Autore: Dario Dugo

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“Sacred Landscape Sicily”, a journey through history

The “Sacred Landscape Sicily” project

The In the footsteps of Early Christian Rural Communities (social: Fb – Sacred Landscape; IG – Sacred Landacape Sicily), financed by the Society for Church Archaeology and by the University of Leicester, is about to start. ArcheoMe decided to follow this activity of academic research in detail because of its uniqueness. In fact, it’s not just a pure documentary analysis, but rather a “journey through time”, a physical exploration of the territory in order to trace the mobility through central Siciliy among the first rural Christian communities of the island.

A moment of field survey

 

Living the sacred landscape

The explorarion of the sacred landscape in central Siciliy will focus on the areas of Enna, Caltanissetta, and Catania. This is not a random choice: several scientific studies show the existence of a rich and complex archeological landscape. The objective of the research is to identify the possible routes that, centuries ago, were followed by the early Christians. We’re talking about the rural communities that inhabited the region between the 4th and the 9th century AD, which have left rural churches, monuments and necropolis. For a better understanding of the travel dynamics of this ancient time, the exploration will be done on foot, but not without a little help: in fact, two donkeys, the main “vehicles” of the past, will be used to transport the equipment, thus giving the right pace to the research activity. The Sacred Landscape Sicily Project rewrites the pure academic research in a new, experimental form, an active study of the territory in which it is immersed.

Aerial view of the rural church of Philosophiana

The path between landscape and archeology

The Sacred Landscape Sicily exploration, which will be documented by ArcheoMe, is led by Dr Margherita Riso of the University of Leicester, Director and founder of the project and by co-directors Matteo Randazzo and Andrea Arena. This journey will allow us to discover an unknown sicilian landscape: an overlooked archeological horizon, yet of great importance and unspeakable beauty. ArcheoMe will follow the research group through the roman villas of Gerace, Rasalgone and Casale; between the sizeable rural village of Philosophiana and other settlements inhabited from the prehistory to the Middle Ages; along the road axis of Imperial Roman age that connected Catania to Agrigento. The research team will attempt, once again, to bring all these puzzle pieces together. Quoting Dr Riso’s words, the times and the challenges of the journey “will be experimented by our team within a cultural landscape that has become a genuine container of collective and individual memory”.

Dr. Margherita Riso

 

Before the first steps

It should be known that, behind an experimental investigation such as that of Sacred Landscape Sicily, there is an extended period of study and scientific preparation. What might look like a “lighthearted hike” is actually quite different. The possible courses that have been identified by the research group are not influenced by the modern morphology of the territory, but rather by the ones of the Early Middle Ages. In particular, the philological research and the field survey are accompanied by the GIS (Geographic Information System) digital elaborations. Thanks to this software, it is possible to map the main elements of the landscape, both archeological and environmental, in order to grasp the hypothetical paths of the ancient road networks. At this point, “human” feedback is necessary to validate (or invalidate) the range of possibilities offered by the computer analysis.

The research team taking a selfie

It is about time: on the 24th of September 2022, Sacred Landscape Sicily will move its first steps with a presentation conference which will be held in Piazza Armerina, the picturesque ennese town that houses the famous Villa Romana del Casale, ever since at the center of a systematic archeological research. The “Litterio Villari” archeological group, which has always supported the archeologists working in central Sicily, will also be present at the conference.

Logo of the Sacred Landscape Sicily project, which can be followed on Instagram and Facebook

For the italian version click here.

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NEWS | Piazza Indipendenza a Palermo, scoperta sepoltura del III secolo

Gli scavi per la realizzazione del collettore fognario sud-est di Palermo hanno riportato alla luce una sepoltura, probabilmente databile al III secolo a.C., secondo quanto dichiarato da Alberto Samonà, Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana.

La scoperta

Le attività di scavo, coordinate dal RUP Ing. Francesco Morga, sono attualmente sotto la vigilanza e la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo, diretta da Selima Giuliano.

