Giacomo Scibona, un’eccellenza peloritana che ha reso grande l’archeologia
Uno dei rari ma significativi esempi d’eccellenza che la nostra terra può offrire è sicuramente Giacomo Scibona, personaggio tra i più importanti nella storia dell’archeologia degli ultimi anni (https://archeome.it/giacomo-scibona-uneccellenza-peloritana-che-ha-reso-grande-larcheologia/).
Laureatosi all’Università di Roma la Sapienza, fece scuola sotto i più illustri nomi dell’archeologia e storia dell’arte, per citarne alcuni: Ranuccio Bianchi Bandinelli, Laura Breglia e Margherita Guarducci.
Una volta formatosi, fece rientro a Messina per mettere a frutto gli insegnamenti ricevuti nella prestigiosa Università Romana, battendosi per la valorizzazione del patrimonio locale, insegnando nell’Ateneo Messinese e intraprendendo numerosi scavi archeologici nella città peloritana e nei dintorni (Alesa, San Marco d’Alunzio, Alcara Li Fusi, Enna, Troina e Agira).
Negli anni 60, si occupò inoltre di cercare informazioni su Erymata, l’odierna Rometta, della quale fino ad allora si sapevano solo notizie relative soltanto alla fortezza (risalente al periodo bizantino) e ad una incursione (avvenuta nell’882 d.C.) per opera delle armate musulmane. Un curriculum ampio e ricco quello di Scibona, che tra i tanti studi e le tante scoperte annovera, nel settore della numismatica, la scoperta di una serie di monete, battute a Siracusa, Reggio, Zancle, Atene e tra i pezzi pregiati, alcune monete in bronzo risalenti all’epoca bizantina, ed una moneta araba in oro, relativa al X secolo.
Nella sua carriera come detto, numerosi furono gli scavi ai quali prese parte all’interno della città di Messina. Vanno ricordati quelli intrapresi nella Zona Falcata, nel cortile di Palazzo Zanca, in Via Faranda, negli isolati 193 e 224, nella zona dell’attuale Palazzo della Cultura, nella necropoli dell’isolato 73 a Largo Avignone e nella Chiesa di San Tommaso.
Scomparso il 16 Gennaio del 2009, Giacomo Scibona rimane uno dei personaggi più illustri dell’archeologia moderna e della nostra Messina, della quale ha esaltato e scoperto il territorio, lasciando ai posteri un importante e immenso patrimonio da difendere e tramandare.