MITI | L’amore oltre la morte di Orfeo ed Euridice
Il mitico cantore Orfeo, capace, con la sua lira, di placare le bestie feroci e di animare gli elementi della natura, si innamorò della bellissima driade Euridice, con la quale si unì in matrimonio. La ninfa, tuttavia, era amata perdutamente dal pastore Aristeo, figlio del dio Apollo, che, noncurante della riluttanza della ragazza, tentava, senza sosta, di sedurla.
Un giorno, Euridice, per sfuggire alle sue invadenti attenzioni, mise il piede su un serpente che la uccise col suo morso.
Impazzito dal dolore, Orfeo, con la sua lira, scese negli inferi: dopo un lungo cammino, giunse al cospetto di Ade e Persefone, intenzionato a riprendersi l’anima del suo amore. Accompagnato dalla sua lira, intonò un soave canto e, con le sue preghiere, commosse Persefone, che decise di restituire l’anima di Euridice al mondo dei vivi.
Una sola, però, la condizione imposta: durante il cammino di risalita dagli inferi, Orfeo avrebbe dovuto precedere l’anima dell’amata, che lo avrebbe seguito, senza voltarsi mai.
Tuttavia, quasi alla fine del tragitto, Orfeo, tormentato dal dubbio che quello di Persefone fosse un inganno, non udendo il rumore dei passi di Euridice, si voltò, violando il patto stretto con la sposa di Ade: in quel momento, l’anima di Euridice scomparve, per sempre, tra le tenebre.
Tornato tra i vivi, Orfeo si lacerò nel dolore e pianse per sette lunghi mesi. Mai più amò altra donna.