L’area del ritrovamento, al di sotto di Piazza Indipendenza, sta confermando quanto già emerso dalle indagini precedentemente condotte dalla Sezione archeologica nelle zone limitrofe. Le attività di scavo  in via Imera hanno permesso di riportare alla luce 116 ipogei, di ancora incerta datazione, usati come “butti”, ossia cavità progettate e atte allo sversamento di rifiuti, dal periodo islamico (X secolo) a quello normanno (XII secolo).

Già nel 2009, nella parte nord-orientale di Piazza Indipendenza, venne individuata una tomba a camera risalente al III secolo a.C. Secondo gli studiosi, la sepoltura rinvenuta fa parte dell’ area della necropoli punica.

Lo scheletro contenuto nella sepoltura rinvenuta
Le indagini

Al momento, le indagini si concentrano su un’area di circa 225mq dalla quale è emersa una porzione di cava, probabilmente utilizzata per l’estrazione di materiale da costruzione in età punica. Nell’area, una tomba a fossa, contenente uno scheletro con un vasetto di corredo, attesta l’uso sepolcrale della zona. Della tomba manca la parte superiore che sembra sia andata perduta già nell’antichità, durante un’ulteriore attività estrattiva.

L’area fu frequentata in età medievale, a testimonianza di ciò vi è il rinvenimento del pozzo a pianta quadrata. Il pozzo ha restituito manufatti di età islamica e normanna, dimostrando la continuità dell’usufrutto del sito.

Si tratta, chiaramente, di notizie preliminari. Le attività di scavo sono tuttora in corso, e solo le analisi successive potranno fornire una lettura maggiormente accurata del contesto.

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NEWS | Nuova vita e nuova “casa” per quattro lastre etrusche dipinte

Sarà l’Antiquarium Pyrgi a ospitare definitivamente le lastre etrusche sequestrate, nel 2019, dalla Guardia di Finanza. Le lastre in terracotta dipinta, in ottimo stato di conservazione, sarebbero state altrimenti destinate al mercato clandestino.

I reperti

Dopo le operazioni di recupero, le lastre sono state sottoposte ad una serie di analisi, unitamente ad interventi di conservazione e restauro, i quali hanno confermato che i reperti sono opere originali etrusche databili agli ultimi decenni del VI secolo a.C. Si tratta di una scoperta di grandissima importanza storica e archeologica, valore accentuato dal fatto che i reperti sono quasi integri. Grazie al lavoro congiunto del Ministero e delle Forze dell’Ordine, il pubblico potrà finalmente ammirare questa collezione.

Le lastre raffigurano diverse storie: il combattimento tra Achille e Pentesilea, regina delle Amazzoni; una donna con arco che brandisce un ramo, presumibilmente l’eroina Atalanta impegnata nella sfida contro il futuro marito Melanione; Hermes, messaggero degli dèi (l’etrusco Turms), che scorta una donna; infine, una coppia di aruspici, sacerdoti etruschi che analizzavano le viscere delle bestie per individuare i segni della volontà degli dèi.

Collocazione

Dopo l’esposizione al pubblico in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia 2022, le lastre verranno collocate definitivamente nel nuovo Antiquarium di Pyrgi, il museo allestito dalla Soprintendenza negli spazi forniti dalla Regione Lazio all’interno del Castello di Santa Severa (Santa Marinella, RM).

L’Antiquarium di Pyrgi
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NEWS | Giornate Europee dell’Archeologia: alla riscoperta del Parco di Tindari con Guide Turistiche Messina

Il 17, 18 e 19 Giugno 2022 sono le date in cui, nei 46 Paesi del Consiglio D’Europa, si celebrano le Giornate europee dell’Archeologia. A queste aderisce anche il Parco Archeologico di Tindari in collaborazione con l’associazione Guide Turistiche Eolie Messina Taormina.

