NEWS | Ercolano vive dopo millenni, un grande team fa un’incredibile scoperta
Una rivista scientifica americana, Plos One, rivela la scoperta di neuroni umani appartenenti a una vittima dell’eruzione di Pompei ed Ercolano (NA) del 79 d.C..
La scoperta è stata fatta dal team diretto dall’antropologo forense Pier Paolo Petrone, responsabile del Laboratorio di Osteobiologia umana e Antropologia forense presso il Dipartimento di Medicina legale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Una ricerca multidisciplinare
La straordinaria scoperta fa parte di uno studio condotto dai ricercatori della Federico II, dal CEINGE-Biotecnologie Avanzate, dalle Università Roma Tre e Statale di Milano e dal CNR, in stretta collaborazione con il direttore del Parco Archeologico di Pompei ed Ercolano, Francesco Sirano. Archeologi, geologi, antropologi, genetisti, neurologi e medici legali hanno lavorato in sinergia nonostante le tante limitazioni imposte dal Covid-19: lo sviluppo della ricerca ha potuto contare sulle tecnologie più avanzate di microscopia elettronica del Dipartimento di Scienze dell’Università di Roma Tre.
I risultati dello studio hanno mostrato il processo di vetrificazione delle perfette strutture neuronali indotto dall’eruzione; sono stati analizzati anche i dati di alcune proteine già identificate dai ricercatori in un lavoro pubblicato a gennaio scorso dal New England Journal of Medicine. Un aspetto di rilievo potrebbe riguardare l’espressione di geni che codificano le proteine isolate dal tessuto cerebrale umano vetrificato, come spiega Giuseppe Castaldo; Maria Giuseppina Miano aggiunge che tutte le trascrizioni geniche identificate sono presenti nei vari distretti del cervello, quali la corteccia cerebrale, il cervelletto o l’ipotalamo.
Ci auguriamo quindi di poter leggere ancora a riguardo.