Autore: Barbara Bonifacio

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NEWS| Missione archeologica italo-arzebaijana nel Caucaso meridionale

Ci troviamo a Tava Tepe, un villaggio dell’Arzebaijan occidentale, nella provincia di Agstafa da cui passa la valle del fiume Kura. La zona indagata è in corso di scavo da una missione archeologica italiana, con la collaborazione dell’Università di Catania e del Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies (CAMNES). Ciò che i risultati sembrano far intendere è che questa zona sia stata destinazione prediletta di un gruppo di guerrieri nomadi, i quali vi soggiornavano durante i mesi del lungo inverno. Sembrerebbe infatti che questa popolazione praticasse la transumanza tra i monti della provincia e lungo la valle del Kura. Gruppi come questi infatti hanno lasciato tracce della loro Cultura kurgan, con l’uso dei tumuli funerari circolari a camera coperta con ricchi corredi, tipici dell’età del Bronzo. Infatti, i confronti sono nati grazie alla presenza di siti simili e contemporanei nell’area del Caucaso meridionale, scavati dalla missione in passato. Le indagini si erano concentrate proprio sui tumuli funerari circolari (kurgans), databili ad un periodo che va dal IV al I millennio a.C.

missione archeologica caucaso
Veduta dal sito in corso di scavo (via Bollettino d’Ateneo, Università degli studi di Catania)

 

missione archeologica caucaso
Alcune fasi dello scavo (via Bollettino d’Ateneo dell’Università degli studi di Catania)

 

Le parole dei protagonisti della missione archeologica e il progetto nel Caucaso

«Sono le sei del mattino sulla sommità del sito di Tava Tepe e i primi raggi di sole incontrano il fiume Kura all’orizzonte e, più in là, le asperità dei monti del Caucaso meridionale, scandendo cicli agropastorali millenari . Uno spettacolo, questo, che le comunità che frequentavano il sito più di tremila anni fa dovevano conoscere bene, e che si rinnova ogni giorno davanti agli occhi dei membri della missione italo-azerbaigiana». (Chiara Pappalardo, social media manager del progetto GaRKAP, Ganja Region Kurgan Archaeological Project).

La missione, avviata ad agosto e che si concluderà a metà settembre, ha visto anche la partecipazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha finanziato le ricerche.

In quattro anni di collaborazione, gli archeologi impegnati nel progetto hanno scavato numerosi tumuli. Si ricorda la campagna nella provincia di Goranboy, dove è stato scoperto il più antico kurgan del periodo Kura-Araxes databile al 3.660 a.C. I ritrovamenti comprendevano salme, corredi e slitte carbonizzate, da cui era emerso il ritratto della società nomade egualitaria, con credenze e culti magici. I kurgans rappresentano infatti una tradizione funeraria del V millennio a.C. che dalle steppe russe giunge fino al Caucaso Meridionale. Le strutture, di estrema importanza archeologica, erano già note ad Erodoto.

Lo scavo

I primi risultati, frutto delle ricerche, di ricognizione e di scavo, mostrano la presenza di diverse aree di lavorazione e di stoccaggio delle derrate alimentari. In base ai materiali rinvenuti si potrebbe pensare ad una datazione che va dal 1200 a.C. fino al 900 a.C. circa, tra la Tarda Età del Bronzo e l’Antica Età del Ferro.

Immagini di alcuni reperti dalla campagna di scavo (via Bollettino d’Ateneo, Università degli studi di Catania):

 

 

missione archeologica caucaso

 

Immagine di copertina, via Bolletino d’Ateneo, Università degli studi di Catania.

 

 

 

 

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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | Caos alla Valle dei Templi: spettanze non pagate e minaccia di sciopero, interviene Samonà

La scorsa settimana il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento è stato teatro di alcune agitazioni da parte dei dipendenti. I 160 dipendenti del Parco hanno minacciato di chiudere la  Valle dei Templi: Cgil, Cisl, Uil, Cobas Codir, Sadir, Ugl e Siad lamentano di non aver avuto risposte dopo l’incontro del 9 giugno 2021 con il direttore del Parco sulle spettanze extra, ancora non pagate, dovute al personale per il 2019 e il 2020.