L’evento

L’associazione Guide Turistiche Eolie Messina Taormina, in accordo e con il sostegno del direttore del Parco Archeologico di Tindari Arch. Domenico Targia, domenica 19 Giugno propone visite guidate alla scoperta del sito. L’impegno dell’associazione, i cui soci sono tutti guide turistiche abilitate della Regione Siciliana, è volto principalmente alla valorizzazione di un’area archeologica di straordinario interesse e alla sua promozione.

I tour avranno inizio alle 17 e si effettueranno in piccoli gruppi previa prenotazione obbligatoria.

Per informazioni su costi e modalità e per prenotare la visita guidata sarà sufficiente inviare una mail a guideturistichemessina@gmail.com.

Area Archeologica di Tindari

 

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NEWS | Antico bacile in ceramica riemerge dalle acque di San Vito Lo Capo

Nelle acque della tonnara del Secco a San Vito Lo Capo (TP) è stato recuperato un antico bacile di ceramica. Il reperto, quasi intatto, è stato localizzato dall’istruttore subacqueo Marcello Basile, il quale ha poi dato notizia a Pietro Selvaggio, funzionario della Soprintendenza del Mare.

Il recupero

Il bacile, recuperato dalla Soprintendenza del Mare, sarebbe stato identificato in un un louterion, oggetto di tipo rituale, utilizzato tanto a terra che sulle navi nell’antichità. Ulteriori studi ne chiariranno la datazione, che sarebbe da collocarsi fra epoca greca e romana. Il recupero è avvenuto per opera dei sub Marcello Basile e Andrea Mineo, con la presenza in immersione di Ferdinando Maurici, Soprintendente del Mare.

Il bacile localizzato a San Vito Lo Capo

“Il nostro mare – sottolinea Alberto Samonà, assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – continua a restituire interessanti reperti archeologici, che testimoniano la ricchezza storico culturale della Sicilia. Un patrimonio immenso, che vede la Soprintendenza del Mare costantemente impegnata con azioni di individuazione, interventi di recupero e una capillare e incessante attività di valorizzazione”.

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ENGLISH VERSION | A 3400 year-old city resurfaces on the Tigris

A team of german and kurd archaeologists discovered a 3400 year-old city which dates to the Mitanni age, located on the Tigris. The settlement re-emerged from the waters of the Mosul basin due to extreme drought in Iraq. The city, with its palace and large buildings, might be the ancient Zakhiku, an important centre of the Mitanni Empire (ca. 1550-1350 BC).

 

The reapparance

In december 2021, huge quantites of water were drained from the Mosul basin, the most important water supply of Iraq, in order to save the crops from the drought that afflicts the southern region of the country. This led to the reapparance of the city, which goes back to the Bronze Age and is situated in Kemune, in the Kurdistan Region of Iraq.

This unexpected event put great pressure on the archeologists, who spontaneously organized to excavate and document as many parts as possible of the city before it was submerged again. In few days, with the financial support of the Frits Thyssen Foundation, a team led the rescue excavations in Kemune between January and February of 2022, with the help of the Directorate of Antiquity and Heritage in Duhok (Iraqi Kurdistan). Among the members of the team, there are Dr. Hasan Ahmed Qasim, chairman of the Kurdistan Archeological Organization, Dr. Ivana Puljiz of the Freiburg University and Prof. Dr. Peter Pfälzner of the Tübingen University.

Aerial view of the Kemune excavation
The Artifacts

In a short time, the researchers managed to map a large part of the city. In addition to a palace that was already documented during a short campaign in 2018, other large buildings were discovered, such as a massive fortification and a multi-storey storage building. The urban complex dates to the age of the Mitanni Empire (ca. 1550-1350 BC), which controlled large zones of Northern Mesopotamia and Syria.

The researchers were surprised by the excellent condition of the walls, despite the material (sun-dried mud bricks) and the submersion. This is due to the earthquake that destroyed the city in 1350 BC, in which the superior parts of the walls buried the buildings.

