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ARCHEOLOGIA | La celebrazione del dominus nella tradizione figurativa delle ville romane. I mosaici della villa di Patti marina

Nel volume “Sicilia. Guida archeologica Laterza” la villa romana di Patti marina viene definita dagli archeologi Filippo Coaerelli e Mario Torelli “un’ importantissima testimonianza del lusso dell’aristocrazia romana e locale” d’età tardo antica.

Che cosa farebbe trapelare questa espressione, ai fini di una corretta ricostruzione storica del sito? Senz’altro, quello di una villa rustica, che non assolve solo la funzione di una grande residenza agricola, basata sullo sfruttamento della manodopera servile, ma costituisce anche un mezzo di ostentazione del potere sociale e politico del dominus

Che ruolo, dunque, hanno avuto le immagini per la trasmissione di questo tipo di messaggio? e, dal punto di vista storico-artistico, che tipo di schema decorativo sceglie la classe dirigente per manifestare la propria ricchezza?

Ecco, quindi, che troviamo nella villa romana di Patti marina la presenza del mosaico policromo.

Villa romana di Patti marina- sala tricora. Pavimento musivo.

Il mosaico, in età romana, secondo quanto riportato da Plinio il Vecchio e da Vitruvio, consisteva in una composizione artistica figurativa di grande pregio, in cui venivano adoperati piccoli frammenti di varia composizione (basalto, marmo, travertino, pasta vitrea ecc..) definiti tessere musive. Lo schema decorativo, ottenuto dall’accostamento di queste tessere, era il frutto di un lavoro estremamente particolareggiato e meticoloso, tale da essere di prerogativa della classe più abbiente. Pertanto, più le tessere erano piccole e pregiate, più il costo della manodopera aumentava.

La presenza di questa tecnica decorativa tenderebbe senz’altro a sottolineare l’ importanza e la ricchezza della villa romana di Patti marina in età tardo antica.

Dove si trovano i mosaici più significativi della villa di Patti?

Villa romana- Planimetria ricostruttiva. Indicazione degli ambienti intorno al peristilio.

I mosaici sono stati rinvenuti nei vani distribuiti intorno alla corte centrale della villa. Tra questi, quelli più famosi e allo stesso tempo più esplicativi a livello ideologico, si trovano nella sala tricora, il triclinium.

Proprio qui, nel luogo in cui il dominus intratteneva i suoi ospiti, troviamo degli interessatissimi mosaici figurati, molto simili al ciclo dei mosaici della “ Grande caccia”  attestati nella villa del Casale a Piazza Armerina. Al centro del vano, all’interno dei medaglioni ottagonali e circolari, troviamo la rappresentazione di vari animali: cervi, asini selvatici, cinghiali. Tra questi, spicca un riquadro ottagonale in cui è inscritta una grande tigre che gioca con la palla. Per i caratteri stilistici e tecnici, i mosaici emersi nella sala tricora sarebbero, in qualche modo, riconducibili a maestranze africane che giunsero in Sicilia in seguito a intensi scambi commerciali.

Villa romana di Patti marina- sala tricora. Particolare musivo

La ciclicità della terra, allusiva allo sfruttamento agricolo del territorio, è stata rappresentata, invece, nel tablinium. All’interno di rettangolo, in cui è inscritto un medaglione circolare, sono state rinvenute le personificazioni delle stagioni. Oggi, delle quattro figure, si conservano soltanto la “primavera” e “l’inverno”.

Villa romana di Patti marina- peristilio. Tablinum.

I mosaici della villa di Patti si inseriscono, pertanto, nel cosiddetto “ciclo dei latifondi”.

L’adozione di questo tipo di immagini, quindi, non solo aveva un preciso scopo celebrativo, ma diveniva anche il mezzo di comunicazione del valore “estetico” del complesso architettonico.

Cristina Acacia

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