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Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

I sindacati hanno così ribadito: «Una situazione non più sostenibile dopo l’accorpamento al Parco della Valle dei Templi del Museo Regionale “Pietro Griffo”, della Biblioteca – Casa natale di Luigi Pirandello e altri trenta siti minori; la gestione della vigilanza e la fruizione degli stessi, con sole 160 unità di personale, è diventata insostenibile».

Alla nota sindacale congiunta, dove si minaccia lo sciopero, ha subito dato risposta l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.

L’assessore Alberto Samonà alla Valle dei Templi di Agrigento

L’Assessore ha infatti prontamente richiesto al dirigente generale del Dipartimento, Sergio Alessandro, la convocazione del direttore del Parco, Roberto Sciarratta. Il personale infatti lamenta problemi soprattutto di ordine economico, causati da lunghi ritardi nei pagamenti dei salari. L’obbiettivo, spiega Samonà, è quello di riequilibrare e rasserenare al più presto la situazione. Ciò è da fare soprattutto in vista dell’apertura della stagione estiva, che vedrà i Beni Culturali in prima linea per il rilancio dell’intero territorio. Bisognerà dunque mantenere la continuità dei servizi e il rispetto degli accordi sindacali.

Roberto Sciarratta, direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento
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NEWS | Più di un milione di euro per la riqualifica della Foce dell’Akragas (AG)

Il grande emporio della città di Agrigento, di cui parlano le fonti antiche, alla Foce del fiume Akragas, sarà oggetto di una riqualifica. Il sito sarà fruibile, grazie a un progetto che varerà oltre un un milione di euro con fondi POC. Il totale proviene dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; l’iniziativa è partita dal Libero Consorzio di Agrigento

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Il fiume Akragas – fonte: AgrigentoOggi

Gli spazi intorno alla Foce, dove si trovano edifici abbandonati e in degrado, saranno sistemati e ospiteranno attività didattiche e culturali. Verranno creati anche dei percorsi naturalistici per riscoprire tutta quest’area di grande interesse ambientale. Inoltre, la zona ha restituito importanti testimonianze archeologiche di età greca, romana, bizantina e islamica. Un corso d’acqua che da sempre, quindi, ha fatto la fortuna della città di Agrigento fino ad oggi.

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Parco Archeologico della Valle dei Templi (AG)
Le parole dell’assessore Alberto Samonà

«L’intervento è frutto di un’azione congiunta tra istituzioni e costituisce un primo significativo passo per recuperare e custodire un ambiente naturale, oggi totalmente degradato, che presenta molte particolarità sotto il profilo storico e paesaggistico. Si tratta anche di dar corso a un’operazione di recupero della memoria storica che mira a restituire ad Agrigento il proprio passato, creando una continuità tra la costa e la Valle dei Templi, rapporto che nel tempo ha subito una frattura. Molti dei progetti finanziati dal governo regionale attraverso l’Assessorato dei Beni Culturali tendono a ricostruire un tessuto che valorizzi la città di Agrigento nella sua complessità e continuità: Parco Archeologico, centro storico, area costiera; questi ultimi sono, infatti, tutti elementi che vanno connessi per offrire una visione globale della città».

L’assessore Alberto Samonà
Un progetto sostenibile

Si cercherà di recuperare in maniera rispettosa tutti gli spazi esistenti, tra cui l’edificio noto come “la focetta” che sarà adibito a spazio per l’accoglienza turistica e per progetti di educazione ambientale. Il tutto sarà reso accessibile e non ci saranno barriere architettoniche. Si è pensato di realizzare proprio in questo spazio delle iniziative culturali e di costruire al suo interno una sala immersiva che racconterà la storia di Agrigento. In quest’area, inoltre, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza del Mare, saranno esposti reperti archeologici subacquei. Sarà adibita anche una sezione naturalistica che illustrerà flora e fauna locale; sarà possibile partecipare anche ad attività come il birdwatching

La Foce del fiume Akragas – foto: Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana

Immagine di copertina da agrigentonotizie.it.