Large building walls, perhaps a storage building
Cuneiform Tablets

One of the most interesting findings are five ceramic vessels which contained an archive of more than 100 cuneiform tablets that date to the Middle Assyrian period. Some clay tablets, probably letters, are even preserved in their envelopes. The researchers hope that this discovery may provide important information about the end of the Mitanni period of the city and the beginning of the Assyrian dominion in the region.

Ceramic pottery with cuneiform tablets
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NEWS | Riemerge dal Tigri una città sommersa di 3400 anni

Una squadra di archeologi tedeschi e curdi ha scoperto una città di 3400 anni risalente all’epoca Mitanni e situata sul fiume Tigri. L’insediamento è riemerso dalle acque del bacino Mosul a causa dell’estrema siccità in Iraq. La città, con il suo palazzo ed i suoi ampi edifici, potrebbe essere l’antica Zakhiku, un importante centro dell’Impero Mitanni (ca. 1550-1350 a.C.)

La ricomparsa della città

Nel dicembre 2021 furono prelevate grosse quantità di acqua dal bacino Mosul, la riserva idrica più importante dell’Iraq, in modo da poter salvare i raccolti dalla siccità che flagella il sud della nazione. Ciò ha portato alla ricomparsa della città, databile all’Era del Bronzo e ubicata a Kemune, nel Kurdistan Iracheno.

Questo evento imprevisto ha messo grande pressione sugli archeologi, che si sono spontaneamente organizzati per scavare e documentare quante più parti possibili della città prima della sommersione. In pochi giorni, con il supporto finanziario della Fondazione Frits Thyssen, è stato costituito un gruppo che ha condotto gli scavi di emergenza a Kemune tra Gennaio e Febbraio 2022 in collaborazione con il Direttorato Dell’Antichità e del Patrimonio a Duhok (Kurdistan Iracheno). Tra i membri della squadra vi sono il Dr. Hasan Ahmed Qasim, direttore dell’Organizzazione Archeologica del Kurdistan, la Dott.ssa Ivana Puljiz dell’Università di Friburgo e il Prof. Dr. Peter Pfälzner dell’Università di Tübingen.

Vista aerea degli scavi di Kemune
I reperti

In poco tempo, i ricercatori hanno mappato gran parte della città. Oltre ad un palazzo già documentato durante una breve campagna nel 2018, gli archeologi hanno scoperto altri vasti edifici tra cui una massiccia fortificazione ed una struttura di stoccaggio a più piani. Il complesso urbano risale all’epoca dell’Impero Mitanni (1550-1350 a.C. circa), il quale controllava ampie zone in Mesopotamia del Nord e in Siria.

L’ottimo stato di conservazione delle mura ha suscitato grande sorpresa tra i ricercatori, nonostante il materiale (mattoni di fango essiccati al sole) e la sommersione. Ciò è dovuto al terremoto che distrusse la città nel 1350 a.C. circa, durante il quale le parti superiori delle mura seppellirono gli edifici.

Mura di un ampio edificio, forse una struttura di stoccaggio

 

Tavole cuneiformi

Di particolare interesse è la scoperta di cinque vasi di ceramica che contenevano un archivio di oltre 100 tavole cuneiformi, databili al periodo Medio Assiro. Alcune delle tavolette di argilla, presumibilmente lettere, sono addirittura conservate nei loro involucri. I ricercatori sperano che questa scoperta possa fornire informazioni importati sulla fine del periodo Mitanni della città e sull’inizio del dominio Assiro nella regione.

Vaso in ceramica con all’interno delle tavolette cuneiformi
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NEWS | ArcheoTroina: al via la quinta campagna di scavo

È stata annunciata la quinta campagna di scavo del progetto “ArcheoTroina”, svolta nell’ambito dell’insegnamento di Metodologie della Ricerca Archeologica dell’Università degli Studi di Messina, sotto la direzione scientifica della Prof.ssa Caterina Ingoglia, e coadiuvata dal Dott. Lorenzo Zurla, in convenzione con il Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina insieme al Comune di Troina.

