migrante”.

MEI
Rendering del futuro Museo (©Comune di Genova)

Il percorso espositivo è pensato per far calare il visitatore nei panni di chi è partito, attraverso le storie, le motivazioni della partenza e i simboli dei viaggi degli emigranti.  Protagonista sarà un vasto archivio di autobiografie, diari, lettere, fotografie, giornali, canti e musiche che accompagnavano gli emigranti.

La “Sala del Mondo”

Dell’allestimento farà parte la “Sala del mondo”, un grande planetario per raccontare che gli italiani non partirono solo verso USA, America Latina e Australia, ma verso tutto il mondo. E ci saranno anche teatri a 360° per i dibattiti immersivi sull’emigrazione e la ludoteca per i più piccoli. Uno degli elementi principali sarà il “Memoriale dell’emigrazione”: un planisfero posto in alto da cui pendono fili rossi, simbolo del sangue versato dai tanti emigrati protagonisti di tragedie.

Il prossimo anno, in occasione dell’inaugurazione, si vorrebbe invitare anche Jill Biden, first lady degli Stati Uniti, che ha origini italiane. Il cognome da ragazza, Jacobs, ha in Giacoppo le sue origini italiane; è stato poi anglicizzato dal nonno di Jill, Gaetano Giacoppo, originario di Gesso (ME).

Registro immigrati con famiglia Giacoppo

 

Oriana Crasi

Classe '89. Sono laureata in Beni Culturali, Curriculum Archeologico presso l'Università di Messina e in Egittologia presso l'Università di Pisa. I miei interessi spaziano dall'ambito funerario e cultuale antico egiziano all'arte contemporanea!

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