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NEWS | Riapre Santa Croce in Gerusalemme (RM), De Santis: «Presto riprenderemo gli scavi»

Da domenica 6 giugno 2021 ha riaperto i battenti l’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme. La soprintendente speciale di Roma Daniela Porro annuncia che la prima e la quarta domenica del mese sono previste anche visite guidate.

Santa Croce in Gerusalemme
L’area archeologica di Santa Croce in Gerusalemme – RM (via www.scudit.net)
Santa Croce in Gerusalemme
La soprintendente Daniela Porro – foto: Soprintendenza Speciale Roma

Quest’area archeologica è di estrema importanza per la presenza di domus (immagine di copertina), di un acquedotto, di un circo, di una basilica civile e di un anfiteatro. L’area, giacente sul colle Celio, ebbe sin dal IX secolo a.C. destinazione funeraria. Dal V a.C. divenne centro di comunicazione viaria, essendo attraversata dalla Labicana, dalla Prenestina e dalla Celimontana. Inoltre, trovandosi in un punto molto alto, vi confluiscono ben otto acquedotti romani. Dall’età augustea fu una zona di grande suggestione, interessata da un quartiere con grandi dimore private. Inoltre, nel III sec. d.C., gli imperatori della dinastia dei Severi scelsero questo luogo per l’edificazione di una sontuosa residenza con vari nuclei monumentali. La sua unità venne spezzata quando, tra il 270 e il 275 d.C., vennero costruite le mura Aureliane che ne inglobarono alcune parti. Ma, nel IV d.C., sotto Costantino, il complesso modificato continuò a funzionare con il nome di Palazzo Sessoriano, ovvero residenza che l’imperatore lasciò in dono alla madre Elena.

Santa Croce in Gerusalemme – RM (via CoopCulture)
Le parole della direttrice dell’area Anna De Santis

«Questa riapertura è per noi un segno di ripresa. In questi mesi abbiamo continuato a fare ricerca e a lavorare per rendere la visita più interessante, a esempio con il restauro della parte di Acquedotto Claudio che costeggia il sito. Presto riprenderemo gli scavi per ampliare il percorso per il pubblico».

La direttrice Anna De Santis

Immagine di copertina: complesso archeologico di Santa Croce in Gerusalemme (RM), resti di domus – foto: Scoprendo Roma.

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NEWS | “Cavalli nella Tarda Antichità”: oggi l’incontro a Villa del Casale (EN)

Oggi, 5 giugno 2021, alle ore 17 nella Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (EN) si svolgerà l’incontro Allevamento di cavalli nel centro della Sicilia nella tarda antichità. Presenterà l’archeologa Antonella Arena che ha incentrato buona parte dei suoi studi sui marchi di scuderia presenti, oltre che in Sicilia, anche nei mosaici spagnoli e cartaginesi. 

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Villa romana del Casale, Piazza Armerina (EN) – foto: InItalia – Virgilio

Al centro dell’attenzione ci saranno soprattutto i mosaici a tema equestre presenti all’interno della Villa romana del Casale. L’obiettivo è altresì quello di creare delle correlazioni con i ritrovamenti della villa rurale di contrada Gerace (EN), situata 15 chilometri a Nord dalla Villa del Casale. Nel complesso di quest’ultima si ipotizza la pratica dell’allevamento e il commercio di cavalli, destinati ai giochi e alle gare nei circhi romani.

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Parte delle terme della Villa di Gerace (EN)

La dottoressa Arena ha affermato: «I bolli ritrovati in contrada Gerace raffigurano cavalli con ramo di palma e corona di alloro e l’iscrizione del nome di Philippianus, che ricorre altresì nel mosaico del pavimento del fridgidarium delle terme; questi dati suggeriscono come il proprietario avesse un allevamento di cavalli. Ipotesi confermata anche dal ritrovamento di numerose ossa di cavalli adulti e puledri».

Un particolare di un mosaico con cavalli della Villa romana del Casale (EN) – foto via Giornale di Sicilia
Le parole del direttore del Parco e dell’assessore Samonà

La Villa romana del Casale fa parte del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale, sotto la cui ala c’è anche il museo archeologico di Aidone (EN).