Locandina call

Troina, offerta e Partecipazione

La campagna avrà durata dal 29 Agosto al 7 Ottobre 2022. Coinvolgerà i partecipanti in attività di scavo e post-scavo: per la parte relativa alla necropoli, sono previste attività di ricerca archeo-antropologica, laboratori e studio dei reperti. Vitto e alloggio sono garantiti dal comune di Troina, e ai partecipanti verrà rilasciata una certificazione.

La call è aperta a studenti e laureati in Discipline Antropologiche e affini dell’Università degli Studi di Messina così come sono ben accetti studenti di altri Atenei, sia italiani che stranieri. I posti disponibili sono 16 e le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro e non oltre Venerdì 8 Luglio 2022. È preferibile la partecipazione per l’intera campagna di scavo.

English Version

It has been announced the fifth excavation campaign as part of the “ArcheoTroinaproject, which will be led by Professor Caterina Ingoglia, supported by Dr. Lorenzo Zurla.

The campaign will last from August 29th to October 7th and its participants will be involved in excavation and post-excavation activities. There will also be archeo-anthropological research activities regarding the necropolis. Laboratories and study of the findings will also be included. Room and board will be offered by the town of Troina.

Participation is open to all students and graduates of Anthropolgoical Disciplines and the like of the University of Messina and/or other Italian or foreign universities. There are 16 places available. Applications will have to be sent by Friday 8 July 2022.

In copertina: una parte dell’area oggetto di indagine (immagine via ArcheoTroina).

 

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NEWS | Scoperta un’antica piscina sacra a Mozia

È stata scoperta un’antica piscina sacra a Mozia, a largo delle coste della Sicilia, allineata con le stelle. Le ricerche hanno svelato che si tratta di un bacino circondato da templi, con una statua del dio Ba’al posizionata al centro.

Drenaggio e scavi presso il Kothon.
La Scoperta

Le indagini, condotte da Lorenzo Nigro de La Sapienza Università di Roma e dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani, hanno svelato che un bacino rinvenuto nella città insulare di Mozia è in realtà una piscina sacra facente parte di un complesso centro cultuale tra i più grandi del Mediterraneo pre-Classico. 

Le ricerche, condotte in seguito alla riscoperta del bacino negli anni ’20 del secolo scorso, avevano evidenziato la presenza di una baia militare simile ai Kothon cartaginesi, tuttavia, gli scavi recenti hanno radicalmente cambiato l’interpretazione del luogo. Privo di sbocchi sul mare, e alimentato da sorgenti naturali, esso non poteva fungere da struttura militare. Il ritrovamento di templi, stele e altari lungo la struttura ha confermato l’uso sacro del posto, al cui centro era posta una statua del dio Ba’al. Al termine delle ricerche il bacino è stato riempito, e una replica della statua della divinità è stata collocata sul rispettivo piedistallo.

La piscina dopo gli scavi, con una replica della statua di Ba’al al centro.
Osservando gli astri

La caratteristica più importante del luogo è il suo allineamento con le stelle e con i diversi eventi astronomici. Tali elementi indicano una profonda conoscenza del cielo e degli astri da parte delle civiltà mediterranee. Grazie alla superficie piatta della piscina, si potevano tracciare i movimenti celesti, fondamentali sia per la navigazione che per le festività religiose.

Molti di questi elementi derivano da altre culture antiche del Vicino Oriente. Questa particolarità suggerisce una certa tolleranza e apertura culturale da parte dell’antica popolazione fenicia di Mozia.

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ENGLISH VERSION | When crimea was part of the Republic of Genova

The Genoese domain in Crimea. Though usually ignored, this piece of history deserves to remembered, given the recent conflict in Ukraine, as it makes us think about how a country that is perceived to be far from us is actually part of our history.   

