ILLUSTRI SICILIANI | Il coraggio di Giovanni Falcone
Giovanni Salvatore Augusto Falcone nasce a Palermo il 18 Maggio 1939, nello stesso quartiere di Paolo Borsellino. È tra le più famose vittime di mafia dell’ultimo secolo, nonché illustre magistrato i cui ideali ispirano ancora oggi tantissimi giovani.
A causa dei bombardamenti americani, Giovanni e la famiglia dovette trasferirsi dapprima a Sferracavallo, un borgo della riserva marina dell’Isola delle Femmine, e poi a Corleone, presso i familiari della madre Luisa Bentivegna. Questo breve soggiorno segnerà il giovane Giovanni e influirà sui suoi studi e sulle battaglie anti-mafiose.
Tornato a Palermo intraprende gli studi classici e frequenta assiduamente la chiesa di Padre Giacinto e l’Oratorio, grazie alle cui attività conosce il succitato Paolo Borsellino. A Livorno frequenta l’Accademia Navale con l’intenzione, poi, di laurearsi in Ingegneria. Dopo poco tempo, il giovane Giovanni si rende conto che la vita militare non è a sua strada e torna a Palermo. Qui si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza e comincia la sua strada per diventare magistrato.
Un altro importante avvenimento che segna la vita di questo personaggio è l’ulteriore trasloco della famiglia a Falcone causato dal cosiddetto “Sacco di Palermo” operato da Vito Ciancimino, assessore comunale e figlio del barbiere di Corleone, che proprio Falcone arresterà per associazione mafiosa.
A seguito dell’attentato al giudice Cesare Terranova, avvenuto il 25 settembre 1979, Falcone comincia a lavorare a Palermo presso l’Ufficio istruzione e l’allora consigliere istruttore, Chinniti Rocco, gli affida le indagini contro Rosario Spatola. È il 1980 e questa è la prima esperienza di Giovanni Falcone. Durante questa indagine comincia a formarsi il cosiddetto metodo Falcone: un innovativo modo di istruire i processi per mafia, che utilizzava gli strumenti forniti dal codice adattandoli a una nuova visione del fenomeno mafioso. In realtà egli non inventò nulla di nuovo, in quanto si trattava di un semplice incrocio di dati provenienti da fonti diverse, che permetteva di mettere insieme le diverse porzioni di indagine che ondeggiavano tra realtà politica e realtà economica. L’intuizione forse più intelligente di Falcone è sintetizzata da una frase che egli amava ripetere: La droga può anche non lasciare tracce, il denaro le lascia sicuramente.
Seguendo questo nuovo metodo di indagine, l’operato di Giovanni Falcone ha contribuito all’arresto di numerosi criminali. Tutto questo e stato possibile grazie all’aiuto di numerosi collaboratori, tra cui Paolo Borsellino con il quale fonda un Pool Antimafia che ha lo specifico obiettivo di smantellare Cosa Nostra.
Nonostante i successi nella lotta alla mafia non mancano le numerose critiche che vorrebbero indurre a credere quest’uomo come servo del potere che ad esso si era venduto. A tal proposito ricordiamo una delle sue più celebri frasi: Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.
E lo Stato non è riuscito a proteggere nemmeno lui: il 23 Maggio 1992 l’auto su cui viaggiava con la moglie Francesca Morvillo e le auto della sua scorta vengono fatte saltare in aria, con 1000 kg di tritolo, a Capaci. La mafia ha deciso di uccidere quest’uomo perché era tropo pericoloso per la sua sopravvivenza, perché stava veramente riuscendo a sgominarla senza svendersi ad essa e perché è stato lasciato solo da chi aveva troppa paura per affrontarla a viso aperto, dimenticandosi che La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni (G. Falcone).
Il ricordo di persone come Giovanni Falcone è vivo nei cuori dei siciliani e di molti italiani, tanto che, ogni anno, si ricorda l’anniversario della sua morte con cortei e manifestazioni che omaggiano la grande dedizione sociale che aveva quest’uomo.