«Un’inusuale lettura dei mosaici della Villa ci accompagna in un suggestivo viaggio nel tempo, evidenziando un aspetto caratteristico legato alla presenza dei cavalli nella Sicilia centrale durante l’antichità». Commenta così Liborio Calascibetta, direttore del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale (EN).

Liborio Calascibetta, direttore del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale (EN)

«L’iniziativa proposta dal Parco di Morgantina e Villa del Casale evidenzia la molteplicità degli sguardi con cui si può conoscere un sito archeologico ricco di interessanti ritrovamenti e suggestioni quale è la Villa romana del Casale, fastosa residenza inserita nel 1997 nella lista dei beni di interesse culturale riconosciuti dall’UNESCO». Sulla medesima linea il commento dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà.

L’assessore Alberto Samonà
Informazioni per l’ingresso alla Villa 

Ricordiamo che l’ingresso alla Villa del Casale è a pagamento secondo le tariffe ordinarie. Si può anche acquistare il biglietto cumulativo dei tre istituti (Museo di Aidone, Parco di Morgantina e Villa del Casale) con prenotazione obbligatoria su questo sito.

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NEWS | Finanziati i lavori nel Parco di Leontinoi e nell’Antiquario di Megara (SR), Samonà: «Il governo sta orientando molte risorse»

Stanziato l’importo di 1.426.000,00 euro per il progetto relativo agli interventi di sistemazione dell’Antiquario di Megara Hyblaea e di miglioramento dell’area archeologica di Leontinoi. A essere coinvolte anche le aree di Monte San Basilio nel Museo Archeologico di Lentini (SR) dove è prevista la realizzazione di un laboratorio di conservazione e restauro.

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L’area di Megara Hyblaea (foto da Alberto Samonà)
Il progetto

Il progetto esecutivo, curato dal Dipartimento Tecnico dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, è stato affidato a un team di professionisti, architetti e ingegneri di varie regioni d’Italia. Il gruppo ha svolto già dei sopralluoghi insieme al direttore del Parco Lorenzo Guzzardi e ai tecnici, nonché agli archeologi della missione francese: si prevede manutenzione ordinaria e straordinaria. I lavori interesseranno  l’area archeologica di Megara Hyblaea e l’Antiquario, l’area archeologica Leontinoi, il Museo archeologico di Lentini, l’area archeologica di Monte San Basilio (SR). Le operazioni saranno dedicate al ripristino dei camminamenti e delle passerelle; inoltre, saranno messe a punto delle recinzioni e degli impianti di illuminazione. Si procederà poi con l’installazione degli impianti di video-sorveglianza e antincendio

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Una parte dell’esposizione dell’Antiquario (foto da Alberto Samonà)
Le parole dell’assessore Samonà e del direttore Guzzardi

«Con il completamento dei lavori dell’Antiquarium si potrà, finalmente, riaprire ai visitatori l’importante struttura nel complesso del Faro Cantera sulla rada di Augusta. Il percorso di visita includerà sia l’esposizione di reperti archeologici degli scavi della città e delle necropoli, sia la fruizione dei resti messi in luce all’interno dello stesso edificio museale. Si tratta di un’altra importante opera che valorizza il contenuto dell’area archeologica di Megara e arricchisce la complessiva offerta culturale della Sicilia. Un intervento che rientra tra le opere di ammodernamento e miglioramento dell’offerta dei musei e dei parchi della Sicilia, su cui il Governo Musumeci sta orientando molte delle proprie risorse». Commenta così l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà.

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L’assessore Alberto Samonà in visita all’Antiquario di Megara Hyblaea (SR)

Il direttore del Parco Lorenzo Guzzardi stupisce svelando un punto di forza del progetto: «Il percorso museale di Megara comprenderà anche una sala multimediale che introdurrà i visitatori a una migliore comprensione dell’area archeologica e alla più compiuta fruizione delle sale espositive».

