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MITI | Aci e Galatea

Aci, figlio del dio Pan, era un bellissimo pastore, che pascolava le sue pecore vicino al mare. Un giorno, proprio sulla riva, vide Galatea, una delle cinquanta Nereidi, figlie delle divinità marine Nereo e Doride.

 

 

 

Galatea, bellissima ninfa dalla pelle color latte, fece innamorare perdutamente Aci e, a sua volta, se ne innamorò; tuttavia già Polifemo, il mostruoso gigante, ardeva d’amore per la splendida Nereide. 

 

 

 

 

 

Ma Galatea non poteva avere occhi per l’orrendo Polifemo: al suo cuore importava soltanto trascorrere il tempo con il dolce Aci.

 

 

 


Una notte, Polifemo vide i due giovani, illuminati dalla luna, intenti a baciarsi in riva al mare; accecato dalla gelosia, non appena, alla fine dell’incontro, Galatea si tuffò in mare, prese un grosso masso di lava e lo scagliò contro il povero Aci che, schiacciato, morì. La Nereide, appresa la notizia, corse dal suo amato, ormai senza vita: pianse tutte le sue lacrime.
Zeus e le altre divinità, commossi dal dolore della fanciulla, trasformarono il sangue di Aci in un fiume che, nascendo sull’Etna, sfociava proprio nel tratto di mare in cui i due giovani si incontravano.
Ancora oggi, esiste un piccolo fiumiciattolo, vicino al mare, in località Capo Molini (Catania), che, per il suo colore rossastro, prende il nome de “U sangu di Jaci”.

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