 

From Genoa to Crimea

Constantinople fell in 1204 after the 4th Crusade. The world trembled but then held its breath: the dream of Byzantium survived at Nicaea, held by the house of the Palaiologoi, where the empire survived and was reborn. Then, in 1261, the Treaty of Ninfeo was signed: the Genoese would have helped Michael VIII Palaiologos to retake Constantinople from the Latins; in return, Genoa would have replaced Venice in the maritime trades in the Black Sea, up into Crimea. In reality, this happened because Michael had already tried to retake the capital, but the venetian fleet managed to prevent the capitulation through starvation. Ironically, the decisive Genoese fleet was completely useless: Constantinople fell in the hands of the byzantine army’s vanguard without a fight. Thus, in a motion of perplexity, joy and awe, the Genoese started their own colonial empire without a single loss.

Genoese Colonial Empire

 

The Gazaria and the Principality of Theodore

When Genoa joined the political and commercial games of the Black Sea, Crimea boasted centuries of coexistence between populations. Notably, the Khazars questioned the byzantine presence in the peninsula during the 7th century, conquering the fortress of Sudak, which is now UNESCO heritage. However, the coastal territories were reconquered, and the empire kept them until 4th Crusade, in 1204, when the Principality of Theodore was born in Crimea. It goes without saying that, with the birth of the Gazaria, which is the Genoese dominion over Crimea, the relationships strained: the Silk Road passed through, and it was a more than valid excuse to fuel feuds and conflicts. From the city of Kaffa, the Genoese attempted, over time, to isolate their neighbors, cutting them out of the sea trades. Therefore, a conflictual situation emerges, where an important piece is missing: the Mongolic interference in the peninsula.

Territories belonging to the Genoese and to the Principality

 

Struggle over the control of Crimea

The arrival of the mongols changed the balance of power between the Principality and Genoa. In 1308, the city of Kaffa was besieged and conquered but, afterwards, the Genoese managed to retake control, laying the foundations for a heyday period. Even the Principality of Theodore, during 1395, experienced the Mongolian ferocity, but it was able to rise again, standing up to the Genoese. Consequently, two sides were formed: Genoa, supported by the Eastern Roman Empire, and the Principality of Theodore, supported by the Khanate. Anyways, the Genoese power grew so much that the consuls of Kaffa assumed the title of Consuls of the whole Black Sea. Nevertheless, luck did not last: with the fall of Constantinople, in 1453, the Gazaria went into crisis and the Genoese power finally capitulated in 1475, with the fall of Kaffa.

Mohamed II enters in Constantinople, Benjamin Constant (1876)

 

Sudak: from the Alans to the Genoese

One of the most promiment archeological sites in Crimea is the fortress of Sudak. It is considered to be an Alan foundation of 212 B.C., which, not without reason, was historically kept aside until it became more and more important during the Middle Ages, in relation to the Silk Road. Hence, Sudak became a thriving port, and this attracted the powers that surrounded it. During the 13th century, Venice and Genoa fought over its control, and the latter, after its victory in 1365, realized the most promiment fortifications, which can still be admired today. A unique site: the best example of a genoese fort that is still standing and is perfectly preserved. The symbol of a past, of a contact between populations, of which the existence is ignored, but it’s still there, majestic, guarding the coast of the Black Sea.

The Genoese fortress of Sudak, Crimea.

 

Kaffa: the Genoa of Crimea

The city of Kaffa (current Feodosiya), rose above the ashes of the Greek settlement of Theodosia, a city that followed the dynamics of the Bosporian Kingdom, and then it vanished during the roman empire. During the 13th century A.D., Kaffa went down in history as a Genoese outpost in the commercial trades of the Black Sea, an originally small settlement which became, over time, a fully-fledged stronghold of the peninsula. It was, indeed, a thorn in its neighbors’ side, which attempted repeatedly to destroy it: the Venetians in 1296, followed by the Mongolians in 1308. In every case, Genoa always manage to reconquer and improve it, so much that in 1472 the Turks will be forced to conquer a city inhabited by 70000 people and defended by two sets of walls. Unfortunately, nowadays, we only have a few remains, a sad evidence of its past splendor.

Feodosia, Carlo Bossoli (1856)