Il direttore del Parco di Leontinoi (SR) Lorenzo Guzzardi
L’assessore Alberto Samonà e i membri del Parco presenti nell’area interessata (foto da Alberto Samonà)
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NEWS | Avviate le operazioni di pulizia a Camarina e C. d’Ispica (RG), Samonà: «Azione di rilancio della Sicilia»

Grazie a un accordo tra il direttore del Parco archeologico di Camarina e Cava d’Ispica (RG) Dario Buzzone e gli enti del territorio, sono in corso operazioni di bonifica in diverse aree archeologiche della Sicilia meridionale. Il tutto è finalizzato alla loro valorizzazione e tutela al fine di potenziare l’offerta culturale. Gli interventi riguardano l’area archeologica di Camarina, il convento della Croce a Scicli, Cava d’Ispica, i Bagni di Mezzagnone e l’area di Caucana (RG).

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Area archeologica di Caucana (RG)
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Bagno arabo di Mezzagnone, Santa Croce Camerina (RG) – foto: Sicilia Fan
 
Le parole del direttore Buzzone e dell’assessore Samonà

«È in corso un dialogo con i sindaci dei comuni e l’Ente di Sviluppo Agricolo grazie al quale abbiamo potuto pianificare una campagna di interventi che ci ha permesso di realizzare una completa rimessa in sesto dei siti archeologici. Sulla linea della collaborazione continueremo ad operare affinché si rafforzi la consapevolezza che l’area archeologica è parte integrante della vita della comunità e può essere il valore aggiunto in termini di attrattiva turistico-culturale del territorio». Commenta così l’architetto Domenico Buzzone, direttore del Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica (RG).

Camarina
L’architetto Domenico Buzzone

«Prosegue la “primavera dell’archelogia” in Sicilia nella considerazione che i nostri beni archeologici e i nostri siti siano strategici per quell’azione di rilancio della Sicilia che stiamo portando avanti. Un’attività che coinvolge i territori e le comunità locali. Su questa linea sono impegnato sin dal mio insediamento e le attività in corso in queste settimane in tutta la Sicilia sono concreta testimonianza che il principio comincia ad essere praticato». Sulla stessa linea di pensiero del direttore è quindi l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà.

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L’assessore Alberto Samonà
L’area archeologica di Cava d’Ispica (RG)

Grazie alla collaborazione con il Comune di Modica, hanno avuto inizio pulizia e scerbatura del Parco archeologico di Cava d’Ispica. L’Area è posta su una vallata fluviale che per 13 chilometri incide l’altopiano ibleo, tra Modica e Ispica. In questo paesaggio insistono necropoli preistoriche, ma anche catacombe cristiane, oratori rupestri ed eremi monastici, così come nuclei abitativi dalla Preistoria fino al XIV secolo, ben difesi grazie alla posizione naturale. All’interno del Parco si possono evidenziare diverse grotte scavate nella roccia fra cui “La Larderia”, la più nota e grande tra le catacombe della zona.

Cava d’Ispica – Grotta “La Larderia” (RG) – foto: Parco archeologico di Camarina e Cava d’Ispica
Parco archeologico di Cava d’Ispica (RG) – via Val di Noto
Il convento della Croce (Scicli, RG)

In quest’area, invece, in sinergia con l’E.S.A. (Ente di Sviluppo Agricolo), è stato effettuato il primo intervento di scerbatura e sistemazione delle aree verdi del Convento della Croce, uno dei più antichi complessi monumentali di Scicli (RG). Questo importante monumento è sopravvissuto al grande terremoto del 1963 ed è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi della Val di Noto. Nel complesso di Santa Maria della Croce vi è un convento, una chiesa, un oratorio e due cortili. Il complesso, fondato dai frati minori dell’ordine francescano nel 1528, si trova in cima al colle detto “della Croce”.

Convento della Croce a Scicli (RG) – via radiortm.it
L’area archeologica di Mezzagnone (comune di S. Croce Camerina, RG)

In questo caso, le operazioni di valorizzazione hanno visto il contributo del Comune di S. Croce Camerina e dell’E.S.A. Quello che si sta realizzando è la pulitura e la potatura leggera degli alberi del Bagno Arabo. Si tratta di un monumento storico dei primi anni del ‘500, costruito e utilizzato dapprima come tomba monumentale e, successivamente, come hammam, un bagno. L’edificio era noto in passato come «Mezzagnuni» o «U Dammusu».

