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NEWS | Al termine i lavori di restauro di Palazzo Margherita a L’Aquila

Il 7 novembre del 2016 veniva aperto il cantiere per la ricostruzione della sede storica del comune aquilano: il meraviglioso palazzo Margherita.

Il Palazzo Margherita

L’edificio risale al XIII secolo, ma fu restaurato quando Margherita d’Austria entrò in città da governatrice. La figura di questa donna, figlia di Carlo V e duchessa di Parma e Piacenza, è strettamente legata al monumento e alla fioritura culturale della città dell’Aquila, dopo la spietata dominazione spagnola del ‘500.

Nel corso della sua storia il palazzo ha registrato diversi rifacimenti. Negli anni tra il 1838 e il 1846 i lavori furono necessari per i danneggiamenti collegati al sisma del 1703: il più forte terremoto registrato nelle fonti storiche che ha interessato il settore aquilano dell’Appennino centrale.

In seguito alla violenta scossa del 6 aprile 2009 il palazzo è rimasto gravemente danneggiato insieme alla trecentesca Torre Civica.

I lavori di restauro sono iniziati dunque dopo quasi otto anni dal sisma, registrando evidenti ritardi. Anche le nuove scosse del Centro Italia del 2016 aggravarono ulteriormente la situazione della struttura

Nella prima settimana di settembre 2020 il responsabile del procedimento Mario di Gregorio aveva dichiarato conclusi i lavori relativi al consolidamento e al rifacimento strutturale; rimaneva un problema connesso agli impianti di riscaldamento. Alla base del palazzo si trovano, infatti, numerosi resti archeologici e questo impediva l’istallazione di sonde geotermiche nei pali di fondazione, che avrebbero dovuto alimentare una pompa di calore centralizzata. In seguito, per ovviare a questo problema, si è optato per un metodo di riscaldamento tradizionale. 

La forza della cultura

Nel frattempo L’Aquila si è candidata a Capitale italiana della Cultura 2022. Queste le parole del sindaco Pierluigi Biondi:

Noi aquilani, dopo il 6 aprile 2009, siamo stati per troppo tempo senza la nostra città, dispersi e impauriti, e per tanto tempo abbiamo cercato la sua anima in ogni gesto, in ogni segno, in ogni odore, in ogni angolo, in ogni pietra, in ogni pezzo di muro, in ogni crepa. […] Ma “la cultura lascia il segno”, come dice il nostro claim di candidatura: per salvare l’anima dell’Aquila e del suo territorio, per ricostruire la comunità dispersa, la cultura ha rappresentato la chiave di volta di un percorso motivazionale e di rinascita che ha vivificato il tessuto urbano e riconsegnato ai cittadini la fruizione della bellezza nelle sue varie forme artistiche. La forza della cultura ci racconta la nostra storia, e la sua potenza emotiva ed etica per noi è un tutt’uno con la città dell’Aquila: per questo siamo candidati con il nostro territorio; per questo ci crediamo.”

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