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Il sito archeologico di Mezzagnone (RG) – via Ragusa libera
L’area archeologica di Caucana (Comune di S. Croce Camerina, RG)

In questo sito, grazie alla sinergia con il Comune di S. Croce Camerina, dell’E.S.A. e dei privati, si sta provvedendo alla pulitura e potatura degli alberi dell’area archeologica di Caucana. Si tratta di una località marina nel ragusano, nella costa meridionale della Sicilia e posta nei pressi dell’omonima antica città marittima di periodo greco. Popolata durante la colonizzazione greca, era di un approdo con bassi fondali, vicino cui si trovava l’abitato antico.

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Area archeologica di Kaukana (RG) – via Hermes Sicily
L’area archeologica di Camarina (RG)

Grazie alla sinergia con il Libero Consorzio Comunale di Ragusa è in corso la manutenzione della Strada Provinciale 12 Cammarata – S. Croce C., adiacente al Museo archeologico di Camarina. Camarina è stata fondata dai coloni siracusani nel 598 a.C. La città, però, conserva anche fasi di età tardoantica, federiciana e bizantina.

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Una parte del sito di Camarina (RG) – via Il varo a Mare
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NEWS | Oggi Samonà presenterà il restauro della cripta della chiesa di San Domenico (CL)

Oggi, lunedi 24 maggio alle ore 10 a Caltanissetta, sarà presentato il restauro della cripta della chiesa di San Domenico. All’evento, sarà presente anche l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà.

Il restauro è stato finanziato con risorse F.S.C. 2014-2020 “Patto per la Sicilia”, per 360.000,00 di euro. Il lavoro è stato curato dalla Soprintendenza ai BB.CC. di Caltanissetta e in collaborazione con i funzionari Michele Miccichè e Filippo Ciancimino. La ditta che ha eseguito il progetto è la C.M.C. di Mussomeli (CL). L’assessore, dunque, oggi restituirà alla curia nissena, proprietaria dell’immobile, proprio la cripta della chiesa di San Nicola dopo i lavori. Parteciperà anche la soprintendente dei Beni Culturali di Caltanissetta, che ha diretto i lavori, nella figura di Daniela Vullo. Saranno presenti inoltre il vescovo mons. Mario Russotto e il sindaco di Caltanissetta, Roberto Gambino.

Navata centrale della chiesa di San Domenico di Caltanissetta – foto: Typical Sicily
La storia della cripta e il restauro

La cripta di San Domenico si trova all’interno della chiesa ed è stata realizzata nel 1758. Occupa quasi interamente lo spazio sottostante la navata centrale della chiesa domenicana. In origine si accedeva alla cripta proprio dalla chiesa, dove si trovava una cappella di cui restano poche tracce a causa di un crollo pavimentale, avvenuto a metà del ‘900. Il grande spazio sotterraneo è suddiviso in vari ambienti, separati da un corridoio centrale e destinati alla sepoltura dei defunti. Elemento caratterizzante di molte cripte siciliane è la presenza di tre tipologie di colatoi in uso a quel tempo: quelli costituiti da sedili in muratura, aventi un foro al centro ove si raccoglievano i resti organici, altri con sostegni laterali in muratura e ripiano superiore realizzato con “catusi” in terracotta, dove il defunto veniva collocato in posizione supina, e altri ancora come piccole nicchie, dove il cadavere veniva posto in piedi fino alla completa decomposizione organica.

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La cripta della chiesa di San Domenico (CL) con i colatoi dopo i restauri (via Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana)

Nella zona in cui è avvenuto il crollo, che è accessibile attraverso l’ingresso della cripta, dopo il restauro è stato collocato un servoscala per consentire l’ingresso anche ai portatori di handicap. Sono state eliminate le infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo e i colatoi sono stati restaurati. Si è poi rimessa in luce la vecchia scala che portava dalla chiesa alla cripta. Grazie a un supporto in vetro sarà possibile vedere la cripta sottostante, con parte della pavimentazione in cotto, direttamente dalla chiesa. Una lapide commemorativa ricorda simbolicamente le sepolture.

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La cripta della chiesa di San Domenico (CL) dopo i restauri (via Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana)
Le parole di Samonà

«La restituzione della cripta della chiesa di San Domenico dopo i lavori di restauro effettuati dalla Soprintendenza di Caltanissetta – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonàè un’occasione importante per ribadire, dal cuore della Sicilia, l’attenzione e il valore che l’amministrazione regionale dedica al proprio patrimonio culturale. In quest’occasione desidero evidenziare l’importante opera di vigilanza, progettazione e direzione dei lavori svolta quotidianamente dalle Soprintendenze di tutta la Sicilia, nell’attività di custodia e valorizzazione dei beni culturali».

L’assessore Alberto Samonà
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NEWS | L’Abatellis (PA) riapre ai visitatori con nuove mostre ed esposizioni

La Galleria di Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e l’Oratorio dei Bianchi di Palermo riaprono le porte ai visitatori. Sono state infatti avviate tre iniziative atte a valorizzare le collezioni dei tre edifici. Il Palazzo Abatellis ha il prestigio di poter ospitare una ricca e preziosa collezione grafica, come ha annunciato Evelina de Castro, direttrice della Galleria di Palazzo Abatellis. Ricordiamo che è custodito al suo interno il disegno di una Madonna inginocchiata in preghiera, opera che, secondo gli specialisti, è da ricondurre al grande artista fiorentino Andrea Verrocchio. Verrocchio, secondo le fonti, sarebbe stato il maestro di Leonardo da Vinci.

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Palazzo Abatellis (PA)

Questo stesso disegno ha aperto la mostra di Leonardo al Louvre svoltasi nel 2019, in occasione del centenario della morte. Nello stesso anno Firenze e poi Washington celebravano Verrocchio. Non a caso il disegno che si trova a Palazzo Abatellis apre la sezione grafica del catalogo di Washington. La Galleria ha infatti di recente ospitato uno dei maggiori esperti di disegno leonardesco, Johannes Nathan, il quale ha tenuto una lectio sul disegno dell’Abatellis, confermandone l’attribuzione e illustrandone i caratteri predominanti. Proprio per questo l‘opera non può essere esposta alla luce se non per brevi periodi. In occasione della riapertura del Palazzo si ha l’opportunità di ammirarla nella saletta cinquecentesca, nelle vicinanze della grande sala del Trionfo della Morte.

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Trionfo della Morte – Galleria di Palazzo Abatellis (PA)

Ma, in occasione di queste riaperture, il visitatore avrà modo di apprezzare anche i reperti custoditi presso Palazzo Mirto. Lì si trovano infatti delle lucerne antropomorfe da Caltagirone, la cui creazione è frutto delle grandissime abilità dei maestri ceramisti che abitano ancora quell’area della Sicilia. Inoltre, alcune delle lucerne antropomorfe recano in mano uno strumento o un animale, mentre altre sono figure virili a cavalcioni su animali fantastici e mitologici. Si trovano altresì esposte statuette raffiguranti tipi e costumi popolari dell’epoca.

Una stanza di Palazzo Mirto (PA) – foto: Italian Ways
Le lucerne antropomorfe di Caltagirone (CT)
L’attività durante la chiusura

«Durante la fase di chiusura – sottolinea l’assessore dei Beni Cuturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà – l’attività di conservazione, ricerca e riordino all’interno dei parchi e dei musei siciliani non si è mai interrotta grazie al lavoro delle professionalità interne che hanno provveduto alla cura delle raccolte, quelle esposte e quelle dei depositi. Le iniziative proposte dalla Galleria Abatellis e dalle sedi di Palazzo Mirto e Oratorio dei Bianchi ne sono una pratica espressione che offre, a quanti ben conoscono i tre siti, una rinnovata occasione di visita».

Orari di apertura

Palazzo Abatellis – Palazzo Mirto: dal martedì al sabato ore 9 – 19; domenica e festivi ore 9 – 13.30.
Oratorio dei Bianchi: dal martedì alla domenica e festivi ore 10 -18.

Sarà possibile accedere ai tre luoghi previa prenotazione su questo sito, selezionando giorno e fascia oraria prescelta in accordo con gli orari sopra indicati.

In copertina: cortile e loggiato ottocentesco di Palazzo Abatellis (PA) – foto: Galleria di Palazzo Abatellis.